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Autore: AshCalMicLuke    15/07/2014    4 recensioni
Dal testo.
'La figura alta e muscolosa del mio fidanzato mentre si guarda attorno mi annebbia la mente, caccio un urletto silenzioso e comincio a correre verso di lui. Anche lui mi vede e nel momento in cui i nostri occhi si incontrano lui sorride con gli occhi che gli brillano. Lascia la valigia e corre anche lui verso di me, mentre il mio cuore ha perso il battito per il sorriso che mi ha appena rivolto. Siamo vicini e senza nemmeno pensarci ci abbracciamo. Un senso di protezione si espanse attorno a sé, adesso tutto è tornato alla normalità, tutto è come prima. Ho le braccia intrecciate al suo collo mentre sono sulle punte data la sua altezza, lui mi stringe per i fianchi dandomi la sensazione che non mi voglia lasciare più, neanche io voglio farlo. Piango ancora più forte, finalmente è tornato. Potrebbero passare secondi, minuti, ore, giorni e anche anni, ma io non lo lascio più. Solo Dio sa quanto mi sono mancati i suoi abbracci, la sua presenza, lui. Poggio il capo sulla sua spalla e le lacrime gli bagnano tutta la felpa, si mette nella mia stessa posizione e sento il suo fiato caldo sul collo.'
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2

<< Su, Leon, sbrigati che ci stanno aspettando! >>. Dopo il suo ritorno, dall’aeroporto ci siamo diretti a casa sua con la sua macchina (lui abita da solo), che avevo portato solo per quella occasione io. Nel viaggio mi ha raccontato un sacco di cose: ha conosciuto due ragazzi con le loro rispettive fidanzate, da come li ha descritti devono essere molto simpatici e divertenti; poi ha detto anche che c’era una ragazza che gli ronzava attorno, solo che lui le aveva detto esplicitamente che era impegnato. “ ‘Ma come fai ad avere una relazione a distanza quando hai me qui? Chissà come sarà brutta la tua fidanzata!’ Dovevi vederla Vilu! Era proprio infantile!” Mi aveva raccontato, mentre rideva come un pazzo. Io, invece, mi ero limitata a sorridere. Pensare che mi è stato fedele per tutto questo tempo, come lo sono stata io, mi riempie il cuore di gioia, anche se mi avrebbe fatto piacere prendere a calci nel sedere quella sgualdrina. Come si permetteva di dire quelle cose su di me? Per fortuna, Leon ha detto che mi difendeva sempre.  Adesso sono seduta sul divano di casa sua ad aspettarlo, è da più di un’ora che sta nel bagno ed io sono parecchio impaziente. << Eccomi, eccomi! Non sei cambiata affatto in tutti questi mesi! >> Esclama scendendo velocemente dalle scale e buttandosi a peso morto al mio fianco. Lo guardo fingendomi offesa e incrocio le braccia, mentre lui mi guarda teneramente. << Dai, sai che scherzo! >> sussurra per poi cominciare a lasciare piccoli baci sulla mia spalla e come succedeva un anno fa, io cedo, e questa cosa mi fa arrabbiare. Sbuffo continuando a guardare ciò che c’è davanti a me. << Ah, sbuffi anche? >> mi domanda accigliato con uno sguardo tra il sorpreso e il divertito, io mi giro di scatto e dico << Certo che sbuffo, tu mi fai cedere sempre! >> esclamo imbronciata. Lui mi scoppia a ridere in faccia e io vengo contagiata, succede sempre. All’improvviso cessa di ridere e mi guarda, io ricambio lo sguardo, solo che a differenza del suo, il mio è stranito. Intrufola una mano dietro la mia schiena fino ad arrivare sul mio fianco e la fa intrecciare con l’altra mano sempre sua, mi fa avvicinare sempre di più al suo petto e mi stringe. Poggio il capo sui suoi pettorali e allaccio le mie braccia attorno al suo busto. << Ti è piaciuto lavorare lì? >> mi viene da dire. << No, mi sei mancata troppo. E poi, a dirla tutta, non cucinavo niente di speciale. Sì, mi pagavano tanto, ma la cosa più ‘complicata’ che facevo era l’hamburger con le cipolle, i pomodorini e l’insalata >> mi spiega lui. E’ partito per tutto l’anno per fare lo chef in un pub molto famoso a New York, è sempre stato un ottimo cuoco e così la sua scuola gli aveva proposto di partire per un anno e lavorare in questo locale, lui poteva anche rimanere ma ha scelto di tornare. Alzo lo sguardo e ci guardiamo negli occhi, ci avviciniamo e proprio quando le nostre labbra stanno per unirsi…suona il suo cellulare. Cavolo, avevo dimenticato che dovevamo andare dai suoi! Lui si mette una mano sulla fronte e so che ha pensato la mia stessa cosa. << Pronto?...Sì, stiamo venendo!...No, è che…che…>> gli faccio alcuni segni per fargli capire che deve dire che mi ero fatta una doccia anche io, solo che lui non capisce. << Mamma, io e Violetta non ci vediamo da un anno, possiamo rimanere per almeno 5 minuti soli?...Anche tu mi manchi, mamma…Adesso stiamo venendo…Ciao! >> Sbotta le prime parole quasi arrabbiato e penso che le mie guance siano andate letteralmente a fuoco. Attacca e io lo guardo. << Che c’è? >>, << Leon, devi rispondere così a tua mamma? >> dico io, un po’ divertita e un po’ nervosa. << Le pomiciate con la mia fidanzata sono più importanti di qualsiasi altra cosa! >> mi spiega con l’indice alzato con fare buffo. Io lo guardo scioccata e gli do una pacca sulla spalla, ma poi scoppio anche io a ridere. << Beh, anche tu non sei cambiato affatto! >>
 
 ***

<< Leon! >> Dopo aver perso tempo sul divano, siamo partiti e arrivati finalmente a casa dei genitori di Leon. Per tutto l’anno in cui è stato assente sono venuta spesso qui, in questa casa ho pianto, ho riso ed ho anche cucinato; i genitori di Leon sono davvero simpatici e lui è davvero fortunato. Adesso siamo all’uscio della porta e la mamma di Leon appena lo ha visto lo ha abbracciato ed è scoppiata a piangere, mentre il papà non piangeva, ma era commosso. << Mamma >> dice Leon, ovviamente ha sentito molto la mancanza dei suoi genitori. Si staccano e la mamma trova la forza di dire << Come stai? >>, << Bene, mamma, adesso sto bene >> le risponde. Sua madre si sposta a lato e Leon si avvicina al padre. << Leon >>, << Papà >> si scambiano uno sguardo e si abbracciano. Io sono rimasta in disparte ad osservare la scena commossa, quando vedo Dolores, questo è il nome della mamma di Leon, che mi sorride. Io ricambio il sorriso e lei mi dice << Anche se Leon è tornato, la nostra casa è sempre aperta, ormai sei della famiglia Violetta >> mi dice tenendomi una mia mano tra le sue, io la guardo commossa e la abbraccio. << Grazie per tutte volte che mi avete accolto qui, davvero, siete la mia seconda famiglia >> le dico e Leon si intromette << Come ‘per tutte le volte che mi avete accolto qui’? >>. Io lo guardo colpevole e faccio parlare Dolores. << Ehm…diciamo che la tua ragazza era abbastanza disperata i primi mesi… >> risponde timorosa, ma Nicolas, il padre di Leon, sfortunatamente la contraddice. << Nei primi mesi? Ma se siamo stati più di cinque mesi a calmarla dai suoi pianti isterici?! >> Io arrossisco sotto lo sguardo incredulo di Leon e comincio a ridere istericamente. << Oh, Amore! >> esclama Leon per poi abbracciarmi affettuosamente. Vedo i genitori di Leon avviarsi in cucina per lasciarci soli. Io rimango stretta tra le braccia di Leon, che sembra parecchio dispiaciuto. << Perché non me lo hai detto? Mi chiamavi e ti calmavo io >> mi dice mentre io scuoto il capo. << Leon già avevi troppi pensieri per la testa e poi non volevo farti preoccupare! >> mi giustifico. Mi prende il viso tra le sue mani e lo avvicina al suo. Per la seconda volta stiamo per baciarci, ma suona il mio cellulare, è un messaggio. Adesso per baciare il proprio fidanzato c’è bisogno di spegnere i cellulari e chiedere il permesso? Roteo gli occhi e prendo il cellulare, è un messaggio da parte di Francesca. “Ciao Vilu! Visto che Leon è tornato abbiamo organizzato una piccola festa per lui. Ci vediamo stasera al ‘Jambo’ verso le nove. Ciaoo”. Sorrido e alzo lo sguardo. << Chi è? >> Mi chiede subito, sbaglio o è…geloso? Io sorrido sibillina per poi fare la disinvolta. << Un amico >> gli rispondo vaga, mentre lui ha il viso contratto in una smorfia. << Lo conosco? Come si chiama? Quando lo hai conosciuto? >> comincia a tartassarmi di domande ma io pongo le mie mani fra noi fermandolo. << Ehi, ehi, calmo! E’ Francesca, ha detto che ti hanno organizzato una festa per il ritorno. Stasera andiamo al ‘Jambo’ >> Lui cambia espressione: da arrabbiato diventa subito entusiasta e sorride, il ‘Jambo’ è il suo ristorante preferito, ci andavamo sempre con i nostri amici quando lui era ancora qui. << Scema! Anche se stasera volevo cucinarti qualcosa io, accetto! >> esclama. << Non potevi rifiutare >> ribatto io, per poi scoppiare a ridere insieme a Leon. Non riesco ancora a credere che sia tornato, sono così felice adesso che è siamo di nuovo insieme, sono convinta che non ci lasceremo più. 

 


Nota Autrice:
Ciao! Allora, penso di aver aggiornato in orario u.u Secondo capitolo, two chapter! Yeah! *lettori che la prenono per pazza*
Leon e Vilu tornano a casa e lì scena Leonettosa *w* Qui si scopre il motivo per cui Leoncino /?/ è partito: ingaggio da chef per un anno :D
Lì a New c'era una ragazza che gli ronzava attorno: sarà d'intralcio a questa storia? Boh .-. No, veramente neanche io lo so XD 
Poi la scena della casa dei genitori di Leon (awww <3) e si viene a sapere che Violetta ha stretto un bel rapporto con i genitori del suo ragazzo, ma i suoi? 
Mi scuso per gli eventuali errori e qualsiasi consiglio o critica, io la accetto <3
Alla prossima :*
  
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