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Autore: Clarrie Chase    03/09/2008    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Winry fosse stata adottata da Trisha Elric quando aveva solo quattro anni e fosse cresciuta come sorella di Edward e Alphonse Elric?
Trisha sarebbe morta comunque?
I fratelli avrebbero comunque tentato la Trasmutazione Umana per riportarla in vita?
Edward sarebbe diventato comunque Alchimista di Stato?
E Alphonse?
A quest'ora la sua anima sarebbe legata ad un armatura?
E che cosa sarebbe successo se... ?
Prima FF su Full Metal Alchemist: What if... ?
Dal 10° cap.:

Prima accetti che le cose non torneranno più come una volta, e prima ricominci a vivere. [...]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La quiete prima della Tempesta

 

Il tempo passa. Anche quando sembra impossibile. Anche quando il rintocco di ogni secondo fa male come il sangue che pulsa nelle ferite. Passa in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate, ma passa.

 

Quando Edward Elric, quattordici anni, scese per fare colazione, trovò sua sorella Winry Elric, quattordici anni, e suo fratello Alphonse Elric, tredici anni, che avevano già iniziato a fare colazione. La casa era stranamente silenziosa per quell'ora della mattina. Edward notò subito l'assenza di una persona.

<< Dov'è la mamma? >> chiese con voce ancora impastata dal sonno.

Winry e Alphonse sobbalzarono voltandosi stupiti verso di lui come se lo avessero visto per la prima volta.

Fu Winry la prima a parlare: << E' andata giù in città, a fare le condoglianze a una sua vecchia amica. >> rispose con voce triste e bassa.

<< Suo marito era un Alchimista di Stato. Pare che sia stato ucciso mentre indagava sul caso di un assassino. >> aggiunse Alphonse, come a voler dire qualcosa di sottointeso in quelle parole, che solo Edward poteva cogliere.

Ma lo sguardo di Edward corse subito alla sorella, Winry, che come al solito quando si parlava di qualcosa di sconveniente o di cui non voleva sentire parlare, aveva abbassato gli occhi al pavimento con ostinazione. Tuttavia si sedette al tavolo vicino ad Alphonse, conscio che anche volendo non avrebbe potuto parlare liberamente con lei davanti a lui.

<< Più tardi andiamo anche noi? >> chiese spalmando della marmellata su una fetta di pane tostato e poi addentandola con voracità.

<< Ho saputo che questa donna ha due bambini, di otto e tredici anni. Possiamo parlare con loro e provare ad essergli di conforto. >> esordì Alphonse lanciando uno sguardo speranzoso alla porta d'ingresso come se si aspettasse che da un momento all'altro vedesse comparire sua madre lì davanti a sè.

Winry spostò la tazza di latte che aveva davanti a se con un rumore secco. Edward continuò ostinatamente a fissare la sua fetta di pane tostato mentre Alphonse la guardava confuso. << Non vuoi venire con noi? >> chiese ancora Alphonse, osservando con attenzione ogni suo movimento.

Winry scosse la testa, i capelli biondi con riflessi dorati tenuti fermi da una alta coda seguirono fluidi il movimento del volto.

<< Non è questo. Mi è passata la fame. >> rispose lei cercando di tranquillizzare Alphonse con il solo sguardo.

Lui come al solito sorrise e convinto che non ci fossero problemi ricominciò a far colazione tranquillo.

A quanto pareva solo Edward si era accorto che qualcosa non andava, in Winry.

<< Al? Perchè non dai da mangiare a Den? >> chiese Edward guardandolo con apparente indifferenza.

Den era il cagnolino che avevano trovato l'anno prima al lago di Resembool durante una delle loro passeggiate e al quale avevano dato un elegante cuccetta nel giardino di casa.

Alphonse sbuffò: << Non posso farlo dopo? >> chiese speranzoso.

Edward scosse la testa: << Poverino, lo lasceresti a digiuno solo per pigrizia? >> chiese guardandolo con aria fin troppo innocente.

Alphonse sospirò e si alzò da tavola borbottando qualcosa come "I lavori sporchi sempre a me!" e scomparì oltre la soglia di casa.

Winry inarcò un sopracciglio focalizzando la sua attenzione su Edward.

<< Lo hai mandato via con una scusa. >> gli fece notare Winry, seccata.

<< Lo so. >> replicò Edward apparentemente calmo, addentando nuovamente la fetta di pane tostato.

<< Sai che non mi piace quando ti approfitti della sua ingenuità. >> lo riprese subito Winry, con astio.

<< Lo so e mi spiace, ma questa volta ho dovuto farlo. Cosa c'è che non va, Winry? >> chiese Edward posando finalmente la fetta di pane tostato e guardandola, ponto a cogliere il minimo tentennamento nella sua postura.

Winry sospirò nervosa: << Era un Alchimista di Stato. >> disse a bassa voce, mentre nei suoi occhi azzurri era in corso una lotta interiore.

<< Winry... Quell'uomo non è morto perchè era un Alchimista di Stato. Poteva capitare a chiunque. Magari se non fosse morto come Alchimista di Stato, sarebbe stato preso in pieno da un asteroide, anziché mentre era sulle tracce di un assassino. >> disse lentamente e con pazienza, ben conscio della diffidenza che la sorella provava nel confronto di quegli uomini.

<< E poi, se proprio vuoi il mio parere, essere morto come Alchimista di Stato sulle tracce di un assassino è molto meglio che essere morto per colpa di un asteroide. Insomma, non è una morte stupida, no? >> chiese con l'intento di alleggerire un po' l'aria seria che si era venuta a creare nella stanza.

<< Tu sei uno stupido! >> esclamò Winry ricacciando indietro le lacrime e alzandosi da tavola correndo verso la sua camera.

Edward osservò sorpreso la sorella minore correre su per le scale e scomparire al piano di sopra: che avesse usato ancora una volta le parole sbagliate?

Perchè... perchè Winry gli era sembrata più... fragile, in quel momento? E perchè il cuore gli stava battendo forte colmo di rimorso per quello che aveva detto?

Non era la prima volta che Winry piangeva per qualcosa che lui diceva o faceva, ma perchè questa volta se la stava prendendo così a cuore?

Che fosse uno dei cambiamenti che si affrontavano durante la crescita? Edward sperava proprio di no, perchè la sensazione che stava provando in quel momento era terribile, più dolorosa che mai.

Fece per alzarsi e raggiungerla, ma in quel momento la porta di casa si aprì con uno scatto, rivelando un Alphonse molto arrabbiato.

<< Fratellone! La mamma ha guà dato da mangiare a Den stamattina! >> esclamò il minore degli Elric con voce arrabbiata.

Edward deglutì: non aveva previsto che la mamma avesse già dato da mangiare a Den.

<< Beh... Al, vedi... io n... non... >> cercò di spiegare il maggiore, sforzandosi di concentrarsi su quel che Alphonse gli stava dicendo.

<< Dov'è Winry? >> chiese Alphonse frenando il balbettio alquanto imbarazzante del fratello maggiore.

Edward si rabbuiò. << E' su, in camera sua. O almeno credo. >>

Alphonse lo guardò con evidente disappunto: << Si può sapere cosa le hai detto? Fino a un attimo fa stava benissimo! >> esclamò contrariato incrociando le braccia al petto con aria rassegnata.

Edward lo guardò sdegnato: << Cosa? Come fai a dire che è colpa mia? >> chiese con diffidenza.

Alphonse fece spallucce, riacquistando per un momento il suo normale tono di voce: << Beh, Fratellone, è sempre colpa tua! Ma non è questo il punto... che cosa hai fatto a Winry?! >>

Edward lo fulminò con lo sguardo, immusonendosi: << Guarda che io non ho fatto niente! Fa sempre tutto da sola, lei! >> esclamò lui ancora contrariato a quella mancanza di fiducia da parte di suo fratello.

Alphonse gli rivolse un ultima occhiataccia e corse alle scale, con l'intenzione di scoprire cosa aveva fatto Edward.

Il maggiore degli Elric storse il naso ancora oltraggiato e urtato dalla poca fiducia che Al nutriva nei suoi confronti.

Beh, in ogni caso, Alphonse non avrebbe concluso niente.

Per quanto ne sapeva, Winry non faceva entrare nessuno nella sua camera, nessuno a parte Trisha, la loro madre.

Sorrise al pensiero di Alphonse fuori dalla porta ad implorarla di aprirgli.

Si alzò sorridente, decidendo di andare su a godersi quel delizioso spettacolo che aveva appena assaporato nella sua mente.

Arrivato in corridoio fu molto sorpreso di vedere la porta della camera di Winry socchiusa e nemmeno l'ombra di Alphonse.

Si avvicinò silenziosamente alla porta e dette una sbirciatina all'interno.

Il suo stomaco si strinse dolorosamente, a quella vista: Winry ed Alphonse erano seduti sul letto di lei. Alphonse le circondava la vita con le braccia e le sussurrava qualcosa all'orecchio mentre Winry si aggrappava a lui come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Stava piangendo.

La testa gli girò e dovette posare una mano sul muro per sostenersi e non cadere a terra.

Che cosa diamine stava succedendo in quella stanza?

Perchè Winry aveva fatto entrare Alphonse nella sua stanza mentre a lui era rigorosamente chiusa? E perchè quella scena gli faceva male... ? Perchè sentiva un dolore di gran lunga maggiore a quello provato solo pochi minuti prima, all'altezza del cuore?

Il pensiero di non sapere quello che Alphonse stava dicendo a Winry in quel momento era insopportabile.

E in quel momento non sembravano affatto fratello e sorella.

No.

Tutt'altro.

Fuori dalla loro casa, Edward e Alphonse aspettavano qualcuno, ormai pronti per scendere in città.

<< Quanto ci mette? >> chiese Edward per la centesima volta, imprecando a bassa voce.

Non abbastanza a bassa voce perchè Alphonse non lo sentisse, comunque. Il ragazzo gli rivolse un occhiata di rimprovero e disse: << Winry si sta vestendo, scenderà tra un attimo. >>

Perchè c'era qualcosa di terribilmente sinistro in quella frase e nel modo in cui Alphonse l'aveva pronunciata?

Edward scosse la testa: era sugestione. Solo ed unicamente sugestione.

E gelosia, probabilmente.

Forse Winry aveva sempre avuto ragione, tanti anni prima, quando gli diceva che lui era geloso del rapporto speciale che lei aveva con Al.

Allora non aveva dato peso alle parole della sorella, ma sentiva qualcosa di sinistro che stava agendo, in quella casa. Come una sorta di presentimento che lo metteva inevitabilmente in guardia da qualunque cosa o persona che fosse.

<< Cosa ti ha detto, Winry, prima? >> chiese Edward con finta indifferenza, rendendosi conto solo dopo di aver appena accarezzato un argomento tabù.

Alphonse parve arrossire a qualcosa che aveva pensato, ma poi si riprese e fissando il fratello rispose: << Ha detto che non era nulla. Che era triste solo per il padre di quei due figli dell'amica della mamma. Ma... >> Alphonse si interruppe.

<< Sì? >> lo incitò Edward, incuriosito nonostante tutto.

<< Non lo so. Mi è sembrata... strana. Come se mi stesse nascondendo qualcosa. Una brutta sensazione. >> concluse Alphonse guardando il cielo con espressione pensierosa.

Una brutta sensazione? Brutta come quella che stava provando lui in quel momento, che si sentiva tagliato fuori da due delle tre persone più importanti della sua vita?

La porta di casa si aprì in quell'istante e Winry fece la sua comparsa. Guardandola, Edward non avrebbe mai detto che solo pochi minuti prima avesse pianto ininterrottamente come una fontana. Perchè ogni cosa che guardava o ascoltava gli sembrava una presa in giro, quel giorno?

La ragazza aveva sciolto i capelli

<< Andiamo? >> chiese Alphonse gentilmente, sorridendo.

Winry ricambiò il sorriso e annuì, prendendolo sotto braccio e iniziando ad avviarsi con lui.

Edward osservò la scena senza fare una piega, rimanendo indietro.

<< Ma... Ed? >> chiese Winry voltandosi in cerca del "fratello scomparso". Alphonse parve quasi cadere dalle nuvole. << Come? Non è con noi? >> esclamò totalmente colto alla sprovvista.

<< Sono qui! >> grugnì Edward mettendosi tra i due con il preciso intento di separarli. A quel gesto gli parve di cogliere una scintilla di delusione negli occhi del fratello minore, ma non disse né fece nulla, continuando a camminare indifferente tra di loro.

<< Qualcuno sa dove si trova la casa dell'amica della mamma? >> Chiese Edward senza troppo interesse.

Winry annuì: << So io dov'è. >> disse con voce inespressiva.

Edward le lanciò un occhiata fugace: che Winry fosse arrabbiata con lui?

No, non sembrava arrabbiata, decise Edward, era solo sovrappensiero.

 

 

 

 

 

Arrivarono in paese solo un quarto d'ora più tardi. In città tutto sembrava procedere normalmente, come se non fosse successo niente.

<< Forse dovremmo comprare dei fiori. >> disse a un tratto Winry, guardando i suoi fratelli come a voler ricevere conferma.

Alphonse annuì: << La mamma è uscita di casa con un mazzo di fiori, ora che mi ci fai pensare. >> confermò il ragazzo.

Edward si grattò il mento, facendo un acuta osservazione: << Non abbiamo portato soldi con noi, vero? >>

Purtroppo Winry annuì, dandosi della stupida per non averci pensato prima.

Alphonse abbassò gli occhi al terreno, guardandolo pensieroso. Anche Edward seguì il suo esempio e abbassò lo sguardo.

Winry sospirò esasperata, temendo di sapere che cosa i due fratelli avevano in mente.

<< Non qui. >> sibilò Winry scambiando un occhiata carica di significato ad Edward e Alphons.

Loro annuirono, da una parte contenti per aver ottenuto "il consenso", dall'altra un po' tristi perchè sapevano che così facendo avrebbero turbato Winry.

<< Perchè non lì? >> esclamò Alphonse indicando con lo sguardo un vicolo ceco tra un alimentari e una casa.

Edward annuì e i tre si diressero velocemente in quella direzione, sicuri di non aver dato troppo nell'occhio nonostante si sentissero come dei ladri con tanto di passamontagna a coprire i loro volti.

Winry si mise proprio all'entrata del vicolo e controllò che nessuno guardasse nella loro direzione, per non cogliere il bagliore azzurrino che precedeva una Trasmutazione: << Via libera. >>

Inconsciamente sorrisero tutti e tre: gli sembrava di essere tornati a quando avevano undici anni e facevano Trasmutazioni di nascosto. Winry si metteva in un punto ben nascosto ma che offrisse il quadro completo della situazione e diceva a Edward e Alphonse se qualcuno si avvicinava o notava la loro assenza, così da poter Trasmutare oggetti senza essere visti. Non avevano mai detto neanche alla loro madre che avevano imparato ad usarla leggendo i libri presenti nello studio del padre.

Edward ed Alphonse si chinarono e il maggiore prese un sassolino per terra, iniziando a tracciare velocemente ma con precisione il Cerchio Alchemico.

Dopo di che batterono i palmi delle mani e li riposarono sul Cerchio. Dalla terra uscirono piccoli boccioli verdi che crebbero fino a diventare fiori candidi, delicati e profumati.

<< Winry? Pensi che i Gigli vadano bene? >> chiese Alphonse a bassa voce cogliendo i fiori velocemente e unendoli in un unico mazzo.

Winry si girò verso di loro osservando i fiori nelle mani di Alphonse. Nonostante la sua diffidenza nei confronti dell'Alchimia non potè fare a meno di sorridere e annuire.

<< Siete bravissimi. >> sussurrò, prendendo i fiori che Alphonse le porgeva.

Edward fremette a quel gesto apparentemente naturale ed ebbe la sinistra sensazione che ci fosse altro dietro a quell'atto innocente.

Ancora una volta sentì il bisogno di intervenire e mettersi tra Winry e Alphonse, ma non lo fece, cercando di far dominare la ragione sull'istinto.

<< Beh? Andiamo adesso? >> chiese bruscamente e in tono burbero, guadagnandosi un occhiata confusa da parte di Winry e una curiosa da parte di Alphonse.

 

 

<< E' questa. >> disse Winry accennando alla casa che avevano davanti agli occhi.

Edward e Alphonse annuirono, avvicinandosi alla porta mentre il maggiore bussava alla porta, facendo un passo avanti.

Si sorpresero non poco quando ad aprire la porta fu proprio Trisha.

Anche la donna si dimostrò sorpresa, ma poi sorrise e li fece entrare.

La casa non era molto diversa dalla loro, la mobilia era di colore pastello e tutto sembrava fermo e spento, al suo interno. Come se il tempo lì si fosse fermato, pensarono insieme i tre Elric, avanzando ancora di un passo.

Sul tavolo c'era una lettera spiegazzata e intrisa di lacrime: Winry aveva già visto quella lettera, e di conseguenza sapeva cosa c'era scritto.

<< E' la lettera della Sede Centrale degli Alchimisti di Stato, a Central City. Sono l'avviso e le condoglianze dell'esercito. >> disse a bassa voce con una sorta di rabbia nella voce. Edward osservò i suoi occhi blu trovandoli più scuri del solito, come se si stessero imponendo di rimanere indifferente a tutto quello che vedeva, di essere più forte. Edward mosse il braccio lentamente e con timore, avvicinando la propria mano a quella di Winry. La ragazza sobbalzò a quel contatto, ma poi abbassando lo sguardo ricambiò la stretta, silenziosamente.

Il volto di una donna si affacciò in quel momento alla porta del soggiorno: aveva capelli neri che incorniciavano il volto magro, pallido e segnato dalle occhiaie.

Alphonse pensò che doveva aver passato tutta la notte sveglia, per avere quell'aspetto.

La donna avanzò di qualche passo entrando nella stanza dove si trovavano gli ospiti, con gli occhi castano scuro che indugiavano sul viso dei due fratelli Elric.

Winry fece un passò indietro sentendosi come fuori posto, ma Edward strinse la presa alla sua mano e la guardò negli occhi, chiedendole silenziosamente di restare. Lei annuì ma abbassò lo sguardo, facendo un passo indietro ma non lasciando la mano di Edward.

La donna avanzò ancora verso di loro e parlò, continuando a scrutare i due ragazzi: << Voi dovete essere Edward ed Alphonse... somigliate così tanto a vostro padre... >>

Winry sentì la presa di Edward allentarsi e vide i suoi occhi correre immediatamente all'espressione di Trisha. Winry riusciva a vederla riflessa nell'espressione di Edward, così gli strinse la mano, accarezzandogli il dorso con il pollice.

<< Vostro padre lavorava con mio marito, sapete? Erano colleghi... spero che vostro padre ritorni presto. Voi avete bisogno di lui. >>

Gli occhi della donna si spostarono poi su Winry. << Tu invece devi essere Winry. Trisha mi ha parlato molto di te. Mi ha detto che sei come una vera figlia per lei. E adesso capisco cosa intendeva. >> riprese ancora. Alphonse, Winry ed Edward avevano l'impressione che la donna fosse uscita di senno, ma non dissero nulla, lasciando che fosse lei a parlare. Poi Winry si ricordò dei fiori che aveva in mano e tempestivamente, prima che lei potesse parlare ancora glieli porse.

<< Questi sono da parte nostra, signora. Vi progiamo le nostre condolianze. >> Edward si stupì del tono vagamente formale che Winry aveva assunto.

La donna annuì e tese le mani tremanti verso i fiori, mormorando: << Gigli... a mio marito piacevano tanto i Gigli... il loro odore.... è così... >> la donna non riuscì a continuare e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

<< Andate al piano di sopra. Ci sono Alex e Jean, i miei figli. Vi prego... parlate con loro, io non... non ci riesco... >>

I tre annuirono incapaci di proferir parola, sentendosi estremamente a disagio di fronte al dolore tanto palese della donna.

Attraversarono la sala e salirono le scale fino alla camera dei due bambini. Sulla porta di legno erano attaccate delle lettere di legno a comporre in nome " Alex e Jean".

Winry cercò di incontrare gli occhi di Edward, ma era inutile visto che il ragazzo li teneva nascosti all'ombra dei capelli.

<< Alphonse... puoi entrare tu, intanto? Devo parlare un attimo con Edward. >> disse Winry sperando di suonare convincente.

Il ragazzo guardò prima lei poi Edward con una sorta di rammarico ed entrò, bussando alla porta.

Edward la guardò, ritirando la mano dalla stretta confortevole di lei: non voleva sembrare debole.

<< Edward... >> iniziò lei, lentamente.

Lui non dette cenno di voler iniziare una conversazione, ma lei continuò.

<< Ed, sapevi che tuo padre lavorava con quest'uomo? >> chiese guardandolo, cercando di leggere la sua espressione. Edward scosse la testa, sospirando: << Non so molto di mio padre o delle persone con cui lavora o lavorava. >>

<< Sai che quella donna non l'ha fatto apposta, vero? >> chiese ancora Winry, insistendo.

Edward non capì. << Eh? >>

<< Quella donna è distrutta dal dolore. Sono sicura che non sa che persona era tuo padre e di sicuro non intendeva farti un torto dicendo che gli somigli molto. >>

Nonostante tutto, il disagio e l'ambiente tetro, Edward sorrise: << Una frase di circostanza, quindi?... Però... hai visto anche tu, vero? Hai visto l'espressione della mamma, a sentire nominare papà? >>

Winry annuì sebbene con malavoglia: << E' normale, Ed. Sai che la mamma ama tuo padre, nonostante tutto... >>

<< Lei vorrebbe che io gli somigliassi. Vorrebbe che fossi come lui. >> sussurrò Edward abbassando ancora lo sguardo mentre i suoi occhi iniziarono a bruciare.

Come quel giorno di tanti anni prima, Winry si avvicinò e lo abbracciò, posando il viso nell'incavo del suo collo e ponendo un leggero bacio sulla mascella.

Edward chiuse gli occhi cercando conforto in quell'abbraccio, stringendola di più, avendo la sensazione che senza di lei il pavimento si sarebbe aperto e lo avrebbe risucchiato all'inferno, lì dove stavano quelli che desideravano la morte della persona a cui loro malgrado dovevano la vita.

<< La mamma vorrebbe che tu fossi tu, Ed. Lei vuole bene a te e ad Al per quello che siete, non per quello che vede in voi. Lo capisci, questo? >> sussurrò Winry con dolcezza. Edward annuì e posò il viso tra i suoi capelli, ispirandone l'odore. Sorrise.

<< Che cosa c'è? >> chiese Winry incuriosita.

Lui rise tra i suoi capelli: << Profumi di Giglio. >> rispose Edward ispirando ancora l'odore tanto forte quanto inebriante di lei.

Winry sorrise dandogli un leggero pugnetto sul petto: << Stupido. >> mormorò, senza convinzione e con dolcezza.

Edward sentì il respiro caldo di Winry sul collo e sospirò, lasciandola andare.

<< Dai, entriamo. Abbiamo lasciato solo Al anche per troppo tempo. >>

Winry sorrise e aprì la porta.

La camera era molto simile a quella che Edward divideva con Alphonse: due letti ai lati della stanza, la scrivania sotto la finestra e un tappeto.

Sul letto era seduto un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore che poteva avere tredici anni al massimo, mentre sul teppeto vi erano Alphonse e il bambino più piccolo con gli occhi neri e i capelli castani, di otto anni.

Alphonse li indicò e disse: << Questi sono Winry e Ed. Ed, Winry, lui è Jean, mentre quello sul letto è Alex. >>

Jean alzò timidamente la mano in segno di saluto e Winry gli sorrise dolcemente, sedendosi anche lei sul tappeto. Edward si sedette sull'altro letto, quello vuoto.

<< Che stai disegnando? >> chiese Winry a Jean, che aveva in mano una matita. Il bambino le sorrise con timidezza e le mostrò il disegno: era raffigurato un uomo vestito con una tunica blu notte. Sopra al disegno c'erano scritte quattro lettere.

<< "Papà" >> lesse Winry ad alta voce.

Alphonse rivolse un occhiata ad Alex, sul letto e disse: << Anche nostro padre è un Alchimista di Stato. E... lui è sempre in viaggio. Non lo vedo da quando avevo tre anni. >>

Alex lo fulminò con lo sguardo. << Almeno lui è vivo. >> disse Alex con voce inespressiva.

<< Ho letto che con l'Alchimia è possibile riportare indietro la gente morta. >> disse Edward, con voce inespressiva, parlando per la prima volta da quando era entrato nella stanza. Winry gli rivolse un occhiata incredula, come se avesse appena detto la più sporca delle bestemmie.

Alphonse annuì: << Sì, è vero. Ci sono molti appunti che riguardano quest'argomento, nello studio di casa nostra. >>

Jean aveva smesso di disegnare e aveva iniziato a piangere, mentre Alex si era alzato all'improvviso dal letto, abbracciando il fratellino e spingendo via Alphonse da lui, come se fosse un demone.

<< Voi... voi non sapete neanche di cosa state parlando. Resuscitare i morti è impossibile. >> disse Alex mentre il bambino che aveva tra le braccia iniziava a singhiozzare più forte.

Edward sostenne lo sguardo pieno di astio di Alex: << Per te forse no, ma per gli Alchimisti sì. Si chiama Trasmutazione Umana e nello studio di papà... >>

Eward finì di parlare quando la porta della cameretta si aprì all'improvviso, rivelando le due donne, madri dei ragazzi che si trovavano nella stanza.

<< Che cosa sta succedendo qui? >> chiese la madre di Jean e Alex con voce tremante.

Alex lasciò andare il fratellino più piccolo e si alzò in piedi, indicando Edward con fare accusatorio: << Sta dicendo che l'Alchimia può riportare in vita i morti! >>

<< Ma è vero! >> esclamò Alphonse risoluto, sentendosi in dovere di difendere il fratello.

L'espressione di Winry in quel momento era terribilmente simile a quella delle due donne: li guardavano spaventate e preoccupate, come se avessero appena ingoiato qualcosa di molto duro.

 

 

 

Edward e Alphonse erano chiusi in camera loro, in punizione fino a nuovo ordine. Nella camera regnava un silenzio quasi surreale.

<< Fratellone... >> iniziò Alphonse, incerto, sedendosi sul letto e lanciando uno sguardo verso il letto di Edward.

Edward, steso a pancia in giù con la testa sotto il cuscino, mugugno: << Sì, Al? >>

<< Tu... si, insomma... sei arrabbiato con me? >> chiese Alphonse, ancora incerto.

Edward si irriggidì: << ... Non lo so, Al. E' solo... una sensazione... ma non mi piace. >> rispose il ragazzo, seguendo una logica fin troppo personale.

Alphonse inarcò un sopracciglio, incuriosito: << Eh? C'è qualcosa che ti preoccupa? >>

Edward sospirò, tirando finalmente la testa sopra al cuscino. Si stese a pancia in su spalancando le braccia e le gambe, come uno dei disegni che aveva visto sui libri di Alchimia di suo padre.

<< Sì. In effetti qualcosa che mi preoccupa c'è. Che cosa è successo stamattina, in camera di Winry? >> chiese a brucia pelo, chiudendo gli occhi come se non volesse vedere né sentire realmente la risposta.

Alphonse fece silenzio, per un attimo.

<< Nulla. Cosa doveva succedere? >> chiese Alphonse di rimando, ma con voce triste e quasi delusa.

Questa volta Edward si voltò così da poterlo guardare negli occhi.

Sia lui che Alphonse avevano saltato il pranzo e la cena, e, anche se la fame era terribile faceva di tutto per non sentirla, concentrandosi su altre cose. Winry, per esempio.

<< Al... >> Edward guardò negli occhi il fratello minore incatenandolo con lo sguardo, poi riprese << C'è qualcosa... che vorresti dirmi? >> lo chiese con massima calma, e anche se nel suo cuore sentiva di sapere che cosa Al gli stava nascondendo, voleva sentirlo dire da lui. Voleva sentirlo con le sue orecchie, pronunciare quelle parole.

Era questione di minuti, secondi probabilmente, e avrebbe saputo.

<< ... Si tratta di Winry. >> iniziò Alphonse, abbassando lo sguardo e arrossendo lievemente. << Io... ecco... io credo... credo... credo di amarla. >> dichiarò infine, chinando il capo come per sfuggire allo sguardo del fratello.

<< E' nostra sorella. >> disse Edward con voce dura, tuttavia sicuro che lei non sapesse nulla di tutto ciò.

Alphonse lo guardò, scuotendo la testa: << Sai anche tu che non è così. >> disse lui, aspettando una risposta.

<< Cos'hai intenzione di fare? >> chiese Edward scrutandolo attentamente.

<< Non lo so. Pensavo... pensavo di dirglielo, in realtà. >> confessò Alphonse arrossendo, pensando a una possibile reazione di Winry.

<< Tu sei mio fratello, Al. Ma non ti permetterò di distruggere la nostra famiglia per questa tua prima cotta. Dimentica Winry. Che siano tutte le ragazze di Resembool se necessario. Tutte ma non lei. >> disse Edward lentamente ma con sicurezza, rendendo le sue parole ancora più minacciose.

<< Sei innamorato di lei anche tu, Fratellone? Perchè in questo caso io posso... >> tentò di dire Alphonse, venendo però bruscamente interrotto da Edward.

<< Non dire sciocchezze. Io voglio bene a Winry. Lei è mia sorella. >> chiarì Edward chiudendo gli occhi come per cercare di scacciare una mosca fastidiosa.

<< Allora non puoi impedirmi di farmi avanti, Fratellone. E' una mia decisione. Riguarda me e Winry. Tu non c'entri. >> disse lentamente il ragazzino, abbassando lo sguardo per non incontrare quello del fratello maggiore.

Non seppe dire quale delle parole dette da Alphonse gli fece più male: se il fatto di essere nel torto, di non poter negare ad Alphonse una possibililtà con Winry, per quanto orribile gli apparisse l'idea, oppure se la consapevolezza di non c'entrare veramente con la faccenda, che quella era una cosa che riguardava solo ed esclusivamente Winry e Alphonse.

D'un tratto alla porta si udì bussare tre volte, a intervallo di tre secondi. Edward tossì tre volte in risposta, desiderando però che quel momento fosse arrivato qualche minuto più tardi.

Winry aprì la porta il più silenziosamente possibile, richiudendola alle sue spalle con il piede, sperando di non fare rumore.

Tra le mani aveva un vassoio con la frutta, tre coppe e rispettivi cucchiaini e una scatola di gelato.

<< Servizio in camera. >> esclamò a bassa voce per spezzare l'aria tesa che sentiva nella stanza.

Aveva gli occhi di Edward ed Alphonse addosso e si sentiva fuori posto, come se gli occhi dei due fratelli stessero sondando la sua anima.

Si avvicinò al letto di Alphonse e si sedette, posando il vassoio.

<< Allora? Io vi salvo dalla morte certa a pancia vuota e voi non mi ringraziate nemmeno? >> chiese lei fingendosi offesa mentre Alphonse le sorrideva incerto e si avvicinava cauto.

Edward si alzò dal letto altrettanto velocemente e si sedette su quello di Alphonse, prendendo una coppetta e aprendo la vaschetta di gelato.

Winry parve riscuotersi a quel gesto e tese una delle coppette ad Alphonse, aspettando che Edward li servisse.

Edward mise il gelato alla fragola nella coppa di Winry, quello alla cioccolata nella sua e quello alla nocciola in quella di Alphonse, lanciandogli un occhiata che Winry non seppe interpretare.

Quando Alphonse e Edward finirono il loro gelato Winry si congedò loro dicendo che le era venuto improvvisamente sonno, e sebbene nessuno dei due fratelli dette segno di essersela bevuta non fecero commenti, aspettando che la ragazza arrivasse in camera sua per poi tornare a scrutarsi con attenzione.

 

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Spazio Autore:

La frase usata per questo capitolo è stata presa da un libro della trilogia di Twilight, il secondo se non sbaglio.

 Emily the strange: Grazie infinite per il commento^^ Non sarà che hai esagerato? Cosa ne pensi di questo capitolo? Non è il mio preferito, la parte bella arriva più avanti... ^^ Sì, questa storia è una EdWin, una coppia che io AdOrO *ç* E sì, Ed e Al sanno che Winry non loro sorella nel vero senso della parola^^  Cosa ne pensi del triangolo EdXWinXAl? Nei prossimi capitoli ho marcato un po' la cosa anche se devo dire che non so se l'ho fatto nel modo giusto O.O XD Spero di leggere un tuo nuovo commento^^ A presto^^

 

 

WinryRockbelltheQueen: Grazie anche a te per il commento e i complimenti^^ Il Manga l'ho comprato ieri, serie Gold sesto volume... ma è la ristampa, no? Quindi non è che ad un certo punto si ferma? Lo chiedo perchè mi è già successo purtroppo T^T Comunque seguo anche l'anime alle 23.05 su Cartoon Network, Sky. Non immagini che occhiaie, ogni mattina T^T Ma ne vale la pena, no? XD Sì, Ed e Al lo sanno che Winry è stata adottata ma essendo bambini non gli importa più di tanto e la trattano come se fosse veramente loro sorella... O almeno, questo vale per Ed XD Che ne pensi del triangolo che si è venuto a creare? Sisì, ci sarà certamente dell'EdWin, è una coppia che io adoro! E se può consolarti ti dico subito che non ho nessuna intenzione di mettere Ed con nessun altro se non Winry! Non mi piace molto lo Yaoi... a mala pena lo sopporto, anche se devo dire che alcune storie Yaoi sono scritte bene... Beh, è questioni di gusti, suppongo! Noi abbiamo i nostri e loro hanno i loro XD A presto, spero di leggere un tuo nuovo commento^^ Ah, quasi non me ne dimenticavo... la fic ha un nuovo capitolo e forse ne aggiungerò altri... forse un altro, perchè se no si dilunga troppo XD Pensa che non vedo l'ora di finirla per iniziare il Sequel... ne ho in mente di tutti i  colori per questi tre *risata malefica* XD

 

Ringrazio inoltre tutti quelli che hanno inserito la ff tra i preferiti e spero che continuerete tutti a seguire la ff^^

Ci sentiamo tra una settimana allora^^ (sempre che sopravviverò al primo giorno di scuola, s'intende T^T)

   
 
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