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Autore: Etiell    19/07/2014    2 recensioni
[Un piccolo tentativo di immaginare la terza stagione.]
Tutt'intorno il buio. Unica fonte di luce una timida e pallida luna piena, intenta ad illuminare gli spigolosi profili degli alti ed imponenti alberi, distinguendo così una foresta in tutta quell'oscurità. Ed all'interno di quel fitto bosco si faceva strada un piccolo sentiero, ricoperto di terra e foglie morte che emanavano odore di decomposizione. I sentieri sono fatti per essere percorsi e lungo quella tenebrosa via camminava Will Graham, alla ricerca di qualcosa, alla ricerca di qualcuno o più semplicemente, alla ricerca di una risposta.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Hannibal Lecter, Jack Crawford, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Will Graham
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3


La sede dell'FBI di Quantico, Virginia, era pressoché rimasta la stessa, i lunghi corridoi bianchi continuavano a trasmettere un agitato senso di inquietudine, come se si stesse per fronteggiare qualcosa di spaventoso.
Quel lunedì  mattina Will Graham si era fermato all'entrata, aveva cortesemente chiesto dell'agente speciale Starling ad una nuova segretaria mai vista prima, si era appeso alla camicia il badge con su scritto "visitor" e, preceduto da un grande sospiro di incoraggiamento, si era diretto verso l'ufficio indicato. A Will faceva uno strano effetto ritrovarsi lì dopo tanto tempo. Credeva di aver dimenticato il complicato intreccio di vie che presentava quell'edificio ma, una volta dentro, i ricordi erano riemersi, come un bastoncino di legno in un lago; sta poco sotto la superficie, poi è costretto a risalite.
In un lampo tutta la sua vita, dal giorno in cui Jack l'aveva strappato dall'aula dell'accademia a quando un intelligente psichiatra psicopatico gli trapassò il ventre, gli si presentò davanti agli occhi. Erano successe troppe cose in quei corridoi, cose che non potevano essere ignorate con facilità.
Will Graham raggiunse finalmente l'ufficio, trovandolo sorprendentemente vuoto. Evidentemente la signorina agente speciale Starling non è puntuale, pensò. Cominciò così a darsi un occhiata intorno e focalizzò la sua attenzione sulle disordinate carte sparse per la scrivania. Vi ci trovò dossier di innumerevoli delitti, casi archiviati, casi ai quali lui stesso aveva preso parte e persino fotografie delle vittime del nuovo serial killer della zona, al quale stavano dando la caccia. Will ne aveva sentito parlare, era sulla maggior parte dei giornali e si trovava quasi sempre come argomento di punta nei notiziari alla tv. "Buffalo Bill", una sottospecie di pazzo che scuoiava donne prendendo le parti di pelle che più preferiva.
Improvvisamente qualcuno bussò sulla soglia dell'ufficio. Graham non si voltò, sapeva perfettamente chi avrebbe trovato alle sue spalle.
«Ciao, Jack!» Will non alterò la voce. la mantenne ferma e composta, come se salutasse l'amico visto la sera prima al bar per una birra.
«Ciao, Will. Così l'hai scoperto.»
«Che avevi chiesto tu all'agente Starling di telefonarmi?» Si girò verso Crawford «Sì, l'ho capito subito. Hai davvero un talento unico nel convincere altre persone a fare il lavoro sporco.» Fu strano ritrovarselo di fronte. Lui, quell'uomo che l'aveva esposto troppo, rendendolo vulnerabile al mondo.
«Mi ritiene così sciocca da venire persuasa tanto facilmente?» una voce arrivò dall'esterno dell'ufficio per poi fare la sua teatrale comparsa qualche secondo dopo. «L'agente Crawford ha formulato l'idea, sì.  Ma io ho insistito per metterla in atto. Comunque piacere di conoscerla, sono Clarice Starling.» La ragazza si allungò porgendo la mano a Will. Non appariva tanto alta, una statura che di poco superava il metro e sessanta. Era di aspetto grazioso, una bellezza oggettiva, particolare ma concreta e presentava un fisico asciutto. Gli occhi erano profondamente azzurri ed i capelli che le arrivavano alle spalle, ricordavano tanto un tramonto d'inverno. Era più simile ad una di quelle ragazze che potresti trovare in una confraternita che una futura agente dell'FBI.
«Piacere mio, signorina Starling.» Rispose Will assecondando il suo gesto di cortesia. «E non  la ritenevo sciocca, è che conoscendo le doti persuasive di Jack dovevo comunque ipotizzarlo.»
«Vedo che non ama il contatto visivo, signor Graham.»
Will strinse i denti, travolto dal ricordo della priva colta in cui aveva udito tale affermazione. Ma era vero, da quando era entrata non si era ancora degnato di guardarla negli occhi. Jack si accorse della situazione ed intervenne prontamente.
«Non pensavo saresti venuto, Will.»
Graham tentò di reagire formulando una risposta.
«Non sarei dovuto venire infatti. Sono stato tutta la notte a pensare a quello che avrei o non avrei dovuto fare. Poi c'è stato qualcosa che mi ha convinto a tornare. Che cosa ancora non lo so. D'altronde "Tu ti innamori dell'FBI…»
«Ma l'FBI non si innamora di te."» fece il coro Jack terminando la frase. «Sono certo che qualunque cosa fosse, Will, è stato un bene.»
«Io non ne sono del tutto sicuro» Will sorrise acido. «Allora, parlatemi del motivo perché sono qui.»
«Clarice…» Jack posò il suo sguardo sulla ragazza e con un gesto della mano la invitò ad esporre il caso.
«Le ricerche del dottor Lecter sono cominciate precisamente il giorno dopo che lui… beh, lei sa quello che ha fatto. Un mese dopo siamo venuti a sapere che aveva lasciato gli Stati Uniti su un volo diretto a Parigi. Così abbiamo spedito foto perché potessero identificarlo, ma di lui nessuna traccia. Poco tempo dopo, un hostess di volo riconobbe l'uomo nella foto, disse però che indossava un paio di occhiali da sole a specchio. Così controllammo il volo indicato dalla ragazza e venimmo a sapere che era atterrato a Firenze. Non abbiamo più avuto notizie da allora ma siamo quasi convinti che si trovi ancora lì. Ovviamente tutte queste indagini sono state tenute lontane dalla stampa. Nessuno sa che stiamo lavorando al caso del dottor Lecter al di fuori di queste mura.»
«Esattamente.» Confermò Jack continuando. «Se qualche ficcanaso dovesse scoprire del tuo ritorno gli faremo credere che stai lavorando al caso di Buffalo Bill, lo squartatore. Ormai lo abbiamo in pugno in ogni caso, non è molto bravo a nascondere le prove.»
Will si sentiva confuso, ma in tutto quel caos riuscì a formulare un ipotesi.
«Non vuoi che si sappia nulla perché credi che il dottor Lec… Che lui legga ancora gli articoli di Freddie Lounds?»
«Sei perspicace, Will. D'altra parte, quello è il suo unico e possibile contatto con noi.»
«E noi cosa dovremo fare?» Stava diventando sempre più curioso, una curiosità che si mischiava alla paura di rincontrare quell'uomo.
«Crediamo, anzi, siamo convinti che Lecter si trovi a Firenze. Sai benissimo che è la CIA ad occuparsi dei casi esteri. E sai anche che sia tu che la signorina Starling non siete veri agenti dell'FBI…»
Will cominciava a capire. Si guardò attorno per poi continuare.
«Vuoi che andiamo in Italia per poterlo trovare!»
«Per catturarlo, Will.»
«Lui mi conosce, Jack.»
«Ma a me no.» Intervenne Clarice «Il problema è che forse quasi nessuno riuscirebbe a riconoscere lui. Sarà cambiato, nome, aspetto, comportamento. Ma lei lo conosce troppo bene. E' per questo che mi serve il suo aiuto. In qualche modo abbiamo bisogno che lei lo intrappoli.»
Graham contemplò gli sguardi di entrambi, erano desiderosi del suo aiuto, speravano che il dono di quell'uomo li avrebbe aiutati a dare fine alla folle corsa di quel pazzo.
«La fate facile voi due.»
«Will, anche io ho conosciuto la furia di Hannibal. Non quanto te ma so cosa può causare. Mando te perché lo conosci meglio di chiunque altro» Era vero. La sua rovina era stato vederlo dentro. Jack continuò. «Avrete una copertura. Sarete due fratelli, tu il maggiore in viaggio d'affari, mentre Clarice una studentessa di storia dell'arte e architettura che approfitta di viaggiare col fratello per studiare Firenze. A nessuno, ripeto mai a nessuno dovrete rivelare la vostra identità. Se accetterai, Will, domani ci organizzeremo per limare i dettagli.»
Will annuì un paio di volte silenzioso, tenendo lo sguardo verso il freddo pavimento e le mani nervose nascoste nelle tasche. Ormai aveva lasciato la sua casa interrompendo la sua nuova vita per tornare all'inferno, un inferno chiamato Hannibal Lecter. Forse quella piccola cosa che lo aveva spinto a cedere alle tentazioni dell'FBI era semplicemente una resa dei conti.
«Va bene, accetto.» Disse espirando e portandosi una mano tra gli scuri capelli mossi.
«Perfetto, Will. Ti accompagno all'uscita.»
«D'accordo. Allora a domani, signorina Starling.» Strinse nuovamente la mano alla giovane donna.
«A domani, signor Graham.»
Will e Jack lasciarono la stanza uno affianco all'altro, ripercorrendo a ritroso quei tetri corridoi. Graham non riusciva ad abituarsi al fatto di essere di nuovo lì, accanto a lui, come se stessero andando a far visita ad una famiglia assassinata, una donna uccisa o un uomo mutilato. Era strano perché nonostante fossero trascorsi nove mesi non sembrava cambiato nulla
«Come stai, Will?» Cominciò a parlare Jack dopo alcuni passi accompagnati dalla quiete e dal ronzare delle ventole. «Ti sei ripreso?»
«Sì, va tutto bene.» Mentì «E tu?»
«Tutto bene.» Mentì anche lui.
«Soffri ancora per la perdita di Bella?» Forse non avrebbe dovuto fare quella domanda, troppo diretta, troppo dolorosa. Non ci aveva pensato. Jack sospirò per poi rispondere.
«Ci si abitua alla perdita di qualcuno durante il giorno. Di notte no, è diverso. Alla mente addormentata non sfugge nulla, ogni minimo ricordo viene ributtato fuori, seguito da una valanga di malinconia. Ma ci si abitua, è tutta una questione d'abitudine.» Will comprendeva quelle parole, ci si ritrovava.
«Dal momento che perdi tutto, col tempo ti abitui a non avere niente.»
«Già.» Jack lo guardò comprensivo e malinconico.
Erano arrivati all'uscita. Will si voltò verso l'agente Crawford abbozzando un piccolo sorriso amichevole.
«A domani, Will.»
«A domani, Jack.» Graham si diresse confuso verso la macchina lasciandosi alle spalle quel grande edificio che era la sede dell'FBI. L'ansia non era tanta ma diventava pesante mescolandosi all'assurdità del momento, creandogli un leggero fastidio. Arrivato alla sua vettura aprì la portiera e salì, diretto verso l'hotel che l'avrebbe ospitato per quella notte, mentre continuava a lottare contro la sua mente.
Dall'altra parte della strada, la signorina Freddie Lounds scattò una fotografia.
  
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