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Autore: Sad Angel    31/08/2008    2 recensioni
E se i Tokio Hotel fossero i protagonisti di una strana favola?!? Se per sbaglio o per fortuna fossero caduti sotto uno strano incantesimo? Questo il tema di questa fanfiction! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Die schönsten Sterne

Hallo!!! L’ultimo capitolo…Sono triste…uff…odio finire le storie…Comunque spero che apprezzerete il mio lavoro…Chiunque voglia, mi lasci pure un commento!!! Viel dank^^

Per Sbadata93: Regan…Piango…Sniff, sniff…Pensa che faccio talmente pena che Tom ha smesso di guardare il suo giornale…( Tom: “Ti consolo io se vuoi…” Bill: “Tom! Vuoi morire?!?Tom, tace un secondo: “Effettivamente…no!” Bill sorride) Comunque grazie ancora per tutto ciò che fai per me^^!!! Viel dank! A presto!

 

Die schönsten Sternezehn

 

Driiin!

Ferma dietro la porta, attesi, attorno, un silenzio perfetto. Dopo un paio di secondi, Georg la spalancò, sorridendomi.

“Guarda un po’ chi ho trovato!” esclamai subito, incapace di celare la mia allegria.

Georg abbassò lo sguardo, incontrando gli occhietti vispi della volpe biondiccia. “NOOOO! Tom! Vecchio volpone!!!” urlò, pieno di entusiasmo.

La volpe, a terra, iniziò ad emettere quel suono strano. Rise. Un secondo dopo, l’atrio era affollato. Bill e Gustav infatti, all’urlo di Georg, erano subito accorsi. Georg si spostò, la volpe ed io entrammo in casa. Un secondo dopo, Tom saltò in braccio a Bill. Gli strizzò l’occhio, poi tornò a terra. Bill, sorrideva, gli occhi lucidi. Gustav gli si avvicinò, sorridente. Appoggiò una mano sulla sua spalla e, con l’altra, gli porse un fazzoletto. Bill negò “Grazie…”

Tom gettò ancora un’occhiata a Bill. Assicuratosi che non stesse piangendo, saltò sul divano. Pigiando col naso sui tasti, accese il televisore. Noi quattro scoppiammo a ridere.

Tom è sempre Tom!” disse allegro Bill. Georg gli diede una pacca sulla spalla. Gustav, vicino a me, sorrise.

Io guardavo la scena senza parole. Una strana sensazione mi invase. Ero in una stanza con tre ragazzi, e una volpe, di cui praticamente non sapevo nulla, eppure ero felice. Era come quando, dopo aver vagato a lungo nel buio, all’improvviso, raggiungi la luce. Non una luce forte, che ti acceca, ma quel tipo di luce che ti riempie il cuore di calore, di quell’affetto, talmente forte che, potresti piangere, mentre il sorriso è presente sul tuo volto. Sospirai.

Bill fu subito al mio fianco, stringendomi la mano. Gli sorrisi, felice. Anche lui sorrise.

Che dici, Bill, lo ritrasformiamo?” domandai, continuando a sorridere.

“Beh…a me non sembra che Tom sia davvero cambiato…” si intromise Georg “…Cioè guardalo…”

Tutti e quattro spostammo lo sguardo sulla volpe che, seduta svaccata sul divano, guardava attento quella che sembrava la replica di un noto telefilm ambientato su una spiaggia. Io mi avvicinai, sedendomi accanto a lui, guardandolo incredula. Lui, mantenne lo sguardo sullo schermo. All’improvviso, una giovane ragazza bionda, molto prosperosa, fece la sua apparizione. Tom, aprì la bocca, lasciando pendere la lingua all’esterno.

Scoppiai a ridere.

“Effettivamente, non hai tutti i torti…” concluse Bill, dando ragione a Georg, prima di scoppiare a ridere a sua volta, subito seguito dagli altri due. Tom, troppo preso dalla bagnina, non ci degnò nemmeno di uno sguardo.

Che facciamo allora?” domandò Gustav poco dopo, mentre Georg si sedeva sull’altro divano, lo sguardo fisso sulla ragazza in televisione.

Gott!” esclamò Georg, impedendo a Bill di rispondere “Quella ha un bagagliaio…” Mi voltai a fissarlo, allibita. Tom, accanto a me, spostò un secondo lo sguardo dallo schermo, strizzandogli l’occhio. “…culturale…” aggiunse subito Georg, tentando un salvataggio in extremis.

La volpe, al mio fianco, rise. Io scossi la testa. Mi portai una mano alla bocca, celando il sorriso. Dopotutto è un uomo…, mi dissi.

Nooo!” esclamò ancora Georg, poco dopo, sconsolato “Cavolo è già finito…”

Io risi. Un attimo dopo. La sigla.

Sgranai gli occhi. Realizzando ciò che sarebbe accaduto a breve, deglutii.

Poff.

“E’ così che funziona allora…” esclamò Tom, alla mia destra, tornato umano.

Arrossii violentemente, consapevole che era proprio di fianco a me, completamente nudo. Georg mi gettò un’occhiata. Vedendo che avevo chiuso gli occhi, il viso bordeaux, scoppiò a ridere, poi urlò “Bill! Porta dei vestiti. Tom si è appena ritrasformato…”

Bill, che era andato un secondo in cucina, alla ricerca di qualcosa da mangiare, rispose “Chiedi a Gustav, ora sono impegnato.

Gustav non è qui…comunque aspetteremo…” continuò Georg, prima di concludere con voce divertita “…tanto, al momento, è solo seduto nudo di fianco alla tua bella…”

COSA?” urlò la voce allibita di Bill. Un attimo dopo, lo sentii correre velocemente nella stanza. Non appena il rumore dei passi cessò, Tom e Georg scoppiarono entrambi a ridere, probabilmente per via della sua faccia.

Scheiße!” esclamò ancora Bill. Sentii che frugava febbrilmente, probabilmente talmente sconvolto da non riuscire a trovare i vestiti che avevo portato, in caso avessimo trovato Tom.Scheiße, scheiße!!!”

Gli altri due intanto continuavano a ridere. Io, gli occhi ancora serrati, aspettavo paziente. Bill si fermò un secondo. “Non aprire gli occhi!” si raccomandò.

“Non dovresti negarle il privilegio della vista…” iniziò Tom con voce divertita, alla mia destra. “Certe cose si possono vedere solo una volta nella vita…” concluse allusivo.

Benché pensassi di non poter arrossire maggiormente, non appena ebbe pronunciato quelle parole, sentii il calore al viso aumentare.

Silenzio. “Vorrei farti notare, fratellone, che io e te siamo perfettamente identici…quindi…” rispose subito Bill.

“Appunto! Avrebbe una gran fortuna, non ti rendi conto?!?” continuò, prendendolo amichevolmente in giro “Ben due volte nella vita!”

Un altro secondo di silenzio. Tom rise. “Idiota!” urlò Bill. Un attimo dopo, un movimento d’aria davanti al mio viso.

Pam!

Il rumore di un cuscino che sbatteva. Tom rise ancora. “E ora copriti con quello!” esclamò ancora Bill, irritato.

Sentii un fruscio, alla mia destra. Poi, una mano afferrò la mia, abbandonata sulle ginocchia, tirandomi in piedi. La strinse. Riconobbi il tocco di Bill. “Vieni, ma non aprire ancora gli occhi…” disse con voce seria. Io annuii, lasciandomi condurre da lui fuori dalla stanza. Sentii il rumore di una porta che si apriva, mi tirò dolcemente all’interno. La richiuse.

 

La campana del paese suonò le otto. Sorridendo, sfornai le lasagne che io e Gustav avevamo cucinato, dopo aver fatto la spesa. Entrai in salotto dove, seduti al tavolo, subito i quattro si voltarono a guardarmi. Bill seduto accanto a Tom, mi sorrise. Spostai lo sguardo da lui a suo fratello, per un secondo, poi sorrisi anch’io. Solo qualche ora prima si erano mandati a quel paese ed ora ridevano, come se non fosse accaduto nulla. Si vogliono troppo bene per lasciare che un litigio li separi…, pensai, un po’ commossa.

All’improvviso, il solito rumore mi riscosse dai miei pensieri. Tutti ci voltammo verso Georg. “Non è mica colpa mia se ho fame!” si giustificò subito lui. Le risate riempirono la stanza.

 

Dopo cena, mi ritirai in cucina, approfittando della scusa di lavare i piatti per lasciarli un po’ soli, a chiacchierare. Insaponando un bicchiere, spostai lo sguardo verso la finestra aperta. La notte stava arrivando velocemente. Sospirai.

Si erano ritrovati…, pensai contenta e triste allo stesso tempo,…questo significa che dovranno tornare da dove provengono. Sospirai ancora.

 

Finito di lavare i piatti, mi sedetti su una sedia, accendendomi la prima sigaretta di quella che, prevedevo, sarebbe stata una lunga serie. Lo sguardo fisso sulla luna.

Ehy…”

Riconoscendo la voce di Bill, mi voltai verso la porta. Dopo essere entrato, lui la socchiuse. Mi si avvicinò, inginocchiandosi sul pavimento davanti a me. Una mano sulla mia gamba, con l’altra afferrò la mia vuota. “Ti devo parlare…” iniziò con voce triste.

Espirando il fumo. Deglutii.

 

 

“Fu così che, il giovane ragazzo e i suoi amici, tornati umani grazie all’intervento di una ragazza gentile, poterono tornare nel loro regno. Arricchiti di nuovi doni, dall’esperienza vissuta, riuscirono a sconfiggere il malvagio Groll, rilegandolo nella caverna più oscura.

E vissero per sempre, amici e contenti…

Fine.”

 

E quindi, alla fine, il ragazzo è dovuto tornare da dove era arrivato…” esclamò la cuginetta, intrecciando le braccia. Sbuffò “Che triste…Io speravo si sposassero!!!

La ragazza, seduta sul letto, le sorrise, scompigliandole i capelli “Non sempre le cose finiscono come si vorrebbe nella vita…”

La bimba sbuffò ancora, abbracciando un orsetto di peluche. La ragazza le rimboccò le coperte “Ora dormi, ok?”

La bimba annuì. La ragazza si alzò, avvicinandosi alla porta. Sentendosi chiamare, si fermò, voltandosi ancora.

“Tata…la mamma e il papà quando tornano?” domandò la bimba, stringendo il peluche. Si voltò a guardarla ancora un istante.

“Presto, piccola, presto…” concluse, un sorriso malinconico sul volto.

 

Corse. Come una forsennata. Dopo aver lasciato la bimba nel suo letto, corse. Il vento nei capelli, il cuore che batteva forte. Corse ancora, imboccando la strada di campagna. La luna, che illuminava il suo volto, si oscurò un secondo, coperta da una nuvola. Attorno, all’improvviso il buio. Non appena si fu spostata, si trovò di nuovo inondata dalla luce. Sorrise. Nel campo, un piccolo gatto nero miagolò nella sua direzione. Gli occhi pieni di lacrime di gioia, lei allargò le abbraccia. Un secondo. Le lacrime sgorgarono. Bill era tornato.

 

 

  
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