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Autore: Hesper    11/07/2014    4 recensioni
Questo è il primo episodio del remake di "Vendetta... O Giustizia?", serie che avevo mesi fa pubblicato per poi cancellarla non molto tempo dopo. Spero di aver fatto un buon lavoro nel riscriverla...
Questa è la storia del controverso incontro tra due dei più pericolosi criminali di tutto il Regno d'Egitto: Bakura e... una giovane donna.
Dal capitolo 1:
"C'era qualcosa che non lo convinceva in questa giovane donna, qualcosa che concerneva l'interesse che traspariva dai suoi occhi verdi e penetranti, i quali, peraltro, pensava lui, gli ricordavano il rettile più pericoloso che si possa trovare nel deserto, ovvero il serpente."
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Touzoku-ou Bakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Passò qualche giorno dall’intrusione dei due criminali all’interno del palazzo reale, ma pareva che il sacerdote Mahado non si fosse affatto dimenticato dell’accaduto. Essendo stato da sempre l’amministratore delle truppe, ovvero colui che decideva dove e quante porne a guardia delle diverse proprietà del regno, ne approfittò appunto per aumentare il numero di soldati addetti alla sorveglianza. Ne sistemò molti di più sia davanti al palazzo, sia, in generale, in giro per la città; non poteva assolutamente permettere che ciò che accadde qualche giorno prima potesse ripetersi.
Fu proprio per questo motivo che, quella notte, a Bakura risultò molto più complicato entrare nella capitale. È vero, al momento non aveva nessuna intenzione di commettere reati, in quanto voleva semplicemente recarsi presso una taverna - la solita - per mangiare qualcosa. Ma ritenne cosa migliore non lasciarsi vedere da quella gente: non fosse mai che qualcuno lo potesse riconoscere…
Per sua fortuna e malgrado le guardie, il ragazzo riuscì, anche aiutato dal fatto che le strade erano coperte da uno spesso velo di oscurità, a non farsi notare da quelle e a fare il suo ingresso nella taverna che spesso frequentava.
Non c’era un motivo preciso per cui lui sceglieva sempre quella come luogo in cui cenare o pranzare; probabilmente, però, se ce ne fosse stato uno, sarebbe stato legato alla qualità del cibo. Di certo non frequentava un luogo per incontrarsi con un’ipotetica compagnia: non era proprio il tipo che faceva certe cose.
Non ci volle molto prima che l’oste arrivasse con il cibo che Bakura aveva richiesto. D’altronde, avendogli il ladro dato più oro del consueto, la voglia di lavorare durante la notte e di essere veloci a cucinare gli era tornata.
Ovviamente, a pagamento abbondante corrisponde cibo abbondante. Era stato proprio un colpo di fortuna che gli fosse avanzato qualche oggetto di valore dall’ultimo furto, e non aveva alcuna intenzione di lasciare questi ultimi arrugginire dentro casa.
Perciò, una volta che l’oste appoggiò i piatti col cibo sul tavolo del ragazzo, quest’ultimo cominciò a mangiare.
Stavolta vi era meno gente del solito nella taverna. Probabilmente il fatto era dovuto all’aumento della sorveglianza all’interno della città, la quale aveva probabilmente fatto scoraggiare dei potenziali clienti. Ma la cosa non provocò dispiacere in Bakura, anzi: ciò lo faceva sentire molto meglio. Il più delle volte, in quel luogo vi era così tanta confusione che non riusciva nemmeno a sentire i suoi pensieri, cosa che, peraltro, lo faceva irritare non poco. Quella volta il problema non si presentò, quindi ciò andò a suo favore, in quanto, almeno una volta nella vita, stava riuscendo a rilassarsi. Proprio quello che ci voleva dopo aver rischiato la pena di morte giorni prima…
 
“Davvero è morto?” disse qualcuno, la cui voce sembrava provenire a poca distanza dal tavolo in cui era seduto il ladro.
“Sì. Era malato da molto tempo, e i suoi medici non sono riusciti a salvarlo” rispose un altro, il quale, molto probabilmente, era un amico del primo.
Questo breve botta-risposta attirò immediatamente l’attenzione di Bakura, il quale, nonostante avesse già finito di mangiare, decise di rimanere in quel luogo ancora per qualche istante, sufficiente a capire di cosa quei due uomini parlassero.
“Non lo sapevo” continuò il primo, ancora sorpreso dall’affermazione del compare “E pensare che è affiancato dai migliori medici del regno!”
“Anche io pensavo che, prima o dopo, lo avrebbero curato. Infatti mi ha sorpreso sapere che era morto… Non che la cosa mi dispiaccia, ovviamente” replicò quello.
“Che la cosa sia legata a quell’incidente dell’altro giorno? Sai, quello del falso medico che si era intrufolato nel palazzo…” chiese l’altro, gesticolando con le mani, quasi come per concretizzare ciò che stava dicendo.
“No, avevano detto che il tipo non era riuscito a fare nulla al re” spiegò l’amico, facendo cadere l’ipotesi dell’altro “E, a proposito… È proprio da quel giorno che non vedo più quella ragazza…”
“Quale ragazza?”
“Sai, quella che avevo ingaggiato per uccidere quel tizio…”
Il compagno dell’uomo che aveva appena parlato sollevò gli occhi, come per cercare di ricordare.
“Ah, ora ricordo!” esclamò poi, essendo riuscito a capire di chi l’amico stesse parlando “Intendi quella mercenaria… Quella con gli occhi da rettile e che cammina sempre lentamente?”
Sentendo quelle parole, l’espressione di Bakura, da attenta, divenne stupita. Lui conosceva una persona con quelle caratteristiche. Era la stessa che lo aveva, si fa per dire, aiutato ad entrare all’interno del palazzo reale per compiere la sua vendetta: Alima, l’assassina.
Effettivamente, era da un po’ di tempo che nemmeno lui la vedeva: l’ultima volta che l’aveva incontrata era, di fatto, quella in cui stavano mettendo in pratica il loro piano per uccidere il sovrano d’Egitto. Non che gli interessasse sapere dove era finita: a lui bastava soltanto che non l’avessero arrestata mentre si fingeva una messaggera e non le avessero fatto dire che lui era il suo complice.
Nonostante ciò, però, volle comunque continuare ad ascoltare il discorso tra i due, il quale sembrava destinato a durare ancora per un po’.
“Esattamente” rispose quello, annuendo “Mi sa che, però, mi tocca assumere qualcun altro…”
“Penso la stessa cosa” affermò l’amico “Tanto, non esiste solo quella mercenaria qui in Egitto: ce ne sono a bizzeffe, tranquillo.”
“Forse hai ragione” rispose, guardando altrove.
“Tornando al discorso di prima” riprese l’altro, attirando l’attenzione del compagno “Sai per caso se hanno già scelto il successore del faraone?”
“Non ne sono sicuro, ma penso che vogliano far salire al trono suo figlio” rispose, accompagnando alle parole dei gesti “Si chiama Atem e dovrebbe avere circa quindici, sedici anni se non ricordo male…”
“Oh, d’accordo. Non mi ricordo come era fatto, ma è lo stesso.”
Udito ciò, Bakura ritenne di aver origliato abbastanza da far sparire definitivamente la sua curiosità.
Grazie a quei due perfetti sconosciuti, era riuscito ad ottenere più informazioni del previsto. A parte il discorso sulla sua vecchia complice, il quale non gli era interessato poi così tanto – gli era bastato sapere che non era stata sottoposta ad un interrogatorio dai sacerdoti, infatti -, aveva saputo sia che Aknamkanon era morto, peraltro non per mano sua, cosa che gli diede non poco fastidio, sia che un nuovo faraone stava per fare la sua entrata in scena.
Atem… O meglio, il figlio di colui che gli aveva distrutto la vita…
Già non sopportava il fatto che quel vecchio non fosse morto a causa sua, figuratevi se avrebbe addirittura tollerato che il figlio di quest’ultimo, il sangue del suo sangue, avesse avuto l’onore di dominare un territorio così grande come quello dell’Egitto…
No, non se ne parlava proprio. Né lui né nessun altro membro di quella squallida famiglia sarebbe dovuto rimanere vivo, peraltro occupando una posizione così importante nella società.
O almeno, questo era ciò che Bakura pensava.
E fu proprio a quel punto che al Re dei Ladri venne in mente una bizzarra idea: preparare una nuova vendetta.
In fondo, che cosa aveva da perdere? La sua esistenza era, di fatto, interamente basata su ciò. Non aveva una famiglia, non aveva degli amici, non godeva di una posizione agiata nella società… A lui bastava avere un motivo per continuare a vivere, e, a parer suo, quello bastava e avanzava. Non aveva bisogno di altro se non di ottenere ciò che da tempo desiderava.
Oltre a ciò, se fosse riuscito ad uccidere il figlio di Aknamkanon, quella maledetta famiglia che tanto odiava si sarebbe praticamente estinta, in quanto correva voce che il giovane non avesse fratelli o sorelle. Inoltre, non aveva alcun dubbio sul fatto che entrambi i genitori fossero morti.
Insomma, se i suoi piani fossero andati a buon fine, sarebbe riuscito facilmente a colmare la sua interminabile sete di vendetta. E quella fu un’occasione che non poteva assolutamente perdersi.
“Un nuovo faraone, peraltro figlio di Aknamkanon?” pensò Bakura, piegando le sue labbra in un sorriso malizioso “Perfetto. Se suo padre non ha pagato per ciò che ha fatto quindici anni fa, allora vorrà dire che lo farà suo figlio. E ho già in mente qualcosa che potrebbe essermi d’aiuto…”
A seguito di queste riflessioni, il ragazzo decise finalmente di lasciare la taverna.
Da quel giorno in poi avrebbe avuto molto altro a cui pensare.

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Ed ecco qui l’ultimo capitolo di questa fanfic!
È leggermente più corto del precedente (facciamo anche molto più corto), ma spero che come finale non vi abbia delusi. Eh sì, perché con i finali faccio parecchio schifo (e questa la dice lunga su cosa penso io dei finali)… Perciò viene sempre fuori qualcosa di aperto, indefinito e simili, che potrebbe addirittura lasciar spazio ad un sequel (entrando in argomento: non so se questa storia avrà un sequel, ma probabilmente no).
Andatemi a capire…
A parte questo, spero davvero che il capitolo e, in generale, che questa storiella sia stata di vostro gradimento.
Non mi vedrete per un po’ in sezione (come autrice, s’intende *Lo so che probabilmente non v’interessa, ma è sempre meglio avvertire*), perciò vorrei approfittarne per ringraziare tutti coloro che hanno letto questa fan fiction. Il vostro sostegno è stato fondamentale per permettermi di andare avanti.
In particolare, vorrei mostrare la mia gratitudine sia verso la mia “recensitrice di fiducia” (in questa storia, s’intende), ovvero Naim1104, sia verso coloro che hanno espresso la loro opinione solo in alcuni capitoli, come Gohan Supremo il Migliore, Achernar, Moon_Kaibatenjo, e - last but not least - Sophiemary.
Inoltre, un ringraziamento speciale per la mia carissima e particolarissima beta (di cui, causa privacy, non dirò il nome), la quale ha avuto la pazienza e la gentilezza di leggere ben dodici capitoli e di segnalarmi eventuali correzioni da effettuare.
Bene, poiché credo di aver finalmente concluso, vi saluto, e ad una prossima volta.
-Hesper
PS: Il titolo del capitolo è un tributo al videogioco MOTHER 3, ovvero uno dei miei preferiti.
  
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