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Autore: batcamem    01/07/2014    6 recensioni
[Percico]
Si incamminarono da soli verso l’albero di Talia, che si trovava in cima alla Collina Mezzosangue. Da lì si poteva vedere perfettamente la radura: la Casa Grande, il campo di fragole, il lago delle canoe… era sempre bello tornare lì e poter tornare con la mente agli anni passati, quando avevano visto il Campo per la prima volta.
- - -
- Per gli dei… - sussurrò Nico abbassando lo sguardo. Una ciocca di capelli neri gli cadde sul volto pallido. – Che cosa ho fatto!
Guardò dopo il viso dell’amico che ancora gli sedeva accanto e lo guardava spaesato. Pensò che forse non era ancora riuscito a metabolizzare bene quanto era appena accaduto, ma gli posò una mano sul volto e gli sistemò quella ciocca dietro l’orecchio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche oggi, come nel precedente capitolo, vi invito a leggere la "Nota dell'autrice" a fine pagina, grazie mille e buona lettura!
 
Problemi di cuore.
 
- Per gli dei… - sussurrò Nico abbassando lo sguardo. Una ciocca di capelli neri gli cadde sul volto pallido. – Che cosa ho fatto!
Guardò dopo il viso dell’amico che ancora gli sedeva accanto e lo guardava spaesato. Pensò che forse non era ancora riuscito a metabolizzare bene quanto era appena accaduto, ma gli posò una mano sul volto e gli sistemò quella ciocca dietro l’orecchio.
I suoi grandi occhi neri brillavano nella notte fredda e Percy ci si poté quasi specchiare.
- Non ti devi preoccupare. – lo rassicurò. – Non è successo niente di male, no? Che male può fare mai un bacio?
Fu quella frase che fece riflettere Nico. Appunto, che male poteva mai fare un bacio? Tanto, pensò. Soprattutto se domani quella bocca tornerà a baciarne un’altra. Sentiva che da un momento all’altro sarebbe potuto scoppiare a piangere dalla frustrazione, dalla rabbia e dalla tristezza, così saltò giù dal masso e corse via.
Percy rimase da solo nel bosco. Sapeva che non era sicuro trovarsi lì da solo in mezzo alla notte,
Scivolò giù e toccò terra, rimbalzando sulle sue scarpe da ginnastica nere. Intorno a lui le ombre si facevano più scure, cupe, e i rami degli alberi alti emettevano un fruscio inquietante quando mossi dal vento.
Il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei jeans la penna, svitò il tappo e Vortice emanò la sua flebile luce, permettendogli di vedere che strada prendere per tornare al campo.
Anaklusmos, era il nome originale della spada di Bronzo Celeste. Era ben proporzionata e lunga poco meno di un metro. L'impugnatura in cuoio combaciava perfettamente con la mano del giovane.
Arrivato in cima alla Collina Mezzosangue posò un dito sulla punta della spada che si ritrasse e iniziò a correre verso la propria casa quando vide che non vi era nemmeno l'ombra delle Arpie.
 
Il mattino seguente Percy si svegliò sentendo il rumore delle onde del mare che si infrangevano contro la spiaggia in lontananza. Portava ancora indosso i vestiti della sera prima ed era coperto in più da un lenzuolo azzurro.
Il sole entrava nella casa dalla grande veranda illuminandola del tutto e una brezza estiva fece muovere gli ippocampi che anni prima aveva portato Tyson.
Il ragazzo si alzò dal letto cambiandosi la maglietta e mettendosene una pulita, si sistemò velocemente i capelli e andò fuori, verso la Mensa.
Gli altri ragazzi ancora non erano svegli. Solo due figli di Apollo si trovavano nel campo da basket ad allenarsi e un figlio di Ipno era sdraiato su una panchina a dormire. Le canoe attraccate sulla spiaggia del laghetto dondolavano cullate dalle onde.
Si andò a sedere al tavolo di Poseidone e rimase in silenzio, mentre giocherellava con il legno rovinato dal tempo. Nella sua mente scorrevano i ricordi della sera prima.
Il bacio.
E che bacio! Al solo pensiero lo stomaco di Percy si chiuse e gli salì un groppo alla gola. Solo in quel momento si accorse di quanto fosse stato bello e sbagliato insieme.
Nico Di Angelo non era affatto brutto. Anzi, quella sua aria così misteriosa lo faceva apparire affascinante. I capelli neri e sempre arruffati come se si fosse appena svegliato, gli occhi scuri e profondi, la pelle bianca. Era alto e molto magro.
Sentiva che qualcosa dentro di sé stava cambiando… aveva paura.
- Perseus Jackson! – sentì una voce acuta che lo chiamava e si svegliò dal suo momento di trance. Alzò lo sguardo e si trovò di fronte un’Annabeth arrabbiata con le braccia incrociate al petto. – Dove sei stato ieri sera? Ti aspettavo!
Si mise a sedere di fianco a lui che, preoccupato, controllò in giro che non ci fossero né Dioniso né Chirone. Gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò con dolcezza.
- Mi hai fatta preoccupare, lo sai, vero? - disse guardandolo negli occhi.
Percy non sapeva cosa dirle. Non aveva minimamente pensato a che scusa avrebbe potuto tirare fuori. Tentennò un po’.
- Avevo sonno, così sono andato a dormire presto. - borbottò.
Il bacio che la ragazza gli aveva appena dato non lo aveva fatto emozionare. Si sentì come vuoto, in colpa per aver fatto qualcosa che non doveva fare.
Lei lo guardò un po’ titubante, poi annuì e gli sorrise. - Ok, ti credo... ma non farmi mai più spaventare così tanto come ieri!
 
L’orologio attaccato sulla parete di legno, l’unica della Mensa, segnava le 8:03. Tutti i ragazzi e le ragazze del Campo stavano arrivando per la colazione e Annabeth si era affretta a tornare al suo tavolo vedendo arrivare Chirone.
Come al solito il figlio di Poseidone si ritrovò solo.
Ovviamente di amici con cui divertirsi e passare le giornate ne aveva tanti, ma c’erano vari momenti della giornata in cui lui si sentiva privo della loro compagnia.
Si alzò e andò a prendersi la colazione, fatta solamente di yogurt bianco, un po’ di cereali e frutta secca, lasciò una piccola parte di essa nel fuoco in mezzo alla Mensa offrendola al padre e iniziò a mangiare.
Alla sua sinistra il tavolo dedicato ad Ade era vuoto.
Chi sa, magari Nico è nella casa. Dopo vado a trovarlo pensò non vedendo l’amico seduto. Pensava che lui fosse l’unico a capirlo veramente. Quei momenti di solitudine li condividevano entrambi.
Si sbrigò a finire si mangiare e, senza farsi notare dagli altri, corse giù per le scale e si avviò verso la casa di Ade: era una costruzione macabra, le pareti nere e il tetto fatto di ossa candide di... che cosa potevano essere? Nessuno aveva mai avuto il coraggio di chiederlo a Nico. Delle torce, invece, erano attaccate di fianco alla porta e bruciavano di una fiamma verde.
Percy sentiva il cuore nel petto battergli a una velocità tale che poteva benissimo prendergli un infarto, ma resistette e busso titubante alla porta di legno di mogano. Quella si aprì da sola con un cigolio stridulo che in un altro contesto avrebbe fatto venire i brividi a tutti. Si richiuse subito dopo con un tonfo.
Il ragazzo entrò e si trovò immerso nel buio più totale. Le finestre in fondo alla grande stanza erano chiuse e delle spesse tende nere le coprivano per non far trasparire la luce del giorno.
Ma lui sapeva che l’amico era sveglio. Più di una volta era entrato in quella casa e lo aveva trovato seduto ai piedi dell’unico letto con le finestre coperte.
- N-Nico... - tentennò facendo un passo avanti a sé. Allargò le braccia per non perdere l’equilibrio e girò la testa a destra e a sinistra con la speranza di riuscire a vedere qualcosa. Si chinò leggermente e toccò con la punta delle dita il materasso morbido.
- Vieni, siediti. - disse Nico.
Lui obbedì e si sedette vicino all’amico. Sentiva, stranamente, la sua presenza come un’onda di gelo e morte insieme, cosa normale per un figlio di Ade.
Il figlio di Poseidone strinse le sue mani sulle sue ginocchia asciugandosele dal sudore. Era agitato e doveva ammetterlo. Nel frattempo il suo cuore aveva aumentato la sua velocità e il numero di battiti.
- Come mai sei qui? - gli domandò il ragazzo più piccolo.
Anche lui era agitato. In presenza del ragazzo per cui aveva preso una cotta non poteva che essere così, e ripensando alla sera prima si sentì in imbarazzo.
- Non ti ho visto su in mensa, mi ero preoccupato. - gli rispose. - E... - sospirò, come se qualcosa gli impedisse di parlare. - Ho un problema.
- Che problema hai? - gli chiese sempre lui.
- Dovevo avere dei chiarimenti riguardo a ieri sera.
Nico a quelle parole trasalì. Non pensava che l’amico sarebbe andato da lui per parlargli di quel bacio. Era stato un errore, se ne rendeva conto, ma in cuor suo sperava che tutto si sarebbe risolto senza parlarne più.
Ovviamente non era così.
Iniziò a tremare e ringraziò gli dei immortale che le tende fossero chiuse, in quel modo Percy non l’avrebbe visto arrossire. - Quindi?
- Non lo so... - iniziò a dire stringendosi nelle spalle. Le ginocchia dei ragazzi si sfioravano e questo mise in agitazione entrambi. - Non riesco a capire quello che sento, quello provo. Sono in uno stato di confusione totale.
- Mmmh. - mugugnò l’altro cercando di afferrare il concetto.
- Mi hai messo in difficoltà, devo ammetterlo. Le emozioni che ho provato ieri sera erano... indescrivibili. Ora devo solo capire meglio.
Si girò alla sua destra e vide a malapena i lineamenti dolci del ragazzo dagli occhi scuri e profondi, quelli dove a volte ci si perdeva.
La voglia di baciarlo, come aveva fatto l’altro la sera prima senza preavviso, era molta. Non voleva ammetterlo a sé stesso, ma forse anche lui stava iniziando a provare dei sentimenti verso l’amico.
Allungò una mano tremante verso il viso freddo e pallido dell’altro e lo fece girare, si avvicinò con cautela e posò le su labbra su quelle altre, morbide e calde.
Nico socchiuse gli occhi lasciandosi trasportare da quel bacio così passionale e, facendosi trascinare dal momento, fece sdraiare Percy sotto di sé e lo abbracciò, sperando che tutto quello non fosse frutto della sua immaginazione o un sogno.
Entrambi sperarono che quel bacio potesse durare per l’eternità, ma qualcuno bussò alla porta e, spaventati, si staccarono.
- Percy, sei lì dentro? - era Annabeth.

Nota dell'autrice:
Allora... eccomi qui! Spero di non avervi deluse con questo capitolo (anche se devo ammettere che non mi entusiasma molto). Però sono stata brava, l'ho pubblicato presto, no?
Credo che la parte che mi piace di più sia quella iniziale e la finale, non lo so come mai, ma vedere Percy e Nico insieme mi fa sempre un certo effetto. 
E come potete ben notare... non so proprio cosa scrivere in questa piccola 'nota'!
Non mi sparate, non mi fulminate con la folgore di Zeus, non mi affettate con Vortice, ve ne prego! Se ho fatto errori... avvertitemi!
Aspetterò comunque vostri pareri e/o recensioni (che sarebbero la stessa cosa, ma ok), e al prossimo capitolo!
Ciao ciao, ciao ciao *saluta come i Teletubbies*.

P.s. sì. lo so che sono pazza!
P.s.s. ho un'altra immagine per voi! Sempre i due ragazzi insieme, spero vi piaccia!
Link:http://weheartit.com/entry/100836726/search?context_type=search&context_user=The_Twin_Sister_of_Percy&query=percico+kiss
  
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