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Autore: Flam92    07/07/2014    2 recensioni
- Ha detto che proteggeranno Emilie. La farà iscrivere ad una scuola per spie e agenti segreti, e quando sarà pronta entrerà nello S.H.I.E.L.D. anche lei.–
Rimasi interdetta per un attimo. Volevo davvero che nostra figlia condividesse il nostro stesso fato? Da donna, sapevo quanto fosse complicata la vita della spia. Guardai Clint. Sapevo che nemmeno lui era soddisfatto di tutto ciò, ma come me non poteva negare una cosa molto importante: la sicurezza del pianeta era anche nelle nostre mani, e non potevamo semplicemente voltargli le spalle.
18 anni dopo..
- Sei un idiota! -
- Scusa?! - Chiunque fosse come osava rivolgersi a me, il Dio degli Inganni, in quel modo? D’accordo, ero imprigionato, ma restavo pur sempre un dio!
- Pensi che stare qui, a marcire in una cella possa risolvere qualcosa? T..Lui sta arrivando, sai benissimo che non farà fatica ad entrare ad Asgard, e appena ci riuscirà verrà a prenderti! -
- Chi sei? - Sibilai.
- Emilie Barton -
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 30 – ASSOLUZIONE.
 
(Loki)
 
Seguimmo Fury in una spoglia stanza per gli interrogatori, con uno specchio a parete dietro al quale potevano nascondersi alcuni osservatori. Mi separai da Emilie davanti alla porta, aspettai che varcasse la soglia della stanzetta adiacente, ed entrai. Fury era già seduto, le mani giunte tramite i polpastrelli, aveva lo sguardo vacuo di chi sta pensando.
-Siediti.- Ordinò senza guardarmi.
Obbedii con un certo disappunto. Mi misi più comodo che potei su quella rigida seggiola di metallo.
-L’agente Emilie Barton ha già preso le tue difese, ma non vorrei che, nonostante l’esperienza, si sia lasciata trasportare troppo dai sentimenti. Sappi che interrogherò anche lei.-
-Non vedo dove stia il problema.-
-Se il tuo racconto sarà soddisfacente, non si verrà a creare nessun problema. Volevo solo mettertene a conoscenza. Ora, raccontami cos’hai fatto in questi giorni; e vedi di essere esaustivo.-
Fury cambiò posizione, abbandonandosi contro lo schienale e mettendosi a braccia conserte.
Lanciai un’occhiata allo specchio e sorrisi. Poi presi a narrare nuovamente le vicende di quei giorni grigi: di come mi ero sbronzato manco fossi il peggior umano che non regge l’alcol, delle mie riflessioni riguardo le mie azioni passate e del legame che si era creato fra Emy e me; di come, dopo essermi ubriacato, fossi uscito dal locale probabilmente senza pagare il conto, e di come mi avessero preso a botte e lasciato sul marciapiede come un mendicante; ripercorsi con la mente le strade lungo cui avevo camminato in cerca d’acqua, pagata coi pochi soldi che i cittadini mi avevano dato in carità; e di nuovo, delle mie pessime condizioni, steso su quel pezzo di cartone a recuperare le forze; infine, confessai di aver rubato i vestiti con cui ero tornato alla base con il favore del buio. Conclusi con un breve riassunto della conversazione avuta con Emilie il mattino successivo al mio ritorno, tacendo quanto accaduto quella notte.
In tutto ciò, Fury non aveva fatto una piega: mantenne la posizione per tutta la durata del mio racconto e non intravvidi nemmeno l’ombra di un’espressione o di una reazione passare sul suo volto o scuotergli le membra.
-Svolegerò le dovute indagini, sia chiaro. Ad ogni modo..- sospirò passandosi una mano sul volto e prendendosi qualche istante di tempo. -Non pensavo che uno del tuo calibro potesse cambiare.-
Sbattei un paio di volte le palpebre e sorrisi sornione. -Mi ritrovo a stupirla, generale. Ho sentito dire che non è facile.-
Mi godetti l’espressione contrariata ed immaginai Emy, dall’altro lato del vetro a specchio, che sghignazzava in seguito a quella mia uscita.
-Resta qui. Voglio fare due chiacchiere con la Barton.- Uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Decisi di sfruttare la solitudine per alzarmi e sgranchirmi le gambe indolenzite passeggiando su e giù per la piccola stanza. Quella sedia era davvero scomoda, per i Nove Regni!
 
 
(Emilie)
 
Non mi feci attendere: quando sentii Fury annunciare che avrebbe fatto due chiacchiere con me, sgattaiolai fuori dalla saletta, particolarmente affollata. Tony si era addirittura portato i pop corn per godersi l’interrogatorio.
-Generale. Sarò a vostra disposizione per qualsiasi domanda.- Lo precedetti.
Fury inarcò il sopracciglio.
-Bene. Mi garantisce che risponderà con assoluta verità alle domande che le verranno poste, agente Barton?- chiese.
-Sì, lo giuro.- Confermai.
-Ottimo. Conferma la versione di Loki? È questo ciò che le ha riferito il giorno del suo ritorno?-
-Veramente me lo ha riferito la mattina appena successiva, dato che è tornato di notte, ma sì, su per giù è quello che mi ha raccontato. È stato un poco più sintetico con me, penso perchè non volesse turbarmi troppo e in parte anche per orgoglio o qualcosa del genere. Tipico di voi uomini suppongo..-
Annuì sorvolando quell’ultima osservazione. -Gli credi?-
Ricambiai il suo sguardo penetrante. -Sì.-
-Te lo ripeto: gli credi? O è solo perché pensi di esserti innam..-
-Io non lo penso, generale Fury. Io lo sono. E no, non gli credo solo per questo motivo, se è ciò che pensa!- lo interruppi con foga. -Lei crede che io sia troppo coinvolta sentimentalmente, non è vero? Ebbene, chieda anche agli altri se gli credono, li giudicherà sicuramente più oggettivi di me! O mi sbaglio?- ormai stavo urlando, e sentii vagamente Tony esclamare qualcosa al di là della porta.
-Per una volta passerò sopra al suo atteggiamento indisciplinato nei confronti di un suo superiore, agente Barton, ma solo perchè ha ragione: l’ho giudicata troppo coinvolta. Tuttavia, sento che dovrò ricredermi e giungere alla conclusione che ha valutato la situazione in maniera oggettiva.- Capitolò.
Annuii seccamente. -Grazie, generale.-
-Mandami fuori il Capitano Rogers. Voglio sapere cosa ne pensa il più scettico del gruppo.-
 
 
(Loki)
 
Fury rientrò parecchio tempo dopo, ma dall’attutito trambusto che giungeva dalla stanza di fianco capii che stava scambiando un paio di parole un po’ con tutti i Vendicatori.
Rientrò almeno tre quarti d’ora dopo, la solita maschera inespressiva calata in volto.
Non si sprecò nemmeno a chiudere la porta e sedersi.
-Buone notizie, Loki.- Esordì. -Per ora, sei libero di tornare alla tua vita. Il fatto che tu abbia riacquistato i poteri inquieta solo il Capitano Rogers e me, ma il tuo racconto è stato giudicato sincero da tutti quanti. Persino Steve non si è dichiarato contrario e ha ammesso che secondo lui non stavi mentendo. Inutile specificare che gli sia costato un enorme sforzo di volontà.-
Mi concessi un sorriso di trionfo e mi spostai di fronte a Fury.
-Porta la Hill dove ti hanno massacrato di botte. Provvederà lei alle indagini. Solo dopo potrai dichiararti un uomo libero.-
Senza darmi il tempo di replicare, si voltò e se ne andò, il nero mantello che svolazzava dietro di lui.
“Vittoria!”
 
Rividi Emilie solo dopo aver condotto la Hill e una dozzina di altri agenti nei luoghi in cui ero stato. Quando infine tornai alla base dello S.H.I.E.L.D., la trovai ad attendermi nell’ingresso. Appena mi vide le si illuminò il volto incorniciato dai capelli mossi e corse ad abbracciarmi. Colto alla sprovvista, e non ancora abituato a quel genere di dimostrazioni d’affetto, rimasi rigido qualche istante prima di ricambiare. Sprofondai il naso in quella massa di ricci ribelli e la strinsi forte.
Ci incamminammo quindi verso quella che lei ormai definiva la nostra stanza, ed aggiornai Emilie sul lavoro svolto dalla squadra della Hill, rimasta sul posto per coordinare le indagini, e sulle impressioni di quest’ultima.
-Vedrai che andrà tutto bene. Ho sentito che anche Steve si è lasciato convincere.-
-Ne sono stato messo al corrente.- Risposi con aria fiera. Poi mi tornò in mente di quei due individui presenti agli allenamenti. -Mentre dei due nuovi Vendicatori che mi dici?- chiesi.
-Due nuovi…?- chiese confusa prima di scoppiare in una fragorosa risata.
“Che diamine le prende ora? Cos’avrò mai detto?” mi alterai non poco e la squadrai.
-Per i Nove Regni, vuoi piantarla? Mi sembri Thor..-
-Oddio, scusami Loki!- riprese fiato e un minimo di contegno. – Ti riferisci ai due uomini che visto stamattina, giusto?-
-Certo che mi riferisco a loro.- risposi con una nota di irritazione.
-Ovviamente, volevo solo essere sicura. Loro non sono Vendicatori. Fanno parte dei rinforzi che arriveranno a breve per la battaglia contro Thanos.-
-Capisco. Ad ogni modo non comprendo la tua ilarità: la mia era una lecita domanda, dopotutto.- puntualizzai.
-Dai, ti ho chiesto scusa. È che per me è così scontato il fatto che non appartengano ai Vendicatori, che la tua domanda mi ha fatto ridere, tutto qui.-
 
 
(Emilie)
 
Dovetti calmare Loki, a quanto pare l’aveva presa molto sul personale. Dopo dieci minuti buoni, ad ogni modo, era tornato docile come un agnellino. Mi ritrovai a pensare che probabilmente aveva una personalità per ogni fascia oraria e che le girava come si fa coi turni lavorativi.
Rabbonito Loki, mi feci una doccia, dato che ancora non ne avevo avuto l’occasione. Uscii con un asciugamano avvolto attorno al corpo, avvicinandomi di soppiatto al Dio dell’Inganno, che mi dava parzialmente le spalle ed era assorto nella lettura. Lo abbracciai appoggiandomi alla sua schiena e gli posai un bacio sulla guancia.
-Che libro è?- chiesi.
Lui si prese tutto il tempo di cui aveva bisogno, probabilmente per finire una frase o un paragrafo, prima di chiudere il libro tenendo il segno con un dito per farmi vedere la copertina.
-Ho scoperto l’esistenza della biblioteca della base e ho trovato questo.- Disse semplicemente.
Era una copia dell’Edda Poetica.
-Oh…-
Non l’avevo letta, ma sapevo come il dio Loki veniva presentato nella mitologia norrena, così come potevo essere assolutamente certa che quella versione non sarebbe piaciuta al Loki in carne ed ossa che avevo davanti.
-Già. So di non essere mai stato il tipo d’uomo da prendere a esempio per le generazioni future, ma questo libro mi dipinge come il peggiore degli stronzi. Mi piace!- esordì sorprendendomi.
-Ti..ti piace?- chiesi stupita.
-Ovviamente, possa io trasformarmi in uno stupido pentapalmo se dico il falso! Ho passato gran parte della mia esistenza a costruirmi un nome basato sulla violenza e la cattiveria, cosa ci trovi di strano?-
Forse mi ero illusa che fosse cambiato. Avevo iniziato a credere che la sua parte buona, ammettendo ne avesse una, fosse emersa prendendo il sopravvento. Mi sbagliavo.
Tuttavia, questo non cambiava i miei sentimenti. Se non fosse stato per il suo lato crudele e la sua innata propensione all’evasione delle regole, forse non mi sarei mai interessata a Loki. Quando realizzai la cosa, sorrisi e capii che mi ero preoccupata per niente, e che anzi avrei dovuto sospettare che la sua reazione sarebbe stata una certa soddisfazione per le malefatte da lui compiute e trascritte dai vichinghi.
-E dimmi, mio amato Dio del Caos, è tutto vero?- chiesi sorniona.
-Forse hanno cambiato qualcosa, ma ho creato talmente tanto scompiglio fra i Nove Regni, che pure io, dopo millenni di cattive azioni, inizio a non ricordare tutto perfettamente.- scherzò lui. – Posso raccontarti qualche impresa inedita, però. Mi risulta che manchino gli ultimi mille anni a questo manoscritto, sebbene si racconti di quello che accadrà alla fine dei tempi.-
-Il Rag…-
-Non dirlo!- esclamò allarmato Loki, balzando in piedi.
-Oh, ma dai! Primo: è solo una parola; secondo: sai già che accadrà; cosa c’è di male nel dire Rag..- ammetto che lo provocai.
Mi afferrò per la gola, sicuramente con l’intento di mettermi a tacere. Sbattei contro il muro, poco dietro di me, e subito dopo mi lasciò andare. Aveva avuto un ragionevole scatto d’ira, un po’ eccessivo, certo, ma ragionevole. Me l’ero cercata. Eppure intravidi nel suo sguardo dolore e senso di colpa, poco prima che lo indurisse e serrasse la mascella.
Si abbandonò sul letto, fissando il soffitto. Mi avvicinai a Loki e gli presi la mano che pochi istanti prima mi aveva schiacciato la trachea; ora giaceva abbandonata fra le mie mani.
-Non avrei dovuto. Perdonami.- mormorai.
Posò lo sguardo su di me, distogliendolo immediatamente. –Dovrei essere io a implorare il tuo perdono. Non era mia intenzione farti del male. Vedi, Emilie, è anche a questo che alludevo quando dicevo di non poterti dare ciò che cerchi.-
Cercai di sorridere rassicurante mentre ribattevo: -Senti, non mi importa dei tuoi scatti d’ira, se la rabbia scaturisce come ragionevole conseguenza ad un atto provocatorio. Non pensarci troppo, in fondo, sono stata io la prima a sbagliare.- ammisi.
Chiuse gli occhi e mi passò la mano libera sulla guancia. –Sei troppo buona con me, non me lo merito.-
-Piantala con queste assurdità. Non sembri nemmeno tu, ridotto in questo stato.- volevo tanto risollevarlo, ma sembrava che, per quanto mi sforzassi, cercasse di mandare in fumo ogni mio tentativo.
Quando Loki riaprì gli occhi, lo sguardo gli si era addolcito e quelle iridi smeraldo erano più brillanti del solito. Senza che quasi me ne accorgessi, si alzò a sedere con un movimento fluido e fulmineo e mi baciò.
Sentii l’asciugamano scivolare via, allentatosi probabilmente in seguito alla colluttazione, ma prima che Loki se ne accorgesse e che quel bacio rischiasse di sfociare in qualcos’altro, mi staccai lentamente da lui e gli chiesi se aveva voglia di cenare, anche perché iniziavo ad avere fame.
“Casomai riprenderemo dopo cena.”


N.d.A.
A rieccomi! Come specificato prima dell'inizio dello scorso capitolo, ho continuato solo raggiunto un certo numero di recensioni, cosa che continuerò a fare per gli stessi motivi.
Spero che il capitolo vi piaccia, scusate se vi lascio con delle note così corte ma non è un bel periodo, anzi.
Baci,
Flam.

 
  
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