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Autore: M o o n    09/07/2014    6 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una luce esiste per tutti
 
3: Di ritardi e chiacchiere (Katrina)

Fu un risveglio alquanto particolare.
Appena aprii gli occhi mi ritrovai a circa dieci centimetri da un ragazzo biondo addormentato... senza maglietta. Sì, buongiorno anche a te Octavian. Era abbastanza imbarazzante come situazione, così cercai di allontanarmi un po’ lentamente e con grazia e, per la prima volta, ci riuscii!
Alzai lo sguardo sull’orologio appeso al muro e lessi 06:33. Ah, ottimo, mi sveglio ad un orario costante ogni mattina qui. Buono a sapersi.
Richiusi gli occhi, per dormire un altro po’, e mi lasciai trasportare nel mondo dei sogni.
 
Quando mi risvegliai erano quasi le nove. Oh, porca miseria, tra poco più di mezz’ora avevo l’appuntamento con Katie e Hazel! Quelle due mi avrebbero uccisa al minimo ritardo. Così, per evitare una morte lenta e dolorosa, mi alzai dal letto, dimenticandomi per un secondo del ragazzo addormentato.
Che memoria, Kat!
Grazie, coscienza. Sentii un lamento, e mi voltai verso Octavian che aveva appena aperto gli occhi.
«Oh, ehm... scusami, riesco a usare la grazia solo una volta ogni dieci anni» mi giustificai. Mi guardò con gli occhi ridotti ad una fessura a causa del suo status da appena sveglio e si passò una mano in faccia e poi fra i capelli scompigliati.
«Hmm... Ti svegli sempre così presto la domenica?» mi chiese con la voce impastata dal sonno.
«Nah» risposi. «è solo che ho un appuntamento con Hazel e Katie, le mie migliori amiche, e se faccio un secondo di ritardo mi scuoiano e poi mi bruciano viva» spiegai. Lui analizzò le mie parole e poi, schiarendosi la voce, mi chiese: «Tra quanto è l’appuntamento?»
Lanciai uno sguardo all’orologio. «Ora fra ventotto minuti e quarantotto secondi... quarantasette... quarantasei...»
«Ti ci porto io?»
«Posso farcela a fare quattro passi»
Mi guardò, ed ero convinta che stesse per ribattere, ma stette zitto e si limito ad annuire, alzandosi dal letto. Al collo portava una collana con un aquila come ciondolo. Gli stava bene ma... come faceva a stare a fine Novembre senza maglietta? Io ero in un pigiamone caldo caldo e stavo congelando comunque! Ah, ragazzi. Scendemmo insieme le scale e quando arrivammo in salotto mi diressi verso l’appendiabiti, dove avevo lasciato la mia borsa la sera prima. Dalla cucina, Octavian urlò – per quanto possibile, dato che si era appena svegliato – che cosa volessi per colazione. Gli risposi “Solo un caffè” e andai in bagno a cambiarmi.
«Prendi solo caffè ogni giorno?» mi chiese, mettendomi davanti la tazza con quel liquido scuro.
«Solo quando sono in ritardo» risposi, bevendo un sorso di caffè. «Quindi, sì, ogni giorno» finii il mio caffè e mi alzai, andando vicino ad Octavian.
«Grazie e ci si vede!» diedi un bacio sulla guancia al mio amico e uscii da casa sua.
Cavolo, sembravo una bambina che saluta il suo papà prima di andare a scuola.
Presi il mio cellulare. Non ce l’avrei mai fatta. Mancavano cinque minuti e casa di Katie era a circa venti minuti di distanza da casa di Octavian. Ottimo.
Forse avrei dovuto accettare il passaggio.
Dopo circa dieci minuti di camminata sentii il mio nome, così mi girai e vidi una ragazza dai ricci capelli scuri corrermi incontro. Misi le mani sui fianchi e assunsi un’espressione di disappunto.
«Hazel Levesque! Passi per me, che sono una ritardataria cronica... ma tu... tu mi hai delusa, signorina!» la rimproverò.
Hazel si avvicinò ridendo e mi diede un bacio sulla guancia.
«Non era suonata la sveglia» rispose allegra.
La guardai inarcando un sopracciglio. Hazel era sì una  ragazza allegra, ma quando succedeva qualcosa – come appunto un ritardo – andava in panico e addio allegria. Quindi...
«Sputa il rospo, Levesque» dissi, incrociando le braccia al petto e fissando la ragazza che camminava alla mia destra.
«Come?» chiese lei, guardandomi con un sorriso strappato in faccia.
«Che stai nascondendo?» proseguii il mio interrogatorio, mentre ci avvicinavamo a  casa di Katie.
«Ma nulla, Kat!» rise Hazel.
Lasciammo cadere l’argomento per il restate tragitto, ma se Hazel si aspettava che sarebbe finito tutto qui... Ah, povera stolta. La disgrazia sarebbe arrivata a casa di Katie che, per la cronaca, era proprio davanti a noi.
Suonammo il campanello e ci aprì la mamma di Katie, sorridente, che ci invitò ad entrare dicendoci che sua figlia ci aspettava nel giardino sul retro.
Passammo nel salotto, dove Miranda e Jonathan, i fratelli di Katie, erano sul divano a guardare la TV.
«Ciao Katrina, ciao Hazel» ci salutarono, staccando per un po’ gli occhi dalla TV. Ricambiammo il saluto ed uscimmo, dove una furiosa Katie Gardner ci aspettava.
«PIÙ DI UN QUARTO D’ORA DI RITARDO! KATRINA, ERO STATA MOLTO CHIARA!» sbraitò Katie.
«KatKat, Hazel ci nasconde qualcosa» dissi, e fortunatamente Katie si concentrò su Hazel, avvicinandosi e squadrandola dalla testa ai piedi.
«Kat! Non sto nascondendo nulla!» si giustificò la riccia, arrossendo. La guardai con un sorrisetto vittorioso.
«Ti sei tradita» disse Katie, al posto mio.
«Secondo me c’entra Frank» dopo questa mia frase, io e Katie iniziammo a fissare Hazel con insistenza, finchè non cedette.
«Oooh, e va bene!» sbottò. Io e Katie ci battemmo il cinque. Ci sedemmo intorno al tavolino verde nel giardino, accanto alla fontana da cui sgorgava l’acqua che rappresentava la dea Demetra, dea greca dell’agricoltura, dato che tutta la famiglia Gardner amava l’aria aperta e il giardinaggio. E poi sua madre si chiamava Demetra. Che coincidenza, non trovate?
«Allora, Haz, racconta» iniziò Katie, mettendo una gamba sopra l’altra e la guardò intensamente. Hazel si voltò verso di me, implorando aiuto. Io scossi la testa, e appoggiai Katie, così la nostra amica si ritrovò a dover parlare.
«Si tratta di Frank» iniziò. «Si è fatto avanti» e poi sorrise ampiamente.
«Aaaawww!» a Katie brillavano gli occhi. «Vedi che gli piacevi?»
«Era solo troppo timido» aggiunsi io, sorridendo alla mia dolcissima amica innamorata.

«Già» convenne Hazel, non smettendo di sorridere. «Questa sera usciamo insieme» la riccia era decisamente troppo eccitata, così iniziai a farle aria con la mano, suscitando risate in Katie e un pugno sul braccio da Hazel.
«Sono così felice per te, Hazel!» disse Katie, prendendole le mani.
«Sappi che se fa qualche mossa falsa...» feci scrocchiare le dita, lasciando intendere alla mia amica che cosa volessi dire, e lei rise.
«Scema» mi apostrofò, e poi fissò Katie. «A proposito di scemi...»
«Hey!» protestò Katie, ed io scoppiai a ridere, tenendomi la pancia per le risate.
«Non intendevo te! Mi riferivo a Travis» spiegò Hazel.
«Uuuh! Roba interessante!» dissi tornando seria. «Come va tra voi?»
Katie, rossa in viso per l’imbarazzo che le causava l’argomento “Travis Stoll”, cercò di protestare, ma fu interrotta da sua madre che ci portò un po’ di tè freddo e della torta alla frutta che aveva cucinato lei. Ah, le torte alla frutta della signora Gardner. Sono il paradiso. La ringraziammo e lei ritornò in casa.
«Stavo dicendo,» disse Katie, cercando di controllarsi. «Che fra me e Travis Stoll non c’è stato, non c’è e non ci sarà mai nulla»
«Siamo passati da “quel grande idiota di Travis Stoll” a “Travis Stoll”» feci notare io, incurvando le mie labbra in un sorrisetto furbo.
«Ci sarà qualcosa» sentenziò Hazel, in tono di una che non ammetteva repliche. Non si addiceva per nulla a lei, così dolce e gentile ma... sì, viva la Hazel dura!
«Ma da dove vi è nata questa fantasia, mi chiedo io» domandò esasperata, mentre io e Hazel ci stringemmo nelle spalle, bevendo il nostro tè freddo al limone.
«Kat» mi chiamò Hazel, guardando pensierosa davanti a lei.
«Hm?» risposi, girandomi verso di lei con il bicchiere portato alle labbra.
«Come mai prendevi quella strada, stamattina? Da casa tua allunghi solo il cammino, o sbaglio?» chiese, curiosa.
«Oh, non ero a casa mia» dissi con noncuranza, attivando la modalità “Katie e Hazel investigatrici private”
«Dove eri?»
«Con chi?»
«Perché?»
«Cosa avete fatto?»
Diedi un morso alla mia fetta di torta, lasciando che le domande mi scivolassero addosso e mi presi del tempo per rispondere.
«Se vi rispondo, promettete di non dare di matto o scioccarvi inutilmente, dato che è una cosa normalissima?» così come la dissi, con un leggero doppio senso, ottenni l’effetto sperato: le due si guardarono con tanto di occhi e Hazel iniziò a farsi aria con la mano. Scoppiai a ridere.
«Abbiamo solo guardato un film e poi siamo andati a dormire. Sempre a pensare male, voi»
«Ma con chi?» chiese Katie, cercando di dare un morso alla sua torta, sbagliando mira e finendo con un po’ di torta sul naso.
«Ma intendi... nello stesso letto?» Hazel sembrava sempre scioccata e sull’orlo di una crisi isterica.
«Credo che lo conosciate» dissi, prendendo la mano di Hazel per fermarla da quel movimento. «Octavian»
«Biondo?»
«Occhi azzurri?»
«Alto?»
«Magrolino?»
Domande su domande. Dovevo spegnere quella loro modalità.
«Sì, sì, per me anche un puffo sembra alto, KatKat, dovresti saperlo, e non mi sembra poi così magrolino» risposi, mantenendo la calma. Loro non erano altrettanto brave.
«OMMIODDIO!» esclamarono all’unisono, facendomi sobbalzare e facendomi andare di traverso un pezzo di torta.
«Ma povero Dio! Gli avrete fatto prendere un infarto!» dissi tossicchiando e guardandole male.
«Kat, a me quell’Octavian non sembra un tipo tanto affidabile» mi mise in guardia Katie.
«Sciocchezze» risposi, facendo un gesto noncurante con la mano.
«Lo conosci da poco!» continuò Katie, storcendo il naso. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. «Non puoi pretendere di conoscere una persona in così poco tempo»
Guardai Katie, assumendo un’aria di superiorità. «Come diceva il mio grande eroe: non è il tempo che conta, ma la persona» dissi la frase chiudendo gli occhi e alzando un indice.
«Chi sarebbe questo profeta?» chiese Katie, inarcando il sopracciglio.
«Il Dottore» risposi. «E poi io non pretendo di conoscere tutto su di lui, anzi. Io so solo quel che mi basta da sapere se è una brava persona o meno e, credetemi, lo è»
«Tu e le tue robe fantascientifiche» borbottò Katie. «Io ti ho avvertita, Kat»
«Suvvia, KatKat» intervenne Hazel. «Non possiamo intrometterci nella sua vita. E poi noi nemmeno lo conosciamo»
Dopo questo, lasciammo cadere l’argomento ragazzi, mettendoci a parlare di altro e di stupidaggini varie.
Mentre ridevo e scherzavo con loro, però, non potevo fare a meno di far fare una passeggiatina alla mia mente, facendola camminare fra le parole di Katie. Una parte di me si chiedeva il motivo di tale definizione, senza crederci, ma l’altra era sicura che Katie dicesse sul serio. Non volevo fidarmi di un “giudizietto” sparato dalla mia migliore amica, che non conosceva di persona Octavian, ma non potevo fare a meno di preoccuparmi.
E se fosse davvero così?
Naah.
 

 
Meow a voi, patate!
Sono riuscita a pubblicare il terzo capitolo!
{*stappa lo spumante* *partono cori di alleluia* *scende gesù cristo a benedirla* *si ferma con i film mentali*}
Ecco la “””””sorpresa”””””! Un capitolo narrato da Katrina!
All’inizio avevo intenzione di fare solo Octavian, ma poi
frazelshug (io ti ringrazio tanto per quest’idea!) mi ha chiesto in una recensione se ci sarebbero stati capitoli di Katrina ed io ero tipo “sì, perché no?”
Ed ho deciso di far passare alla nostra scozzese una mattinata con le sue migliori amiche che sono *rullo di tamburi perfettamente inutile dato che lo sapete già* HAZEL SONOUNASTRAFIGAEAMOFRANK LEVESQUE E KATIE HOUNASUPERCOTTAPERTRAVIS GARDNER! {fighi i secondi nomi, eh?}
Non so, avevo voglia di mettere un po’ di Frazel e un po’ di Tratie perché ci stan sempre bene e sono delle coppie troppo aw, secondo me :3
E… Uh-Oh, Kat inizia a farsi i problemi esistenziali su Oct :c
Chissà chi avrà ragione ;)
Io lo so chachacha

Vi volevo ringraziare per le recensioni che mi avete lasciato. Tipo… wow, roba da pazzi cagare questa storia! **
Ebbè, ovviamente ringrazio anche chi ha messo fra le seguite/ricordate/preferite questa storia.
VOI DATE UNO SCOPO ALLA MIA VITA! (it sounds creepy)
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee niente. Vado a buttare giù qualcosa per il prossimo capitolo :3
Spero che vi sia piaciuto anche questo e…
Kiao! *torna a sferruzzare maglioncini per i gatti*

Luna
 
Ps: I capitoli saranno: Oct-Oct-Kat-Oct-Oct-Kat… insomma, ogni due di Oct uno di Kat :3
  
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