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Autore: Darth_Riddler    01/07/2014    0 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se l'Enigmista, durante la sua eterna guerra contro il crociato incappucciato, avesse incontrato la sua anima gemella e avesse avuto una figlia?
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Sono sempre stata bipolare, e con questa scusa hanno giustificato l’omicidio di mia madre. Ma la verità è che non ho mai saputo giustificarlo neanche io, perché non sono mai riuscita a ricordare quel momento. O meglio, questo è ciò che dicevo ai dottori, e loro lo hanno chiamato amnesia lacunare, ma in realtà lo ricordavo, solo che qualcosa non andava in quel ricordo. C’era qualcosa che non riuscivo ad inquadrare, una risata. Una risata che mi ha accompagnato per tutti gli anni a venire, e non avevo mai capito cosa stava a significare. Certo, ora so che era un modo contorto del mio cervello per suggerirmi la risposta alla domanda “Come diavolo sono finita in manicomio?” e anzi mi sembra addirittura banale, ma si sa che i tempi cambiano e le persone con loro, e a quel tempo non avevo ancora abbastanza informazioni per fare due più due. Se posso attribuire un merito a Crane, è di sicuro quello di avermi permesso di fare quella semplice somma, ma non mi metterò di certo a ringraziarlo per questo. Comunque iniziamo dal principio, suppongo che tutti ormai conosciate di fama il dottor Crane, ma allora era conosciuto solo come semplice psicologo, quindi nessuno aveva motivo di immaginare cosa avrebbe fatto. All’inizio tutto procedeva normalmente, sedute periodiche e nulla di più, finché non si inventò che ero affetta da schizofrenia, non ho idea di come gli altri abbiano potuto credergli, sapendo anche che nelle donne è raro che sia riscontrata prima dei ventisei anni, ma lo fecero, e così gli diedero campo libero per effettuare alcuni suoi “esperimenti”. Ora, posso dirvi con certezza di non essere mai stata schizofrenica, non allora almeno, ma a questo ci arrivo dopo. Iniziò con qualcosa che per me aveva a che fare con l’ipnosi, dico per me perché non riesco a ricordare assolutamente nulla di quello che diceva durante le sedute, ciò che ricordo era il dopo. Giorno dopo giorno sentivo che qualcosa non andava, all’inizio solo una sensazione, ma più il tempo passava più questa sensazione si faceva reale, ho iniziato a sentire una voce, la sua voce, anche quando lui non c’era, bisbigliava così piano da impedirmi di capire le parole, ma non si fermava mai. Mi toglieva il sonno, mi impediva di pensare, mi nauseava, arrivai anche a tentare di uccidermi, ma c’era una guardia a controllare le celle, così me lo impedirono. Più il tempo avanzava più quella voce diventava simile alla mia, finché alla fine non riuscii più a distinguere i miei pensieri da quello che diceva la voce. Arrivai persino a chiedere, a supplicare aiuto al dottor Strange, visto che era stato lui ad assegnarmi a Crane, ma quel bastardo ci rise sopra e mi ignorò. Dopo due mesi infernali decise, per fortuna (o sfortuna, dipende dal punto di vista, avendone due non saprei quale scegliere quindi c’est à vous), di cambiare “terapia”. In quel periodo il suo allucinogeno era ancora in sperimentazione, e decise che era arrivato il momento di testarlo, e quale occasione migliore se non sfruttare i suoi pazienti? All’inizio vedevo innumerevoli cose, ma non ho certo intenzione di dirvele, ma la visione più persistente era la morte di mia madre. Mi costringeva a rivederla ancora, e ancora, ormai la vedevo persino quando l’effetto degli allucinogeni era terminato, e sempre sentivo quella maledettissima risata. Ero ossessionata da quella risata la sentivo di continuo. Passavo le ore immobile in cella con i palmi premuti sulle orecchie cercando di non sentirla, ma purtroppo veniva dalla mia testa, non da fuori.... -“Che aspetti? Uccidila!” penso, eppure la mia voce è così distorta… ed’è così vivida da non sembrare un pensiero, che lo abbia detto ad alta voce? La pistola mi compare in mano, la sicura è già tolta “Basta premere il grilletto, solo un click e tutto tornerà come prima” la pistola è pesante nelle mie mani, la tengo a fatica “Ha ucciso tuo padre, non puoi ignorarlo, uccidila e lo avrai vendicato, uccidila!” sto per abbassare la pistola ma d’improvviso quest’ultima diventa più leggera, e torno a mirare alla testa, la donna sta piangendo, e mi guarda disperata, ma quella donna è mia madre, no non è nessuno, la voce ha ragione, è solo… solo una donna qualsiasi, no anzi, ha ammazzato mio padre, non posso perdonarla per questo e non ho intenzione di farlo “Uccidila, ora!” la voce ha quasi un accenno di rabbia, il mio dito fa pressione sul grilletto, il colpo parte e vedo il suo corpo cadere a terra come un fantoccio, poi nella stanza riecheggia una risata folle, quasi maniacale, ma non è mia. Chi sta ridendo? Chi? Mi volto ma la mia memoria non riesce a mettere a fuoco la figura. Non c’è nessuno dietro di me… lascio cadere la pistola. Chi sta ridendo? Mi volto, ma non riesco a… non ricordo. Mi volto… lui è lì davanti a me. Mi volto, il suo volto è sfigurato da un sorriso innaturale. Mi volto, la sua pelle è pallida, quasi cadaverica. Mi guarda e lascia il mio braccio, di colpo la pistola torna a pesare, la lascio cadere e faccio un passo indietro continuando a fissare i suoi occhi verde scuro, dello stesso colore dei capelli. Vorrei gridare, vorrei scappare, ma i suoi occhi colmi di euforica follia mi lasciano pietrificata lì. Prende il telefono e chiama la polizia, poi se ne va continuando a ridere…-
  
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