Hallo!!!
L’ultimo capitolo…Sono triste…uff…odio finire le
storie…Comunque spero che apprezzerete il mio lavoro…Chiunque voglia, mi lasci
pure un commento!!! Viel dank^^
Per
Sbadata93: Regan…Piango…Sniff,
sniff…Pensa che faccio talmente pena che Tom ha smesso di guardare il suo giornale…( Tom: “Ti consolo io se vuoi…” Bill:
“Tom! Vuoi morire?!?” Tom, tace un secondo: “Effettivamente…no!” Bill sorride) Comunque grazie ancora per tutto ciò che fai
per me^^!!! Viel dank! A
presto!
Die schönsten Sterne…zehn…
Driiin!
Ferma dietro la porta, attesi, attorno,
un silenzio perfetto. Dopo un paio di secondi, Georg
la spalancò, sorridendomi.
“Guarda un po’ chi ho trovato!” esclamai
subito, incapace di celare la mia allegria.
Georg abbassò lo sguardo, incontrando gli occhietti
vispi della volpe biondiccia. “NOOOO! Tom! Vecchio
volpone!!!” urlò, pieno di entusiasmo.
La volpe, a terra, iniziò ad emettere
quel suono strano. Rise. Un secondo dopo, l’atrio era affollato. Bill e Gustav
infatti, all’urlo di Georg, erano subito accorsi.
Georg si spostò, la volpe ed io entrammo
in casa. Un secondo dopo, Tom saltò in braccio a Bill. Gli strizzò l’occhio, poi tornò
a terra. Bill, sorrideva, gli occhi lucidi. Gustav gli si avvicinò, sorridente. Appoggiò
una mano sulla sua spalla e, con l’altra, gli porse un fazzoletto. Bill negò “Grazie…”
Tom gettò ancora un’occhiata a Bill. Assicuratosi che non stesse piangendo, saltò sul
divano. Pigiando col naso sui tasti, accese il televisore. Noi quattro
scoppiammo a ridere.
“Tom è sempre Tom!” disse allegro Bill. Georg gli diede una pacca sulla spalla. Gustav,
vicino a me, sorrise.
Io guardavo la scena senza parole. Una
strana sensazione mi invase. Ero in una stanza con tre
ragazzi, e una volpe, di cui praticamente non sapevo
nulla, eppure ero felice. Era come quando, dopo aver vagato a lungo nel buio,
all’improvviso, raggiungi la luce. Non
una luce forte, che ti acceca, ma quel tipo di luce che ti riempie il cuore di
calore, di quell’affetto, talmente forte che,
potresti piangere, mentre il sorriso è presente sul tuo volto. Sospirai.
Bill fu subito al mio fianco, stringendomi la
mano. Gli sorrisi, felice. Anche lui sorrise.
“Che dici, Bill, lo ritrasformiamo?” domandai, continuando a
sorridere.
“Beh…a me non sembra che Tom sia davvero cambiato…” si intromise
Georg “…Cioè guardalo…”
Tutti e quattro spostammo
lo sguardo sulla volpe che, seduta svaccata sul
divano, guardava attento quella che sembrava la replica di un noto telefilm
ambientato su una spiaggia. Io mi avvicinai, sedendomi accanto a lui, guardandolo
incredula. Lui, mantenne lo sguardo sullo schermo. All’improvviso, una giovane
ragazza bionda, molto prosperosa, fece la sua apparizione. Tom,
aprì la bocca, lasciando pendere la lingua all’esterno.
Scoppiai a ridere.
“Effettivamente, non hai tutti i torti…”
concluse Bill, dando ragione a Georg,
prima di scoppiare a ridere a sua volta, subito seguito dagli altri due. Tom, troppo preso dalla bagnina, non ci degnò nemmeno di
uno sguardo.
“Che facciamo
allora?” domandò Gustav poco dopo, mentre Georg si sedeva sull’altro divano, lo sguardo fisso sulla
ragazza in televisione.
“Gott!” esclamò Georg, impedendo a Bill di rispondere “Quella ha un bagagliaio…” Mi voltai
a fissarlo, allibita. Tom, accanto a me, spostò un
secondo lo sguardo dallo schermo, strizzandogli l’occhio. “…culturale…”
aggiunse subito Georg, tentando un salvataggio in
extremis.
La volpe, al mio fianco, rise. Io scossi
la testa. Mi portai una mano alla bocca, celando il sorriso. Dopotutto è un uomo…, mi dissi.
“Nooo!” esclamò ancora Georg, poco dopo,
sconsolato “Cavolo è già finito…”
Io risi. Un attimo dopo. La sigla.
Sgranai gli occhi. Realizzando
ciò che sarebbe accaduto a breve, deglutii.
Poff.
“E’ così che funziona allora…” esclamò Tom, alla mia destra, tornato umano.
Arrossii violentemente,
consapevole che era proprio di fianco a me, completamente nudo. Georg mi
gettò un’occhiata. Vedendo che avevo chiuso gli occhi, il viso bordeaux,
scoppiò a ridere, poi urlò “Bill! Porta dei vestiti. Tom si è appena ritrasformato…”
Bill, che era andato un secondo in cucina,
alla ricerca di qualcosa da mangiare, rispose “Chiedi a Gustav,
ora sono impegnato.”
“Gustav non è
qui…comunque aspetteremo…” continuò Georg, prima di concludere con voce divertita “…tanto, al
momento, è solo seduto nudo di fianco alla tua bella…”
“COSA?” urlò la
voce allibita di Bill. Un attimo dopo, lo sentii correre
velocemente nella stanza. Non appena il rumore dei passi cessò, Tom e Georg scoppiarono entrambi
a ridere, probabilmente per via della sua faccia.
“Scheiße!” esclamò
ancora Bill. Sentii che frugava febbrilmente,
probabilmente talmente sconvolto da non riuscire a trovare i vestiti che avevo
portato, in caso avessimo trovato Tom.
“Scheiße, scheiße!!!”
Gli altri due intanto continuavano a
ridere. Io, gli occhi ancora serrati, aspettavo paziente. Bill
si fermò un secondo. “Non aprire gli occhi!” si raccomandò.
“Non dovresti negarle il privilegio della
vista…” iniziò Tom con voce divertita, alla mia
destra. “Certe cose si possono vedere solo una volta nella vita…” concluse allusivo.
Benché pensassi di non poter arrossire
maggiormente, non appena ebbe pronunciato quelle parole, sentii il calore al
viso aumentare.
Silenzio. “Vorrei farti notare, fratellone, che io e te siamo perfettamente
identici…quindi…” rispose subito Bill.
“Appunto! Avrebbe una gran fortuna, non
ti rendi conto?!?” continuò, prendendolo
amichevolmente in giro “Ben due volte nella vita!”
Un altro secondo di silenzio. Tom rise. “Idiota!” urlò Bill. Un
attimo dopo, un movimento d’aria davanti al mio viso.
Pam!
Il rumore di un cuscino
che sbatteva. Tom rise ancora. “E ora copriti
con quello!” esclamò ancora Bill, irritato.
Sentii un fruscio, alla mia destra. Poi,
una mano afferrò la mia, abbandonata sulle ginocchia, tirandomi in piedi. La
strinse. Riconobbi il tocco di Bill. “Vieni, ma non
aprire ancora gli occhi…” disse con voce seria. Io annuii, lasciandomi condurre
da lui fuori dalla stanza. Sentii il rumore di una
porta che si apriva, mi tirò dolcemente all’interno. La richiuse.
La campana del paese suonò le otto.
Sorridendo, sfornai le lasagne che io e Gustav avevamo cucinato, dopo aver fatto la spesa. Entrai in
salotto dove, seduti al tavolo, subito i quattro si voltarono a guardarmi. Bill seduto accanto a Tom, mi
sorrise. Spostai lo sguardo da lui a suo fratello, per un secondo, poi sorrisi
anch’io. Solo qualche ora prima si erano mandati a quel paese ed ora ridevano,
come se non fosse accaduto nulla. Si vogliono troppo bene per lasciare che un
litigio li separi…, pensai, un po’ commossa.
All’improvviso, il solito rumore mi
riscosse dai miei pensieri. Tutti ci voltammo verso Georg. “Non è mica colpa mia se ho fame!” si giustificò
subito lui. Le risate riempirono la stanza.
Dopo cena, mi ritirai in cucina,
approfittando della scusa di lavare i piatti per lasciarli un po’ soli, a
chiacchierare. Insaponando un bicchiere, spostai lo sguardo verso la finestra
aperta. La notte stava arrivando velocemente. Sospirai.
Si erano ritrovati…, pensai contenta e
triste allo stesso tempo,…questo significa che dovranno
tornare da dove provengono. Sospirai ancora.
Finito di lavare i piatti, mi sedetti su
una sedia, accendendomi la prima sigaretta di quella che, prevedevo, sarebbe stata una lunga serie. Lo sguardo fisso sulla luna.
“Ehy…”
Riconoscendo la voce di Bill, mi voltai verso la porta. Dopo essere entrato, lui la socchiuse. Mi si avvicinò,
inginocchiandosi sul pavimento davanti a me. Una mano sulla mia gamba, con
l’altra afferrò la mia vuota. “Ti devo parlare…” iniziò con voce triste.
Espirando il fumo. Deglutii.
“Fu così che, il giovane ragazzo e i suoi
amici, tornati umani grazie all’intervento di una ragazza gentile, poterono
tornare nel loro regno. Arricchiti di nuovi doni, dall’esperienza vissuta,
riuscirono a sconfiggere il malvagio Groll, rilegandolo
nella caverna più oscura.
E vissero per sempre, amici e contenti…
Fine.”
“E quindi, alla
fine, il ragazzo è dovuto tornare da dove era arrivato…” esclamò la cuginetta, intrecciando le braccia. Sbuffò “Che triste…Io
speravo si sposassero!!!”
La ragazza, seduta sul letto, le sorrise,
scompigliandole i capelli “Non sempre le cose finiscono come si vorrebbe nella
vita…”
La bimba sbuffò ancora, abbracciando un
orsetto di peluche. La ragazza le rimboccò le coperte “Ora
dormi, ok?”
La bimba annuì. La ragazza si alzò,
avvicinandosi alla porta. Sentendosi chiamare, si fermò, voltandosi ancora.
“Tata…la mamma e il papà quando tornano?”
domandò la bimba, stringendo il peluche. Si voltò a
guardarla ancora un istante.
“Presto, piccola, presto…” concluse, un
sorriso malinconico sul volto.
Corse. Come una forsennata. Dopo aver
lasciato la bimba nel suo letto, corse. Il vento nei capelli,
il cuore che batteva forte. Corse ancora, imboccando la strada di
campagna. La luna, che illuminava il suo volto, si oscurò un secondo, coperta
da una nuvola. Attorno, all’improvviso il buio. Non appena si fu spostata, si
trovò di nuovo inondata dalla luce. Sorrise. Nel
campo, un piccolo gatto nero miagolò nella sua direzione. Gli occhi pieni di
lacrime di gioia, lei allargò le abbraccia. Un
secondo. Le lacrime sgorgarono. Bill era tornato.