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Autore: CassandraLeben    23/08/2008    27 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Come promesso, dopo una non troppo lunga attesa (almeno mi auguro) vi offro questo capitolo 24, aggiungendo alcune note:

1. Dissi (non ricordo quando, ma verso l'inizio) che questa storia sarebbe stata più breve di "Un Respiro Dolce Dolce" ma, naturalmente, mi ritrovo a smentirmi. Eh sì, abbiamo raggiunto quota 24! E presto supereremo questa soglia che inizialmente credevo che non avremmo visto neanche da lontano XD. Questo è dovuto al fatto che, senza mutare la trama originale, mi sono venuti in mente degli sviluppi interni carini! Come tra l'altro il parto (mi pare fosse di Yuyutiamo l'idea …) XD

2. Per il cap precedente, mi sono ampiamente documentata ( e spero di non aver detto cavolate, nel caso, perdono!) leggendo il cap del libro di Biologia, chiedendo a più o meno tutte le donne con figli me soprattutto … rullo di tamburi … ho guardato tanti di quei video su youtube … i titoli erano di solito: My daughter's birth, my son's birth, How to deliver a baby, Giving birth, Kate givin' birth to our child … e simili. In questi video si vedeva proprio tutto. In certi momenti ho davvero analizzato i vantaggi dell'adozione XD Se pensate che questi video, certamente toccanti, sono vietati ai minori di 18 mentre il sesso (e io non sono una moralista) viene servito in tutte le sue colorite forme a tutti gli orari … che poi, il sesso è una cosa tra le più naturali (così come il parto che ne è diretta conseguenza ma non viceversa) ma è il modo in cui viene proposto! Sembra che il mondo sia abitato da ninfomani e assetati di sesso … Comunque, tutto questo per dirvi che per scrivere il cap precedente mi sono addentrata nei meandri della rete (con largo anticipo, fortunatamente, dato che poi i PC mi hanno dichiarato guerra …)

3. La storia del dito premuto sul ventre … lo hanno fatto a mia madre e quando lei ha chiesto a cosa servisse, dopo aver smesso di urlare, il tizio se ne era già andato. Indi, non lo so … sorry … vivremo tutte nel mistero XD c'è un'ostetrica in zona? La frase di Reneé in realtà viene tirata fuori da mia madre ogni volta che ho un incidente (leggi: capita estremamente spesso … come forse avrete notato XD)

Bene, direi che ho parlato anche troppo … quindi, buona lettura (con la speranza di non avervi annoiate a morte!!!) Baci di fine (Noooooo) agosto! Quando tornerò a casa, posterò con più frequenza!!!! Ciao e grazie infinite a tutte,

Cassandra

Bella’s POV

Dormivo.

Dormivo e, per una volta, ero tranquilla e serena.

Era come se fossi caduta in un torpore meraviglioso. Il dolore stava scivolando lentamente lontano da me.

Anche quella tranquillità però ebbe presto fine.

Sentivo delle mani gelate toccarmi. Sentivo dell'acqua tiepida sul mio corpo.

Qualcuno mi stava passando una spugna bagnata sulla pelle.

Mi stavo svegliando ma ci misi qualche secondo per ricordarmi perché le mie mani, scendendo dal petto, non incontrarono la montagna a cui ero abituata. Piatto. Il mio ventre era piatto.

Mi obbligai ad aprire gli occhi e la prima cosa che vidi fu Alice. Le tende erano state tirate e nella stanza era buio.

< Alice? >

< Ciao. Come ti senti? >

I ricordi ritornarono lentamente. Rividi la bambina tra le braccia di Esme, la rividi appoggiata al mio petto.

< Dov'è Elizabeth? > chiesi emozionata dalle mie stesse parole.

< L'esserino è di là. Sta dormendo. >

< Ed Edward? > Le chiesi notando la sua assenza. Anzi, effettivamente, nella stanza c'era solo Alice.

Lei mi guardò con un'espressione strana e poi, sorridendo, mi disse: < sono tutti di là. >

A quelle parole, cercai di alzarmi ma mi resi presto conto che non era una buona idea.

< Quanto è passato? > chiesi spaesata.

< Circa mezz'ora. Edward sta arrivando. > mi disse osservando la porta che, dopo un istante, si aprì.

< Bella, ho sentito che ti eri svegliata. Come stai amore? >

< Bene … e la bambina? >

< Carlisle si sta occupando di lei. > mi rispose rassicurante, solo che io, quando elaborai la sua frase, mi sentii morire.

< C'è qualche problema? > la mia voce tremò.

Edward si chinò a baciarmi la guancia e, stringendomi in un abbraccio leggero, mi sussurrò all'orecchio:

< No. È solo che è leggermente sottopeso. È piccina. La stiamo tenendo in una culla calda. Carlisle l'aveva comprata, sai, per ogni evenienza … >

< Ma è in incubatrice? > chiesi agitata.

< No … è solo una culla normale, ma riscaldata. Per il peso, è convinto che in qualche settimana arriverà a raggiungere quello giusto. >

Annuii e mi strinsi al suo petto.

< Piccina? > chiesi in un sospiro.

< Sì, piccina. > il suo fu un sussurro.

< E pensare che a me sembrava così grande, dentro la mia pancia. >

Rise sommessamente e mi aiutò a mettermi seduta.

< Hai fame? > domandò lui ed io scossi la testa.e la prima cosa che vidi fu Alice. o la montagna a cui ero abituata. ncione. a affianco.

< Posso vederla? >

< Certo … > e dopo avermi avvolta nella coperta, mi prese in braccio.

La bambina era nella sala del piano, insieme a una bilancia per neonati (sembrava quella del supermercato … ) e tutte le cose di Carlisle sparpagliate sul tavolo.

Edward mi fece sedere sul divano, affianco alla culla dentro cui dormiva la mia bambina appena nata.

Mi sporsi per vederla, appoggiata al bordo di ferro e vetro.

Ed era lì, piccola e grinzosa, seminascosta sotto una copertina ricamata da Esme, infilata in un vestitino un po' più grande del necessario.

Ora che la mia mente era abbastanza lucida, mi resi conto che era davvero piccolina.

Dormiva.

< Puoi toccarla, non credo morda … > mi fece Edward ironico.

Guardai Carlisle che annuii e allungai la mano per accarezzare la fronte della bambina.

Al mio tocco, tirò la testa lentamente all'indietro e spalancò la bocca, senza emettere alcun suono.

Ritrassi la mano, preoccupata di averla disturbata. Edward però cominciò ad accarezzarle la schiena sotto la coperta.

Rimasi appoggiata al bordo della culla ad osservarla a lungo.

Non mi sembrava vero.

Quell'esserino che, per tutto quel tempo, era cresciuto dentro di me … Che mi teneva sveglia con i suoi calcetti …

La bambina che mi aveva dato la forza di fuggire dalla mia prigione …

Per quella piccola vita, ero stata pronta a rinunciare alla mia.

L'accarezzai di nuovo e le sussurrai: < Elizabeth? Elizabeth, piccolina … > e lei si girò aderendo di più alla mia mano, come se ne ricercasse il calore umano. Non riuscivo a smettere di fissarla, e non so per quanto rimasi lì, immobile, intenta ad osservare ogni suo singolo respiro.

Quando Esme mi porse dell'acqua, non la rifiutai.

Con ogni probabilità, mi addormentai sul divano, perché, quando Edward mi svegliò, ero sdraiata a letto.

< Bella … Bella? >

< Mh … >

< Bella, Amore, risvegliati. >

Aprii gli occhi e mi ritrovai Edward seduto al mio fianco, con la bambina in braccio.

Era sveglia, ma i suoi occhi erano appena socchiusi. Mi portai a sedere poggiando sui gomiti.

Allungai le braccia e lui me la porse, appoggiandola contro il mio petto.

Elizabeth muoveva la testa, sapevo in cerca di cosa …

Edward mi slacciò la parte superiore della vestaglia e poi mi mise un braccio intorno alle spalle.

Sistemai la bambina sul mio seno, come se fosse la cosa più normale del mondo, e la osservai mentre restava aggrappata al mio corpo, intenta a nutrirsi. Teneva le manine, minuscole, sul mio petto.

Ora che potevo vederla meglio, notai quanto fosse pallida … Era calda, ma non come mi sarei aspettata e la sua pelle liscissima pareva più resistente della mia.

Guardai Edward negli occhi e lui sostenne il mio sguardo. Accarezzandole la testa, mi disse:

< La trasformazione ha mutato il mio DNA … alcune caratteristiche fisiche glie le ho trasmesse.

Ma non credo che ci saranno problemi. È sana … e questo è l'unico mio interesse. >

Rimasi ad osservare Elizabeth a lungo, finché non sentii la presa della sua bocca sul mio capezzolo allentarsi. L'allontanai e me la sistemai meglio tra le braccia, muovendole lentamente, per cullarla.

Lei emise dei piccoli vagiti e dopo un po' sbadigliò, stropicciando i pugnetti.

< Si è addormentata. > mi bisbigliò Edward baciandomi la pelle dietro all'orecchio.

< Posso tenerla ancora un po'? >

< Certo. Ci mancherebbe altro. >

Appoggiata completamente a lui, lasciando che mi riallacciasse il complicato intreccio di nastri della mia vestaglia, gli chiesi:

< Gli altri l'hanno vista? >

< Sì. L'adorano tutti. Volevano venirti a fare gli auguri e i complimenti, ma preferiscono aspettare che tu ti sia riposata. >

< Emmett si è ripreso? > chiesi dopo aver appoggiato le labbra sulla fronte liscia e perfetta di … mia figlia.

< Sì … direi di sì. > disse ridendo e poi aggiunse: < Solo, è contrariato dal fatto che la bimba abbia dormito tutto il tempo. Anche se, effettivamente, adesso sarebbe comunque troppo piccola per poter giocare con lui. Povero Em, Voleva fare il cretino ... >

< Beh, credo che sia normale, per lui. Non penso lo volesse fare … a volte credo proprio che lo sia. >

< Sì, sottoscrivo. >

< Lo hai perdonato? >

< No. >

< Dai, poverino, voleva solo che ti svagassi, senza limitarti a nutrirti. >

< Guarda che non mi disturbavi quando mi chiamavi in lacrime perché ti eri appena svegliata, dopo aver avuto un incubo … Mi faceva piacere poterti esserti d'aiuto. E io, che stupido, pensavo che finalmente ieri notte avessi fatto un bel sogno, che non ti fossi svegliata nel cuore della notte … Mai fui più lontano dalla verità. Se avessi saputo che avresti partorito … se Alice avesse visto … Non mi sarei allontanato dal tuo letto neanche di un millimetro. >

Appoggiandomi al suo petto, voltai il capo per poterlo baciare, lui chinò il capo per venirmi incontro e appoggiò le sue labbra sulle mie. Entrambi tenevamo gli occhi chiusi. Mi girai per poter appoggiare il mio petto contro il suo corpo gelido.

Le sue mani, appoggiate una sulla mia spalla e l'altra alla base della mia schiena, mi strinsero a lui.

La bambina era tra noi, come quando ero incinta.

Il nostro bacio … ehm, appassionato, fu interrotto da una serie di flash accecanti nonostante i miei occhi chiusi.

La mano di Edward arrivò alla mia testa e, contro la mia volontà, mi costrinse ad allontanarmi da lui.

< Alice … > bisbigliò a denti stretti prima di passare a baciare il mio collo.

< Bella, girati verso di me e fa vedere bene la bambina. >

Ed Edward, con un movimento dolce mi aiutò a voltarmi e cinse sia me che Elizabeth con le sue braccia gelide e protettive. Io, dal canto mio, tenevo la bimba stretta al petto. Aveva un profumo buonissimo, come suo padre, e forse, era persino più bella di lui …

Alice continuò a scattare foto per un po'. Me ne fece una splendida in cui io prendevo Elizabeth e le baciavo la guancia. Entrambe tenevamo gli occhi chiusi e il suo vagito mi era arrivato alle orecchie come una canzone. Edward mi teneva per la vita …

Quando finalmente Alice fu soddisfatta, mi abbandonai al petto di Edward ed appoggiai il capo sulla sua spalla. Lui accarezzava sia me che la piccola.

< Charlie e Reneè impazziranno quando vedranno queste foto. > disse tutta entusiasta.

A quelle parole, aprii gli occhi e con stupore mi accorsi che erano colmi di pianto.

Charlie e Reneè … Loro non avrebbero mai visto la mia piccola Elizabeth. Io stessa, non li avrei più rivisti …

E tutto il dolore, la tristezza, l'ansia che, fino a quel momento, ero riuscita a tenere lontano da me,

parvero esplodere all'istante.

Mi sentii persa, sola … nonostante Elizabeth fosse al sicuro tra le mie braccia, ebbi paura di perderla, di averla persa.

Ero letteralmente terrorizzata.

Il mio pianto, da silenzioso divenne un susseguirsi di singhiozzi e singulti.

Sebbene lo volessi, sebbene ci provassi, non riuscivo a fermarmi. Mi pareva mi mancasse l'aria.

Quando mia figlia, svegliata dai miei singhiozzi, cominciò vagire disperata, la strinsi al mio petto, facendola aderire alla mia pelle. Volevo sentire il suo cuore, volevo sentirla come quando era parte di me.

Alice poggiò la macchinetta sulla scrivania e poi si avvicinò a me.

Mi accarezzò la faccia mentre Edward continuava a stringermi e a cullarmi.

Quando però la mia migliore amica cercò di levarmi la mia bambina dalle braccia, cominciai a gridare, con tutto il fiato che avevo in corpo.

Cercai di tenere stretta Elizabeth e mi riparai tra le braccia di mio marito.

Le grida della bambina coprirono le mie parole:

< Lasciala. Lasciala. Non la toccare. >

Continuai a cullare la piccola finché non si calmò, ma i lacrimoni scendevano ancora copiosi sulle mie guance.

Alla fine, sfiancata dal pianto, lasciai che Edward la prendesse tra le sue braccia mentre io, in silenzio mi accoccolai al suo petto. Con un gesto fulmineo, mi coprì con una leggera trapunta e mi strinse a sé. Reggeva Elizabeth con un braccio solo e lei, in silenzio, pareva addormentata.

Quando anche il mio respiro si fu calmato, così come il battito del mio cuore, Edward mi domandò:

< Tutto bene? >

Annuii, troppo stanca per parlare.

Lui mi baciò la fronte e poi, dopo avermi restituito la piccolina, bisbigliò qualcosa ad Alice che nel frattempo si era seduta ai piedi del letto.

< Bella? > mi chiese cauta. Io la fissai e lei, lentamente, continuò:

< Posso prenderla? Per portarla nella sua culla? >

Non risposi. Non volevo separarmi da lei. Se era lontana, mi pareva mi mancasse l'aria per respirare.

< Eh Bella? O preferisci che portiamo di qua la culla? Pensavamo di metterla direttamente nella camera che vi abbiamo preparato al piano di sopra … ma se vuoi, non c'è problema.>

Mi voltai, guardai Edward negli occhi e, con voce stranamente roca, dissi:

< Sì, per favore … falla stare qui. > Alice annuì e dopo poco minuti ritornò nella stanza con quella specie di scatola enorme. La collegarono alla corrente e poi Carlisle, con una cura infinita, mi prese la bambina dalle braccia e la mise sotto le sue copertine.

Dopo, mi controllò e mi sorrise dicendo: < Beh, siete a posto tutte e due. È proprio una bella bimba. >

Io lo guardai: < Ma è così piccola … >

Quando mi accarezzò, capii che lo aveva fatto per rassicurarmi: < Non dovresti preoccuparti di questo. Vedrai che fra qualche settimana sarà perfetta. In fondo, devi tenere presente che la data del parto era prevista molto avanti. È normale che abbia questo peso. >

Annuii e poi domandai: < Posso fare una doccia? > Mi sentivo ancora il sudore addosso, nonostante Alice avesse provveduto a lavarmi accuratamente quando ero troppo stanca anche solo per muovere un dito.

< Se te la senti … >

< Sì, ho proprio voglia di acqua calda. > e mi sfiorai le guance ancora umide di pianto. < Edward, mi accompagneresti … >

< Ma certo > mi rispose lui senza neanche permettermi di terminare la frase.

Ci sorridemmo e in un attimo mi ritrovai in bagno.

Mi abbracciò stretta dicendomi: < Non preoccuparti, è normale sentirsi spossate, tristi. Un parto non è una cosa da tutti i giorni … >

Mi fissò a lungo, squadrandomi come per capire cosa potesse essere stata la causa della mia crisi di poco prima. Passò lentamente le mani lungo il mio collo e le mie braccia per poi andare ad accarezzarmi le labbra con la punta delle dita.

Dopo avermi baciato la guancia seguendo la scia delle lacrime, mi sussurrò: < Niente depressione post-partum, ok? Non sopporterei di vederti depressa … e la bambina ha bisogno di te. Hai passato di peggio, ne converrai anche tu. Se senti di dover sfogarti, non esitare a farlo. Io sarò sempre pronto ad ascoltarti. Non tenerti le tue angosce dentro. Sono sicuro che se me le riveli, troveremo una soluzione, d'accordo? >

Annuii e feci un respiro profondo. < Va bene, basta che tu non mi abbandoni mai … >

< Non potrei … > e poi le mani fredde e discrete di Edward mi liberarono dei miei pochi indumenti e mi accompagnarono delicate nel vano della doccia. Lui si tolse solo la camicia.

< Non entri? >

Scosse la testa e rise del mio sbuffo. Io, che mi sentivo leggermente malferma sulle gambe, appoggiai le mani contro il muro tenendo le braccia tese.

Lasciai che l'acqua, così come le mani di Edward, scorressero sul mio corpo levandomi via il sudore e l'odore insopportabile del sangue. Pian piano percepii tutti i muscoli del mio corpo rilassarsi e quando Edward spense il gettito dell'acqua, mugugnai contrariata: < No, voglio restare qui. >

< Su, non fare la bambina. > mi stava prendendo in giro … < Ora sei una madre … hai delle responsabilità. Non vorrai far morire di fame nostra figlia, mi auguro. >

< Mi voltai e lo fissai perplessa: < Di nuovo? Ma ha appena mangiato … >

< Bella, sai quanto tempo sei rimasta sotto la doccia? Quasi quaranta minuti. Poi, devo calcolare il tempo che ci impiegherai ad asciugarti i capelli … dalla prima poppata a quando sarai pronta, sarà passato il tempo necessario a far sì che abbia fame di nuovo.

I neonati vanno nutriti molto frequentemente. I primi giorni non fanno altro che mangiare e dormire. E poi, pensavo che avresti gradito riposarti un po', prima di darle da mangiare … >

E detto questo, mi trasse a sé e, nonostante fossi nuda e bagnata, mi abbracciò a lungo. Quando cominciai a tremare, mi allontanò quel tanto che bastava per potermi avvolgere in un asciugamano enorme e poi mi cominciò ad asciugare i capelli con il fon. Forse a causa del calore nella stanza, mi si asciugarono molto velocemente. ( o forse persi semplicemente il conto del tempo intenta com'ero a baciare e lasciarmi baciare ovunque l'asciugamano lo permettesse. Lui non mancò di ripetermi quanto fosse buono l'odore della mia pelle umida … )

Quando ormai non avevo più scuse per restare con solo l'asciugamano indosso, mi infilai una lunga camicia da notte con i bottoni davanti e poi chiesi: < Edward, Alice parlava di mettere la culla al piano di sopra … in che senso? >

< Al piano di sopra, ci sono due camere vicine … una per noi e una per la bambina. Lei voleva farti una sorpresa. La nostra stanza attuale, era una soluzione provvisoria per evitarti le scale mentre avevi il pancione. Esme vuole farla diventare la camera dei giochi. >

< Ma a me questa stanza piaceva … >

< Lo so, ma sta sicura che ti innamorerai di quella che ti hanno preparato Esme ed Alice. È davvero molto graziosa, molto luminosa e decisamente più ampia. E poi, per i primi tempi la culla starà nella nostra camera, ma poi la sposteremo in quella adiacente. Vedrai, ti piacerà … >

Mi voltai per osservare la sua espressione ma, prima che potessi rendermene conto, le sue labbra cominciarono a muoversi avide sulle mie. Le sue mani mi afferrarono per il bacino e mi appoggiarono sul mobiletto in cui tenevamo gli asciugamani. Il modo in cui mi baciò era tormentato, voglioso.

Dovetti essere io a separarmi per riprendere fiato. Prendendomi in braccio, senza smettere di baciarmi il volto, mi portò nella nostra camera e mi appoggiò sul letto, sdraiandosi al mio fianco. Edward passò non so quanto tempo ad accarezzarmi e baciarmi i capelli, tendendomi stretta in un abbraccio gentile e dolce, finché poi non mi sussurrò: < Credo che Elizabeth abbia fame … >

Aprii gli occhi e, con ansia, gli chiesi: < Senti i suoi pensieri? >

Lui scosse la tesa e poi aggiunse: < Percepisco il suono delle sue labbra … presumo abbia fame. Tra poco comincerà anche a piangere, credo … ma la mia è un'ipotesi basata sul fatto che ormai sono trascorse più di tre ore dal suo primo e fin'ora unico pasto. Sfortunatamente, non riesco a sentirne i pensieri. Magari è troppo presto per poterli ascoltare. Forse, con il tempo … > ma non mi pareva troppo convinto. Evidentemente, non era il primo neonato con cui entrava in contatto, e con gli altri probabilmente era stato diverso. Dentro di me, mi sentii strana. Per un istante fui dispiaciuta. Gelosa ...
Non ero più l'unica mente celata ad Edward.
Fu solo un attimo ...
Quando sentii che aveva cominciato a piangere, mi alzai subito in piedi. Sentivo il bisogno di andare da lei, di darle il mio calore.

In silenzio andai alla culla.

Elizabeth mi attendeva, gli occhi e la bocca spalancati.
Appena la presi in braccio,smise di piangere e cercò il mio seno.

Per allattarla, mi sedetti sulle ginocchia di Edward ...
Tenendo la bambina stretta a me, la osservai attentamente e mi resi pienamente conto di quanto fosse bella, perfetta. Proprio come Edward.
Teneva gli occhietti chiusi e ciucciava lentamente, al ritmo del mio cuore.I pugnetti serrati intorno alla mia maglietta, come per impedirmi di allontanarla da me.
Mi sentii stupida per aver provato gelosia verso quella piccola creatura, verso mia figlia.
Lei era parte di me. Lo sarebbe stata sempre.

E in quel momento, mi sentii la persona più felice del mondo.
Se solo avessi saputo …

  
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