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Autore: miriel67    27/08/2008    4 recensioni
Avete mai pensato come sarebbero gli elfi se ancora vagassero su questa terra...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Aniron 6

La sorpresa ha diversi livelli. Lo stupore, la gioia, la commozione per qualcosa che si credeva perduto. Laurel stava provando tutte queste emozioni insieme.
-Non piangere, ti diventano gli occhi rossi -

Laurel era montata a cavallo, la vista offuscata dalle lacrime che bruciavano. Aver visto partire Elrohir l'aveva fatta soffrire più di quanto avrebbe mai creduto.
-L'hai fatta piangere Elrohir-
Elladan sciolse l'abbraccio con suo fratello.
-Lo so e mi porterò questa immagine con me a Valinor, sicuro di non voler venire?-
Un sospiro e uno sguardo verso un cavallo che si allontanava al galoppo...
- Sì, voglio ancora rimanere e viaggiare, e poi voglio stare un po' con Estel e Arwen... -
Elrohir salì sulla nave, poi alzò il braccio in segno di saluto
- Ti aspetterò al di là dei Mari, fratello, addio -
- Non addio, arrivederci fratello -

- Pensavo fossi partito insieme a lui, pensavo che non ci fosse più nessuno di noi... -
Laurel aveva ripreso il controllo delle proprie emozioni, dominando il tremito della voce.
- Anche io pensavo la stessa cosa, sei il primo elfo che incontro da non so quanto... -
Elladan ripensò a quei lunghissimi anni. A tutti i Perduti, così si erano autonominati coloro che non erano riusciti a partire per Aman.
Molti erano morti. Si erano addormentati sotto la luce delle stelle, nella speranza che quello bastasse a riportarli fra le Terre Imperiture.
Ma la nostalgia e il dolore li aveva annientati. Lui era sopravvissuto. Grazie, pensava, a quel pezzo di umanità dono di Beren Erchamion e di Tuor di Gondolin.
Non soffriva di quella malinconia che aveva visto negli occhi di tutti i Perduti. Era un mezz'elfo. Niente di più, niente di meno.
Riconoscere Laurel l'aveva sconvolto. E proprio lei, nel cui vene scorreva il sangue dei Noldor e dei Vanyar.
Intrecciata era la sua famiglia con la stirpe di Galadriel. Ultima fra coloro che aveva assistito alla prima caduta di Barad Dûr e alla battaglia di Dagorlad.
Laurel Verdemare, bella come il sole al mattino.

- Vieni con me -
Laurel si trovò fra le mani un casco e un giubbotto e senza accorgersene salì dietro ad Elladan, su di una lucente motocicletta nera.
La strada cominciava a salire.
Più o meno un’ora di strada in cui si era stretta a lui senza pensare, guardando solo le montagne che lentamente si avvicinavano.
Lo spettacolo della Marmolada era davanti ai loro occhi, Il Pelmo e Il Civetta con le nevi eterne.
Elladan si tolse il casco, guardando verso le montagne che si tingevano delle prime luci del tramonto, assumendo quella colorazione rosata incredibile.
- Come hai fatto a resistere... tutto questo tempo Laurel... da sola -
Non riusciva a guardarla, il sole incendiava i lunghi capelli biondi, avvolgendola di luce.
- Ho studiato, ho imparato, ho cambiato vita, città, paese centinaia di volte. Sono morta e rinata, sono Laurel ma non lo sono più -
Lei si voltò verso di lui, contemplando quel viso che aveva amato tanti anni addietro, il volto di Elrohir. Solo gli occhi erano diversi.
Occhi che non avevano certezze, ma solo esperienza e vissuto alle spalle. Occhi come i suoi, che avevano visto, sperato e pianto lacrime amare. Ma non si erano mai arresi. Mai.
Laurel sorrise.
- Pensavo fossi partito Elladan, con l'ultima nave-

- Aníren tiro Ethuil, Laurel Earwenya, Aníren tiro Amloth edlothio-*
- Henion Elladan o Imladris, henion...-**

Elladan si girò verso il tramonto e con voce dolce intonò

A Elbereth Gilthoniel,
silvren penna miriel
o menel aglar elenath!
Na-chaered palan-diriel
o galadhremmin ennorath,
Fanuilos, le linnathon
nef aear, si nef aearon!***

Laurel si unì a lui nel canto. Si presero la mano, mentre le stelle salivano in cielo, tinto di zaffiro.


Desideravo vedere la Primavera, Laurel Verdefoglia, desideravo vedere sbocciare i fiori*

Ti capisco Elladan d'Imladris, ti capisco...**


O Elbereth che accendi stelle ***
bianche) faville che digradano scintillanti come gemme
dal firmamento [la] gloria della volta stellata!
A remote distanze contemplando lontano
da [i] paesaggi intessuti di alberi nella Terra di Mezzo,
Fanuilos, a cui va il mio canto
da questa riva dell'oceano, qui da questa riva del Grande Oceano!

Grazie a chi legge e recensisce questo piccolo esperimento!

   
 
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