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Autore: Scarlett_Brooks_39    10/07/2014    0 recensioni
Scarlett, una ragazza di 16 anni si ritrova coinvolta in un incidente e cade nell'acqua ghiacciata in pieno inverno per salvare sua cugina Emily, di cinque anni. Si risveglia in ospedale ma non sa che la Luna le ha donato dei poteri soprannaturali e che adesso è la sua guardiana. Viene salvata da Ben,bil ragazzo per il quale aveva da sempre avuto una cotta. Poco dopo avergli quasi confessato i suoi sentimenti il ragazzo sparisce. Scopre in seguito di far parte dei Guardiani, insieme ad altri dieci ragazzi e ragazze della sua età, protetti da ogni pianeta del sistema solare e dal Sole. Tra loro c'è anche Ben, ma non è lo stesso. Saturno infatti l'ha influenzato a tal punto da cambiarlo per sempre. I Buchi Neri, o Murdock, minacciano il pianeta Terra e fra non molto rinnoveranno la loro promessa di distruggerlo per sempre. I Guardiani dovranno sconfiggerli per salvare il loro pianeta e le persone che amano da un altrimenti orrendo destino. Come se non bastasse, un'altra minaccia incombe sui Guardiani ed è costituita da una delle persone più vicine a Scarlett.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Capitolo 12
Sei tornato da me


"Che ci fai qui?" Gli chiesi io, col le braccia conserte al petto. Cavoli, com'era bello.. Non lo ricordavo così. Devo smetterla, non mi ha parlato per due settimane, perché ora si?
"Devi venire con me."
"Non penso proprio."
"Scarlett, ti spiegherò tutto, ma non qui."
"Non c'è niente da spiegare. Mi hai baciata, ti ho baciato, abbiamo sbagliato, dimentichiamocelo e viviamo felici e contenti."- mi voltai per non continuare a vedere quel suo perfetto viso ed i suoi occhi color smeraldo, ma mi trattenne per il polso.
"Non abbiamo sbagliato, seguimi ed avrai tutte le risposte che vorrai."
Era troppo convincente per non seguirlo.
"E con mia madre come faccio?"
"Non credo sia un problema, dato che sta parlando con la mia, e sai quanto durano le loro chiacchierate... Non si preoccuperà di te."
Con un cenno molto striminzito mi concesse per prima di andare, chiedendomi:
"Bisogno d'aiuto?" Gli rivolsi un'espressione come per dire 'Stai scherzando, vero?' e lui sembrò capire, perché ritrasse le mani in segno di scuse e si mise a ridere. Con un balzo mi aggrappai all'albero e, dato che da piccola mi prendeva sempre in giro perché ero poco agile, eseguii una doppia capriola, atterrando poi con i piedi per terra, come una perfetta ginnasta. Lui sorrise e mi copiò.
"Non si copia, è da maleducati."
"Oh, giusto, a te piacciono i damerini educati."
"Come scusa?"
"Hai capito.... Cioè no, scusa, non volevo dirlo...andiamo, è tardi."
"Tardi?"
"Dai, non fare domande e corri!"
Iniziammo a correre, allontanandoci dal prato intorno a casa mia, per poi inoltrarci nel bosco. Corremmo per un po' e poi Ben si fermò: eravamo arrivati in una radura, dove scorreva un limpido ruscello. Si mise a sedere su un ponticello di legno, elevato rispetto all'acqua, con le gambe penzoloni. Lo seguii e lo imitai. Aveva la mascella tirata, la fronte aggrottata e lo sguardo chino, poi lo alzò. Mi ero dimenticata di quanto fossero verdi i suoi occhi e sotto la luce del mio pianeta Protettore lo erano anche di più.
"Vedi... ho parlato con Kartik e mi ha detto che... che tutti i Guardiani assumono alcune caratteristiche dai loro pianeti, non solo fisiche, ma anche mentali. Amanda è dolce e gentile, come Venere, Ethan innovativo come Urano, tu... Bellissima e volubile, in senso buono, proprio come la Luna.. Ed a me è toccata la peggio. Io sono come Saturno, scontroso e crudele. Adesso sta parlando la parte di me ancora sana, perché Saturno mi ha concesso un po' di tempo prima che la mia mente venisse totalmente distrutta e cambiata per sempre. Ho deciso di usare questo tempo che ho a disposizione con te, visto che sei quella che ha sofferto di più. Voglio che tu sappia che non ero io, quella sera, quando abbiamo scoperto le nostre origini. Non ero io quando me ne sono andato durante il tuo primo combattimento e neanche quando stavo baciando Megan... Non sono mai stato io, è sempre stato Saturno." Quelle parole furono come un sole improvviso dentro me, come se non aspettassi altro. Ed in un certo senso era così.
"Però ero io quando ti ho vista con Ethan, mentre volevi portarlo a cena a casa tua e so che te lo meriti, ma ero troppo geloso e quando ho visto che stavate per baciarvi... Dovevo fare qualcosa. Ero io anche quando ci siamo baciati, l'ultima volta e quando ho detto di amarti. Credimi, non c'era Saturno, quello ero io. Ti amo Scarlett, io amo solo te. So che tu non mi ami, che tu ami Ethan e vorrei tanto lasciarvi stare, ma non ce la faccio. Volevo sapessi la verità perché ti ho sempre detto tutto."
Allora alzai lo sguardo ed i nostri occhi s'incontrarono. Quella strana sensazione di molti mesi fa tornò, quella dei primi giorni di scuola, prima che iniziasse tutto.
E allora capii di non volere più Ethan, ma di essere sempre stata innamorata di Ben, anche se lui... non era proprio lui.
"Quanto tempo ci rimane?" Sussurrai io con la voce rotta dal pianto e dall'emozione.
"Troppo poco tempo per sprecarlo." Disse lui tutto d'un fiato.
E allora non resistemmo più: ci avvicinammo con una foga mai provata prima e la sua bocca cercò la mia. Con Ethan non sapevo mai cosa fare, dove poggiare le mani... Con Ben invece mi veniva tutto semplice, naturale, come se fossimo destinati a farlo. Quello era un bacio vero, provato con tutti i sentimenti che possedevamo, il bacio che aspettavo da una vita.
"Ti amo, Scarlett."
"Anch'io ti amo, Ben."
Continuammo a baciarci, finché lui si staccò da me, si guardò un po' intorno e poi sorrise. Capii cosa intendeva: c'era un vecchio capanno abbandonato vicino al fiume. Risposi al suo sorriso sghembo e poi iniziammo a correre come due bambini. Entrammo nel capanno, aprendo la porta pericolante e consumata dal tempo. Lui mi cinse la vita ed io chiusi la porta alle mie spalle. Ciò che successe lì dentro fu semplicemente magico.

"Devi andartene ora." Ben mi aveva riportata a casa mia, fino alla finestra da dove poco prima eravamo scappati. Adesso nessuno dei due voleva lasciare l'altro.
"Forse dovrei."
"Vattene, avanti."
"Quando ti rivedrò?"
"Non lo so, adesso va'."
"Dimmi che ci vedremo domani."
"Non so se posso domani, e poi qui sono controllata a vista, ricordi?"
"Se trovassi un modo, mi prometti che ci vedremo?"
"Ve bene! Adesso sparisci!"
"Fai sogni d'oro mia bella Luna."
"Dormi bene mio bel Saturno." Ci baciammo un'ultima volta, lui aggrappato all'albero ed io appoggiata alla finestra di camera mia. Dopodiché scese, atterrando dopo una capriola e sparì nell'ombra. Quella notte sognai me con indosso un abito bianco e, sull'altare, Ben.
  
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