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Autore: damyxd    03/07/2014    3 recensioni
"Chiudo per un attimo gli occhi e vengo inevitabilmente catapultato nei ricordi: le mie lacrime scendere; il suono del mio pianoforte farsi interprete del mio animo; il vibrato delle corde al dolce tocco delle mia dita, il mio tempo sprecato ad inseguire scioccamente lei, i litigi con Lara e Rosy, perfino l'abbraccio di Lele."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 6
 
  Restiamo in silenzio ma lo sguardo di Marco sembra pronunciare milioni di parole. Mi guarda allo stesso modo in cui mi guardava Maria dopo il nostro primo bacio, infatti anche nel suo sguardo leggo il desiderio di ricevere un secondo bacio. Ed è lui a baciarmi per la seconda volta. Penso a Maria. Io sto effettivamente con lei, ma la sto tradendo. E con un maschio oltretutto. “Ma io sono etero” penso nel momento in cui le nostre labbra si separano. Ho anche il timore che qualcuno ci abbia visti, ma è quasi impossibile, dato che i bagni sono piuttosto appartati.
Marco mi congeda con un abbraccio. Tornato a casa, ho una voglia incredibile di chiamarlo al cellulare. Ma sono in punizione. Il mio telefonino dovrebbe essere nello studio, che è chiuso a chiave. Se non sbaglio, esistono coppie di chiavi coincidenti nella mia casa. Ricordo che la chiave della mia stanza coincide con quella dello studio. Allora provo ad inserire la mia chiave nella serratura che voglio aprire, ma non entra. Perdo completamente le speranze. Vado a riporre la chiave nella serratura della mia stanza e, intento ad inserirla, noto che accanto alla serratura vi è un numero. È il numero 5.
  Do uno sguardo alla chiave: nel manico di quest’ultima è inciso lo stesso numero, anche se è quasi illeggibile sia per le minuscole dimensioni, sia perché la chiave si è consumata negli anni. Verifico che lo stesso meccanismo sia valido anche per le altre porte e ne ho la conferma. Allora mi reco di fronte alla porta dello studio e cerco il numero della chiave: è il numero 3.
  Vado in giro per la casa, in cerca del numero 3. Lo trovo soltanto sulla serratura del bagno. Estraggo la chiave e corro verso la porta dello studio, ora più furtivo rispetto a prima. La chiave coincide. Apro la porta lentamente, per godermi il mio momento di gloria. Quando entro trovo il mio cellulare appoggiato sulla poltrona rossa accanto al baule. Lo prendo e, noncurante della poca autonomia della batteria, chiamo subito Marco.
- Pronto? – inizia lui.
- Ehi, Marco! – lo saluto.
- Oh, amore! – ha riconosciuto la mia voce. – Come stai?
- Bene, tu?
- Ora che stiamo insieme è tutto perfetto! – dichiara Marco. Cosa? Stiamo insieme? Ciò mi fa venire un nodo alla gola.
- Ehm, a proposito… Riguardo al bacio… - vengo interrotto subito.
- Sì, lo so. Devo mantenere il segreto. E anche riguardo al fatto che stiamo insieme, vero? – chiede, infastidito come se non volesse tenerlo segreto.
- Beh, sì. È meglio che rimanga tutto segreto.
- Mmh… Come vuoi tu…
Segue un attimo di insopportabile silenzio.
- Comunque sappi che io ti amo – mi azzardo a dire. Non so perché l’ho detto. Non è quello che penso veramente, ma è un momento di panico e nei momenti di panico si fa e si dice la qualsiasi.
- Ti amo anche io – è così dolce. Lo saluto e riattacco.
  Quando sento mio padre rientrare in casa mi affretto a richiudere a chiave lo studio e riporre la chiave dov’era. Poi vado in camera mia. Come previsto, mio padre entra in camera mia senza bussare per sapere come sto. Io insinuo di avere la febbre. Lui è incredulo.
- Sì, credo di avere la febbre. Anzi, penso che mi metterò a letto. – sostengo. Mi corico nel mio scomodo e malandato letto e, fissando il soffitto, comincio a pensare. Prima a Marco, poi anche a Lele. Non capisco ancora il perché di tutto ciò che ha fatto: prima il bacio sulla guancia, poi il pugno, infine il malriuscito stupro sul tetto. Inizialmente credevo fosse geloso per Lara. Ma c’è qualcosa di più.
  La mattina mi sveglio senza aver dormito. A scuola non c’è Lele. Mi chiedo che fine abbia fatto, poi penso: “Ah, già, devono averlo sospeso!”. Entrando rivedo Santo sbaciucchiarsi con una ragazza, sicuramente è di nuovo Alice. Li saluto con tono assente come per dire “Sì, lo sappiamo che state insieme, Santo e Alice”. Poi sento la risposta: - Ciao, Lorenzo – Una manciata di secondi mi basta per capire di chi è quella voce.
- Lara? – chiedo io sbalordito. Mi giro ed è proprio lei. È Lara, avvolta al braccio sinistro di Santo. Sono senza parole. Dopo una decina di secondi a guardarci negli occhi riesco solo a dire: - Ah… – poi un attimo di silenzio. – E così state insieme?
   Mi vedo passare davanti Maria. La prendo per un braccio cercando di non farle male e la saluto
- Ah, ciao, non ti avevo visto! – mi sorride lei. Ci baciamo sulle labbra e annuncio a Lara, che ha la stessa espressione che avevo io quando avevo riconosciuto la sua voce: - Ebbene sì, io e Maria stiamo insieme.
- Da meno di una settimana – aggiunge Maria, che poi mi dice con tristezza: - Amore, devo andare. La mia prof di matematica si arrabbia molto se arriviamo in ritardo.
  Mollo la sua mano, la lascio andare come se fosse una piuma trasportata dal vento. Subito dopo vedo passarmi davanti Alice. Le metto una mano sulla spalla e la saluto calorosamente. Lei si libera di me bruscamente e va via affrettando il passo. Io la raggiungo.
- Hey, che succede? – le chiedo innocentemente. Del resto non le ho fatto niente. Lei cambia completamente espressione, anche lei sembra ora innocente e perfino dispiaciuta. Colma di imbarazzo si giustifica: - Oddio, scusami, credevo fossi quel porco di Santo…
- Beh, il nome non gli si addice – mi parte una sciocca risata, ma la soffoco subito vedendo che Alice non ride.
- Mi ha tradito con quella troia di Lara. – continua Alice.
- Per favore, non offendiamo nessuno eh! – ribatto.
- Sì scusami.
- Come va?
- Benissimo. Sto con Lele da tre giorni.
- Cosa? Ma non avevate litigato?
- Sì, ma abbiamo fatto subito pace.
- Senza che io sapessi niente? Allora, Alice, raccontami! – sono assolutamente incredulo.
- Beh, non c’è niente da raccontare. La nostra relazione si può riassumere così: Sesso, sesso, sesso.
  Immagino già il mio volto inorridito. Riesco solo a mormorare: -Ehm.. Beh, molto interessante – ma penso abbia capito che non voglio parlare di questo. E invece no, perché comincia a raccontare: - La prima volta che l’abbiamo fatto eravamo appena usciti da scuola. Lui mi ha portato sul tetto dl cortile.
“Ah, bene…” penso. Ma faccio finta di non saperne niente e chiedo scioccamente: - Il tetto? Come ci siete arrivati? – e lei risponde: - C’è una botola segreta ma preferirei non spifferare il segreto. – e io annuisco come per dire “Va bene, come vuoi tu!”. Poi Alice continua: - Mi ha detto che lì non ci avrebbe visti nessuno e io gli ho annunciato che era molto eccitante per me. Allora lui mi ha sbattuto a terra con violenza e io sorridevo immobile aspettando che lui facesse qualcosa. Allora lui si è tirato giù i pantaloni e ha cominciato a toccarsi. Io, come lui, mi sono sfilata i pantaloni e sono rimasta in mutande. Poi si è buttato addosso a me. Ci siamo girati e rigirati. Mentre mi trovavo sopra di lui mi ha tirato giù le mutande. Poi io ho fatto lo stesso con le sue eh ha cominciato a…
- Che schifo non voglio sapere altro! – urlo sul punto di vomitare. Ceh, immaginatevi Alice nuda.
- Aspetta, oramai fammi terminare! – mi supplica Alice.
- Però risparmiati i dettagli! – dico in tono serio.
- Dopo che eravamo nudi mi ha chiesto di toccarglielo e io..
- Ma vaffanculo, troia! – mi libero io. Me ne vado e la lascio. Mentre mi dirigo rapido verso la mia classe, giro per un attimo la testa per guardarla e noto che è bagnata sul ventre. E poi sarebbe Santo il porco. Certo, Lele ed Alice fanno una bella coppia: due pervertiti.
  Che delusione. Il lato positivo è che da questa esperienza imparo a guardarmi le spalle da chiunque. Poi penso a Marco: “E se un giorno mi chiedesse di farlo?” questo pensiero mi turba per tutto il giorno. Penso anche: “E se fosse Maria a chiedermelo?” Beh, preferirei perdere la verginità con una ragazza che con un maschio. D’altra parte sono etero. Talvolta lo dimentico. È come se fossi gay soltanto per Marco. Tutti gli altri ragazzi mi fanno venire il voltastomaco.
  Il fine settimana a seguire è il più noioso di tutta la mia vita. Ma martedì 3 giugno la noia viene spezzata da un fatto eclatante: per la prima volta nella storia della nostra scuola, il quadro delle ammissioni agli esami è pubblicato prima della fine delle lezioni.
  Mi affretto ad andare a controllare personalmente i risultati. Siamo tutti ammessi. Leggo: “Leoni Lorenzo – 10 “. Poi: “ Sabino Lara – 8”. Scendo fino al voto di Rosy: “Totaro Rosa – 7” e poi risalgo per vedere il voto di ammissione di Lele, anche se non mi importa molto. È incredibile, ha preso 9! Più di Lara! 
   
 
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