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Autore: Tay66    07/07/2014    3 recensioni
Il malvagio re pretendeva che i giovani fossero condotti al castello nudi e incatenati. Quando essi giungevano al cospetto del re, egli prosciugava le loro anime e la loro energia, e con i corpi ormai privi di anima ne abusava a suo piacimento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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۝ i prescelti ۝




 


13 Dicembre
Terra dei Maghi
La fioca luce del Sole illuminò la grande stanza, che presentava un letto matrimoniale ordinato, ad eccezione dei vestiti che erano stati buttati su di esso senza il minimo rispetto. Il pavimento era di legno leggermente scricchiolante sotto i passi dal ragazzo, che si avvicinava alla finestra. Le pareti rivelavano un tenue color pesca ed erano decorate con un motivo floreale, che partiva dal basso e continuava su tutta la parete per poi finire sul soffitto, che era bianco candido.
Il ragazzo si alzò dal letto per poi dirigersi allo specchio posto sopra l'imponente cassettiera di legno. Passò le dita sulla superficie liscia del mobile per poi sporgersi un pò verso lo specchio esaminando la sua figura.
Sbuffò sonoramente quando i ciuffi biondi gli caddero di nuovo davanti agli occhi verdi coprendoli, invano cercò di sistemarsi per avere un aspetto decente, ma nulla da fare ormai erano anni che lui perdeva contro i suoi capelli nel misero tentativo di rendersi presentabile.
Le dita seguirono il percorso fronte-guancia-mascella-mento per poi ricadere sul mobile. Prese una boccetta verde menta che portò all'altezza del collo dove vi spruzzò una dolce fragranza, che assomigliava alla lavanda.
Si osservò un ultima volta, infastidito e disgustato del suo aspetto, per poi voltarsi e con passo pesante uscire dalla stanza.
Scese le scale in maniera piuttosto nervosa, arrivando nel piccolo soggiorno della casa dove vi era un tavolo bianco imbandito di leccornie, e dove seduti su due sedie c'erano i suoi genitori.
"Arthur ben svegliato. Dormito bene caro?" chiese una donna sulla quarantina ma non per questo brutta. Aveva un morbido caschetto biondo e due occhi verdi, che esprimevano una dolcezza disarmante.
"Insomma"
"Agitato per l'incontro con il re?" domandò un uomo alto e robusto con capelli rosso sangue e gli occhi grigi.
"Abbastanza padre"
"E' naturale, non tutti i bambini vengono chiamati a corte"
"Mamma io non sono un bambino"
"Hai solo diciassette anni, ma per me rimani ancora il bambino che mi abbracciava ogni notte per chiedermi in ginocchio di raccontargli una storia" emise una leggera risatina al ricordo, ma che fu stroncata da uno dei suoi splendidi sorrisi.
Arthur arrossì lievemente al ricordo.
"Ormai sono un uomo...ero piccolo a quei temp.." non riuscì a finire la frase per colpa di un rumore o meglio per una persona, che era sbucata dal nulla dietro di lui mettendogli un braccio in torno alla spalla e avvicinandolo a se.
"Arthur agitato per oggi?" chiese l'uomo dai capelli rossi e gli occhi azzurri, stringendolo ancora di più a se
"No Jonathan" emise un leggero borbottio arrossendo.
"Secondo me se la sta facendo addosso al pensiero" disse il nuovo arrivato nella stanza, un ragazzo alto, magro con i capelli di un tenue rosso e gli occhi grigi come quelli del padre.
"Non è assolutamente vero Charles!"
"Dai Arty non ascoltarlo, sai come Charl" sentì chiaramente la presa stingersi ancora di più intorno alla sua spalla, tanto da far corazzare la sua guancia con il collo dall'altro.
"Sembrate due innamorati" disse con voce ironica il ragazzo dagli occhi grigi
"Perchè lo siamo vero Arty?"
In quel momento il diretto interessato era arrossito ancora di più. Lui odiava queste manifestazione di affetto, lo facevano sentire a disagio ed ogni volta si irrigidiva come se avesse ingoiato un manico di scopa.
"Adesso lasciate vostro fratello, ha un appuntamento speciale con il nostro sovrano" fu il padre ad interrompere quella, che da poco per Arthur, sarebbe stata una crisi respiratoria e tutto per colpa del braccio del fratello che gli stringeva il collo.
L'aria era allegra, tranquilla e molto familiare, ma tutto fu interrotto da passi lenti che scendevano le scale.
Arthur cominciò a sudare freddo, perchè sapeva che quello che da poco sarebbe entrato lì era suo fratello maggiore Ian.
Ian era il maggiore tra tutti, seguito da Jonathan e Charles, ed infine c'era Arthur.
Tra lui e il più grande non c'erano buoni rapporti, anzi il loro modo di rapportarsi era freddo e scontroso, le uniche volte che si dicevano qualcosa era per insultarsi o schernirsi a vicenda, mai una parola d'affetto o un gesto caloroso pieno d'amore, solo occhiate glaciali che finivano con una rissa e una punizione da parte dei genitori.
Con il suo metro e ottantasette fece ingresso il rosso, che lo guardò con quegli occhi verde scuro, che avrebbero potuto congelarlo li sul posto.
"Buongiorno Ian. Dove stai andando?" chiese la madre, per alleviare la tensione che in un secondo si era creata.
Il maggiore per tutta risposta si voltò a guardare il fratellino dritto negli occhi per poi sussurrare con voce roca un insulto e andarsene via.
La stanza era ricaduta nel silenzio.
Arthur abbassò lo sguardo, gli faceva male quando il fratello si comportava in questa maniera, anche se non lo avrebbe mai ammesso per orgoglio.
"Dai Arthur non prendertela, lo sai anche tu che Ian è geloso" Jonathan gli passò una mano tra i capelli arruffandoli "Perchè tu sei stato invitato al castello e lui no"
"Ian è così e tra dieci minuti ritorna e gli passa tutto" Charles rideva ma si poteva capire che anche lui non era sicuro di quello che aveva appena detto.
Alzò la testa e ricambiò con un timido ed impacciato sorriso per poi uscire di casa e dirigersi al castello, chiudendosi la porta alle spalle.
Cercando di levarsi dalla mente gli occhi di Ian.
Adesso doveva dirigersi dal suo re.



13 Dicembre
Terra dei vampiri.
Pochi lo sapevano, ma nella terra dei vampiri era sempre notte, quindi a contrario delle idee degli altri abitanti dei confini loro erano sempre all'allerta pronti a difendersi dai nemici.
La luna piena nel cielo blu favoriva uno scenario perfettamente romantico pensò un uomo biondo, mentre baciava la sua amata momentanea.
La ragazza era una brunetta con gli occhi castani, una vera bellezza per i canoni dell'uomo.
La giovane sembrò apprezzare veramente molto la mano del ragazzo che si muoveva lungo tutta la sua schiena, visto che emise un gemito direttamente nella bocca dell'altro.
"F-Francis"
L'uomo pensò che quello fosse il momento proficuo, e con naturalezza scesa a baciargli il collo, alternando le labbra con lingua, solo quando sentì la ragazza stringersi a lui Francis la morse, bevendo il sangue.
Rimase in quella posizione per qualche secondo, il tempo a sufficienza per riuscire a prosciugare la sua vittima.
Quando ebbe finito si staccò e con delicatezza fece cadere il corpo della giovane sul manto d'erba.
"Scusa cara ma avevo fame"
Si era strano parlare con un cadavere, o meglio con quella che poco prima era la sua amante ed adesso era solo un guscio vuoto e freddo, era strano, ma lui non riusciva a starsene zitto, in qualche modo doveva farsi perdonare o almeno far capire le sue intenzioni e questo per lui era il modo migliore, almeno non si sentiva un peso sulla coscienza.
Si sistemò la camicia abbottonandola bene e si passò un amano sui capelli massaggiandoli delicatamente.
Decise di andare via, non riusciva a guardare troppo a lungo i corpi delle sue vittime, come vampiro non poteva non mangiare, ma una parte di lui si sentiva in colpa.
Era stressato e nervoso, si mise a correre. Essendo un vampiro era molto veloce e poteva percorrere lunghe distanze in pochi minuti.
Il suo re lo aveva chiamato un paio d'ore prima per dirgli quella che ha nome sua sarebbe stato la soluzione a tutti i problemi della Terra di Sin.
Ovviamente quando aveva sentito questo era rimasto a guardarlo a bocca aperta, senza sapere che cosa dire.
Si strinse una mano sulla camicia proprio all'altezza del cuore.
La piuma nera.
Questo gli aveva detto il re.
Non riusciva a capire come il suo sovrano sapesse della sua piuma nera, forse uno dei suoi amanti vampiri glielo aveva detto.
Ma a cosa serviva sapere una roba del genere?
Il suo re gli aveva detto che doveva partire per la terra dei vulcani. Alla notizia si era quasi strozzato con la saliva.
Perchè doveva partire per la terra dei vulcani?
Decise di fermarsi e di prendersi un minuto per mettere a posto le idee, in quel momento era la cosa migliore. Alla fine optò per la giusta valvola di sfogo.
Si trasformò in pipistrello e si dirisse verso uno dei suoi amanti, alla ricerca di conforto o semplicemente un pò di amore



13 Dicembre
Terra dei maghi
Palazzo del re



Quando Arthur arrivò sentì le ginocchia tremare, e per un minuto temette di cadere a terra come un idiota.
Il palazzo era di una bellezza immensa, era bianco e le tegole che ricoprivano i tetti delle torri erano verde bottiglia. Il portone era verde salvia e si apriva soltanto con un incantesimo dall'interno. Quando arrivò di fronte al portone sentì chiaramente la formula magica "SOLVER" e poi la porta si aprì.
Uno dei consiglieri del re si affrettò a venirgli incontro
"Tu devi essere Arthur vero? Su entra ragazzo mio, il re ci aspetta" fu afferrato per un braccio da una stretta abbastanza forte per un uomo della sua età. Era un uomo bassino e magro che dimostrava almeno centovent'anni se non di più, sveva una barba bianca che arrivava al petto, proprio come i capelli anch'essi bianchi, che sembravano luccicare al contrasto con la veste porpora.
"Sei agitato?"
"U-un pò"
"Il re non vede l'ora di vederti, ti stava aspettando"
"D-davvero e perchè?"
"Non temere tutto ti sarà detto a tempo debito"
Si fermarono di colpo davanti ad una porta blu con alcuni motivi d'oro.
Il consigliere bussò, per poi aprire la porta senza il minimo indugio.
"Sire ecco a voi il ragazzo"
Il re si girò verso di lui e gli fece cenno di raggiungerlo.
Stava parlando con un ragazzo alto, con i capelli biondo miele e due profondi occhi viola.
"Sono contento di vederti ragazzo mio, avvicinati. Lui è Matthew il tuo nuovo compagno d'avventure"
"C-compagno d'avventure?"
"Hai ragione sono uno sciocco non ti ho ancora detto niente. Allora vieni di la insieme a Matthew. Ti spiegherò tutto"
Il re fece da loro da guida, conducendoli in una stanza immensa dove vi era un tavolo enorme, che avrebbe potuto ospitare più di cento persone. Egli si sedette a capo tavola, invitando gli altri due a mettersi ai suoi rispettivi lati.
"Allora iniziamo dal principio" prese un fazzoletto e se lo mise sulle gambe coperte dalla veste blu "Voi conoscete la storia del re Cornelius?"
I due annuirono timidamente.
"Bene, dovete sapere che la reliquia che custodivano gli uomini è stata rubata"
a quella notizia i due lo guardarono in maniera incerta.
Come era possibile rubare la reliquia di Cornelius?
E poi per farci cosa?
"Non abbiamo voluto dare la notizia agli abitanti, per non allarmarli, ma purtroppo anche il pezzo che custodivano gli orchi è stato rubato"
"Scusi l'indisponenza Sire ma per quale motivo i pezzi sono stati rubati?"
"Cornelius è tornato"
Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono, il verde smeraldo di uno tremava nell'ametista dell'altro.
"Ecco perchè siete qui"
"Cosa dovremmo fare?" a parlare era stato quel certo Matthew , che stringeva tra le mani la tazzina. Era davvero un bel ragazzo pensò Arthur, forse un pò timido o intimorito, ma questo era normale, data la presenza del re.
"Prima te ne stavo parlando sappiamo che due ragazzi delle terre dei confini presentano una piuma nera sul corpo"
Arthur sussultò leggermente e strinse la mano all'altezza del cuore.
"E sappiamo che tu Matthew presenti la seconda piuma"
"Si è vero...si trova sul braccio"
Arthur sbatté leggermente le palpebre a quella rivelazione, le dita che stringevano la stoffa caddero lungo i fianchi.
"Parlo a nome di tutti i sovrani delle altre terre, noi vorremo che voi recuperaste tutti i pezzi del defunto Cornelius e li bruciaste nella tera dei vulcani"
"Nella terra dei vulcani" disse Arthur.
"Si lo so che è pericoloso, ma la profezia dice così"
"Scusi ma chi è la seconda persona che presenta la piuma?" Matthew parlò a voce bassa, quasi con la paura di sentir pronunciare una risposta.
"Ah certo è un vampiro si chiama..Fra...Francis, si, si chiama Francis" rise leggermente per la figuraccia appena fatta
"Un vampiro?" domandò Arthur senza sapere il perché.
"Si anche a me non piacciono i vampiri, ma dobbiamo unirci se vogliamo garantire la pace della terra di Sin"
"Scusi ma allora io che cosa c'entro?"
"Sai ho sentito dire che tu sia il migliore allievo della scuola di magia. E' sorprendente che un ragazzo della tua età sappia già dominare quasi completamente i quattro elementi, in più hai dei poteri di base veramente micidiali nonchè rari, per uno della nostra specie"
"Che vuol dire?"
"Lo capirai. Comunque tu Arthur avrai il compito di viaggiare insieme a Metthew e l'altro prescelto, così potrai proteggerli"
"Quindi dovrei partire con loro?"
"Ne sarei immensamente felice"
Il re lo guardò negli occhi e poi sorrise.
"D-d'accordo"
"Bene sono veramente contento... questa notte arriverà qui il secondo prescelto e allora potrete partire"
"Col vostro permesso" dissero i due ragazzi inchinandosi e alzandosi
Uscirono fuori dalla stanza e si guardarono negli occhi, giusto per trovare un pò di conforto e coraggio.
"Quindi saremo compagni d'avvenura" disse giusto per rompere il ghiaccio
"Già"
"Comunque posso vedere la tua piuma?
"Perchè?"
"Curiosità"
"Ok"
Detto questo il ragazzo dagli occhi viola alzò la manica della maglia rivelando un piuma nera di piccole dimensioni.
"Grazie"
Arthur strinse con forza le dita sulla stoffa all'altezza del cuore che batteva forte.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, eccomi qui ad aggiornare la storia.
Spero vi piaccia.
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta, inserita tra le preferite o le seguite.
Siete la mia gioia
Ringraziamenti speciali a Lady White Witch per tutti gli innumerevoli consigli, grazie sei la migliore.
Baci a tutti
Tay66


 
  
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