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Autore: piccola twilighter    15/07/2014    3 recensioni
Anno 1902. Forks. Stati Uniti. Isabella è una levatrice (ostetrica), ha una storia molto triste alle spalle e vaga per tutta la penisola Olimpica, fin quando è assunta nella casa della famiglia nobile Masen-Cullen, dove si occuperà della signora Katherine Cullen che è alla sua prima gravidanza, nuora di Donna Elizabeth Masen Cullen e di Don Edward Senior Masen. Il figlio dei padroni di casa Edward Junior è in guerra a Cuba. Cosa succederà quando il bel soldato incontrerà la bella levatrice?
STORIA ISPIRATA DALLA SOAP OPERA “IL SEGRETO” (non sarà identica alla soap, ma ci sarà qualche passo simile)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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~~POV BELLA
Sono alla locanda a mangiare la buonissima vellutata di patate di Angela. Quella ragazza è un asso in cucina, il mio palato fa le feste. Sono passate alcune settimane da quando abbiamo parlato con Katherine ed è leggermente migliorata, ormai è agli sgoccioli. Quando la porta della locanda sbatte violentemente tutti, compresa io, si girano per vedere chi è entrato così. È Jessica, una delle domestiche della famiglia Masen. Angela si avvicina e io pure, sarà sicuramente successo qualcosa di grave. In cuor mio spero che non si tratti di Edward.
-levatrice, sono venuta per voi – dice con affanno.
- Jessica calmati e dimmi che succede – Angela le porge un bicchiere d’acqua e lei comincia a respirare più regolarmente e a mandarlo giù.
-alla signora Katherine si sono rotte le acque – okay era logico, ci siamo.
- Angela ci vediamo stasera, Jessica andiamo subito – corriamo fuori dove ci aspetta un calesse e ordiniamo al cocchiere di correre fino alla villa. Quando arriviamo saliamo come due razzi subito nella stanza di Katherine e sono quasi tutti lì. Carlisle la assiste, Esme le asciuga il sudore e i suoi suoceri sono li accanto a lei. Edward non c’è, speriamo che arrivi.
-sono arrivata, scusate se entro in questo modo – faccio notare la mia presenza. Tutti mi fanno un cenno, io in pochi secondi infilo la mia divisa e controllo se Katherine è dilatata.
-da quanto tempo è in travaglio? – chiedo a Carlisle.
-3 ore e mezza – risponde subito.
-allora Katherine siete interamente dilatata quindi potete iniziare a spingere, con tutta la forza che avete, quando ve lo dico io, va bene? –
-non ce la faccio! È troppo doloroso! – urla. È ovvio, partorire è il dolore peggiore anche se ti ripaga con un grandissimo tesoro.
-dovete o il vostro bambino soffrirà! Signori Masen vi chiedo di allontanarvi dal letto così che Katherine possa avere aria – i signori annuiscono e si allontanano.
-eccomi sono arrivato – la porta si apre ed entra Edward trafelato e in ansia. Katherine lancia un urlo. Bene ci siamo è ora di spingere.
- Katherine spingete, ora! – continuiamo così per un po’ di tempo finalmente riesco a prendere il piccolo e taglio il cordone. Lo avvolgo in una asciugamano e lo cullo per calmarlo.
-è maschio e scoppia di salute – annuncio con un sorriso. Katherine ne fa uno lieve e poi perde i sensi. Carlisle di occupa subito di lei e Edward si avvicina a me e al piccolo. Lo prende subito e ha un grande sorriso sulle labbra. Il sorriso di un papà.
-penso che dovresti trovare un nome – gli dico, quando glielo lascio tra le braccia e i suoi occhi luccicano di felicità. Si avvicinano anche i genitori di Edward e sono subito attratti dal piccolo.
- Edward, Isabella ha ragione il piccolo deve avere un nome – gli dice suo padre. Lui ci pensa un po’ su. 
- Anthony, mio figlio avrà il mio secondo nome – dice completamente preso da suo figlio.
- Edward dovresti darmi il piccolo in modo che possa pulirlo e possa sistemarlo, poi sarà tutto tuo – lui annuisce e me lo passa.
-aspetta Isabella, ti mostro dove sono le cose del piccolo – donna Elizabeth mi accompagna. Dopo aver fatto il bagnetto al piccolo, mi aiuta a sistemarlo e a renderlo un vero signorino. Torniamo in camera di Katherine, ma sono tutti fuori. Sicuramente ci sarà stata qualche complicazione per Katherine. C’era da aspettarselo.
-Isabella mio marito dice che ha bisogno di te – mi avvisa  Esme.
-io dovrei fare il latte al piccolo perché ha bisogno di mangiare, a me no che Esme non ve ne occupate voi – sono sicura che è all’altezza della cosa, ma sono preoccupata perché ci vuole dimestichezza e delicatezza con Anthony per ora.
-tranquilla, faccio io, non ci sono problemi – mi assicura e io entro nella camera.
-come sta? – chiedo timorosa a Carlisle.
-le cose vanno piuttosto male, è troppo debole se supera la notte è fortunata, non credo però che potrà durare a lungo – Carlisle è profondamente rammaricato.
-noi facciamo il possibile e speriamo che lei si aggrappi alla vita con le unghie e con i denti – per tutto il resto della notte io e Carlisle con l’aiuto di Esme e di qualche domestica ci occupiamo di Katherine. Alle prime luci dell’alba sto crollando dal sonno e Katherine comincia a dare i primi segni di vita, così Carlisle mi dice di andare giù in cucina a mangiare qualcosa e a riprendere un po’ di forze. Mentre scendo incontro Edward che sta per salire.
-ehi dove vai? – anche lui ha passato la notte in bianco per occuparsi del piccolo insieme ai suoi genitori.
-a mangiare qualcosa per resistere ancora un po’ – rispondo e mi scappa uno sbadiglio.
-volevo salire per vedere come sta Katherine ma dato che ci sei qui tu, chiedo informazioni a te – dice e mi accompagna in cucina. Ho passato così tanto tempo in questa casa ultimamente che ormai so pure dove trovare le cose e mi scaldo una tazza di latte.
-per il momento sembra migliorare, ma secondo tuo zio le speranze che ce la faccia sono poche, credo che dovresti salire da lei, io me la cavo anche da sola, ha bisogno del tuo sostegno – gli dico le cose come stanno e cosa sarebbe più giusto, anche se a me fa male.
-va bene, torno subito – mi promette, non dovrebbe preoccuparsi per me quando sua moglie è in punto di morte. Certo tutto ciò è successo perché ha voluto fare di testa sua, ma è comunque giusto che lui stia da lei. Poco dopo sento qualcuno scendere in cucina. È Don Edward senior.
-Isabella sono venuto ad avvisarti che Katherine si è svegliata a quanto pare forse ce l’ha fatta – mi informa e così saliamo di nuovo su. Faccio un sospiro di sollievo quando vedo che è sveglia, ma nel mio cuore arriva una coltellata quando vedo Edward li a stringerle la mano e ad accarezzarle la fronte. Ho voglia di piangere, ma non posso, quindi incanalo le mie emozioni e chiedo subito informazioni.
-Dottore cosa è successo? –
- l’ho bagnata di nuovo con l’acqua fredda e stavolta sembra che ci siano stati risvolti, ma non canterei vittoria, se perde di nuovo i sensi la situazione peggiorerà ancora di più, le stiamo dando molti liquidi intanto così che possa recuperare almeno un po’ di energie – mi spiega e io annuisco. Donna Elizabeth non si vede e presumo sia con il piccolo.
-voglio mio figlio, dov’è il mio bambino? – Katherine comincia a parlare e tutti ci giriamo verso di lei.
-sta bene Katherine, si chiama Anthony ed è sano è forte – è Edward a risponderle.
-gli hai .. dato .. il tuo.. sec..secondo ..nome – dice sempre sussurrando.
-già, forse è il caso che tu lo veda – le dice e poi guarda me e Carlisle che annuiamo. È meglio così se non ce la farà sarebbe crudele privarla del suo bambino per quel che le rimane. Esme va a chiamare donna Elizabeth e poco dopo tornano con il piccolo. Lo porgono subito a Katherine che lo stringe al petto.
-sei bello come il tuo papà, piccolo mio, ti amo tanto – le forze la abbandonano e perde di nuovo i sensi per gli sforzi Esme  prende subito il bambino e io e Carlisle torniamo a occuparci di lei. Qualche ora dopo si riprende ed esprime il desiderio di rimanere sola con il marito. Io e Carlisle usciamo ma rimaniamo dietro la porta per qualunque cosa.
POV EDWARD
Katherine vuole rimanere sola con me, gli altri escono immediatamente ma sono sicuro che sono qua fuori per qualunque cosa possa succederle. Sono felice che mio figlio stia bene e nonostante tutto mi dispiace tanto che lei sia ridotta così.
-sai voglio dirti alcune cose, marito mio – il suo tono è stanco e non riesco a capire le emozioni nella sua voce – ho capito che non mi ami e non posso costringerti ad amarmi, si stai pensando che in punto di morte sono più saggia, impari ad apprezzare quello che perdi in questi momenti .. voi avevate tutti ragione, avrei dovuto seguire i vostri consigli ma adesso sono stanca di combattere quindi non odiarmi se dovessi mollare e prenditi cura di nostra figlio, preoccupati soprattutto per lui – io rimango paralizzato. Lei non vuole continuare a lottare per la sua vita. Non vuole più lottare. È stanca. Abbandona così suo figlio. Non la odierò, ma nulla mi impedisce di pensare che sia un’egoista con i fiocchi anche adesso che dice di aver capito cosa perde. Perde di nuovo i sensi per lo sforzo e io chiamo subito Bella e mio zio.
POV BELLA
Edward ci chiama allarmato. È turbato e scioccato quando viene a chiamarci. Non so cosa gli abbia detto Katherine, ma credo lo abbia ferito definitivamente, qualunque cosa possa aver detto. Nei suoi occhi c’è tristezza ed esce dalla camera. Dopo pranzo i ragazzi mi accompagnano alla locanda per riposare. E dopo 24 ore sveglia appena mi stendo sul letto crollo addormentata.

 


NOTE AUTRICE: ciao a tutti!! ecco qua il quinto capitolo ... la situazione è abbastanza complicata e grave ... comunque non mi va di annoiarvi spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi farete sentire con le recensioni :D grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e tra le seguite e alle poche persone che hanno lasciate le recensioni :***

  
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