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Autore: Riholu    15/07/2014    1 recensioni
[Storia ambientata prima degli eventi di B2 e N2]
Ad Unima non c'è più tempo di divertirsi, perché i Pokémon stanno soffrendo per mano di un team sconosciuto.
Non c'è più tempo di giocare al novello allenatore, e Touko dovrà impararlo presto, se vorrà aiutare la sua regione a curarsi dalle Ombre.
Tratto dal testo:
I due ragazzi si guardarono per un attimo, per capire chi è che dovesse parlare.
Alla fine prese parola il primo.
«Ciò che stiamo per dirti probabilmente ti scioccherà un po', ma non è il caso di addolcirti la pillola. Hai comunque l'età per capire, quindi cerca di affrontare la verità con diplomazia. Qualunque sia. E di crederci, soprattutto»
[REVISIONE IN CORSO --> Capitolo 13]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Touko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 84



Una volta smaltita la folla di benvenuto, i due ragazzi avevano potuto riposarsi dopo il lungo viaggio al Club Krabby, un bar sulla riva del mare posto nella parte sud-ovest di Porto Pontipoli.

L'intero edificio era costruito a forma -appunto- di Krabby, il Pokémon simile ad un granchio; gli interni erano tutti sul bianco e sul rosso, con un bancone per le ordinazioni, seggiolini da bar, divanetti e anche un palco, su cui alcune persone si esibivano intrattenendo i clienti.

Sedute sugli sgabelli o sulle poltrone, alcune persone stavano tranquillamente sorseggiando i loro drink freddi parlando del più e del meno.
Non c'era una persona che non portasse canottiera e pantaloncini, o jeans larghi ma leggeri: i clienti, ancora una volta, erano per lo più marinai che si riposavano dopo un giro in mare, ma c'era anche una piccola percentuale di persone ben vestite, come fossero impresari, e donne.
In questo quadro, Wes e Touko bevevano i loro tè freddi seduti sugli alti sgabelli, l'uno di fianco all'altra, mentre decidevano le tappe del loro breve viaggio.

Dire che la ragazza cominciava ad avvertire la pesante afa era poco: nonostante fossero in riva al mare, e la brezza fresca di quest'ultimo si sentisse anche dentro il locale, lei non era affatto abituata a questa calura asfissiante e a nulla era servito cambiarsi.
Probabilmente anche in costume da bagno avrebbe sentito sempre troppo caldo.

Si portò il bicchiere freddo alla fronte, già sfinita.
-Sono qui da un'ora massimo e già sto morendo...- borbottò, a occhi chiusi, godendosi la piccola sensazione di fresco.

-Purtroppo non posso capirti: io sto benissimo, si può dire- le rispose Wes, smettendo per un attimo di bere.

La brunetta si girò verso di lui: anche lui si era cambiato, quindi adesso indossava una canottiera nera un po' larga, forse una taglia in più, e semplice, con i soliti jeans.
Non sapeva dire se era una sua suggestione o meno, ma aveva l'impressione di vedere la sua pelle più scura del solito, e i capelli più chiari.
Come se si fosse abbronzato all'istante.

... Ma poteva anche starsi sbagliando.

Al contrario di lei, tutto questo caldo non l'avvertiva.
Ma lui era decisamente il più abituato di tutti loro del gruppo, visto che nel deserto era praticamente cresciuto.
E lì non c'era questo venticello, per niente.

-Ma come accidenti fai...- sospirò l'allenatrice, tornando a bere la bevanda prima che si riscaldasse.
Il tè freddo caldo era un vero schifo.

-Te l'ho detto, sono abituato. Un po' come te nella neve... quello è il tuo dominio, questo il mio. Pensandoci bene, su questo siamo totalmente opposti- rispose il biondo, finendo di bere e chiedendone un altro.
Va bene non sentire troppo caldo, ma aveva la gola riarsa, non avendo bevuto mai.

Lo vide appoggiarsi al bancone, girandosi verso di lei mentre aspettava il terzo bicchiere.
Tre bicchieri di tè freddo, lei era appena ad uno.
Senza contare la granita iniziale.
... Allora lo sentiva anche lui, in qualche modo, il caldo!

-Sì, ma... non pensavo facesse caldo fino a questi livelli! E poi non hai detto che è così in tutta la regione? Da me solo al nord si crepa di freddo. Come hai visto, a casa mia non c'è un singolo fiocco di neve-.

-Mmh... direi che i posti meno caldi, più accoglienti, siano i villaggi all'interno del territorio più rigoglioso: le fronde degli alberi forniscono un'ombra costante. La luce passa, ma non tanto il calore... Il posto migliore in assoluto è la Foresta Nascosta, ma non ci si può entrare con tanta facilità. Soprattutto se il tuo motivo è "ho caldo"- spiegò il mulatto, prendendo il terzo tè e cominciando a berlo.

-La Foresta Nascosta?- chiese perplessa Touko.
Le tornò subito in mente la foresta che aveva visto dall'alto, quella più chiara.

-Sì. E' nascosta da Villaggio Sofo, essendo dietro esso. L'anziano del luogo, Salapuzio, nonché nonno di Rui, custodisce l'entrata ad essa e senza il suo permesso è severamente proibito oltrepassare il limite. Ovviamente c'è un motivo per cui entrarvi non è concesso a tutti-.

-E cioè?-.

-Beh... a parte il fatto che, come forse avrai notato dall'alto, è piena di nebbiolina -a volte davvero fitta- ed è quindi molto facile perdersi, al suo interno è stato costruito un monolito per Celebi, da cui questo sprigiona il suo potere. Per questo la foresta che lo circonda è il luogo migliore, quanto a fresco: non tutte le piante al suo interno sopportano questo clima, o l'umidità...- precisò lui.

-Celebi...! Alla villa di Silvestro hai detto che ci saremmo dovuti andare! Per Haku, la sua Ombra... no?- ricordò Touko, all'improvviso.

-Esatto. Ai tempi dei Pokémon Ombra in questa regione, Celebi era l'unico modo per liberare del tutto il loro cuore. Perché se anche instauravi un rapporto di reciproca fiducia con queste creature tormentate, senza il potere curativo del piccolo Leggendario non potevano essere liberati. Visto che dovevo fare avanti e indietro nella Foresta Nascosta, a buon motivo, Salapuzio mi consentì sempre l'accesso ogni volta che andavo lì. Anche perché avevo salvato Rui, quindi...-.

-Salvato Rui?- domandò confusa la ragazza.

-Ah, non te l'ha detto? Quando ti ha parlato di me. Ad ogni modo, ci siamo conosciuti in circostanze un po'... buffe. Lei era stata rapita, visto che aveva la capacità di individuare i Pokémon Ombra. A Diamantopoli ho beccato, per puro caso, i suoi rapinatori che la trasportavano in un sacco. Essendo uscito da troppo poco tempo dal comando di Abys, ma non dal suo influsso, la salvai per pura pena nei suoi confronti... ma lei mi difese, quando la città mi volle cacciare via. Ero pur sempre un ricercato... Alla fine mi seguì, accollandosi la responsabilità di qualunque mio ritorno alla malavita- le raccontò.

-E da allora siete rimasti insieme. Ora capisco. Non ricordo se me lo avevate già detto, però... Certo che doveva proprio essere buona, per sopportarti quando avevi quegli scatti da “Abys”- annuì la brunetta.
Ricordava benissimo la sua pacata furia omicida, l'ultima volta che avevano incontrato Nascour, e i suoi occhi rossi.

-Eh... Ha saputo vedere la mia umanità, nascosta dietro la facciata dell'Ombra- rispose, sospirando.
A quei tempi era spesso incontrollabile...

Scosse il capo. Ora era più che in grado di tener testa alle sue paure: non era più un bambino, ora era un adulto.
A-dul-to.
Non poteva permettersi di crollare, molte persone contavano su di lui.
Ma... cosa poteva liberare lui da Abys? In cosa o chi doveva riottenere fiducia?

Per quanto non andasse d'accordo con il mondo in generale, Wes non odiava affatto gli esseri umani. Se li avesse odiati, non avrebbe mia potuto innamorarsi di Touko, probabilmente.
Quindi... cos'era quel qualcosa che avrebbe liberato lui?

-Wes?- lo richiamò la ragazza, vedendolo tra le nuvole.

Questi si riscosse, scuotendo il capo e posando il bicchiere.
-Scusa... pensavo. Mi chiedo se Celebi saprà aiutare anche me... e come mai non mi abbia mai detto che anch'io avevo un Ombra nel mio inconscio...-.

-Credo che per i Pokémon sia più semplice il problema... Forse per te richiederà molto più tempo. Infondo quella che hai dentro non è un'Ombra da nulla: sono le tue più profonde paure. Credo sarai tu a doverle affrontare in prima persona... quelle cose che ti fanno più paura o con cui hai un conto in sospeso che ti tormenta- suppose lei, posando la testa sul bancone freddo.

-Paure terribili e tormenti, eh?...- sospirò lui, pensandoci sopra.
“Perché, riflettendoci sopra, mi compare in ricordo il volto di mio padre? Non ne ho più terrore da molto tempo...”.
-Ad ogni modo, io direi di cominciare ad andare. Non è ancora ora di pranzo, dunque possiamo iniziare a girare- disse, mentre prendeva il portafoglio per pagare tutto.

Touko sbiancò, all'idea di uscire sotto il sole cocente.
-M-ma... fa caldo!- si lamentò.

Wes rimase perplesso.
-Touko... farà sempre caldo. Ti sentirai meglio solo nelle serate. Ma non per questo possiamo viaggiare di notte! Guarda che non è tanto diverso dal farsi un giro per Ipogea... stessa sensazione di inquietudine. Soprattutto se viaggi nel deserto, e guarda che molto spesso sono andato in moto di notte da una parte all'altra della regione- le rispose, come fosse ovvio.

-...-.
La bruna tacque, sconfitta.
Anche se di certo non l'allettava l'idea del sole cocente in testa...

Si alzò per andare all'uscita, dove si appoggiò all'uscio in attesa dell'amico, che era andato alla cassa a pagare.
“Viaggiare di notte, eh?... Personalmente preferirei dormire, la notte. Ma di pomeriggio presto si morirà dall'afa!” pensò, tremando all'idea di collassare.

Probabilmente, la sua prossima spesa sarebbe stata un ventilatore portatile.
Magari non taroccato.



Il passo successivo fu quello di passare dal meccanico della città: costui, oltre ad aver creato il Kyogre Robot, uno scafo con le sembianze di quest'ultimo Pokémon, che aveva permesso a Michael di andare a recuperare i suoi quattro Leggendari, aveva anche acconsentito a mettere la sua officina a disposizione come garage per le moto di entrambi i Campioni.

L'uomo che gestiva l'officina non si era limitato, tuttavia, a tenerle in custodia, lontane dagli occhi della gente che avrebbero potuto rubarle.
Le aveva anche modificate, rimesse a nuovo, aggiornandole negli anni che le aveva avute sotto mano e provandole per sue idee.
Ovviamente senza il consenso dei padroni, ma quando mai lui faceva qualcosa su richiesta gratis?

Wes trovò la sua diversa da quella che ricordava, e ciò lo fece un po' seccare, visto che ci era affezionato, ma al momento di provarla notò che era anche più alla mano rispetto a prima.
Se in precedenza era grossa e potente, con due posti, una ruota, tinta di rosso e grigio, ora aveva cambiato un po' aspetto.

Era sempre potente, ma più leggera.
Il manubrio era rimasto largo quanto lo era prima, migliorato nel design, e nuovo. L'intero corpo aveva perso pesantezza, quindi molto probabilmente sarebbe anche andata più veloce di prima, e sembrava in grado di sterzare meglio.
Nulla toglieva però il rischio di fare un testacoda, aumentato rispetto a prima.
Il motore era stato cambiato con uno migliore, sempre posto davanti. Una sola ruota posteriore sembrava reggeva il veicolo, ma il muso era tenuto su da un sistema ad aria che, prendendo potenza dalla velocità del veicolo in moto, faceva pressione sul terreno alzandolo. Maggiore era la velocità, maggiore la stabilità del veicolo.
Inoltre, la verniciatura era cambiata: non più rossastra e grigia, ma sulle tonalità del blu.

-Devo dire che quando ti metti a lavorare su qualcosa, quando la concludi ne esce fuori un qualcosa di davvero divertente- rise Wes, quando tornò dal suo giro di prova.

-Dunque ora apprezzi finalmente quel che ho fatto! Sei fortunato che non ti faccio pagare nulla, Campione- rispose l'uomo, sventolandosi la mano in faccia per il caldo.

-Sì, certo certo... sono molto fortunato. Finché non me la distruggi va bene- continuò a ridacchiare il mondo, smontando dalla moto.

Andò dentro chiamando Touko, che era rimasta in negozio comodamente seduta col ventilatore in faccia e l'aria soddisfatta.
Anche perché c'era l'aria condizionata: non sarebbe potuta star meglio.

-Com'è la moto?- gli chiese, godendosi la frescura.

-Veloce abbastanza da non farti soffrire il caldo troppo a lungo. Ma dovrai tenerti ben bene stretta, il posto ora è dietro di me. Non più accanto, come prima- rispose lui, appoggiandosi alla scrivania del meccanico e guardandola.
La vide annuire, ma non sembrava intenzionata a muovere un passo da quella sedia.
-Dunque andiamo?- le chiese, sornione.

-Nooo, qui c'è un bel fresco- sbuffò la ragazza.

-Me ne rendo conto, ma guarda che il più delle città sono a sud di Auros. E per andare a sud, di mezzo ci sono i due villaggi nella foresta. Dunque, Celebi. Non volevi trovare una soluzione per Haku, anche?- le ricordò.

Touko sgranò gli occhi e scattò in piedi.
-Haku!! Oddio, sì!! Andiamo subito- disse, andando fuori a passo spedito e tirandolo per il polso.

Il mulatto si lasciò trascinare, sorpreso, e la guardò salire in moto un po' impacciata, visto che non era mai andata su una moto.
-Quindi? Che aspetti? Sali, su!- lo spronò, sventolandosi.

Il ragazzo si riscosse e, dopo aver levato il cavalletto, attivando in automatico il sistema ad aria compressa, montò sul veicolo davanti a lei e accese il motore. Subito venne abbracciato stretto da dietro e si girò.
-Fai attenzione a non volarmi via, eh?- le raccomandò.

-Sì! E tu attento a non sbandare o andare a sbattere, chiaro? Non voglio morire giovane e non voglio vederci morire te- sbottò, stringendosi anche più di prima dopo dopo l'avvertimento del giovane.

-Ahah! Deve ancora nascere chi può uccidermi, Touko- le rispose, facendole l'occhiolino e girandosi verso il deserto.

Ringraziato il meccanico per lo splendido lavoro -non richiesto- che aveva fatto, Wes si calò gli occhiali sugli occhi, posò le mani sui manici del manubrio e diede gas, partendo subito come una freccia.
La ragazza si strinse forte, appoggiando la fronte contro la schiena dell'allenatore, piegata in avanti, e guardandosi intorno con la coda dell'occhio.

Tutto arancione, dorato, giallo, marroncino... rocce sparse, roventi sotto il sole cocente che lei nemmeno avvertiva quasi più, dune di ogni dimensione che la moto percorreva tranquillamente, la sabbia che scorreva sotto di loro...

Anche il deserto, in sé, aveva del fascino.
Non solo la natura verde e rigogliosa era fonte di bellezza, a quanto pareva...
C'era molto di più in quelle rocce, crepate dal sole e dal tempo, eppure ancora lì, come a dire “noi ci siamo sempre stati”.
E quelle dune, create dal vento e dalle tempeste di sabbia, che creavano un moto sinuoso, il cui limite sembrava inesistente tanto era vasto. Infinito.
Non riusciva a vedere o scorgere nulla, oltre alla sabbia, ai terreni rocciosi e alle pietre che, con sguardo vuoto, osservavano il loro passaggio con calma e pacatezza.

Sembrava un posto al di fuori del tempo, infinito nella sua immobilità.
Era un posto incantatore, che ipnotizzava il tuo sguardo con le sue curve.
Quelle rocce sparse apparivano come abitanti pietrificati, alcuni soavemente addormentati altri più irrequieti.
Sembrava il territorio appartenuto un tempo ad un'antica civiltà.

Cominciò ad avere paura di quelle pietre.
Più le guardava, più le sembravano veramente delle persone, né vive né morte.
Iniziò a considerare il deserto come un luogo di incredibile tranquillità e pacatezza... ma allo stesso tempo, come un luogo in cui perdersi.
Senza poter mai uscirne.

                                                                                    *
I'm here!
E va beh, altro ritardo. Di un altro giorno, ho sbagliato a scrivere il giorno nel precedente capitolo: non era domenica, ma lunedì. Quindi...
Non succede nulla di particolare in questo capitolo, puramente di passaggio. Nel prossimo, tuttavia, accadranno un po' di cose... e non solo ai due ragazzi, qui ;)
Ma a questo punto mi conoscete, quindi nemmeno serve dirlo.

Ringrazio per la recensione:
Noel Le Blanc, grazie mille a te!! :D

E niente. Comincio a pensare se non sia il caso di alzare il tempo di aggiornamento a sette giorni, anziché quattro.Cominciano a starmi un po' stretti... sette mi verrebbero abbastanza larghi. Anche perché al rientro a scuola sarò di maturità...
Poi dovrò gestirmi gli orari per potere scrivere.

Bene, di nuovo salvo imprevisti il giorno privilegiato sarà venerdì.
Buona giornata! ^_^

PS: non so quanti l'abbiano notato, ma sto iniziando la revisione della storia. Errori, forme errate... correggerò. Tempo fa vidi errori di battitura allucinanti, per cui mi prendo la briga di rivedere tutto - come ad esempio, il carattere minuscolo del primo capitolo.
Sto, inoltre, aggiungendo i nomi ai capitoli: spero renderanno più semplice e intuitivo il contenuto del capitolo. Soprattutto ai nuovi lettori, ma anche ai vecchi, che non ricordano qualcosa e non sanno in che capitolo fosse.
Sia chiaro che revisiono quando posso, ma con quattro capitoli a ogni volta arriveremo qui molto in fretta.
   
 
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