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Autore: JustABitchOnAStroll    08/07/2014    5 recensioni
- Ciò non significa necessariamente che voglia parlare con te! -
- Sei proprio una bastarda -
- Sei proprio un coglione - risposi io a tono.
Dopo qualche attimo di silenzio tornò all'attacco - Come mai sei qui? -
Sbuffai - Ho ucciso un po' di gente -
Della serie " Rimaniamo sul vago "
- Ah... E ti vogliono giustiziare per così poco? -
- Sarebbe anche stato " poco " come dici tu, se non avessi ucciso anche tutti gli anziani del mio villaggio... Però è stato stranamente appagante, lo ammetto - dissi sospirando - Come ti chiami? -
- Hidan - fece una pausa - Per essere una ragazza devi aver messo su un bello spettacolo al tuo villaggio... Mi immagino tutto il sangue... - sospirò di piacere - A Jashin-sama sarebbe piaciuto -
- No, non c'è stato nessuno spargimento di sangue - commentai, parecchio scioccata dal suo commento precendente.
- COSA!? -
Rimasi convenientemente zitta.
Bhè, non è che si vedesse tutti i giorni un tizio a cui piacevano sbudellamenti e varie.
Vabbè, nel mio caso "sentisse".
Dannato Kekkei Genkai di merda.
Spero di avervi incuriosito, anche se sapete che dalla mia testolina bacata non può uscire niente di buono!!
Enjoy!
Ciauuu!
Alice_
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Love is truly blind cap 32 - Tutto a posto mocciosa? -
Non registrai nemmeno la domanda, guardando fisso un punto oltre il corpo di mio padre.
Quello che diceva Kakuzu era poco più che un mormorio indistinto, del quale riuscivo a capire solamente poche parti. Ma in ogni caso non riuscivo a collegarle perchè avessero un senso.
Stavo tremando, parecchio violentemente anche, e mi premetti ancora di più contro l'albero sul quale ero appoggiata, sollevando senza nemmeno rendermene conto la mano del braccio rotto, portandola all'impugnatura del kunai conficcato nella mia spalla.
Sempre guardando nel vuoto presi saldamente il coltello e con uno strattone lo liberai dalla mia spalla, sentendo vagamente il calore del sangue che aveva preso a colare dalla ferita.
Con un tonfo il corpo di mio padre cadde a terra, risvegliandomi da quella specie di trance.
Sussultai, sbattendo le palpebre a più riprese, cercando di mettere a fuoco la scena.
Mi cedettero le gambe e chiusi gli occhi, aspettandomi di cadere e sbattere la testa a terra, ma venni presa prima che ciò potesse accadere.
Ci mancava giusto un bel trauma cranico da aggiungere al mucchio di ferite che mi ero procurata.
- Posso svenire, v-vero? - tossii e sentii il sapore metallico del sangue invadere la mia bocca, appoggiandomi con tutto il mio peso sul braccio che mi aveva preso prima di fare un incontro ravvicinato con la terra.
- Riposa mocciosa. Ne hai bisogno - fu tutto quello che sentii prima di cominciare a vedere macchie nere e perdere i sensi.

Mi risvegliai con uno scatto, tirandomi a sedere e pentendomene subito dopo, ricadendo in maniera abbastanza pesante sopra una specie di futon.
Provai a guardarmi attorno, notando un piccolo fuocherello che scoppiettava allegramente poco lontano da dove ero sdraiata.
Non c'era nessuno però.
Sospirai e mi tirai nuovamente a sedere, questa volta facendo attenzione a non farmi male, per poi cercare di tirarmi in piedi.
Non c'era traccia di Kakuzu, anche se ero certa che fosse lui prima... Sì, era solo lui che mi chiamava mocciosa, tra tutte le persone che conoscevo.
Riuscii, parecchio tempo dopo, a muovere qualche passo, riuscendo ad arrivare ad una delle piccole cascate che caratterizzavano il territorio di Taki e notando che il fiumiciattolo che questa creava andava a gettarsi in un piccolo e placido laghetto.
Mi trascinai fino al bordo, inginocchiandomi ed immergendo le mani nell'acqua fresca, stringendo i denti per via del braccio rotto e mi sciacquai la faccia, bloccandomi non appena la mia mano venne a contatto con qualcosa di ruvido sulla mia guancia destra.
Aprii gli occhi e guardai il mio riflesso nell'acqua, ritraendomi di scatto e portandomi la mano sui punti che avevano chiuso il taglio che mi ero aperta.
Sospirai, tremando leggermente, prima di tornare a guardare la mia immagine riflessa. Mi assomigliava solo per i capelli bianchi.
Il ghigno che mi ero aperta in faccia mi dava i brividi, così come gli occhi; l'occhio destro aveva mantenuto il terzo stadio, ma aveva cambiato colore per qualche strana ragione. Non mi ero mai preoccupata particolarmente del mio aspetto, ma ero seriamente diventata inquietante.
Mi passai una mano in faccia, serrando gli occhi e cercando di non mettermi a piangere, aprendo appena le dita per guardare con espressione arrabbiata il mio riflesso, prima di tirare un pugno alla superficie dell'acqua, a dispetto del braccio rotto, riuscendo a schizzarmi tutta.
- Ci mancava solo questa... - mormorai, osservando l'immagine riformarsi sul pelo dell'acqua e guardandomi gli occhi.
Uno giallo e rosso, il colore normale del terzo stadio, l'altro bianco e nero.
L'unica spiegazione che mi veniva in mente era che il cambio di colore avesse a che fare con la totale formazione dei marchi. Ma non sapevo nemmeno se potevano causare una mutazione del genere.
Lasciai cadere le braccia a terra, chiudendo appena gli occhi, senza nemmeno più cercare di trattenere le lacrime, lasciandomi andare in un pianto disperato, fregandomene altamente di chiunque potesse passare vicino e sentirmi.
Avevo bisogno di sfogarmi dopo quello che era successo.
E poi ero da sola.
Rimasi a piangere per credo una mezz'oretta, prima di sentire frusciare i cespugli dietro di me, girandomi di scatto e ritrovandomi faccia a faccia con Kakuzu.
- Ah, ti sei svegliata finalmente. -
Mi limitai a tirare su col naso e tornai a guardare il laghetto, senza nemmeno rispondergli.
Restammo in silenzio per qualche altro minuto, prima che trovassi la forza di parlare - Grazie per... Avermi dato una mano. Sarei morta se non fossi arrivato tu... - abbassai lo sguardo, tornando a guardare il mio riflesso del lago.
- Non mi dire. - replicò secco, sedendosi di fianco a me e lanciandomi qualcosa di non meglio identificato.
Di riflesso afferrai l'oggetto con la mano sana, senza guardare nemmeno che cosa stessi facendo, per poi dargli un'occhiata veloce.
- ... Un coprifronte di Taki? - lo guardai leggermente confusa, aggrottando appena le sopracciglia e rigirandomelo tra le mani - Che significa? -
- E' il tuo. - fece semplicemente, guardando verso il mezzo del lago - Me lo aveva affidato tuo nonno. Per dartelo quando ti avrei reputato pronta. -
Passai un dito sul simbolo inciso nella parte metallica dell'oggetto - Non sono nemmeno una genin. Tecnicamente non dovrei avere un coprifronte -
- Tecnicamente hai passato il livello di genin da un pezzo, mocciosa. Per quanto mi riguarda sei al livello di tutti i membri dell'organizzazione ora. -
Abbassai di nuovo lo sguardo - Mi sono quasi fatta ammazzare, Kakuzu. Nemmeno Hidan combatte in maniera così avventata. Non mi sembra proprio di essere al livello di tutti voi. - gli porsi di nuovo il coprifronte - Riprendilo -
Lo prese, rifilandomi una delle sue occhiatacce gelide - Ti ho allenato io, mocciosa. Non ti avrei dedicato tanto tempo se non ti avessi ritenuto in grado di imparare. -
Aprii un paio di volte la bocca per replicare, prima di rinunciare e tornare a guardare il paesaggio.
Nessuno di noi due parlò per qualche decina di minuti, finchè, sorprendentemente, Kakuzu ruppe il silenzio - Mi avevi chiesto perchè non ho mai tentato di ucciderti qualche tempo fa -
- Sì, ma se non vuoi rispondere non preoccuparti. - mi passai una mano sugli occhi cercando di alleviare il mal di testa che stava cominciando a venirmi.
- Non avrei cominciato il discorso se non avessi voluto affrontarlo. -
Lo guardai con la coda dell'occhio, aspettando una risposta.
- Inizialmente mi trattenevo in nome dell'amicizia con tuo nonno - parlò, rigirandosi il coprifronte tra le mani.
- Jashin, grazie... - feci una smorfia, prendendo un sasso e buttandolo nel lago - Lo so che ti davo fastidio eh... -
- Fammi finire. - mi fulminò - Poi il capo mi ha affibbiato il compito di allenarti. - fece una pausa - Credevo fosse una perdita di tempo, che non avresti retto nemmeno un paio dei miei allenamenti, ma mi hai fatto ricredere. -
Rimasi qualche secondo in silenzio - ... Come mai mi hai seguito? -
- Sei l'unica mia studente. Era mio dovere. -
- ... Mi stai per caso dicendo che sei venuto apposta per assicurarti che me la cavassi? - lo guardai inclinando la testa - ... Posso abbracciarti? -
- Non mettere a prova la tua fortuna. E' la prima e l'ultima volta che ti dico qualcosa del genere, sappilo. - replicò con il suo solito tono freddo.
Annuii e presi tra le mani la sciarpa di mia madre, osservandola per qualche secondo.
Era poco più di un pezzo di stoffa, lacero, bruciacchiato in alcuni punti e pieno di buchi. Per non parlare di alcune macchie di dubbia entità che, nonostante tutte le volte in cui avevo lavato la stoffa, non volevano saperne di andarsene.
Presi un bel respiro e me la sfilai, ripiegandola in maniera piuttosto meticolosa e appoggiandola a terra.
Era l'unico ricordo che avevo della mia vita prima del massacro del mio clan... In un certo senso era come se rappresentasse tutti i pessimi ricordi che mi portavo dietro, anche se allo stesso tempo ne rievocava anche di felici.
Ma dopo lo scontro con mio padre la cosa che volevo di più era chiudere con tutto quello che mi era capitato.
La sciarpa l'avrei sicuramente conservata, come memento di mia madre... Ma...
- ... Kuzu? - lo guardai - ...Puoi mettermi il coprifronte? - tentai di sorridere, ma finii con il sibilare di dolore per il sorrisone che mi ero aperta sulla guancia.
Lui annuì brevemente, passandomi il pezzo di stoffa attorno al collo dopo avermi sollevato i capelli.
Con un rumore di tessuto che sfregava contro tessuto fece il nodo e il coprifronte cadde al suo posto attorno al mio collo.
- Grazie. Di tutto intendo - lo guardai, passando una mano sopra la parte in metallo.
Rimase in silenzio per qualche minuto, tanto che credetti di aver fatto una cazzata a ringraziarlo. Quindi, quando vidi che apriva le braccia con sguardo annoiato, per poco non mi venne un mini infarto.
- ... Posso sul serio? - chiesi, completamente allibita
- Una volta. E non osare dirlo a qualcuno. - fece di rimando.
Annuii freneticamente e mi fiondai ad abbracciarlo, aggrappandomi alla sua cappa con una presa di ferro.
Al diavolo il male al braccio rotto, kakuzu su stava lasciando abbracciare!

Mi svegliai la mattina dopo, sempre nello stesso futon del giorno precedente.
- Muoviti a prepararti - arrivò una voce alle mie spalle - Sei stata incosciente per tre giorni l'altra volta. Vorrei evitare che ricapiti prima di lasciare l'organizzazione. -
- Sì, okay... Aspetta... Quindi vieni con noi? -
Kakuzu annuì, finendo di raccogliere tutte le sue cose, prima di incamminarsi e costringermi, quindi, a seguirlo.
Tirai un sospiro di sollievo tra me e me - Mi fa piacere -
Ci avviammo, intavolando qualche discorso un po' a caso durante il tragitto verso il covo.
Quando arrivammo capii subito che andarmene senza dire niente di niente a nessuno non era stata una grande idea.
O almeno, se le facce incazzate di Hidan e Deidara non erano dovute a quello mi sarei sorpresa non poco visto come era altamente improbabile che a quell'ora del mattino ( visto che avevamo viaggiato per tutta la notte anche ) si fossero svegliati naturalmente.
Presi un bel respiro e, cercando di nascondermi il più possibile dietro Kakuzu, provai ad entrare nel covo senza farmi vedere.
Inutile dire che ebbi gli stessi risultati di un elefante che cerca di nascondersi dietro una spiga di grano.
... Già, mi ero appena data dell'elefante, che genio.
- Pretendo una spiegazione, bastarda - parlò Hidan, con tono piuttosto seccato
- Dì pure " pretendiamo ", un - gli fece eco Deidei
- E com'è che il vecchiaccio lo sapeva e noi no?! -
A quel delizioso inizio di conversazione seguì una bellissima spiegazione, che Kakuzu ebbe la decenza di riassumere in " Ha incontrato suo padre. Ci ha combattuto. Ha combinato un casino. Alla fine l'ho ucciso io. "
Ridacchiai, guardando le loro facce assumere un'espressione perplessa.
- Sto bene, non preoccupatevi - accennai un sorriso e mi avvicinai per abbracciarli tutti e due, mettendo un braccio sul collo di uno e l'altro sul collo dell'altro.
Col braccio rotto Hidan dovette abbassarsi, per evitare di disfarmi di nuovo.
- Minchia cogliona, io voglio la spiegazione per esteso però poi eh - mi passò un braccio in vita e mi baciò il più delicatamente possibile.
Ricambiai, socchiudendo appena gli occhi per via del dolore alla guancia, per poi appoggiarmi a lui e lasciarmi coccolare un minimo.
- E io chi sono, un? - fece Deidei ridacchiando.
Risi a mia volta e abbracciai decentemente anche lui - Hidan, ti scandalizzi se gli do un bacetto? - ghignai da un lato solo
- Nah, fai pure - rise - Voglio godermi la scena -
Ridacchiai di nuovo e posai velocemente le labbra su quelle di Deidara, per poi scompigliargli il ciuffo, guadagnandomi un'occhiataccia resa del tutto non-intimidante dal rossore generale che occupava il suo viso, mentre Hidan se la rideva.
- Ti odio, un - parlò, mettendosi a posto i capelli.
- Sì, anche io ti voglio bene Deidei - risi e tornai al mio posto di fianco a Hidan, sentendolo avvicinarmi a sè.
- Ma comunque dovevi dircelo, ecco. - annuì convinto - Comunque bel sorrisone, un -
- ... Comincia a correre. Braccio rotto o no ti disfo per questo commentino. -
- Eheheh... - ridacchiò nervosamente, indietreggiando appena
Ghignai - Oppure... - gli afferrai il codino e fuggii nel bosco.
- Torna qui! Ridammi il mio cazzo di codino, UN! -
__________________________________________
Mi scuso per l'immenso ritardo ragazzi, ma è stato un brutto periodo per la mia ispirazione che è morta.
Poi però è resuscitata :3 Tipo oggi XD
Comunque questo dovrebbe essere il penultimo o terzultimo capitolo, devo vedere, ad ogni modo siamo alle battute finali perchè ho intenzione di scrivere un sequel che tratta della guerra, altrimenti questa storia verrebbe veramente lunghissima.
Se vorrete la troverete sul mio profilo appena finisco questa ^^
Scusate di nuovo per il ritardo, ma veramente, sapevo cosa dovevo scrivere ma non c'era verso di scriverlo .-.
Gomenasai!
Ciauuu!
Alice_
   
 
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