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Autore: dramaqueen_    12/07/2014    0 recensioni
Crossover TVD e TO. Tutto ciò che è scritto è frutto di un mio viaggio mentale, quindi ovviamente è qualcosa che non accadrà mai nella serie Tv. La storia di come la famiglia degli originali affronterà l'arrivo della bambina, osservando vari punti di vista.
L'arrivo della piccola erede di Klaus Mikaelson cambierà in bene i protagonisti?
Rebekah si avvicinò al letto, sorridendo alla ragazza: "Come la chiamate?" domandò, ignorando il cambiamento d'umore del fratello. Hayley osservò il viso della figlia e sospirando scosse la testa, senza una risposta. "Charlotte" tutti i presenti si voltarono verso Klaus che non aveva smesso di guardare la neonata per un secondo. Hayley sorrise, ed annuì: "Ciao piccola Charlie" mormorò, posando leggera le labbra sulla sua fronte. Klaus sorrise per la prima volta da quando era entrato nella stanza: aveva una figlia, una nuova famiglia.
[Klaroline, Haylijah, Rebel]
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: CarolineKlaus, Elijah, Hayley, Klaus, Mikael, Rebekah, Mikaelson
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Caroline si guardò ancora una volta allo specchio, sistemando con le dita un ciuffo ribelle uscito fuori posto. Il vestito blu che indossava le metteva in risalto le iridi azzurre che scrutavano la sua figura, cercando qualcosa di sbagliato, una piega, un capello, qualsiasi cosa. Sentiva come se dovesse trovare per forza un errore. Forse il vero sbaglio era ciò che stava per fare. Klaus era tornato. Ancora non poteva crederci, non le sembrava reale. Erano passati quasi tre anni dall'ultima volta che lo aveva visto e le sue visite a Mystic Falls erano state tenute nascoste per non scatenare il sospetto e il panico degli altri. Conoscendoli sarebbero andati fuori di testa al solo sentir nominare il suo nome. Un'espressione corrucciata prese posto sul volto della ragazza, le sopracciglia sottili si avvicinarono l'una all'altra in una smorfia di disappunto. Non le piaceva tenere nascosta una cosa del genere ai suoi amici ma facendo i conti alla fine era davvero la cosa migliore. Si guardò un'ultima volta allo specchio, sbuffando impaziente e camminando in fretta si allontanò dal suo riflesso. La sua camera era parecchio cambiata negli ultimi due anni, sopratutto da quando faceva avanti e indietro dall'università. Non aveva motivo di restare nel dormitorio dato che Elena e Bonnie trascorrevano la maggior parte del loro tempo con i propri ragazzi, quindi sarebbe comunque rimasta sola. Tyler non si era più fatto vedere dall'ultima volta che era "fuggito" a causa di Klaus, ma del resto come biasimarlo? Chi mai avrebbe voluto restare in una cittadina praticamente abbandonata, con una ragazza che ancora pensava al giudizio delle persone e che non si faceva problemi a giudicarle lei stessa? 
Il pensiero di Tyler le pesò sul petto, la ferita ancora troppo fresca per poterci passare sopra facilmente. Non lo avrebbe mai perdonato. Non questa volta. 
Scosse la testa, risvegliandosi dai suoi pensieri che l'avevano distratta, accorgendosi del cellulare che vibrava sulla scrivania vicina alla finestra. Senza alzarsi guardò da lontano chi fosse: Klaus. Ovviamente. Lo lasciò squillare qualche altro secondo prima di afferrare il telefono e premere il tasto verde per accettare la chiamata: "Pronto?" la voce le uscì un po' troppo flebile, così per rimediare si schiarì la gola, mettendosi stupidamente composta anche con il corpo: "Si?" domandò di nuovo, sentendo dall'altro capo del telefono una risatina: "Cosa?" esclamò, scocciata nel sentirlo ridere di lei. 
"Nulla nulla tesoro..." Klaus sorrise, immaginandosela mentre si impuntava in mezzo alla stanza con la mano sul fianco, cosa che era solita fare quando era scocciata o irritata: "Sarei sotto casa tua, se mai volessi onorarmi della tua compagnia sarebbe molto gradito cara" la stuzzicò un po', incapace di resistere. Non sentì nulla provenire dalla parte di Caroline, così per assicurarsi che fosse ancora viva guardò in alto verso la grande casa bianca, la luce della sua camera ancora accesa: "Si, arrivo" disse lei, riattaccando il telefono. 
Sapeva che non sarebbe stato uno dei suoi appuntamenti riusciti meglio, in fatto di organizzazione ovviamente. Negli anni '50 aveva soggiogato un'intero drive-in per fare bella figura con una ragazza a dir poco favolosa. Anche se il finale non era stato dei migliori, ripensandoci. Al ricordo non potè fare a meno di ridere, voltando le spalle alla casa, non accorgendosi che la porta era stata aperta: "Spero tu non stia ridendo di me". Caroline uscì dall'ombra del portico, illuminata dalla luce dei lampioni e della luna, che quella sera era piena. Un clichè più classico non ci sarebbe potuto essere. Klaus si voltò verso di lei, incapace di esprimersi alla vista della bellissima ragazza bionda, perfetta nel suo vestito blu e con il sorriso più luminoso del mondo. E quel sorriso era solo per lui. Camminarono l'uno verso l'altra, incontrandosi a metà strada del vialetto del giardino, osservandosi senza dire una parola. Era una delle situazioni più strane in cui si era mai trovata, e di certo lo sguardo completamente perso di Klaus non aiutava. Alla fine si convinse a rompere per prima il ghiaccio, distogliendo lo sguardo un po' in imbarazzo: "Ehm... Allora, vogliamo andare?" lo invitò, indicando con lo sguardo la macchina davanti a se. Klaus sorrise, annuendo senza dire nulla. Alzò una mano, invitandola ad appoggiarvisi mentre la accompagnava verso l'auto: "Prego Miss" sorrise malizioso mentre lei si accomodava sul sedile di pelle scura. Caroline cercò di ricambiare il sorriso, ma non potè evitare di deglutire, inizando ad innervosirsi per la situazione. Caroline tu sei pazza, il suo buon senso era emerso dal profondo della sua mente, da tempo abbandonato da quando non aveva motivo di utilizzarlo. Fece un profondo respiro, trattenendo per qualche secondo l'aria, finchè si fu calmata e potè tornare a respirare normalmente. Klaus intanto si era accomodato alla guida dell'auto sportiva, e con un sorriso si voltò verso di lei: "Sei pronta?" le domandò, sperando nel profondo che non stesse avendo dei ripensamenti. Caroline chiuse gli occhi, la sua mente che continuava a urlarle di scendere dalla macchina e tornare in casa. Ma alla fine decise di ignorare le urla, poichè vi era qualcos'altro che la tratteneva ancora li al fianco di quel vampiro millenario, assassino, traditore ed egoista: il suo cuore.

Dovette ammettere che la cena era andata meglio di quanto avesse immaginato: il locale era in uno splendido hotel fuori città e ricordava il set di un film degli anni '20, con i camerieri completi di papillon e smoking, i quali servivano ai tavoli con il vassoio su una mano, proprio come all'epoca. Mentre si puliva le labbra da qualche possibile residuo del delizioso cibo che aveva appena mangiato, non potè fare a meno di osservare un Klaus così diverso da come lo ricordava: era sorridente, in pace con se stesso, avrebbe osato dire che era felice. E fu li che si ricordò della bambina. Quell'uomo seduto davanti a lei era padre di una creatura unica al mondo, e lui perdeva tempo a cena con lei, una vampira sola che non sa lasciare andare il proprio passato. Quel pensiero la incupì, facendole perdere il sorriso che fino a quel momento non aveva mai lasciato il suo volto. La cosa non sfuggì all'occhio attento di Klaus, il quale subito alzò lo sguardo per osservare la ragazza: "Cosa c'è Caroline?" la domanda piena di preoccupazione fece incupire ancora di più Caroline, la quale non riuscì ad incontrare i suoi occhi azzurro mare. Percepì uno spostamento d'aria davanti a se ma non si sarebbe aspettata di trovarselo al suo fianco, appoggiato su un ginocchio mentre cercava di guardarla in volto: "Caroline" con una mano le spostò con leggerezza il mento, obbligandola a guardarlo negli occhi "cosa c'è?" ripetè nuovamente la domanda, questa volta con un po' più di durezza. Non avrebbe accettato il silenzio, voleva una risposta. Caroline scrutò per un attimo il suo volto finchè con un sospiro si convise a parlare: "E' solo che... Tu hai appena avuto una bambina, e non capisco perchè sei tornato in questo buco di paese quando a New Orleans hai tutto ciò che potresti desiderare!" sbuffò, facendo svolazzare i ciuffi che le erano ricaduti davanti agli occhi "scommetto che Hayley è un'ottima madre" si lasciò sfuggire la frase, non avendo avuto intenzione di dirla. Klaus sorrise nel vederla cosìm corrucciata ma allo stesso tempo si chiese se effettivamente non avesse capito il perchè di quella visita inaspettata: "Caroline, Caroline" le spostò un ciuffo di capelli dietro all'orecchio, sfiorandole con il pollice lo zigomo sottile, "ancora non mi conosci bene come credevo" scosse la testa, rialzandosi da quella posizione così scomoda. Tornò a sedersi al suo posto, costringendola a seguirlo con lo sguardo: "Si, Hayley è un'ottima madre, migliore di quanto mi aspettassi a dire il vero. E mio fratello è certamente un perfetto compagno per lei, a differenza mia" ridacchiò nel vederla sgranare gli occhi a quella affermazione. Era una reazione che si sarebbe aspettato da parte sua, sopratutto dopo due anni che non aveva mai saputo nulla di Hayley ed Elijah: "Certo Charlotte sarà un po' confusa quando sarà abbastanza grande da comprendere, ma siamo sicuri che capirà la situazione. In fondo la mia famiglia non è mai stata delle più ordinarie!" Caroline sentì di essere arrossita violentemente, pensando alla figuraccia che aveva appena fatto. Si era comportata proprio come la sua "io" umana: gelosa e lamentosa. Ma cosa fai?! Smettila di fare la stupida e scusati, pensò amaramente, guardando con imbarazzo Klaus: "Scusami, io n-non.." balbettò senza sapere cosa dire in verità, ma la mano del ragazzo si alzò facendole cenno di non scusarsi: "Non preoccuparti, è colpa mia. Avrei dovuto dirtelo." Si guardarono ancora un po', l'aria di imbarazzo che li aveva colti qualche minuto prima si stava lentamente dissolvendo, permettendo ad entrambi di sorridere di nuovo con tranquillità. "Com'è tua figlia?" domandò lei, veramente curiosa di sapere qualcosa di quella bambina così tanto citata ma della quale non avevano ancora mai parlato veramente. La cosa più incredibile di tutta la serata fu come cambiò la luce negli occhi di Klaus mentre pensava alla figlia. Era amore. Amore puro per quella creatura che era entrata nella sua vita due anni prima e lo stava rendendo un uomo migliore: "E' qualcosa di spettacolare. Non riuscirei mai a smettere di guardarla da quanto mi incanta. Vedere ogni giorno i suoi progressi, quei suoi occhi così giovani che imparano a conoscere il mondo, vedono le cose con la meraviglia di chi le vede davvero per la prima volta. E' così diversa da me, per sua fortuna" ridacchiò al pensiero di una figlia fuori di testa e un po' folle "eppure sento che è più vicina a me di quanto penso. Devi capire che io non ho molti ricordi di quando ero piccolo, e la maggior parte vedono coinvolto mio padre che mi rovinava la vita ogni secondo che trascorrevo con lui. Ovviamente la follia di Mikael mi ha portato a ciò che ero prima di avere Charlotte, ed proprio grazie a lui che non sarò mai un cattivo padre per mia figlia. Alla fine in qualcosa mi ha aiutato" commentò amaramente. Socchiuse gli occhi, cercando di tenere da parte il rancore che ancora provava per quell'uomo malvagio e crudele che lo aveva reso un egoista ed un omicida. Caroline non distolse mai gli occhi dai suoi, catturata dalle sue parole e dall'affetto per la figlia che si scontrava con l'odio del padre. E fu proprio perchè si era persa nella conversazione che non si rese conto della richiesta che ricevette in quel momento. "Vieni con me, Caroline." Klaus si era allungato con i gomiti sul tavolo, ormai sgombro dai piatti vuoti, guardandola dritta negli occhi: "Vieni con me a New Orleans. Potrai incominciare una nuova vita, una nuova città, una seconda chance! Ormai sono due anni che sei qui, cos'hai da perderci? La casa è grande, le stanze sono praticamente vuote e tu potrai avere tutto ciò che desideri! Tyler ormai..." si interruppe vedendo lo sguardo di Caroline passare dal sorpreso al duro al solo sentire il nome del ragazzo. Sospirò, cercando di rallentare per non sommergerla con le parole e metterla in difficoltà: "So che è dura accettare che sia andato via, ma sai bene cosa provo per te. Sei l'unica che mi ha sempre incuriosito, l'unica che ha visto del buono in me quando non avevo diritto di avere della bontà nella mia vita. Sei una ragazza meravigliosa Caroline, e l'unico modo in cui riesco a immaginarmi a New Orleans è con te e mia figlia al mio fianco." concluse d'un colpo, facendo cadere il silenzio. Attorno a se poteva ancora udire il chiacchiericcio degli altri clienti, ma non se ne curò. Aveva occhi solo per lei e per la sua reazione che stava per esplodere da un momento all'altro. Invece di alterarsi ad una tale richiesta, Caroline si ritrovò incredibilemente a valutarla, vedendo i pro e i contro: Klaus era innamorato di lei, ma ne era sempre stata consapevole. Il problema era che lei non sapeva cosa provasse per quel ragazzo così dannatamente affascinante e pericoloso al tempo stesso. Accettare la proposta avrebbe comportato un grande cambiamento nella sua vita. Una nuova città, nuovo ambiente, nuove persone, una nuova Caroline. Ma alla fine, cosa aveva da perderci? Mystic Falls era ormai disabitata, nessuno dei suoi amici viveva più li da anni e di certo non sarebbe diventata il sindaco di una città fantasma. Eppure per lei personalmente era difficile separasi da quel posto, dalla sua infanzia e dalla sua famiglia. Sua madre cosa avrebbe fatto senza di lei? Era rimasta sola, in balia di una popolazione dimezzata tra vampiri, umani e licantropi. Lei era l'unico supporto che le era rimasto. Ma conoscendola l'avrebbe mandata in Louisiana di corsa senza pensarci due volte, anche se era in compagnia di Klaus Mikaelson. Sospirò, chiudendo gli occhi, cercando di fare mente locale. 
Alla fine decise per quella soluzione, sperando che la notte non le avrebbe portato altri pensieri che le avrebbe potuto far cambiare idea: "Torna domani a casa mia e chiamami. Avrai la tua risposta." 
Klaus sospirò di sollievo, pensando che la proposta della ragazza non era un no sicuro; era in fin dei conti contento, perchè sapeva che avrebbe fatto la scelta giusta. Il pensiero di trovarsi ad un passo più vicino alla realizzazione del suo sogno lo fece sorridere di felicità: il Re stava per avere la sua Regina.
  
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