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Autore: Soledad    02/09/2008    2 recensioni
E ora guardati. Che cosa vedi? Che cosa vedi oltre quello specchio? Oltre i tuoi occhi? Oltre il tuo corpo? Oltre mente e anima? Che cosa vedi? Credi davvero possa esserci qualcosa oltre il corpo e l'anima?
AVVISO
Aggiunto il 6 capitolo *-* Finalmente sono tornata U.U
Genere: Romantico, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ademas el cuerpo y el alma
 
Dopo una lunga assenza, eccomi con il quinto capitolo!
Ringrazio ichi_chan per aver recensito il quarto capitolo ^_^
Spero che abbiate passato tutte una splendida estate e che
vi siate tutte divertite!!! *W*
Ne approfitto per fare un po' di pubblicità occulta...
chi ha voglia, può passare qui ----> http://kawaiiisntdied.forumcommunity.net
;P Ora passiamo alla storia u___u
 
Capítulo Quinto
 
Doveva farlo. Per lui. Per se stessa non lo avrebbe mai fatto. Perchè avrebbe dovuto? Che senso aveva per lei continuare a vivere?
"Ryou... You have to answer a question.." sussurrò Yuki, che solo in quel momento si accorse di essere ad un soffio dalle labbra di lui. Erano sempre state una sofferenza, un capriccio che ogni volta che veniva soddisfatto faceva ancora più male dopo.
"What question?" domandò Ryou.
"The second problem... Are they?". Rimasero entrambi con il fiato sospeso. Come se all'improvviso il tempo si fosse fermato. Stop. Forse anche il cuore aveva smesso di battere, forse anche le lancette dell'orologio avevano smesso di girare.
"Maybe". Il tempo riprese a scorrere. Sempre a un soffio dalle labbra l'uno dell'altra.
"I'm scared". Lo disse con voce tremante, spaventata, appunto. Ryou le cinse le spalle e le fece appoggiare la testa sulla spalla, accarezzandole i capelli; poteva percepire le sue lacrime silenziose che socavano quella pelle chiara. Avrebbe voluto piangere anche lui, ma non voleva, non voleva dimostrarsi debole di fronte a Yuki, soprattutto in quel momento.
Le venne in mente Ichigo, a come se n'era andata, alle sue lacrime. Ma non poteva essere là, a consolarla, sapeva sarebbe stata fra le braccia dell'odiossissima ameba. Stava a guardare sempre, da lontano. Quanto si odiava.
"Ryou, you mustn't stay here...". Yuki si alzò e si asciugò le lacrime. "Ichigo is alone now... You must talk to her... I... You mustn't stay here..".
"She doesn't love me" affermò Ryou guardando fisso il pavimento, Yuki si era alzata e stava andando avanti indietro nella stanza stritolandosi le mani in una morsa; il ragazzo notò quanto era dimagrita, già che prima era magra, ma ora stava veramente reperendo e ovviamente sapeva la causa: le medicine e gli antidepressivi. Sapeva anche che a forza di prendere quella roba le passava la voglia di mangiare.
"You don't know... I've taked to her... And... I'm sure, she had loved her boyfriend up to now... Up to know you... I'm sure".
"I don't know, Yuki...".
"Do you love Ichigo?".
"Yes, yes, but...".
"But never! You must talk to her".
Si guardarono negli occhi per un istante:"Ok, ok... Now I go... Keiichiro isn't here...".
"No problem... ".
"Are you sure?".
"Yes".
Ryou si alzò e le diede un bacio sulla fronte. "See you later". Uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sè.
Quando sentiva Ryou, le parlava sempre di quella Ichigo, dei suoi modi di fare, tanto che a Yuki sembrava di conoscerla da una vita quando le parlava... Ed era anche certa di una cosa: l'uno aveva strettamente bisogno dell'altra. Come due calamite che si attraggono, ecco, loro erano così, due calamite che fino ad allora erano state l'una nel polo opposto. Ma non avrebbero resistito all'attrazione, non per molto, lo sapeva benissimo. Fin dal primo momento che l'aveva vista, aveva capito che era la tipa perfetta per il suo amico. Il suo grande amico. Li voleva un mondo di bene e per lui voleva solo la felicità di tutto questo mondo. Le bastava quello, che lui fosse felice, poi della sua felicità personale non le importava più niente, vedere Ryou sereno le bastava per stare un po' meglio pure lei.
Conosceva Ryou da quando i suoi genitori erano morti. Anche lei era orfana, quindi il medesimo dolore li aveva accomunati. All'inizio era bello essere felici in due, poi con il passare del tempo erano arrivati i problemi, ma nonostante tutto lui non l'aveva mai abbandonata e li era estremamente riconoscente per quello. Era l'unica persona in quell'inferno che la faceva sentire per un po' in paradiso. Anche se per poco.
Per un anno, ovvero l'infanzia, erano inseparabili, poi il genio di Ryou si era messo all'opera e da lì era stata un po' messa da parte, fino a quando non ebbero quattordici anni e, dopo tutto quanto, lei si ammalò perciò lui cercava sempre di starle vicino; restò così finchè non si trasferì a Tokyo, dopodichè rimase sola, tranne che per qualche telefonata, fino ad allora.
La sua persona era scomoda in quel momento. Era arrivata nel momento più sbagliato e se ne pentiva.
Notò che fuori aveva cominciato a piovere. Un temporale e anche forte. Chissà quando sarebbero tornati Keiichiro e Ryou... nonostante la sensazione di solitudine le fosse ormai familiare, tutte le volte era un dolore tremendo. Ma pensava che fosse giusto... così.
 
Ovviamente l'acquazzone non se lo aspettava, allora prese a correre sotto la pioggia fino a casa di Ichigo. Le luci erano tutte spente, tranne quelle della sua stanza, era sola. Meglio così, avrebbe evitato imbarazzi con i suoi genitori.
Suonò il campanello e una voce rauca cercò di urlare "arrivo"; possibile che avesse pianto ininterrottamente fino a quel momento?
Quando la porta si spalancò, furono entrambi sorpresi: lei perchè pensava fosse l'ultima persona che avrebbe potuto vedere in quel momento, Ryou perchè non aveva mai visto Ichigo così malpresa.
"Posso entrare?" domandò il ragazzo.
"Ok, entra pure".
Entrarono in casa, il puro silenzio.
"Che cosa ci fai qui?" domandò Ichigo un po' scazzata, pensava di poter stare un po' da sola con se stessa e Ryou era davvero l'ultima persona che l'avrebbe aiutata a pensare, dato che lui era il secondo oggetto di pensiero dopo Aoyama.
"Volevo sapere cosa ti era successo".
"Niente... niente...".
"Cosa ti ha detto Yuki?".
"Niente...".
"Beh, questo lo sapevo...".
"Senti se sei venuto qui a fare del sarcasmo puoi anche uscire! Quella è la porta!".
Era sul punto di tirarli un ceffone che Ryou le bloccò la mano:"Ma cosa fai?". Neanche il tempo di domandare che Ichigo riscoppiò in lacrime e si accoccolò contro il petto del ragazzo che la abbracciò. Era la sensazione più bella che avesse mai provato in vita sua. Il profumo di lei le inebriava le narici e la sua pelle era morbidissima al tatto. Poteva chiedere che il tempo si fermasse?
"Vuoi parlarne?" domandò Ryou, le accarezzava i capelli, li aveva fatti crescere, era diventata sempre più bella con gli anni.
"N...non lo so" riuscì a dire la mew rosa fra un singhiozzo e l'altro.
Si sedettero sul divano, l'abbraccio si era sciolto ed a Ryou era sembrato di sentire il freddo penetrarli l'anima.
"Non pensavo che l'arrivo di Yuki potesse... sconvolgerti tanto...".
"Ma non è lei! Cioè, è anche lei ma il problema è un altro...".
"Qual è, allora?". aveva preso il suo volto fra le mani per vedere i suoi occhi color cioccolato. Sentì un brivido, percorrergli tutta la schiena.
"Non... non mi va di parlarne".
"Sei da sola a casa?".
"Sì... i miei sono fuori città da mia nonna".
"Se vuoi puoi mangiare da noi, almeno non stai sola...".
Per un momento Ichigo smise di piangere:"E'.. una bella idea".
"Ok allora... chiamo Keiichiro".
Ryou prese il cellulare dalla tasca e compose un numero.
"Keiichiro?" domandò il biondo.
"Sono Yuki" risposero dall'altra parte.
"Ah... dov'è Keiichiro?".
"Sta facendo una doccia...".
"Allora dilli che sta sera c'è anche Ichigo...".
"Ok".
Nemmeno un saluto, aveva riataccato subito.
"Secondo me è gelosa" pensò Ichigo fra sè e sè "Vado a prepararmi e torno".
 
"Ah, c'è anche Ichigo? Bene, sono felice! Magari riescono un po' a parlare" incalzò Keiichiro, Yuki stava preparando il tavolo.
"Già, speriamo..." commentò. Mise i piatti per tre. "Non ti dispiace, vero? Non ho fame...".
"Yuki, è da quando sei arrivata che non mangi".
"Sì, lo so...".
"Devi mangiare qualcosa, se no ci sparisci! E poi non puoi lasciarmi come terzo incomodo".
La ragazza fece un lungo sospiro:"Se vuoi faccio presenza, ma non ti promettò che mangerò".
Riprese ad apparecchiare. Non le andava di mangiare, non ne aveva voglia e non aveva per niente appetito, sapeva che prima o poi doveva mandare qualche cosa giù però non ce la faceva. Magari avrebbe potuto fare uno sforzo...
"A Ryou farebbe piacere... sai che ti vuole bene".
Non guardò in faccia il suo interlocutore, non voleva vedere uno sguardo inquisitore.
"Lo so...".
Poi la porta del Cafè cigolò ed entrarono Ichigo e Ryou. Lei ovviamente bellissima, come sempre, lui nella sua naturale bellezza ed eleganza.
"Grazie per l'invito" sussurrò Ichigo a Ryou mentre raggiungevano Yuki e Keiichiro.
"Di nulla".
Ovviamente la cena era squisita, Keiichiro come sempre aveva dato il meglio di sè. Ichigo contnuava a fissare con insistenza Yuki, chiedendosi perchè non avesse toccato cibo mentre beveva soltando; a inizio pasto aveva preso le stesse pillole del pomeriggio, dopodichè aveva solo bevuto acqua senza toccare nessuna delle pietanze.
"Perchè non mangi?".
Per un istante l'altra si rirtovò spiazzata dalla domanda, tanto che per un istante non riuscì a rispondere. "Non ho fame". Ichigo percepì così tanta freddezza in quelle parole che le vennero i brividi.
Parlarono del più e del meno, come se quel giorno non si fosse saputo nulla. Ovviamente l'argomento non veniva toccato molto sistematicamente.
Dopo un po' nè Ichigo nè Ryou si accorsero che erano rimasti soli. A parlare loro due. Sia Yuki che Keiichiro se n'erano andati per lasciarli soli.
Notando che erano soli, finalmente la rossa fece la domanda che aveva in gola da tanto:"Cos'ha Yuki?" domandò.
Ryou rimase in silenzio per un po'. "Perchè lo vuoi sapere?".
"Sembra stia male".
"Sta male".
"Che cos'ha?".
"Senti, Ichigo, non mi va di parlarne".
"Per cosa? Per evitare di soffrire?".
"Sì".
"Ti stai facendo solo più male".
"So che lei nn vorrebbe... Non ne ha mai parlato con nessuno".
"Tranne che con te".
"Sì...".
"Un po' egoistico non trovi?".
"Perchè la odi?".
"Non la odio!".
"Sì invece. Spiegami cosa non ti va bene di lei".
"Non lo so".
"Allora cambiamo argomento, per favore".
"Scusa... non volevo, davvero".
Yuki e Keiichiro erano sulle scale ad ascoltre le novità, nella speranza che i due parlassero di cose serie. Nessuno dei due si stupì della conversazione, in special modo Yuki, sapeva che Ichigo la detestava.
Dopo un lungo silenzio, Ryou prese la mano di Ichigo nelle sue. La ragazza avvampò subito in viso e spostò lo sgardo per terra.
"Ichigo... devo parlarti".
"Che cosa...".
La mew rossa venne interrotta. Non da Ryou, non da un rumore o da un pensiero vagante. Ma da una scossa di terremoto, che era durata per quasi quindici secondi per poi disperdersi lentamente.
Poi un'altra e un'altra ancora. La Terra tremava, a terra i piatti, i bicchieri e dolci preparati per la serata, Ryou trascinò fuori Ichigo tenendola per la mano, mentre Keiichiro e Yuki arrivarono subito dopo.
Era fin difficile stare in piedi. Dopo qualche minuto il tutto cessò. Un silenzio rumoroso. Era accaduto in fretta.
"Tutto bene?" domandò Ryou. Sentì la voce di Ichigo e Keiichiro, si voltò verso Yuki, per una risposta.
"R-R-Ryou...". Si accasciò a terra, restando sulle ginocchia, si stava tenendo dietro il collo, come se qualcosa l'avesse colpita. "Fa male!" urlò, nemmeno in tempo che il ragazzo la prese fra le braccia, mezzo terrorizzato.
"Non... non è possibile, Keiichiro...".
"Che cosa succede?!" strillò Ichigo in preda al terrore.
"Yuki, Yuki, Yuki resisti...".
"Fa male...". Questa volta lo disse nel tempo di un sussurro. Sentiva le palpebre pesanti.
"Non chiudere gli occhi, ti prego, Yuki...".
"Ditemi che cosa succede!" urlò di nuovo Ichigo, Keiichiro cercò di tranquilizzarla e la pregò di andare ad aiutarlo, perciò i due entrarono di nuovo nel Cafè per prendere forse quello che serviva a Yuki.
"Ryou..." sussurrò ancora.
"Dimmi, Yuki...". Non sapeva se essere spaventato o semplicemente terrorizato.
"Credi che lassù... sia uguale per tutti? Credi che, nonostante tutto, lo incontrerò?".
"Te non morirai, Yuki! Non pensarlo nemmeno!".
"Non lo so... Ryou... non so... se...". Sembrava si fosse addormentata. Il battito del cuore era debolissimo, era come se fosse entrara in coma. Ryou la strinse forte fra le braccia:"Yuki...You're strong...You can live...".
Sentì le lacrime pungerli gli occhi. Ne vide una scendere e finire sul collo di lei. "You must live..." continuava a ripetersi fra sè.
Dei passi vicini lo misero in allerta. Si gurdò intorno e si avvicinarono quattro figure. Non sapeva se essere stupito oppure incazzarsi. Guardò la figura che li tese la mano con una rabbia che non setiva da tempo.
"Forse possiamo aiutarvi".
 
 
 
  
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