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Autore: Sherazad    14/07/2014    1 recensioni
Sono i percorsi tracciati nelle linee immaginarie del campo di prova, i percorsi da ricordare e da ottimizzare per il salto ostacoli, i percorsi dei sogni che fanno arrivare al traguardo trasformando il sogno in progetto.
"Sarà una mia impressione, ma tutti i miei pensieri sembrano evaporare quando entro lì dentro. Mi accolse il fiato caldo del suo muso rosa sulle mani che faceva condensa, non mi ero accorto di quanto facesse freddo per essere una giornata di settembre."
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi svegliai la mattina dopo, mio padre era già uscito di casa come solito, mentre mia madre cercò di evitarmi ed io feci lo stesso. A scuola non successe niente di interessante, qualche scherzo con i miei amici e qualche scambio di battute con Bea e Matilde, sembravano proprio inseparabili quest'anno. 
Uscito da scuola, andai direttamente al centro ippico mangiando della pizza sull'autobus. Arrivato a destinazione, entrai nella grande club-house, dove sapevo di trovare Roberto. Infatti, era seduto alla sua vecchia scrivania che compilava una pila di documenti indefiniti.
-Ciao Roberto.-
Gli dissi, sprofondando le mani in tasca.
-Ciao.-
Non sapeva bene come comportarsi con il discorso della mezza fida scoppiato ieri, neanch'io d'altronde, però dovevo pur dirgli quello che mi ero prefissato.
-Senti, ho deciso di confermare la mezza fida, ora bisognerà accordarsi per i prezzi, i giorni, eccetera.-
Non l'avevo studiata proprio così, ma stavo tentando di non ragionare su ciò che stavo dicendo e sulle sue conseguenze, soprattutto. Alle mie parole l'istruttore raddrizzò un poco le spalle e rilassò i lineamenti, ringiovanendo di colpo, nonostante i capelli brizzolati.
-Bene! Allora, qui ho le due copie del contratto, una per te e una per Laura, che dovrete compilare insieme e far firmare ai vostri genitori, poi fate una copia di entrambe da dare a me, okay?-
-Okay.-
Mi sembrava suonasse abbastanza inespressivo.
-Guarda, Laura dovrebbe arrivare tra poco così iniziate subito.-
Non vedevo l'ora.
Giusto per non ripetere "okay", mossi la testa come conferma.
In quel momento mi arrivò un messaggio di Federica sul cellulare: diceva di aspettarla al cancello del maneggio, così le andai incontro. Infatti, cinque minuti dopo sentii la sua voce nelle orecchie.
-Hey Tommy!-
Vidi che dietro di lei c'era la ragazzina bruna della mezza fida, così salutai entrambe.
Mentre la bionda mi saltò al collo arruffandomi i capelli corvini, l'altra mi fece un cenno con la mano, guardandomi negli occhi, però questa volta sollevò un poco gli angoli della bocca.
-Che coincidenza che siate arrivate proprio nello stesso momento.-
Sorrisi.
-Ma che coincidenza! Laura è stata trasferita nella mia classe proprio oggi, così siamo venute insieme!-
Detto questo, Federica la prese sottobraccio come fossero amiche da una vita.
-Che fortuna!-
Cercai di non sembrare sarcastico, ma probabilmente avevo una faccia da ebete.
-Allora, dovremmo andare in club-house per confermare la mezza fida e bisogna accordarsi per i prezzi, i giorni, eccetera.-
Più la ripetevo, più suonava male.
-Su, Laura, ti faccio vedere la club-house!-
Da brava padrona di casa, Federica trascinò la ragazzina per il maneggio, mentre io le seguivo in coda. 
Impiegammo circa mezz'ora a compilare contratti, invece le copie le avremmo fatte l'indomani dalle originali firmate dai nostri genitori. Da accordo, la mezza fida sarebbe iniziata il mese di ottobre, quindi avevo ancora un po' di tempo per farmene una ragione e quel giorno potei consolarmi con una bella lezione con il mio grigio.
I giorni passavano, tra la scuola, il maneggio e la ricerca di un nuovo lavoro che non si faceva trovare. Tentavo di rallentare il tempo immergendomi con tutto me stesso in ogni secondo. Pur non funzionando, mi faceva sentire leggermente meglio o, almeno, non pensavo a quello che stava per accadere.
Alla fine ottobre arrivò, con una giornata piovosa e grigia e io non ero evidentemente pronto per tutto questo. 
Casualità fu che quel primo ottobre era un mercoledì, il turno di Laura, solo lavoro in piano. Non sarei riuscito a non andare, per fortuna ci sarebbe stata Federica con me. Non avevo avuto bisogno di chiederle sostegno, aveva posticipato la sua lezione a mia insaputa. 
C'incontrammo alla fermata dell'autobus, appena le fui abbastanza vicino, le allungai un sacchetto di carta che conteneva il suo panino preferito. Ne avevo anche un secondo nello zaino.
-Mi fai sentire cicciona da sola?-
Quasi sorrisi, era la prima volta oggi.
-Ho già pranzato.-
Mi guardò e subito capì che stavo mentendo, ma fece finta di niente.
Arrivammo al centro ippico poco prima dell'inizio della lezione, così vidi la ragazzina bruna che usciva dalla scuderia insieme a Power, mi si strinse il cuore, nel vero e proprio senso del termine, come se volesse diventare talmente piccolo da non sentire più niente. Federica mi appoggiò una mano sulla spalla; sarei riuscito a gestire questa situazione con un atteggiamento degno di me, non potevo perdere punti, non ora. 
Ci dirigemmo fino alla tribuna del campo coperto, da dove si poteva assistere alla perfezione alle lezioni. Mentre Federica stava seduta a gambe accavallate, io ero proteso in avanti verso la parete trasparente, determinato a cogliere ogni singolo dettaglio, se dovevo soffrire avrei sofferto per intero. 
La ragazzina salì in appoggio senza alcuno sforzo evidente, se ci avessi anche solo provato, mi sarei stirato qualche muscolo probabilmente. Davanti al mio stupore, Federica mi si avvicinò.
-Mi ha raccontato che da piccola ha praticato ginnastica artistica oltre all'equitazione, ma poi ha scelto di continuare solo la seconda.-
Aveva un tono piatto, pur tenendo un volume alto come suo solito.
-Avrebbe potuto dedicarsi al volteggio allora.-
-No, sai, voleva venire qui apposta a rovinarti il cavallo, Tommy.-
Mi ritenni offeso, non avevo voglia che scherzasse anche lei, in quel momento ne avevo diritto solo io.
-Ma da che parte stai?-
-Oddio, ma quanti anni hai?-
-Diciassette a febbraio, pensavo lo sapessi.-
Sbuffò.
-Sono io quello offeso, non tu.-
Incrociai le braccia sul petto.
-Infatti non lo sono e neanche tu. Vuoi solo distrarti, non è vero?-
Serrai le labbra, sembravo un bambino che faceva i capricci. La cosa grave è che me ne resi conto tenendo comunque il broncio, era una corazza fittizia, che non durò a lungo purtroppo.
Quando la sezione cominciò a lavorare al galoppo, notai che Roberto fece particolarmente attenzione a Laura, subito ne fui felice poiché quella lì aveva sotto il sedere il mio cavallo. Poi, però, rammentai che con me aveva un atteggiamento diverso, sarà stata solo una mia impressione, dopotutto è la sua prima lezione ufficiale, o no?
Infine fecero a turno alcuni esercizi di spalla in dentro e conclusero con un po' di trotto a redini lunghe. Laura se la cavò bene, l'istruttore la richiamò più volte solo sul fatto di guardare a terra e tenere troppo indietro le gambe. 
Federica diceva che aveva grinta da vendere nel montare, ma per confermarlo io avrei aspettato l'indomani, quando avrebbe dovuto saltare. 
Il giorno dopo spuntò miracolosamente il sole e, nonostante il vento, la temperatura era tiepida. A scuola fui stranamente disattento, non facevo che pensare che oggi sarebbe stata la vera prova per Laura, Roberto sembrava avere molta fiducia in lei e probabilmente l'avrebbe messa sotto pressione, mettendoci di conseguenza anche me. 
Finalmente la campanella suonò e io potei scappare in panetteria, prendere un pezzo di focaccia e salire sull'autobus. Volevo vedere Federica e aiutarla a preparare Commanchie, gli avrei fatto la treccia sulla coda come piace alla padrona. Sono molto orgoglioso della mia abilità ad acconciare e di solito testo le mie idee su Power, per questo sono diventato molto veloce, la pazienza non è la migliore peculiarità del mio cavallo. Già troppi pensieri si stavano affacciando alla mia mente e volevo agire d’anticipo, mi sarei dovuto impegnare in qualcosa, e non solo questo pomeriggio. 
-Potresti prendere in considerazione lo studio.-
Mi disse Federica, con un tono fin troppo casuale.
-Lo studio va bene e non m’impegna, meglio di così?-
Il mio ragionamento non faceva una piega.
-Però potresti puntare più in alto.-
Anche il suo.
-Non m’interessa.-
-E cos’è che t’interessa?-
-Power.-
-E poi?-
-Al momento, Bea.-
-Non mi hai parlato molto di questa Bea.-
-Credo che non la promuoveresti, però è molto bella.-
-Sì, questo lo so, me lo ha detto anche mio fratello.-
-Giacomo ha buon gusto.-
-Lo so, una delle poche cose che abbiamo in comune, no?-
Sono fermamente convinto che questa ragazza mi legga nella mente in qualche modo, a me non serviva mai darle ragione, sapeva già di averla. 
Era giunto il momento di affrontare la spinosa situazione di ieri, moltiplicata per ventisette. 
In più, stavolta ero solo, emotivamente s'intende; in realtà le panchine presso il campo ostacoli erano quasi tutte occupate, il giovedì era la giornata dei salti singoli per gli agonisti e Roberto era spesso propenso ad alzare, anche molto più del solito, per questo l'allenamento era seguito dalla maggior parte gli allievi del centro. Dopo il riscaldamento sulle barriere gli spettatori aumentarono e l'istruttore montò una croce sui pilieri, poi un piccolo dritto. Power era davvero in forma, attento e preciso fin da subito, con un movimento di anteriori eccezionale. Quando il dritto raggiunse un metro di altezza, divenne un largo. In una piccola pausa le barriere del secondo elemento furono sistemate da Roberto davanti all'ostacolo che oramai era un bel dritto da un metro e quindici. Ma Laura non lo saltò, continuò a lavorare separatamente in circolo, l'istruttore le aveva detto di aspettare. Finalmente, dopo che Federica e un altro paio di ragazze ebbero saltato niente meno che un metro e quaranta, Roberto tolse le barriere a terra e abbassò di circa venti centimetri l'ostacolo e fece cenno a Laura di andare a saltare. Partì in circolo con una buona cadenza, ma Power accelerò molto dopo la curva, rendendo la distanza davvero lunga. Laura sembrava non essersene resa conto e non si oppose alla bocca. Il grigio staccò in largo anticipo con forza per poter coprire l'intera distanza e con una potenza tale da sorvolare il dritto senza nemmeno accennare a sfiorare la barriera. Ero convinto che la ragazzina sarebbe caduta appena il cavallo avesse terminato la parabola, dato il forte contraccolpo che avrebbe sicuramente subito -esperienza personale- e, invece, riuscì a seguirlo senza minimo segno di sorpresa. Superarono nello stesso modo i seguenti larghi, il più alto sarà stato quasi un 130, mentre Roberto le dedicava tutta l’attenzione possibile. Da un lato speravo di vedere la ragazzina affrontare qualche ostacolo un po' più alto, dall'altro fui contento che non mi avesse raggiunto, come altezza almeno.
  • Note: spero di aver saputo sfruttare in questo capitolo i consigli donatomi nelle recensioni del precedente, incrociamo le dita! Ora qui sotto allegherò il glossario per questo capitolo:

  • Spalla in dentro: in questo esercizio il cavallo è leggermente flesso intorno alla gamba interna del cavaliere. L'arto anteriore interno scavalca l'arto esterno. L'arto posteriore interno è piazzato dietro all'arto anteriore esterno; Gli arti si muovono su tre linee parallele fra loro ed il cavallo guarda nella direzione opposta al movimento

  • Pilieri: pali verticali che servono a sostenere le barriere che formano l'ostacolo

  • Croce:ostacolo formato da due barriere incrociate

  • Verticali (o Dritti): ne fanno parte tutti quei salti sviluppati in senso verticale comprese le parti che lo compongono come i piedi, definiti anche da cancelletti o da barriere a terra.

  • Larghi (o Oxer): gli elementi sono posti su due linee verticali diverse. Tra i due elementi che formano il largo può anche essere prevista la presenza di oggetti ( siepi,cancelletti o piante); è considerato più difficile del verticale proprio perché il cavallo per superarlo, deve compiere un salto sia in larghezza che in altezza.

  • Circolo: movimento di maneggio dove il cavallo percorre una traiettoria circolare

  • Parabola: inizia appena il cavallo finisce di darsi la spinta verso l'alto, e stacca gli arti da terra, è la fase in sospensione dove nessun arto tocca terra, è l'apice del salto.

 
  
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