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Autore: layla84    29/08/2008    7 recensioni
Finalmente ci sono riuscita!:) Ecco qui il Sequel di 'Come deve andare' "‘Cosa diavolo c’è di diverso, tra l’amore che proviamo noi due e quello di una qualsiasi coppia etero? Il nostro amore vale forse meno del loro?' Gli aveva chiesto un giorno Draco, tra le lacrime."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa

Questo è il sequel di ‘Come deve andare’, fan fiction a cui tengo in modo particolare, soprattutto per il personaggio di Draco.
In programma ci sono tre capitoli, come per la precedente, ma è già pronto un primo Extra e altri due sono in fase di stesura.
Ovviamente questo sequel può essere letto separatamente dall’altra storia, ma io consiglio a chi non l’avesse già fatto di darci comunque un’occhiata, per avere una visione d’insieme più completa, altrimenti alcune parti potrebbero risultare poco chiare.
Ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno commentato “Come deve andare” e che l’hanno inserita tra i preferiti, spero seguirete anche questi capitoli e come al solito, ogni commento per sapere cosa ne pensate, per consigli, critiche o quant’altro è sempre ben gradito.
Fatemi sapere cosa ne pensate ;)

 

Diagon Alley, Dicembre.
Stava nevicando. La via principale che portava a tutti i negozi più conosciuti del mondo magico era gremita di gente.
File e file di persone si accalcavano davanti alle vetrine addobbate a festa, ansiose di comprare gli ultimi regali o di rimirare le ultime meraviglie magiche.
Ai lati della strada decorazioni estremamente colorate e rumorose rincorrevano i passanti, lanciando stelline dorate mentre i soliti ritardatari si apprestavano a fare gli ultimi acquisti.
In mezzo a tutta quella gente un gruppetto di amici si faceva largo ridendo e scherzando tra loro, in perfetta armonia.
Certo, ad una prima occhiata chi non li conosceva bene doveva fermarsi un attimo, sbattere le palpebre e riosservare la scena, nel timore di avere ingerito per sbaglio una delle caramelle allucinanti del negozio ‘Tiri vispi Weasley’.
Era però difficile che i cinque che al momento passeggiavano tra la folla, lanciandosi di tanto in tanto battute e palle di neve, passassero inosservati.
Si trattava infatti di due ex Grifondoro e tre ex Serpeverde molto conosciuti.
A capeggiare quella strana comitiva c’era Blaise Zabini, noto Magiavvocato tra i più in vista del Ministero che stava ridendo di una qualche battuta lanciata al suo indirizzo da Draco Malfoy, rampollo di una delle famiglie più antiche ed ex seguace di Voldemort.
Come se la presenza dei due non fosse bastata a mettere in subbuglio già un nutrito numero di persone, al loro fianco si trovava Pansy Parkinson, anch’essa proveniente da una delle famiglie più in vista della comunità magica e, poco dietro questo trio, si potevano scorgere altre due celebrità, la famosa Hermione Granger, da molti creduta il miglior Magiavvocato del secolo ed Harry Potter, l’eroe che aveva sconfitto pochi anni prima il Signore oscuro.
Come fossero finiti tutti e cinque a passeggiare insieme cercando regali di Natale non era un mistero per chi fosse un minimo informato, ma la cosa restava comunque fonte costante di pettegolezzi.


“Adesso li prendo tutti a Cruciatus” fu l’algido commento del biondo ex Serpeverde, trovandosi a passare accanto all’ennesimo gruppetto di persone che li osservava stupiti e che parlava alle loro spalle.
Harry ridacchiò dell’espressione corrucciata del suo ragazzo che, davanti a lui, stava facendo propositi di vendetta nei confronti di quei curiosi, spalleggiato come al solito da Blaise.
Si voltò un attimo verso l’amica, riscoprendola a rimirare il moro Serpeverde e sorrise dell’espressione della ragazza, non riuscendo a sopprimere una frecciatina.
“Sei ancora tra noi, Herm?”
La vide sussultare e arrossire leggermente, per poi scuotere la testa e voltarsi verso di lui.
“Non c’è niente da fare, ogni volta che lo guardo resto imbambolata come un idiota” rispose sinceramente lei, negli occhi nocciola i riflessi delle allegre luci natalizie.
“Sei innamorata” fu l’ovvia risposta del moro, che infilò le mani nelle tasche del cappotto marrone, iniziando a sentire freddo.
Aveva scoperto che l’amica e Blaise si frequentavano solo pochi giorni dopo essersi messo con Draco ed era stata una notevole sorpresa per entrambi.
Sapeva ovviamente che l’amica e Ron si erano lasciati poco tempo prima per, come lo aveva definito lei, ‘incompatibilità di carattere’, anche se la realtà era che tra i due i litigi erano all’ordine del giorno ed alla fine erano più le volte che non si parlavano perché arrabbiati l’uno con l’altra, che quelle in cui andavano d’accordo.
Harry era felice per quella svolta nella vita dell’amica che sembrava finalmente felice e innamorata come mai prima.
Era riuscito ad istaurare anche un buon rapporto con Zabini che, ai tempi di Hogwarts, aveva avuto modo di incrociare poche volte, ed effettivamente sembrava perfetto per la riccia.
Anche con Pansy era riuscito a costruire una buona amicizia ed era più che soddisfatto del gruppo che erano riusciti a creare.
Vide Hermione avanzare verso il gruppetto di testa, scambiando una battuta con Pansy e facendo scivolare la propria mano in quella di Zabini, in un gesto intimo e romantico.
Sentì una fitta all’altezza del petto e cercò inutilmente di non farci caso.
Chi voleva prendere in giro?
Avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi comportare allo stesso modo con Draco, in pubblico.
Sapeva però che una cosa del genere sarebbe stata mal vista da tutto il mondo magico e che sia il suo lavoro che quello di Draco rischiavano di essere messi in discussione proprio per quel motivo.
Rallentò il passo, lasciando gli altri allontanarsi maggiormente e perdendosi nei ricordi.




Era ormai più di un anno e mezzo che lui ed il biondo stavano insieme.
La mattina dopo quello che sarebbe dovuto essere il giorno del matrimonio e che invece era diventato il giorno del loro anniversario, Draco lo aveva accompagnato al vecchio appartamento e lo aveva aiutato a trasportare magicamente tutte le sue cose a casa sua.
Da quel momento avevano iniziato a convivere, sebbene avessero entrambi alcune riserve, visto che si stavano conoscendo proprio in quei giorni.
A distanza di tempo invece Harry sorrideva della sua incoscienza, perché l’aveva portato a fare le scelte più maledettamente giuste della sua vita.
Conosceva ormai l’abitudine di Draco di camminare per casa scalzo, in una tenuta ben poco Malfoy, esattamente come se lo era ritrovato davanti una sera piovosa di molto tempo prima.
Sapeva che la mattina voleva il caffè, al posto del solito thè e che adorava il succo di zucca, specialmente se accompagnato con un pezzo di torta al cioccolato.
Aveva scoperto, grazie a Pansy, che il motivo per cui l’altro odiava le giornate di pioggia era semplicemente perché i suoi capelli tendevano a gonfiarsi e, visto la cura maniacale dell’ex Serpeverde verso la sua chioma bionda, quello per lui era un vero e proprio dramma.
Ogni giorno veniva a conoscenza di sempre più dettagli e particolari sul suo carattere e sulle sue abitudini e si rendeva conto di amarlo sempre di più.
Proprio per questo il periodo passato insieme si era rivelato il più bello della sua vita, ed allo stesso tempo il più difficile.
Se, una volta dentro le solide mura della loro casa non avevano problemi, al di fuori di loro e della loro piccola cerchia di amici fidati, le persone guardavano con malevolenza la loro unione.
All’inizio nessuno ne era a conoscenza proprio grazie ad Hermione che aveva evitato, non capiva bene nemmeno lui come, che Ginny informasse tutto il mondo sul reale motivo della loro separazione.
Per un po’ era circolata, grazie a lei, la notizia che lui aveva mollato la rossa perché si era accorto di non amarla, che poi in verità proprio una balla non era.
“Ho solo omesso parte dei fatti” si era infatti limitata a dire la Magiavvocato in seguito, scrollando con indifferenza le spalle.
I primi mesi perciò erano stati una favola.
Harry, che aveva intrapreso la carriera di Auror e si stava per diplomare, venne contattato ed assunto dal Ministero, come era ovvio che fosse.
Anche Draco, dopo aver affrontato un percorso ben più ostico del suo, visto il suo passato dalla parte del lato oscuro, era stato assunto al ministero come Pozionista ed entrambi si districavano tra lavoro e amici, ritrovandosi la sera a raccontarsi le rispettive giornate, felici della vita finalmente tranquilla che si erano creati.
O almeno così era stato, fino a che la verità non era venuta a galla.
Era stato Harry a chiedere al biondo di non vivere la loro storia alla luce del sole, ancora preoccupato per la reazione della gente, ed era stato proprio questo a causare le loro uniche litigate.
A detta di Draco, infatti, Harry non riusciva a far convivere la loro realtà con quella che viveva all’esterno, lasciandole separate e vivendole come due mondi paralleli.
Un Harry Potter di facciata, famoso e rispettato da tutti ed Harry, il ragazzo di Draco.
Era come se, secondo il biondo, si fosse scisso in due ed il Serpeverde si sentiva escluso da quella parte della sua vita che non lo comprendeva.
In realtà il moro aveva paura solo delle ripercussioni che tutto quello avrebbe avuto sulla vita professionale sua e di Draco e anche su quella privata, visto la ristrettezza mentale in cui ancora il mondo magico viveva quel genere di cose.
Sapeva, con altrettanta sicurezza, sebbene il suo ragazzo non se ne fosse mai lamentato, che queste sue scelte lo facevano soffrire.
Draco, da molti anni ormai, era costretto a vivere nel pregiudizio. Era noto a tutti il suo essere gay e lui stesso non cercava mai di nasconderlo, anzi se ne fregava dei giudizi che le persone gli scagliavano contro, continuando imperterrito per la sua strada.
Harry avrebbe voluto avere anche solo un pizzico della sua determinazione.


Non stavano insieme da nemmeno sei mesi, quando lo scandalo scoppiò.
Lui e Draco si erano dati appuntamento come spesso succedeva per pranzo, visto che lavoravano nello stesso stabile, anche se a piani diversi.
Avevano pranzato e chiacchierato come al solito, i colleghi ormai convinti che i due fossero diventati amici e poi se ne erano tornati ignari di tutto ai rispettivi uffici.
Solo che, durante il loro pasto, al loro stesso ristorante era presente la Skeeter, famosa giornalista che in quel periodo vedeva la sua notorietà notevolmente in calo.
Per quanto incompetente e ciarlatana, quella volta, forse l’unica in vita sua, la strega ci aveva visto giusto, interpretando i gesti e le occhiate dei due nella maniera corretta.
Quale occasione più ghiotta, se non quella di uno scandalo su Harry Potter, per ripristinare la sua carriera e riconfermarsi come giornalista di punta della Gazzetta del Profeta?
La giornalista attese i due all’uscita del lavoro e li seguì, riuscendo a scoprire che vivevano insieme.
Da lì alla pubblicazione dell’articolo il passo fu breve.
Com’è semplice rovinare in un battito di ciglia la vita delle persone, rendendola un inferno.
Harry se lo ricordava nitidamente il giorno in cui aveva aperto la porta di casa e si era ritrovato come tutte le mattine sullo zerbino la copia giornaliera della Gazzetta.
A differenza di tutte le altre volte, quel giorno il moro si era ritrovato a fissare incredulo se stesso e Draco che lo guardavano dalla foto in prima pagina del giornale.
Non ebbe bisogno nemmeno di leggere le scritte a caratteri cubitali sotto l’immagine, per capire il genere di articolo che seguiva.
Mentre si richiudeva con un tonfo sordo la porta alle spalle osservò la foto in movimento che lo ritraeva mentre avvicinava il suo viso a quello del biondo e lo baciava con trasporto.
Chiuse gli occhi e si appoggiò alla porta dietro di se, sentendo chiaramente la terra cedere sotto i suoi piedi.
Quel giorno il suo più grande incubo si era avverato.
Lui e Draco non tiravano fuori praticamente mai quell’argomento, era una sorta di zona rossa da non valicare mai, consci del fatto che farlo avrebbe solo provocato liti, visto le loro idee completamente divergenti in merito.
Osservò nuovamente la sua immagine che gli sorrideva dal giornale e si chiese come avesse fatto la Skeeter a scattare quella foto. Perché non era un fotomontaggio.
Si ricordava perfettamente la scena.
Erano usciti a cena fuori per festeggiare l’ultimo caso risolto di Harry e stavano rientrando, passeggiando sul marciapiede a pochi isolati da casa, quando Draco si era fermato in mezzo alla strada, mani in tasca e occhi grigi piantati al suolo.
La suola delle sue scarpe sportive che tracciava segni astratti sulle mattonelle consunte, mentre il biondo traduceva in parole le sue emozioni.
Con voce bassa e tremante quella sera gli aveva confidato quanto per lui fosse difficile saperlo costantemente là fuori in missione, in pericolo, non avere la certezza che lo avrebbe visto tornare a casa da lui ma che, nonostante tutto, non voleva mettersi in mezzo nelle sue scelte lavorative e che realmente era orgoglioso del suo coraggioso ragazzo.
Harry si era intenerito, come ogni volta in cui Draco riusciva ad aprirgli parte del suo cuore, dimostrando un animo sensibile che poco si addiceva all’immagine che il biondo cercava di dare di se.
Forse anche per l’eccessivo orgoglio, infatti, il suo stupendo ragazzo si lasciava andare raramente a esternazioni del genere e fu proprio quella consapevolezza a muovere i gesti di Harry.
Si era avvicinato a lui alzandogli dolcemente il mento con due dita e sorridendo al suo indirizzo aveva unito le loro labbra, in un tacito ringraziamento.
Lui, che per paura di venir scoperto, solitamente non si concedeva nessun atteggiamento romantico nemmeno nei posti più isolati, tranne nella loro casa, si era lasciato andare quell’unica volta e quello era stato il risultato.
Inutile dire che la presero in maniera totalmente diversa.
Draco osservò prima la foto, poi lui, scrollando le spalle e continuando a bere il suo caffè dicendo solo “Prima o poi sarebbe successo, non cambierà nulla” anche se non riuscì a nascondere il leggero tintinnio della tazza che stava nella sua mano tremante.
Harry invece prese ad attraversare ad ampie falcate il corridoio, avanti e indietro, cercando una soluzione a tutto quel casino.
Non era per niente ottimista su quello che l’articolo avrebbe potuto provocare e i fatti gli diedero ragione.
Appena arrivato si ritrovò addosso le occhiate maliziose dei colleghi che però non commentarono in alcun modo la cosa, anche se in ogni angolo del Ministero vedeva decine e decine di copie della ‘Gazzetta’.
Per lo meno, l’aver salvato il mondo la Voldemort almeno per qualcosa si era rivelato utile, si disse, mentre osservava un gufo planare in sua direzione con una comunicazione urgente.
Il Ministro della magia lo aspettava infatti nel suo ufficio e, appena vi arrivò, non si stupì di trovare già lì Draco, seduto compostamente su una delle poltrone di pelle davanti alla grande scrivania dell’uomo.
Si sedette accanto a lui, alla sua sinistra, chiedendo spiegazioni in merito a quella convocazione, anche se già in cuor suo le conosceva, direttamente al Ministro.
Draco nel frattempo osservava la finta città in movimento che si vedeva al di là dei vetri chiari.
Il tempo, modellato a piacimento ogni giorno dai vari incantesimi, quella mattina era nuvoloso e minacciava pioggia.
Harry di tanto in tanto lanciava occhiate preoccupate verso il biondo, mentre il Ministro spiegava loro il suo punto di vista, che più semplice non poteva essere.
Il Ministero chiedeva loro massima riservatezza in merito alla loro relazione.
Visto che non poteva chiedere loro di interromperla, quantomeno il ministro era intenzionato ad avere la parola di entrambi che non si sarebbero presentati insieme alle riunioni e alle cene ufficiali a cui Harry era tenuto, come logico che fosse visto il suo ruolo, a presentarsi, oltre ovviamente a, testuali parole ‘avere atteggiamenti sconvenienti in pubblico, come quelli in cui siete stati ritratti’, altrimenti sarebbero stati presi provvedimenti nei confronti di entrambi, visto che erano diretti dipendenti del Ministero.
Ed Harry si era ritrovato suo malgrado a dover accettare quelle condizioni, anche a nome di Draco, che da quando si trovava in quell’ufficio non aveva pronunciato una sola parola.
Solo una volta usciti dall’ufficio dell’uomo e saliti sull’ascensore per tornare ai loro uffici, il biondo sbottò di colpo, tirando un pugno alla parete del cubicolo.
“Atteggiamenti sconvenienti? Era un bacio dannazione. Un semplice bacio” ringhiò frustrato, appoggiando le spalle alla parete e inclinando il viso verso l’atro.
Lui non aveva detto niente, si era limitato ad aspettare l’arrivo al suo piano e aveva salutato il biondo, tornando al suo lavoro e sentendosi maledettamente in colpa per tutto quello.
Come al solito non erano tornati più sull’argomento, restando trincerati dietro le loro opinioni.
Da quel giorno si erano alternati periodi di tranquillità a momenti più burrascosi, in cui Draco faceva capire al moro di sentirsi oppresso dalla situazione che si era creata, senza mai però farlo pesare.
Non aiutava poi il fatto che Herm si fosse schierata apertamente dalla parte del biondo e che, a differenza di Draco, lo avesse accusato con le sue solite maniere dirette in più di un’occasione di comportarsi da codardo.
Harry si sentiva tale ma, pur sapendo che con il suo atteggiamento feriva il compagno, sapeva di non poter agire diversamente e quindi continuava ad andare avanti, frustrato da tutta quella situazione assurda, odiando il mondo schifoso in cui viveva e che non gli permetteva di dare a Draco tutto l’amore che in realtà si meritava.
‘Cosa diavolo c’è di diverso, tra l’amore che proviamo noi due e quello di una qualsiasi coppia etero? Il nostro amore vale forse meno del loro?'
Glielo aveva chiesto un giorno Draco, tra le lacrime, la volta in cui si era ritrovato la scrivania ricoperta di scritte magiche piene di insulti che apparivano ogni volta che ci si sedeva.
Quella era stata l’unica volta, da quando stavano insieme, che Harry l’aveva visto cedere.
Se l’era ritrovato nell’ingresso di casa, seduto a terra, le spalle poggiate alla parete, le ginocchia piegate e la testa bionda poggiata sopra di queste che si alzava e abbassava, seguendo il ritmo dei suoi singhiozzi.
E ad Harry si era spezzato il cuore, vedendo la persona che amava soffrire, senza che lui potesse far niente per lenirne il dolore.
Si era seduto di fianco a lui e lo aveva abbracciato, finché le lacrime non erano finite e gli aveva sussurrato rassicurazioni su rassicurazioni, sapendo bene che in realtà avrebbero solo dovuto accettare tutto quello.
Ed erano andati avanti, giorno dopo giorno, passo dopo passo, aggrappandosi al loro amore e cercando sostegno in esso.




Nonostante tutto però, nonostante il dolore, l’amarezza e la frustrazione che provava in momenti come quello, nel non poter passeggiare tra la neve mano nella mano con il ragazzo che amava, Harry non aveva mai avuto un solo dubbio.
Dalla mattina in cui si era svegliato accanto a lui per la prima volta, aveva capito dov’era il suo posto e quella era l’unica certezza della sua vita.
Amava Draco più di ogni altro al mondo e, proprio per quello, aveva accettato di uscire con lui ed i loro amici, per passare qualche ora tranquilli, prima di dover affrontare l’ennesimo problema.
In quel preciso momento il biondo stava osservando l’ennesima vetrina con Pansy alla ricerca di un regalo per Blaise, mentre questo era stato prontamente allontanato con una scusa da Herm.
Si avvicinò a loro stampandosi in faccia un sorriso e cercando di godersi appieno quelle poche ore di serenità con loro.
Arrivato in prossimità del negozio la sua attenzione venne catturata dal muro a fianco della vetrina addobbata a festa, dove un manifesto che pubblicizzava la grande festa di Natale che, come ogni anno il Ministero dava presso la propria sede, risaltava su tutto il resto, ed il sorriso scomparve all’istante dalle sue labbra.
Ecco, quello era il problema attuale di Harry Potter.
Dire al suo fidanzato che era stato costretto a partecipare a quella stupida festa, proprio il giorno di Natale, quando quello che avrebbe voluto di più al mondo era poterlo festeggiare insieme a lui.
Perché, come ci aveva tenuto a specificare il Ministro, Draco non era il benvenuto quell’anno, visto che poteva dar adito a troppi pettegolezzi la presenza di entrambi e dato che era impensabile non avere lui, Harry, come ospite d’onore.
Sbuffò sonoramente attirando l’attenzione dei due ragazzi davanti a lui.
Mossa sbagliata.
Draco si voltò verso di lui, le gote leggermente rosate dal freddo e gli occhi più brillanti del solito, come ogni volta che aveva a che fare con i regali.
Gli venne in mente quando, il Natale precedente, il biondo gli aveva confidato mentre se ne stavano abbracciati sotto le coperte, nel caldo del loro letto, di come gli piacesse fare i regali, molto più che riceverli.
La sua ennesima scoperta sul biondo, l’ennesima confidenza di Draco.
Ed un tassello in più a completare l’amore che Harry provava per lui.
Draco quel giorno gli raccontò infatti di come per lui, che era cresciuto con tutti gli agi possibili e con dei genitori che gli avevano comprato sempre ogni cosa desiderasse, fosse difficile emozionarsi davanti ad un dono. Quello che davvero lo rendeva felice invece, era vedere le facce delle persone a cui voleva bene illuminarsi nell’aprire un regalo particolarmente azzeccato.
Ed era per quello che Draco amava così tanto il Natale.
Ed era per quello che Harry si odiava così tanto, per non poter festeggiare quel giorno assieme a lui.
Ecco, stava pensando a quello, mentre il suo ragazzo sorrideva in sua direzione ed intercettando il suo sguardo voltava i suoi occhi argentati in direzione del manifesto.
Fu un attimo, un secondo non ben definito, il tempo che Draco impiegò nel capire la situazione e nel trarre le giuste conclusioni, poi una sottile ruga si formò tra le sopracciglia bionde oscurando il suo sguardo.
Harry non riusciva più a sopportare tutto quello.
Lo sguardo ferito di Draco, ogni volta che accadeva una cosa del genere.
Gli sguardi di disapprovazione dei colleghi, se andavano a pranzo assieme.
I pettegolezzi che li perseguitavano da un anno a quella parte.
Si sentiva ogni volta in colpa, come se tutto quello fosse causa sua, sempre e comunque.
Per questo non voleva, in quel momento, a pochi giorni da Natale, litigare con lui per il solito argomento e sperava che Draco fosse dello stesso parere.
Che non lo fosse fu chiaro un attimo dopo, quando un sibilo gelido tagliò il silenzio e fece voltare in loro direzione anche Blaise ed Herm, che poco lontani da loro erano stati allarmati dal tono del biondo.
“E questo cosa vorrebbe dire?”
Mani in tasca, sciarpa verde scuro a coprirgli parte del viso e capelli scompigliati dal vento, Draco lo fissava con i suoi occhi argentanti e davanti a quello sguardo Harry sapeva di non riuscire a mentire.
Qualsiasi fosse il luogo in cui si trovava, qualsiasi fosse la situazione, ogni volta che il suo sguardo si posava sul biondo era come se in mondo attorno sparisse completamente.
“Il Ministro mi ha costretto ad accettare di partecipare a quella stupida festa Draco, non ho potuto rifiutare. Comunque si tratta solo di poche ore e..”
Non venne bloccato da nessuno ma la sua stessa voce andò affievolendosi mentre osservava il compagno.
Draco non gli aveva detto niente, non un solo commento, non un solo cambiamento in quell’espressione seria, ma Harry fu scosso ugualmente da un brivido, nell’osservare gli occhi grigi che lo fissavano assorti e si chiese se non si fosse spinto troppo in là.
Vide Pansy alla sua destra aprire bocca, come per dire qualcosa per stemperare la tensione, per poi richiuderla senza emettere un suono, osservando Draco.
Il biondo fece un sorriso stanco in direzione di Harry, la testa reclinata di lato, i capelli che coprivano gli occhi magnetici, quasi di proposito.
“Sono stanco. Torno a casa”
Quattro parole.
Voce neutra, forse una nota di rassegnazione di troppo, a colorarla.
Ed il cuore di Harry che sembrò quasi scoppiare nel petto.
Era stanco.
Di cosa? Di loro due? Di tutto quello? Draco voleva arrendersi?
Non riusciva a capire niente in quel momento.
Le parole di Herm, che lo incoraggiava a seguire il biondo e parlargli e quelle di Zabini che cercava di richiamare il biondo erano solo sussurri lontani, senza forma.
Nelle sue orecchie continuava a sentire l’eco assordante dei battiti del suo cuore e la paura che Draco lo lasciasse gli attraversava lentamente le vene come veleno, sconvolgendolo ogni secondo di più.
Intanto il biondo era già sparito dalla sua visuale.
Niente scenate, niente insulti, niente di niente. Ecco, era quello il problema.
E se davvero, fossero arrivati al punto che tanto temevano, quello in cui il dolore era troppo per essere sopportato?
Forse si era davvero spinto troppo oltre.
E con questa idea che vorticava furiosa nella sua testa, Harry mosse il prima passo sulla neve, poi il secondo ed il terzo, finché non si trovò a rincorrere l’ombra del ragazzo che amava sperando che non fosse troppo tardi.






Postilla
So che questo capitolo può sembrare particolarmente pesante, ma ci tenevo a rendere la storia verosimile e non solo rosa e fiori come lo sono invece molte altre.
Per una volta ho voluto essere più realistica che romantica e spero che aspettiate la conclusione della storia prima di cercare di picchiarmi per quello che sto facendo passare a questi due poveretti :P
Intanto vi posso dire che il secondo capitolo sarà descritto dal punto di vista di Draco e che si capirà con più chiarezza come il biondo ha vissuto tutta questa situazione..
Layla84

  
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