Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Yumeha    09/07/2014    3 recensioni
Il mondo magico è stato stravolto completamente. I Librarian, i più forti Marines in circolazione, hanno il compito di eliminare quei pochi maghi rimasti che fanno resistenza all’interno delle loro Gilde.
Fairy Tail e qualche altra corporazione, riescono a rimanere in piedi. Non sempre però, la squadra riesce ad uscire indenne.
Le nuove armi donate ai Marines stanno mettendo in serie difficoltà i Portatori di Magia.
In quella nuova Fiore c’è solo una regola: I Portatori di Magia vanno eliminati.
Gli ultimi maghi rimasti riusciranno a sistemare le cose e portare il tutto alla normalità, o guarderanno sprofondare quello che per loro era stato un continente prospero e pieno di magia?
***
[Dal Capitolo 1]
Vidi un Librarian entrare in piazza, accompagnato dalla sua fedele arma: un fucile.
«No.» mormorai, con occhi sbarrati, cercando di liberarmi.
L’uomo alzò l’arma, il bambino tremava e la folla guardava la scena senza battere ciglio. Quando il Marine caricò, mi sentii presa dalla paura, come se al posto di quel piccolo bimbo ci fossi io.
Uno sparo.
Uno fiotto di sangue.
L’ennesima vita strappata.
«No!» urlai, talmente forte da sentirmi la gola bruciare.
***
[NaLu, GaLe]
Spero vi piaccia! :3
Lilith ♥
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angelo Custode

 
Capitolo 1 ~

Accavallai le gambe, appoggiando il mento sul palmo della mia mano destra. Non ne potevo più di ascoltare tutti questi Librarian che fieri del loro operato, comunicavano a mio padre quante persone avessero ucciso. A volte sembrava che tra di loro ci fossero delle sfide a chi ammazzava di più.
Guardai disgustata l’uomo che si trovava davanti a me: un Librarian che aveva poco più di trent’anni, pelato, occhi azzurri e una lunga e brutta cicatrice che iniziava dalla tempia e proseguiva fino al mento. Era alto e grosso; sembrava un armadio. Era il Generale, il Marine più forte di tutti: Mark King. Soprannominato anche “Il Re”, appunto dal suo cognome.
Quando ero più piccola, e lui era ancora un ragazzo, lo vidi uccidere per la prima volta, percepii dei brividi che mi fecero tremare dalla paura. L’espressione soddisfatta che aveva quando finiva il lavoro, era quanto di più terrificante abbia mai visto.
Mentre loro parlavano e io mi impegnavo a insultarlo mentalmente con quante più parole possibili conoscevo, vidi un Librarian entrare e appoggiare sul tavolo dei documenti. Allungai lo sguardo, quando vidi la foto allegata al pacco di fogli, sentii la rabbia prevalere sul mio autocontrollo.
«Scordatevelo.» dissi, puntando il mio sguardo negli occhi glaciali di Mark.
Lui mi sorrise beffardo. «E cosa vorreste fare, principessa?» chiese.
Il modo in cui lo disse mi fece diventare rossa dalla rabbia. Sfilai un coltello che tenevo nascosto sotto il mio vestito, puntandoglielo alla gola. Il sorrisetto che esibiva poco prima si spense, ma il suoi occhi erano sempre puntati nei miei, in segno di sfida. Mio padre mi allontanò dall’uomo, fulminandomi con lo sguardo. «Lucy, metti via quell’arma.» sibilò.
Lo guardai divertita. «Non pensavo che consideraste ancora queste cose come armi, padre. Dopo quelle che avete fatto fabbricare, queste sono diventate solo oggetti d’antiquariato.» dissi, sedendomi di nuovo e mettendo via il coltello.
Mio padre serrò la mascella, ma si astenne dal dire qualcosa che mi avrebbe potuto far fare delle figure. Mi stampai in faccia un sorrisetto strafottente e incrociando le braccia sotto al petto, tornai ad ascoltare.
Ci vollero ancora venti minuti prima che mio padre potesse congedare i Marines. Uscimmo tutti, finalmente potevo dire cosa ne pensavo al riguardo.
Aumentai il passo, per quanto i tacchi e il vestito mi permettessero. «Padre, non potete fare una cosa simile! Mi rifiuto di crederci! Non potete uccidere un bambino di cinque anni!» feci, seguendo l’uomo nel suo studio.
Quest’ultimo si voltò esasperato. «È un Portatore di Magia, va ucciso. E non mi interessa se sei contraria, Lucy. Questa non è la tua battaglia.» affermò deciso Jude, uscendo e sbattendosi la porta dietro di sé.
Grugnii, sbattendo il piede per terra violentemente, senza curarmi del “crack” che provenne dalla scarpa. Al diavolo i tacchi!
Non avrei permesso a nessuno di togliere la vita a quel bambino indifeso, costi quel che costi!
Uscii dalla stanza, levando le scarpe e gettandole sul pavimento. Avevo rotto un tacco, se non volevo farmi male sul serio era meglio liberarsene. Proseguii a piedi nudi, percependo la morbidezza della moquette che ricopriva tutto il corridoio.
Ero la principessa di Fiore, ma quanto a comportamento di principesco avevo ben poco… Sembravo più a una guerriera a favore dei ribelli.
Quando entrai in camera mia, mi liberai del vestito, buttandolo poi a terra. Mi avvicinai all’armadio, spalancando le due ante e cercando dei vestiti che potevano essere definiti tali. Presi dei pantaloni aderenti con fantasia militare, un top nero che mi valorizzava il seno e infine afferrai degli anfibi, anche loro color pece. Presi un elastico e mi legai i lunghi capelli dorati, in una coda alta.
Sarò strana, ma io mi sentivo molto più sexy vestita in quel modo che con uno dei quei vestitini che si mettevano le principesse o le contesse di allora. Ogni volta che le vedevo storcevo il naso e mi chiedevo se non facessero prima ad andare in giro nude. Fiore era caduta davvero in basso.
Prima di uscire da camera mia, presi una chiave che tenevo sempre con me, appesa a una collanina. Mi scrocchiai le ossa delle dita, poi afferrai la base del grande letto a baldacchino e con non poco sforzo, lo tirai verso di me, spostandolo. Appena mi accertai che ci fosse abbastanza spazio per passare dietro, mollai la presa. Mi avvicinai, accovacciandomi a terra. Cercai un piccolo foretto, quando lo scorsi, presi la mia chiave e la infilai nella serratura. Si sentì uno schiocco, subito dopo apparve una maniglia, l’afferrai e l’abbassai. La piccola porticina si aprì, con un balzo mi lasciai cadere. Non riuscii a impedire il piccolo ghigno che affiorò sulle mie labbra quando vidi tutta quella meraviglia. Ero in una stanza senza mobilio, sulle pareti erano appese un’infinità di armi, esposte come se fossero oggetti da collezione. Presi un fucile d’assalto e lo fissai sulla schiena. Valutai l’opzione di prendere qualcos’altro, ma non volevo esagerare. Ormai si erano abituati a vedermi girare con le armi. Anche se non riuscivano mai a capire come facevo a reperirle. Adoravo vedere la loro espressione stralunata quando mi avvicinavo a loro e cominciavo ad elencare i nomi di tutte le armi che avessero dietro, era impagabile.
Con un piccolo balzo mi aggrappai alla fessura in alto, facendo poi forza sulle braccia mi tirai su. Una volta fuori richiusi la piccola botola, e spostai il letto, rimettendo tutto esattamente com’era.
Uscii da camera mia, avviandomi verso l’ufficio di Mark. Ero più che sicura che non ci fosse al momento, quindi mi sembra più che doveroso andare a fare una visitina nel suo studio. Il palazzo Heartphilia era enorme: i tre quarti della reggia erano miei e di mio padre. Nonostante fossero tre, era decisamente troppo grande per solo due persone e i loro domestici. Da piccola mi persi innumerevoli volte, andando a finire anche nella parte non dedicata alle nostre stanze. La parte rimanente non era altro che una specie di Quartier Generale. Anche se quello vero non era qui, ma fuori dalla città di Magnolia, lontano da abitazioni e occhi indiscreti.
Mi ci volle un quarto d’ora buono per arrivare dall’altra parte. E avevo preso anche una specie di scorciatoia. Non ero autorizzata ad entrare in quella parte di casa, ma quando mai avevo eseguito un ordine io? Con passo felpato, mi avvicinai alla spessa porta blindata. Inserii il codice – non chiedetemi come avevo fatto a scoprirlo – sul piccolo monitor, posto accanto alla grande porta d’acciaio. Sorrisi quando mi concesse l’accesso e mi fece passare. Feci attenzione a non farmi vedere da nessuno, fortunatamente era quasi ora di cena, di conseguenza non c’erano in giro molte persone.
Sentii delle voci, e dato che diventavano sempre più alte, pensai che qualcuno si stesse avvicinando nella mia direzione. Mi immobilizzai, pensando a dove potessi nascondermi. Mi diedi della stupida per essermi dimenticata di prendere il mio fedelissimo Teaser. Vidi una piccola porta – anche questa rigorosamente blindata – e mi affrettai ad inserire il codice. Quando mi diede l’accesso negato e una forte sirena cominciò a suonare, cominciai a preoccuparmi. Sentii qualcuno correre. Mi morsi il labbro, cercai di inserire un altro codice, fortunatamente lo accettò e con uno scatto entrai, serrando gli occhi. La porta si chiuse silenziosamente un attimo dopo che dei Librarian arrivassero. Trattenni il respiro, cercando di non muovermi per non far rumore. Dopo aver appurato che se ne fossero andati, mi voltai, cercando di abituare la vista alla penombra della stanza. Non vedevo molto, controllai se avessi con me una piccola torcia e fui lieta di trovarla in una delle tasche posteriori del pantalone. L’accesi e cercai sul muro l’interruttore della luce. Quando lo trovai, sfiorai il pulsante e dovetti portarmi una mano davanti agli occhi per la troppa luminosità. Misi via la mini torcia e cominciai a guardarmi in giro. La stanza non era molto grande, non c’era nemmeno una finestra. Erano solo presenti scaffali pieni di documenti, più una scrivania. Mi avvicinai cautamente al tavolo, notando dei fogli. Scorsi quello del bambino che sarebbe dovuto essere giustiziato tra poco e un elenco. Lo osservai attentamente: erano nomi di Gilde. La maggior parte erano state tutte sbarrate, segno che significava che erano state fatte fuori. Mi morsi l’interno guancia, giusto per evitare qualsiasi attacco di nervi che avrebbe potuto farmi sentire. La mia attenzione fu catturata dal nome di una Gilda cerchiata più volte. Forse per evidenziare il fatto che era quella che doveva essere buttata già ad ogni costo. Il suo nome era Fairy Tail. Sorrisi, nessuno sarebbe riuscito a uccidere quei maghi, per quanto forti potevano essere le nuove armi dei Marines, quei ragazzi erano troppi furbi, per non parlare dei poteri di cui disponevano.
Non mi sarebbe dispiaciuto entrare a farne parte. Ma mi era impossibile, per due motivi: Uno, non ero una maga, purtroppo. Due, non si sarebbero mai fidati della figlia di Jude Heartphilia. E come dargli torto?
Quando sentii dell’agitazione nel corridoio da cui ero venuta prima, cominciai ad agitarmi. Misi le cose a posto e uscii dalla stanza appena fui certa di non sentire ulteriori rumori. Cominciai a correre verso l’uscita, mentre il cuore mi batteva veloce nel petto.
Non lo avrebbero toccato.
 
Uscii dall’enorme reggia Heartphilia, correndo più veloce che potei. Nonostante sia sempre stata veloce, in quel momento non bastava. Ignorai il dolore al petto, dove ormai i polmoni sembravano volermi andare a fuoco, il dolore alle gambe e il terrore di non potercela fare.
Perché io ce la dovevo fare.
Arrivai in piazza: i Librarian avevo formato una specie di cerchio che voleva tener fuori chiunque non c’entrasse in quel momento. Mio padre era all’interno, affianco a Mark, stavano parlando e sembravano entrambi nervosi. Mi stupii anche io di tutti quei Marines, sospettavano qualche ribellione? Be’, era anche ora. E io di certo mi sarei schierata dalla loro parte.
Al centro di quel cerchio umano, c’era un bimbo di cinque anni. Capelli castani e spettinati, occhi grandi, impauriti e color verde chiaro. Presi il mio fucile e sparai a un paio di Marines, che caddero al suolo con un tonfo. Ne approfittai del buco per entrare. Ero consapevole di aver fatto l’errore più grosso di tutta la mia vita, ma con tutti quei Librarian, come avrei potuto trarlo in salvo? Mi era impossibile.
Sentii mio padre gridare qualcosa, e dei Marines riuscirono a bloccarmi. Jude si voltò verso di me, l’espressione indecifrabile e un tic nervoso all’occhio destro. Mi voltai e vidi un Librarian entrare in piazza, accompagnato dalla sua fedele arma: un fucile.
«No.» mormorai, con occhi sbarrati, cercando di liberarmi.
L’uomo alzò l’arma, il bambino tremava e la folla guardava la scena senza battere ciglio. Quando il Marine caricò, mi sentii presa dalla paura, come se al posto di quel piccolo bimbo ci fossi.
Uno sparo.
Un fiotto di sangue.
L’ennesima vita strappata.
«No!» urlai, talmente forte da sentirmi la gola bruciare.
Con uno strattone, riuscii a liberarmi e correndo, raggiunsi il corpicino esamine del bimbo. Mi tremò il labbro, subito dopo sentii gli occhi pizzicarmi. Ma non avrei pianto. Non lo facevo da quando era morta la mamma e mi ero promessa di non farlo più. E non lo avrei mai fatto davanti a quel bastardo di mio padre. Vidi gli occhi del bambino muoversi velocemente, finché non scorse me.
«Sei un Angelo Custode?» chiese, con voce debole e tremante, lasciandomi perplessa. «Sei la protettrice di noi maghi?» domandò, pronunciando comunque quella parola. In fondo, cosa avrebbero potuto fargli di più?
Gli diedi una carezza sulla guancia, cercando di calmarlo e soprattutto cercai di ignorare il brutto squarcio che aveva al petto, da cui continuava a sgorgare del sangue. «Sì, prometto di salvarvi tutti.» risposi, sussurrando per non farmi udire da nessun’altro.
Non me la sentivo di dargli una risposta negativa.
Quando sorrise e chiuse gli occhi, non riuscii a trattenere un rantolo strozzato. Feci per sollevare il suo corpicino, ma due Marines mi afferrarono per le braccia e mi trascinarono su, ignorando le mie grida, le mie proteste  e anche i miei insulti. Quando passai davanti a mio padre, mi fulminò con lo sguardo, mentre i suoi uomini mi lasciarono davanti a lui, con uno spintone. «È questo il modo di trattare una principessa?!» sbottai. Non che mi importasse poi molto di essere considerata tale. Ma solo quando mi conveniva.
Jude mi afferrò per il polso, costringendomi a riportare la mia attenzione verso di lui. «Andiamo, hai già dato abbastanza spettacolo.» sibilò, portandomi via.
Lo seguii di malavoglia, costringendomi a darmi una calmata o gli avrei puntato il fucile alla tempia.
Per Mavis, come avrei voluto ammazzarlo.
 
 

Angolo Autrice
Saaalve! :D
Allur? Che dite? Vi è piaciuto? *^*
Io personalmente mi sto esaltando troppo nel scrivere questa storia. xD Poi questo tipo di Lucy mi piace molto di più. È molto più figa, ammettetelo. v.v
Ringrazio bekkuzza_chan, Silvia nalu4life, Ia-chan e Fede-chan per aver recensito il prologo. *^* ♥ Grashie. *u*

Beeene, fatemi sapere cosa ne pensate. ;)
Bacioni :*
Lilith
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Yumeha