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Autore: _Mariagrazia_    05/07/2014    0 recensioni
May ha 20 anni e non ha mai avuto una storia seria. Incontrerà Carlo, con cui scoprirà come ci si sente ad essere davvero innamorati. Ma inconterà anche Andrea che le farà scoprire cosa significa essere amati.
Tra gioe e dolori, amicizie e inganni, May scoprirà un mondo nuovo, fatto di mille altre occasioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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CAPITOLO 2: INCONTRI Durante la settimana successiva a quell’incontro, le giornate di May passarono esattamente come quelle precedenti. Tutte le mattine si recava in stazione, prendeva il treno, seguiva le lezioni e tornava a casa. Nel tempo libero aveva iniziato a cercare casa vicino l’università. A causa degli orari insostenibili delle lezioni, viaggiare in treno iniziava a diventare sempre più faticoso. Alla fine della settimana, aveva contattato 13 differenti affittuari, tutti senza nessun risultato. Solo una era stata abbastanza soddisfacente. Certo era molto lontana dal centro città, ma era in una zona tranquilla e non molto lontana dalla facoltà, il che le sarebbe tornato umile la mattina quando inevitabilmente non avrebbe sentito la sveglia. In casa vivevano già altre due inquiline. La sera in cui May si trasferì conobbe Lea. Bastò molto poco per farle diventare amiche: -Allora May, vuoi guardare un film stasera?- -Certo, molto volentieri. Se vuoi nel mio computer ne ho alcuni. Per esempio Pocahontas. -Pocahontas? Ti prego guardiamo quello!- -Ma certo, anche io adoro la disney!- Passarono la serata a guardare il cartone animato e a ridere ogni volta che una o l’altra ripeteva la battuta del film. A notte fonda, intorno all’una, arrivò a casa anche l’altra coinquilina, Matilda. Era minuta , ma si vedeva subito che aveva un carattere forte. Tutto intorno a lei emanava potere e controllo. Le ragazze si presentarono e passarono la notte a conoscersi. Nonostante la prima impressione su Matilda, May si rese conto che infondo era una brava ragazza e che avevano molti punti in comune. May passò una piacevole serata in compagnia delle sue nuove coinquiline: una tra le serate più piacevoli dell’intera convivenza. Durante quella settimana, le tre ragazze ebbero modo di fare amicizia e di legare. May si teneva occupata tra l’università e lo studio. La sera, le tre amiche uscivano per fare qualche giro in centro: shopping e gelato erano ormai diventate un’abitudine. Nonostante gli svaghi e le distrazioni però, May continuava a pensare e ripensare a Carlo e a quanto l’avesse affascinata. Nel fine settimana, quando May tornava a casa dai suoi genitori, passava il sabato sera con la sua amica di sempre, Jess. Quel sabato in particolare, avevano deciso di andare ad una festa e di divertirsi un po’ dopo la lunga settimana passata lontane. La festa era a casa di una loro vecchia compagna di classe: Ilenia. La casa era enorme. Il grande ingresso era stato tutto ornato da mille lucine, e ai lati delle pareti erano stati disposti dei tavoli con stuzzichini e bevande. Davanti a loro si apriva una grande porta finestra che dava un immenso giardino con al centro una bellissima piscina, nella quale galleggiavano delle ninfee. Il bordo-piscina era tutto circondato da piccole candele. Nell’angolo più remoto del giardino, un deejay suonava la musica del momento e tutto intorno a lui la gente ballava felice. Si, quella sera si sarebbero senza dubbio divertire e avrebbero ballato fino a tarda notte, lasciando dietro di loro i pensieri di un’intera settimana. Jess e May si avvicinarono al tavolo con le bevande e versarono nel bicchiere un po’ di punch, che qualcuno aveva prontamente corretto con del gin. La casa era piena zeppa di gente che urlava e rideva e beveva. Evidentemente il gin aveva sortito il suo effetto. -Andiamo a ballare in giardino, May!- disse Jess urlando – c’è Max e stasera voglio conquistarlo.- -Max? Davvero? Jess, mi sembra troppo ubriaco stasera. Non vorrei che prendessi una grande delusione.- -Ma no May, che dici? Non vedi quant’è carino? Si sta solo divertendo. Su, andiamo.- Jess tirò May per un braccio, e lei, controvoglia, la seguì. Arrivate in giardino, in mezzo alla folla che danzava dovettero fare a gomitate per poter raggiungere Max. -Ciao Max. come stai?- chiede Jess – questa May, la mia amica. Ti ricordi di lei? veniva nel mio stesso liceo- -Ciao Jessica. Ma come sei carina questa sera!- disse Max in modo un po’ troppo civettuolo, per i gusti di May. – Certo che mi ricordo di lei- proseguì – è quella che una volta mi tirò tutto il suo succo alla fragola sulla giacca nuova.- -E’ stato un incidente. E comunque era all’arancia.- -Max, allora.. non mi inviti a ballare?- chiede Jess per interrompere il battibecco che stava per nascere tra i due. -Ma certo, cara. Andiamo.- -May, ti dispiace se…?- -No, no. Fa pure. Io andrò a cercare Ilenia per farle un saluto. -Grazie, sei la migliore.- Jess le schioccò un bacio sulla guancia e si voltò, in direzione della pista da ballo. May si diresse verso il salone in cerca di qualche volto conosciuto. Al liceo non aveva molti amici, oltre Jess, e con le sue compagne di classe non aveva mai avuto un rapporto molto stretto. Inoltre, la maggior parte di loro era partita per andare a studiare fuori o lavorare all’estero. Adesso che Jess era a ballare con il “suo” Max, l’entusiasmo di May era del tutto svanito. Quella festa sembrava stesse per trasformarsi in un’immensa noia mortale. Mentre si avvicinava al divano che era posto al centro del salone, intravide un volto familiare, un volto che aveva sognato molte volte di recente: Carlo. Subito si fece largo tra la folla e si avvicinò per vedere se davvero aveva visto giusto. quando fu in una posizione abbastanza vicina da poter guardare senza essere vista si rese conto che aveva ragione: era lui. Si stava versando un po’ di punch nel bicchiere rosso. Era bellissimo nel suo completo nero. La camicia metteva in evidenza la sua muscolatura perfetta. May rimase un attimo imbambolata a fissarlo. Ad un tratto lui si voltò e la vide. La salutò con un gran sorriso e si avvicinò. -May giusto?- -Si, esatto. E tu sei Carlo.- solo il pronunciare il suo nome le mandò le guance in fiamme. -Come stai? Che ci fai qui?- -La padrona di casa era una mia vecchia compagna di classe.- May non riusciva quasi a spiccicare parola per l’emozione. Si sentiva le guance sempre più rosse e sperava solo che il fondotinta che le aveva consigliato sua madre, coprisse bene il rossore. -Capisco. Come mai tutta sola?- -Oh, in realtà sono venuta con una mia amica, ma è rimasta in pista a ballare e così ho preferito fare un giro.- -Non ti piace ballare?- -No. Cioè si. Mi piace, molto, ma questa sera non sono molto in vena. – -Già, neanche a me va molto di ballare. Che ne dici se ci facciamo compagnia? Potremmo sederci li e aspettare che passi la serata. – - Si certo. Volentieri.- I ragazzi si sedettero sul divano, uno accanto all’altra. Entrambi erano un po’ in imbarazzo a ripensare all’ultima volta in cui erano stati seduti uno accanto all’altra. -Dunque- esordì d’un tratto Carlo, -cos’hai detto che studi?- -Lingue e traduzione. – -Giusto, l’interprete.- -Già..- la tensione si poteva tagliare col coltello. May non sapeva proprio che dire per interrompere quel silenzio. Ad un tratto, in lontananza, si iniziarono e sentire le sirene della polizia. Qualcuno doveva essersi lamentato per il volume alto della musica e doveva aver avvertito le autorità. Tutti iniziarono a scappare da un lato e dall’altro. Carlo afferrò May per un braccio e la trascinò fuori. -Meglio se andiamo via anche noi. Avverti la tua amica, dille che ti riporto io a casa e che farebbe meglio a fare lo stesso anche lei. – -ok, la chiamo subito.- May digitò il numero di Jess sulla tastiera del cellulare mentre correva verso l’auto di Carlo. Il telefono continuava a squillare ma Jess non rispondeva. Riattaccò e le scrisse un sms: “Jess faresti meglio a correre è arrivata la polizia. Torno a casa con un amico. Richiamami appena puoi.” Salirono in auto e Carlo partì subito. La polizia aveva fermato molti ragazzi, apparentemente minorenni e palesemente ubriachi. Riuscirono ad uscire dal parcheggio senza essere fermati e imboccarono la statale 123 in direzione della casa di May. Durante il viaggio rimasero in silenzio, mentre May continuava a provare a contattate Jess. Ma ancora niente. L’ansia e la preoccupazione crescevano sempre di più. Arrivati sotto casa di May, Carlo spense la macchina. -Ancora nessuna notizia della tua amica?- chiese. -No, nessuna.- -Sta tranquilla. Sicuramente starà già tornando a casa e le si sarà spento il cellulare. Vedrai che andrà bene.- -Lo spero.- -Sai May, stavo pensando che dovremmo smetterla di incontrarci così casualmente. Magari la prossima volta potrebbe essere davanti ad una bella tazza di caffè, che ne pensi? Ti andrebbe?- -Ma certo. Sicuro. Mi piacerebbe molto.- -Bene, allora dammi il cellulare. Ti memorizzo il mio numero e salvo il tuo.- May gli diede il cellulare. Mentre lui digitava i numeri sul display, lei cercò di nascondere il sorriso che le era spuntato in viso. -Ecco fatto.- -Adesso devo andare. Ciao e grazie per il passaggio. Di nuovo.- -Quando vuoi.- May aprì il portone di casa sua e aspettò che Carlo ripartisse. Arrivata nella sua camera si mise a letto e ripensò alla proposta di Carlo. Poteva considerarsi una proposta per un appuntamento? May pensò di si. Si era quasi dimenticata della retata della polizia e di Jess che non aveva ancora dato notizia, quando le squillò il cellulare all’arrivo di un sms. Era Jess: “serata FIGHISSIMA!! Max mi ha riaccompagnata a casa e TADAN: CI SIAMO BACIATI! Quant’è figo!!! E tu piuttosto? Chi sarebbe questo amico? Domani mi devi delle spiegazioni! Buonanotte.”. May era sollevata ad aver ricevuto finalmente notizie da Jess, ma decise di non rispondere. Sapeva che se l’avesse fatto, Jess non l’avrebbe lasciata dormire. Le avrebbe raccontato tutto con calma il mattino seguente. May chiuse gli occhi e in men che non si dica si addormentò profondamente. Nei suoi sogni ripercorse tutta la serata: la festa, la retata, il viaggio verso casa. Con un unico dettaglio in più: anche lei aveva ricevuto un bacio come Jess.
  
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