Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: _Macchan_    12/07/2014    0 recensioni
dunque.. insomma, che dire? è un crossover tra Kuroko no basket e Harry Potter, ma oltre ad alcuni personaggi di queste due opere ho aggiunto anche alcuni Other Characters. Il motivo di questa scelta è spiegato all'interno, spero che la loro presenza non vi scoraggi dal tentare una lettura :D Mi farebbe molto piacere ricevere un vostro parere, che questo sia una critica, un consiglio o (magari!) un apprezzamento.. Grazie a tutti dell'attenzione! _Macchan_
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
Finalmente il primo settembre era arrivato e si avvicinavano le undici del mattino, orario in cui il treno avrebbe lasciato il binario 9 ¾, diretto alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma facciamo un passo indietro, per cominciare: erano soltanto le nove quando i primi ragazzi muniti di bauli e gabbie in cui tenevano rinchiusi gufi, rospi o gatti iniziarono a presentarsi in stazione e a dirigersi, facendo attenzione che i viaggiatori Babbani in attesa del proprio treno non li notassero, verso la barriera che separava i binari 9 e 10, passandovi attraverso e raggiungendo quindi la banchina da cui l’espresso per Hogwarts, un treno rosso scintillante, sarebbe partito.
I primi ad arrivare furono gli studenti dei primi anni, accompagnati dai genitori, in anticipo come lo erano sempre i nuovi studenti, timorosi di perdere il treno, di non trovare un posto e di non riuscire a farsi nuove amicizie.
Di fronte al binario giunse per primo un ragazzino dai capelli rossi, accompagnato da due persone, che apparivano tutto meno che i suoi genitori, che portavano i bagagli al posto suo ed attraversarono la barriera tutti e tre insieme.
Poco dopo che la barriera nascose queste tre persone alla vista si avvicinò una famiglia con tre figlie al seguito, che battibeccavano un po’ tra loro.
Soltanto dopo che si furono avvicinate si potè capire l’oggetto della discussione ed anche il motivo della stessa.
La ragazzina più piccola non era una ragazzina, ma il fratello delle altre due che queste, forse per mettere in risalto i lineamenti dolci del suo viso, si erano divertite ad abbigliare come se fosse una bambina.
Sorvolando su questo piccolo dettaglio, anche questa famiglia superò la barriera senza problemi di sorta.
Arrivò a quel punto una bambina, dallo sguardo furbo e gli occhi rosa, accompagnata dai genitori.
Erano una famiglia piuttosto strana, quelle tra di loro parevano soltanto chiacchiere di circostanza, ma attraversarono anch’essi la barriera senza problemi e senza dare nell’occhio.
Dopo il loro arrivo passò diverso tempo prima che si presentassero i prossimi undicenni.
Fu la volta di un trio di bambini, accompagnati da una donna, molto diversi tra loro.
I due maschi bisticciavano tra loro mentre la minuscola ragazzina alle loro spalle li osservava, infastidita, finchè ad un certo punto non li superò, attraversando la barriera e lasciandoseli alle spalle.
In quel momento si unì ai due un bambino vispo, dagli occhi grigi, che li trascinò con sé come se li conoscesse da una vita, lasciando i tre adulti, che li avevano seguiti all’interno del passaggio, poco dietro di loro.
Ancora dopo di loro si presentò una numerosa famiglia, i cui bambini litigavano per il possesso dei dolci, e si fermò tra i binari, continuando la discussione, finchè una coppia non si presentò loro, chiedendo che liberassero il passaggio.
Solo a quel punto si decisero tutti ad oltrepassare la barriera e si ritrovarono sulla banchina, i due undicenni in testa al gruppo.
Quindi arrivarono due gemelle, talmente diverse tra di loro che era possibile capire che lo fossero soltanto dal modo unico con cui solo i gemelli sanno comunicare tra loro.
Ad accompagnarle vi erano i loro genitori, che ascoltavano i discorsi delle piccole e le loro ipotesi sulla scuola sorridendo.
Poco dopo avevano superato la barriera.
Dal nulla, proprio nell’istante in cui le due gemelle sparirono, saltò fuori un bambino, euforico, che non vedeva l’ora di essere sull’espresso.
Era compito dei genitori tenerlo un po’ a freno, aveva l’aria di poter parlare di Hogwarts alla prima persona che gli si fosse rivolta.
Fu in quel modo che passarono oltre la barriera, con la madre che lo teneva per mano e suo padre, dietro di loro, che li seguiva da vicino.
Soltanto a questo punto iniziarono a presentarsi alcuni gruppi di studenti più anziani che, visto il chiacchiericcio, avevano già avuto modo di socializzare tra loro.
Fu a questo punto che si presentò un discreto drappello di adulti che accompagnavano tre bambini, evidentemente del primo anno, a giudicare dalla statura e dall’aria smarrita che avevano dipinta in viso, che avevano già iniziato a legare tra di loro.
Attraversarono la barriera tutti insieme e passarono al di là.
Dopo di essi, mescolati a diversi altri ritardatari, si presentarono una coppia di bambini, apparentemente della stessa età, accompagnati da una donna, con un lieve e discreto sorriso ed un bambino, dagli occhi verdi, che teneva per mano la sorellina, accompagnato da entrambi i genitori che portavano il suo carrello.
Cercando di superare la barriera i ragazzini si urtarono e si squadrarono per un po’.
Non so cosa passò loro per la mente ma gli occhi verdi sembrarono decretare che il ragazzino con i capelli celesti di fronte a lui non gli sarebbe mai andato a genio.
Smisero di guardarsi e, ognuno per la propria strada, oltrepassarono per la prima volta la barriera tra il binario numero 9 e il binario numero 10.
Un’ultima, piccola famiglia si vide arrivare di corsa dall’ingresso della stazione.
Il bambino appariva enormemente preoccupato ed in ansia, probabilmente perché temeva di essere in ritardo.
Oltrepassò la barriera in tutta fretta, non curandosi di rallentare appena fuori e finendo, perciò, a sbattere contro un altro ragazzino del primo anno.
Iniziò a scusarsi ripetutamente, mentre suddetto ragazzino, con un sorriso smagliante, cercava di convincerlo che non era successo nulla e, dopo essere riuscito ad interrompere il flusso continuo di scuse, si presentava.
All’interno della barriera era il caos: gli animali nelle gabbie sembravano aver alzato il volume dei propri richiami non appena s’erano accorti di essere circondati da propri simili, i ragazzi più grandi ridevano e scherzavano tra loro, alcuni dei più piccoli cercavano qualcuno che conoscessero, i bagagli venivano trascinati su e giù lungo i vagoni in cerca di uno scompartimento libero..
Era davvero un insieme di rumori poco piacevole da ascoltare la prima volta, men che meno se ti ci ritrovavi immerso di colpo, dopo essere passato per la relativa calma della parte Babbana della stazione.
I ragazzini del primo anno, appena arrivati davanti al treno, rimanevano incantati a fissarlo per un po’ e lo rimanevano altrettanto quando, guardandosi attorno, vedevano madri streghe che facevano levitare il baule dei figli fin sul treno e sentivano discorsi riguardanti incantesimi e pozioni curative.
Ad ogni modo, passati quei minuti di stupore, tutti gli alunni dei primi anni andarono alla ricerca di uno scompartimento ancora libero, per non essere costretti a trascorrere il viaggio con dei ragazzi più grandi di loro che ancora non conoscevano.
I saluti che rivolsero alle loro famiglie furono una delle cose meno piacevoli per loro ma, anche se ancora non lo sapevano, davanti alle mura di Hogwarts avrebbero momentaneamente dimenticato la tristezza della separazione.
Tutti, ovviamente, salutarono le proprie famiglie, chi dispiacendosi di doverle lasciare, come il ragazzino con i capelli verdi, che cercava di calmare la sorellina che voleva seguirlo ad Hogwarts, ed il ragazzo con i capelli celesti e sua sorella, dispiaciuti di dover lasciare sola la madre per così tanto tempo, e chi, invece, felice del fatto che avrebbe smesso di subire i comportamenti delle sorelle e dei fratelli più grandi, per esempio il ragazzino biondo che le sorelle maggiori avevano travestito da bambina e che aspettava di essere sul treno per potersi togliere quel vestitino di dosso, o un bambino, molto più alto della media e con i capelli viola, che aspettava il momento della separazione con impazienza, per non essere più costretto a condividere i dolci con i suoi quattro fratelli maggiori.
Alle undici in punto avevano tutti terminato i saluti strappa lacrime e preso posto sul treno e diverse teste, quando i motori vennero accesi, spuntarono da porte e finestrini per l’ultimo saluto alle famiglie, che non avrebbero rivisto prima di natale, nel migliore dei casi.
Pochissimi minuti dopo il treno lasciava la stazione di King Cross.
Per i nostri piccoli undicenni iniziava il primo viaggio verso Hogwarts.


Note autrice:
eccoci al primo capitolo della storia che si possa definire tale, e finalmente mi sono decisa a pubblicarlo dopo mesi che sta nel pc...
ad ogni modo, spero vi possa piacere, nonostante non entri ancora nel vivo della storia
alla prossima, _Macchan_
  
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