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Autore: Nihal07    18/07/2014    2 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Mi scuso per:
- Il ritardo;
- Possibili errori che non ho notato;
- Per non aver reso al meglio i sentimenti dei personaggi.
GRAZIE PER IL VOSTRO TEMPO NEL LEGGERE QUESTA STORIA :)


 
Capitolo XI

 
Sakura aprì la porta di casa sua e annusò l’aria.
Odore di biscotti. E a casa sua, il sentire odore di biscotti era più raro di vedere Naruto rifiutare una ciotola di ramen.
Varcò la soglia della cucina e trovò Rin intenta ad apparecchiare per due.
Quando la donna la vide, le sorrise. “Ciao Sakura. Ti sei svegliata presto stamattina?”
Sakura si sedette a tavola titubante. “No. A dire la verità ho dormito a casa di una mia amica.”
Vero. La sera prima era andata a dormire da Hinata. Non le aveva raccontato il motivo di quell’auto-invito, ma sapeva che Hinata era la tipica ragazza discreta, pronta ad aiutarti quando ne avevi bisogno. Quando Sakura sarebbe stata pronta a raccontarle il suo disagio, Hinata l’avrebbe ascoltata al momento giusto. Come Ino d'altronde, tranne per la riservatezza.
“Sakura, per ieri…”
“Rin, vorrei non parlarne, davvero…” Poi la rosa la guardò. “Non voglio che tu ti senta in colpa comunque. È il mio compito proteggerti e da oggi in avanti lo farò senza esitazione, fino a quando non troveremo le persone che ti hanno attaccata.”
Rin sbuffò. “Invece sentiti libera di fare quello che vuoi Sakura. Sono una ninja anche io, non dimenticarlo. So badare a me stessa.”
L’Haruno abbassò lo sguardo, ripensando alla discussione con Kakashi, ma Rin interruppe i suoi pensieri appoggiando una delle sue mani, sulla sua. Sakura la guardò stupita.
“Non pensare a quello che ti ha detto Kakashi. È fissato con queste cose, le enfatizza più di quanto dovrebbe fare in realtà.”
“Ne sei sicura?”
La donna annuì. “E ora mangiamo.”
 
Dopo colazione, mentre Rin lavava i piatti, Sakura ne approfittò per rimettere un po’ d’ordine.
Vennero però interrotte da qualcuno che bussò alla porta.
La rosa corse ad aprire e fu sorpresa e delusa nel ritrovarsi Kakashi davanti.
“Ciao Sakura.” L’uomo sorrise, ma l’Haruno non rispose allo stesso modo.
“Cosa ti serve?”
Il jonin rimase in silenzio per un paio di secondi, abbattuto per la reazione della ragazza. “Dobbiamo andare da Tsunade. Ha delle novità per noi.”
 
I tre si recarono dall’Hokage in fretta e furia.
Kakashi bussò, e fu il primo ad entrare.
Tsunade spiegò loro che alcuni ninja appartenenti alla squadra Anbu avevano seguito le tracce dell’aggressore che aveva tentato di attaccare Rin la sera prima.
Ora, sapevano dov’era.
Kakashi decise di partire subito insieme a Sakura il giorno stesso.
Arrivati però all’entrata del villaggio, vennero fermati da Rin.
“Vengo anche io.”
Kakashi non nascose una smorfia contrariata. “No.”
“Non sarai tu a decidere!”
“Non voglio tu venga. Sei più al sicuro qui a Konoha.”
Rin incrociò le braccia. “Non lascerò che tu e Sakura vi facciate carico di questa missione da soli. È una questione che devo risolvere io stessa.”
Sakura ci pensò un attimo, poi disse qualcosa. “Non ha tutti i torti, Kakashi.”
L’uomo la fulminò con lo sguardo. “Non è una questione che ti riguarda Sakura.”
“Oh, certo. Mi riguarda solo quando sei tu a dovermi dare ordini su quello che devo fare.”
Kakashi sbuffò. “No, non è questo…”
Rin prese posizione. “Allora ascoltala. Cosa può succedere di così tanto catastrofico? “
E così le due donne convinsero l’uomo, ancora molto dubbioso e titubante.
Arrivarono al posto indicato dalla squadra Anbu in pochissimo tempo e si fermarono davanti l’entrata di una grande grotta.
Entrarono e presto incontrarono uno dei nemici.
“Eccovi finalmente.”
Sakura guardò l’uomo stupita. “Ancora tu? Pensavo di averti messo K.O.”
“Non basta così poco per farmi fuori.”
La ragazza strinse i pugni e Kakashi spostò lo sguardo su di lei. “Lo conosci?”
“Si. È l’uomo che ho affrontato nel luogo in cui hai incontrato Rin… Pensavo di averlo messo fuori combattimento per sempre…”
“Fantastico…”
Sakura stava per replicare alla risposta sarcastica dell’uomo, quando la voce di una donna li colse alla sprovvista.
“Ciao Kakashi.”
L’uomo sussultò vedendo la figura di una donna farsi strada nella penombra.
“Miko…”
“Indovinato. Mi fa piacere che tu ti ricordi di me. Come stai?”
“Starò meglio quando ti vedrò rinchiusa da qualche parte.”
La donna sorrise. “Vieni a prendermi.” E scomparve.
Sakura parlò per prima. “Kakashi, Rin, voi andate.”
Rin la guardò preoccupata. “Ma Sakura…”
Kakashi invitò la compagna a seguirlo. “Non preoccuparti Rin. Andiamo.”
Quando i due scomparvero, Sakura sospirò e poi guardò l’uomo che aveva davanti.
“Che cosa volete da Rin?”
“Da Rin nulla.”
La rosa si morse il labbro. “Se Rin non è il vostro obiettivo… Vuol dire che lei era l’esca per attirare… Kakashi?!”
“Sei intelligente.” L’uomo rise.
“Non gli farete del male.” Sakura strinse i pugni, prima di attaccare. “Prima dovrai vedertela con me.”
 
Kakashi respirò velocemente più volte.
Da quando Rin era tornata, non aveva prestato molta attenzione al suo corpo.
In effetti, le vecchie ferite gli facevano ancora male, ma non pensava avrebbero potuto penalizzarlo in quello scontro. Aveva agito troppo impulsivamente decidendo di partire subito.
“Forza Kakashi, che ti succede?” Miko rise.
Rin lo guardava preoccupata.
Avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva davvero come dargli una mano.
I tempi in cui combattevano insieme erano ormai lontani. Aveva completamente cambiato modo di combattere, tanto che Rin era rimasta stupita, incapace di prevedere le sue mosse.
“Sta zitta…”
Miko alzò le spalle. “Ti pensavo davvero più problematico… Tuo padre non era fortissimo, ma tu addirittura, ancora più debole? Mi deludi…”
“Che stai dicendo? Cosa c’entra mio padre?”
“Morirai qui, quindi penso di potertelo dire…” Miko lo guardò negli occhi. “Tuo padre ha ucciso il mio Kakashi… Se il tuo fosse ancora vivo, me la prenderei volentieri con lui, ma eccoci qui.”
“E quindi, vuoi farmi credere, che hai organizzato tutto questo, solo per vendetta? Lui non…”
“Tornerà? E allora?”
Rin prese la parola. “Puoi ancora fermarti!”
Miko rise. “Non ho bisogno di qualcuno che mi faccia la paternale. So quello che voglio fare e sono fortemente decisa ad uccidervi tutti quanti.”
La donna prese posizione e puntò gli occhi in quelli di Kakashi. “Tecnica dello Sconvolgimento Spirituale!”
“Kakashi non guardarla!!”
“Troppo tardi.” Miko rise ancora. “Ora finiscila, Kakashi.”
La mano del jonin iniziò a brillare, circondata da scintille.
Rin fece un passò indietro, incapace di qualsiasi azione e quando lo vide scattare verso di lei chiuse gli occhi.
Il colpo però non arrivò, nonostante il rumore del Mille Falchi non accennava a diminuire.
Aprì lentamente gli occhi e vide una ragazza dai capelli rosa davanti a lei. “Sakura!”
L’Haruno aveva afferrato il polso dell’uomo, guardandolo intensamente negli occhi. “Ora Kakashi, torna in te.”
Gli sferrò un calcio laterale, forte abbastanza da fargli perdere i sensi.
“Rin, rimettilo in sesto, mentre io insegno a questa donna quanto parlare durante uno scontro sia inutile.”
Miko la fulminò con lo sguardo. “Pensavo non riuscissi ad arrivare fin qui.”
“Ti stupiresti di quante cose riesco a fare ogni giorno, molto più complicate rispetto allo sconfiggere uno dei tuoi amici.”
Detto questo, Sakura scattò in avanti, riuscendo a prenderla di sorpresa e colpirla allo stomaco.
“Dimmi come ci si sente ora.” Le sussurrò all’orecchio.
“Maledetta…”
Il secondo colpo di Sakura fu però parato e la rosa fu costretta ad indietreggiare, minacciata dal kunai appena sfoderato da Miko.
Intanto Kakashi presentò i primi segni di risveglio e Rin ne fu sollevata.
“Come ti senti?”
L’uomo ci mise un po’ per rispondere. “Bene ma…” Poi vide Sakura intenta a combattere contro la mora. “Scusa Rin… Ma devo sistemare delle cose…”
Si alzò, inizialmente a fatica, ma con dentro di sé la volontà di restituire a Sakura lo stesso favore che lei aveva fatto a lui. “Scusa Rin se non sono riuscito a fermarmi.”
La donna sorrise. “Corri subito ad aiutarla.”
Sakura cercò di sorprendere da dietro la donna, la quale però, usando la tecnica della sostituzione, riuscì ad ottenere l’effetto contrario. Alzò sopra di Sakura l’arma, ma fu presto intercettata da Kakashi che le afferrò il polso e la bloccò. “Sei rimasta da sola Miko.”
La mora sorrise. “Anche tu Kakashi…”
Il jonin non capì subito, sicuro di averla in pugno, fino a quando non la vide sparire, volatilizzandosi e comparendo dietro Sakura.
“Sakura!”
La rosa venne bloccata contro la parete. “Kakashi… Questa è… Una copia…”
“Kakashi! Dietro di te!!” Urlò Rin, che iniziò a correre verso di lui.
L’Hatake si girò, ma troppo lentamente per cercare di evitare il colpo di Miko, pronta ad usare il kunai che teneva tra le mani.
Kakashi non chiuse nemmeno gli occhi, convinto ormai di dover dire addio a tutto quello che aveva sempre amato. Il dolore però non arrivò, come la consapevolezza di dover salutare per sempre quello che fino a ieri era stato il suo mondo. O almeno, qualcuno avrebbe dovuto salutare comunque.
E ci mise un po’ a capirlo, ma quando questo avvenne, il mondo gli crollò addosso.
Rin si era messa tra lui e Miko, fermando il colpo della donna.
Quando la mora si staccò, la Nohara cadde a terra e Sakura, appena liberatasi, ebbe la prontezza di colpire la prima facendole perdere i sensi.
“Rin…” Kakashi si avvicinò lentamente alla donna, abbassandosi verso di lei, sostenendola. “Che diavolo ti è passato per la testa?!”
“Sono contenta di averlo… fatto…”
Kakashi la guardò intensamente, poi le spostò una ciocca di capelli dal viso. “Tu ti salverai…”
Rin gli sorrise debolmente e gli appoggiò una mano sul viso. “Tu che dici questo? Non si addice a uno come te…”
L’uomo abbassò lo sguardo. “Mi dispiace… Ho sbagliato tutto…”
“Kakashi,  io ti amo. Se per averti salvarto, devo rinunciare alla mia vita, lo farò. Ma ti prego… Non incolparti. Non farti del male… Non condannarti per una serie di sfortunati eventi… Sarò felice solo se tu lo sarai… Altrimenti non sarà servito a niente tutto questo…”
“Non puoi chiedermi questo… Non di nuovo…”
Rin gli sorrise ancora, prima di chiudere per sempre gli occhi. “Io ci sarò sempre per te…”
A quel punto arrivò Sakura, che accortasi della ferita di Rin, ci poggiò immediatamente le sue mani sopra, che iniziarono a brillare.
“Sakura… Salvala, per favore…”
La rosa non guardò il jonin, completamente concentrata su quello che stava facendo.
Dopo un paio di minuti però, si morse il labbro inferiore e gli occhi le si inumidirono.
Alzò lo sguardo verso Kakashi e le sue mani smisero di essere avvolte dal chakra. “Mi dispiace, Kakashi…”
Il jonin rimase un attimo a fissare il volto di Rin, poi strinse i pugni e si alzò.
Molti sentimenti si fecero strada dentro di lui: delusione, frustrazione, rabbia…
Fece alcuni passi indietro, allontanandosi, ma poi si voltò di nuovo verso Sakura.
“Io…Io ve l’avevo detto… E tu Sakura… Avresti dovuto ascoltarmi! Rin non doveva partecipare a questa missione… E…” Si avvicinò alla parete rocciosa e tirò un pugno addosso a quest’ultima con tutte le sue forze, ignorando il dolore. “Maledizione Sakura! Sei un medico, un dannato medico! Io… Io non ti ho mai chiesto nulla, e l’unica volta in cui ti prego di salvare una persona, tu fallisci! Salvi vite tutti i giorni, possibile che…”
Kakashi appoggiò la schiena contro la parete si lasciò scivolare contro di essa, sedendosi a terra.
Sakura si sentì trafiggere da quelle parole, ma cercò di mandare indietro le lacrime ignorando la sofferenza che la situazione le provocava. Si alzò e lentamente si avvicinò verso Kakashi.
“Kakashi… Mi dispiace…” Allungò una mano verso di lui, ma l’uomo si allontanò con un gesto brusco.
“Non toccarmi…” Continuava a non guardarla. “Non credo a una minima parola di quello che dici…”
In quel momento, tutto divenne troppo.
Si voltò dalla parte opposta al jonin proprio quando le lacrime iniziarono a rigarle il volto.
Si allontanò di qualche metro, capendo che per il momento, aveva solo bisogno di stare da solo.
Pensò ad un piano d’azione.
Sarebbero tornati al villaggio e avrebbero rinchiuso quei due farabutti da qualche parte.
Tornò nella prima stanza e trasportò il corpo dell’uomo ancora privo di sensi nella seconda.
Si fermò allibita però, quando non vide più il corpo di Miko.
Che nel trambusto fosse riuscita a scappare?
Strinse i pugni e spostò lo sguardo sull’uomo.
L’avrebbe costretto a parlare in un modo o nell’altro. Fosse stata costretta a cavargli le parole di bocca con tutta la sua forza.



 
  
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