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Autore: fedxoxo    10/07/2014    1 recensioni
Louis Tomlinson, 28 anni, calciatore di successo dello Stoke city e della nazionale. È apertamente gay e felicemente sposato con Harry Styles, che ha sacrificato la sua carriera per supportare il marito e crescere i loro figli.
La sua carriera di calciatore sta decollando, richiedendogli più allenamento e dei viaggi internazionali con la squadra. La sua famiglia sembra quindi messa in secondo piano.
Harry sarà felice di essere al secondo posto?
Continuerà a sacrificare tutto per suo marito che non è mai con i bambini che iniziano a chiedere del loro papà?
E se Louis avesse un’opportunità che non può rifiutare, ma che gli richiede di trasferirsi all’estero?
Le scelte devono essere fatte, le lotte devono essere combattute e le lacrime devono essere versate. Chi vincerà questo gioco, o c’è almeno un vincitore?
LA STORIA E' UNA TRADUZIONE.
PER LA STORIA ORIGINALE ANDATE QUI http://www.wattpad.com/story/5573343-i%27ll-be-home-soon-larry-au-boyxboy
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il posto accanto a lui nel letto era vuoto quando si svegliò alle 7 disturbato dai piccoli rumori del loro bambino. Era abituato a svegliarsi solo, soprattutto nei finesettimana quando Louis se ne andava all’alba per prepararsi alla partita.
Almeno era stato a casa abbastanza tempo il giorno precedente, passando insieme molto più tempo del dovuto.
Peccato che i bambini erano già addormentati quando lui era arrivato.
 
Si stropicciò gli occhi con i pugni, cercando di sbarazzarsi della sfocatura dovuta al sonno e si alzò dal letto, attraversando la stanza per far capire a sua figlia che si era alzato e presto le avrebbe preparato la colazione.
Il luminoso sorriso di Amy era tutto ciò che dava un senso durante i lunghi giorni, le corte notti e i momenti di solitudine quando Louis era via per il calcio.
Le sorrise e le arruffò i capelli corti prima di prenderla in braccio, fece una faccia notando l’odore proveniente dal pannolino sicuramente pieno.
 
Tutto era diventato una routine per lui, cambiare il pannolino, scaldare il biberon, dare da mangiare ad Amy, svegliare Jack e Beth, fare colazione con i figli maggiori e vestirli per farli uscire. Era sempre una lotta, Beth si rifiutava di indossare i vestiti che Louis  aveva scelto per lei, Jack cercava di togliersi i vestiti che Harry gli aveva messo, Amy buttava fuori tutte le magliette pulite che Harry aveva appena riposto.
Dopo circa un’ora, finalmente riusciva a mettere tutti e tre i bambini nella macchina e partiva. I suoi capelli e la sua maglietta erano scompigliati e indossava solo un calzino perché non era riuscito a trovare l’altro, ma almeno erano sulla strada per lo stadio.
 
Harry non ricordava quando la sua vita si era trasformata in questo. Quando aveva incontrato Louis 8 anni prima, era un promettente talento del calcio ma niente di più. Harry aveva appena iniziato a studiare giurisprudenza e si vedeva come un avvocato socialmente impegnato, forse esperto in legislazione ambientale dopo un paio di anni. Si erano sposati dopo il collage, e la scelta di avere bambini arrivò subito dopo quando adottarono Beth, che aveva 2 anni.
Harry aveva lavorato come tirocinante in un grande studio legale per quasi un anno, cercando di destreggiarsi tra il lavoro e la famiglia, e gli piaceva pensare che aveva fatto un lavoro discretamente buono.
Questo finchè Louis fu ricercato per giocare per il Stoke city, una squadra di premiere league, e ovviamente non poteva rifiutare quell’opportunità.
Lo avrebbe esoneravo dal suo lavoro da Tesco che odiava e, allo stesso tempo, sarebbe riuscito ad avere abbastanza soldi per comprare una casa più grande.
Harry provò a lavorare per un po’ dopo questo, ma diventò sempre più difficile. Louis non sarebbe mai riuscito a prendere Beth in tempo dall’asilo nido, così Harry doveva andare di fretta dopo il lavoro e faceva arrabbiare le maestre perché era in ritardo, di nuovo.
Comunque amava Louis, quindi aveva riflettuto a lungo, ne aveva parlato con sua madre, con i suoi migliori amici e, ovviamente, con Louis prima di decidere di dimettersi e diventando un papà “casalingo”. Così Louis avrebbe potuto mantenere e costruire la sua carriera senza che la famiglia ne soffrisse.
Un anno dopo, Jack arrivò nella loro piccola famiglia,; fu adottato quando aveva solo un paio di giorni, e Louis aveva anche preso un mese di ferie per accoglierlo a casa.
 
Il momento tranquillo di Harry a ricordare mentre era al volante fu presto interrotto dai lamenti di Jack che accusava sua sorella maggiore di aver preso il suo orsacchiotto. Anche se non erano biologicamente uniti, Jack aveva decisamente preso le tendenze drammatiche di Louis ed era difficile raggiungere il sedile posteriore con solo un braccio libero per calmarlo mentre guidava perché erano quasi in ritardo. Era faticoso calmare il piccolo di tre anni senza che Amy si svegliasse dal suo pisolino e iniziasse a piangere anche lei. Fortunatamente ci riuscì promettendogli gelato e succo di frutta.
 
Parcheggiò al solito posto –grazie a Dio almeno il ruolo di star del calcio di Louis aveva dei privilegi – slacciò i bambini e si avviò verso gli spogliatoi con il marsupio in una mano, Jack attaccato alla sua gamba e Beth che stringeva l’altra mano.
Il cipiglio sul viso della bambina sparì quando entrò nello spogliatoio e iniziò ad essere coccolata dai compagni di squadra di Louis.
Era uno dei pochi che aveva già dei bambini e i ragazzi non potevano resistere alla faccia tenera della bambina anche se ci provavano.
 
Louis si girò quando li sentì arrivare e mostrò loro un brillante sorriso prima di avvolgere Jack in un abbraccio e raggiungere Harry per baciarlo sulle labbra.
Mise Jakc nel suo grembo e diede un’occhiata al marsupio per sorride ad Amy che ancora dormiva.
“Harry, sei consapevole che stai indossando due scarpe diverse?” chiese divertito quando notò che suo marito indossava uno stivale marrone e uno nero.
 
Harry guardò in basso e arrossì. “Si, assolutamente, è la moda del momento!” provò, ma sapeva che Louis avrebbe rigettato la sua scusa. Louis ridacchiò e gli diede un altro bacio.
 
“Sono sicuro che puoi fare di questo una moda, bello” ammiccò. “Manicomio di nuovo stamattina?”
 
“Hmmm.” Harry annuì. “Beth non voleva indossare quei vestiti e Jack non voleva vestirsi proprio. Almeno Amy è stata facile da gestire.” Sospirò e diede un’occhiata nel marsupio che aveva ora slegato.
 
“Questo finché i suoi geni Tomlinson non faranno effetto e inizierà ad assomigliarmi” Louis scherzò e Harry roteò gli occhi.
Il loro piccolo momento in famiglia fu interrotto dall’allenatore della squadra che entrò, così Harry raccolse i suoi figli di nuovo per portarli sui loro posti sugli spalti dopo un altro veloce bacio sulle labbra di Louis.
Dopo aver comprato gelati e succhi di frutta, finalmente si sedette al suo posto: Jack alla sua destra, Beth alla sua sinistra e Amy sul suo grembo. Questa volta almeno si ricordò di mettere un panno sulla sua spalla così la sua saliva o il suo vomito non gli avrebbe rovinato un’altra maglietta. Provare ad essere presentabile stava diventando una sfida in questi giorni.
 
Guardò Louis e la sua squadra correre in campo e tornò in dietro nel tempo alla prima volta che vide Louis giocare. Era tanto tempo fa, e loro erano più giovani e ingenui, ma doveva ammettere che il culo di Louis in quei pantaloncini era rimasto estremamente bello. Si morse il labbro inferiore a causa di quei pensieri perversi che invadevano la sua mente e salutò suo marito che era sul campo. Per sua fortuna, Beth era già una fan del calcio quindi rimase tranquilla mentre leccava il suo gelato e beveva il suo succo di frutta  e guardava suo padre giocare, ma per Jack era già tanto essere rimasto seduto per tutto il primo tempo. Non capiva molto di quello che succedeva in campo; dopo circa venti minuti faceva i capricci, e aveva rovesciato il suo succo e il suo gelato sui vestiti di Harry mentre cercava di salirgli addosso.
 
“Fantastico” Harry sospirò mentre lo prendeva in braccio spostando Amy così da fare posto ad entrambi sul suo grembo.
 
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“Paaaaapà, posso avere un altro gelato?” era la fine del primo tempo e non c’era molto da vedere in campo, così Beth spostò la sua attenzione su di lui e sulla mancanza di cibo nelle sue mani.
 
“No, ne hai già avuto uno, dobbiamo pranzare tra poco.” Rispose Harry con una bambina addormentata su una gamba e un chiacchierone sull’altra.
 
“Ma papà, io ho fame adesso!” Beth gridò sbattendo i piedi e incrociando le braccia al petto.
 
“Puoi avere un’altra bottiglia d’acqua, ne ho una nella borsa dei pannolini,” rispose Harry con calma.
 
“Non mi piace l’acqua, voglio il succo di frutta!” protestò e, anche se Harry sapeva che era solo un capriccio momentaneo, si innervosì.
 
“Devo prenderle un altro succo? Possiamo anche fermarci al bagno, se vuoi,” una voce femminile si offrì, e quando Harry si girò riconobbe la fidanzata di un compagno di squadra di Louis.
 
“Lo faresti? Sarebbe meraviglioso!” Harry ammise e sorrise con gratitudine quando lei prese Beth per la mano e la condusse verso il corridoio.
 
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“Ho bevuto due succhi di frutta.” Si vantò Beth quando Louis si avvicinò a loro a bordo campo. Avevano vinto tre a uno quindi l’atmosfera allo stadio era vivace e felice.
 
“Davvero? Significa che sei una bambina fortunata allora!” Rispose Louis prendendo sua figlia maggiore in braccio ignorando le sue proteste perché era troppo grande per essere presa in braccio da suo padre. “L’arancione ti dona” prese in giro Harry notando la macchia di succo di frutta di Jack sul suo petto.
 
Harry tirò semplicemente fuori la lingua, ma si sentì di buon umore andare via dopo che Louis disse “Non avevamo concordato un solo succo di frutta al giorno?”.
 
Sospirò “Si, ma in realtà, erano diventi delle pesti e non c’era altro modo per…”
 
“Ne parliamo dopo.” Lo interruppe Louis prima di tornare a parlare con i bambini.
 
Le lacrime minacciavano di cadere dai suoi occhi, ma Harry le ricacciò indietro rifiutandosi di piangere lì, soprattutto davanti ai bambini e a tutti i compagni di squadra di Louis. Finse un sorriso e concentrò la sua attenzione su Jack che si era aggrappato alla sua gamba.
 
“Quando vieni a casa, Lou?” chiese una volta che Louis mise Beth a terra e scompigliò i capelli di Jack per salutarlo.
 
“Non lo so Harry, sai non posso dirlo. Cercherò di essere a casa per cena, ok?” Rispose seccato Louis.
 
Harry annuì. “Si, ok. Mi chiami se non ce la fai prima che loro vadano a dormire? A loro sei mancato ieri”
 
“Ci proverò, Harry.” Harry non ebbe neanche un bacio prima che Louis se ne andasse. Sapeva che l’aveva fatto incazzare per avergli chiesto di tornare a casa da loro, ma gli era mancato, ed era mancato anche ai bambini.
Non poteva farne a meno.
  
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