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Autore: GinnyW    19/07/2014    2 recensioni
Una delle attività preferite da Fred Weasley era quella di rovistare tra gli scherzi creati da suo padre, non ancora in commercio poiché ancora sperimentali, e provarli, migliorarli a volte.
Come ogni venerdì, lui si trovava nella cantina del negozio del padre.
Aveva già finito tutti i suoi compiti per la settimana dopo e si era concesso un po' di tempo di relax, uscendo illegalmente dal castello per recarsi a Diagon Alley con una passaporta.
Tutti cercavano una soluzione al problema ''scomparsa'', lui invece aspettava che la soluzione gli arrivasse dal cielo, non era un gran piano ma almeno era l'unico non ancora uscito di testa.
Fred Weasley non prendeva mai l'iniziativa, se non per gli scherzi, lui osservava le cose, e osservando traeva le sue conclusioni, quasi sempre esatte.
Ma a cosa serviva sapere così tante cose se poi non poteva parlarne con nessuno?
Nessuno era intenzionato a rischiare, a parlare di sé direttamente, tutti si nascondevano dietro una maschera.
Ma lui aveva un dono, sapeva guardare le persone direttamente negli occhi, sapeva spogliarle dalle proprie maschere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Molly Weasley, Molly Weasley Jr, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Nuova generazione
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''La verità è che alla fine ci arrendiamo tutti. Invece di urlare quanto ci manca una persona, preferiamo soffocare l’impulso, aspettando che passi.”

Dominique Weasley faceva parte della famiglia più grande dell’intero mondo magico, i Weasley-Potter, che,per quanto potessero sembrare uniti, covavano astio chi per uno chi per un altro.

La prima ovviamente era Roxanne che, per quanto provasse a tenerlo nascosto, provava una profonda invidia,non quella buona, no!, di quella cattiva che porta le streghe buone a diventare cattive, trasformarsi in vecchie, diventare verdi o mangiare bambini.
Invidiosa di cosa, poi? Del fratello, ovviamente.
Il problema? Il padre, George, che per quanto cercasse di tenerlo nascosto preferiva il figlio maggiore alla piccola, mica tanto, Roxanne.

Lo faceva senza nemmeno accorgersene, certe volte, proprio perché Fred jr somigliava davvero tanto allo zio ormai deceduto, e George gli dava maggiori attenzioni , trascurandola.
Ma Roxanne lo aveva notato, eccome, fin da quando era bambina, non aveva mai detto nulla, lasciandolo trapelare solo in rare occasioni, come ad esempio quando fumava.
Fortunatamente Lysander arrivava sempre al momento giusto, forse posticipando la resa dei conti.
Ovviamente Roxanne non era l’unica crepa nel perfetto vetro che rappresentava la loro famiglia, e non era nemmeno l’unica che covava invidia verso un membro della famiglia.

C’era anche Albus, che camuffava il tutto con il fatto di non voler vivere nell’ombra dei genitori.
Invidioso di chi? Di James, e di Fred.
Non solo del fatto che James riuscisse a gestire meglio il fatto di essere chi era, un Potter, ma anche del rapporto che aveva con Fred, come se fossero più che cugini, quasi come fossero fratelli.
Ma James aveva già un fratello, e tendeva a dimenticarlo spesso, così Albus si era cucito addosso una maschera d’indifferenza e cinismo, per proteggersi.
Ma era un circolo vizioso, lui indossava la maschera, i cugini lo prendevano in giro, lo rifiutavano e molto altro, e allora lui aveva bisogno di difendersi così continuava ad indossare la maschera.
Lui non aveva fatto altro che difendersi in tutta la vita, dagli sguardi curiosi degli sconosciuti, dal fratello, dai cugini, molte volte i Serpeverde erano proprio coloro che si vantavano tanto di essere Grifondoro.
L’unica persona che sembrava essere riuscita a levare quella maschera, oltre ai compagni di casa, era Jessamine.

A lei non importava come facesse di cognome, ne che fosse il più popolare della scuola, ne tanto meno che fosse un asso a Quidditch, e lo aveva sorpreso, perché non credeva esistessero persone come lei, spontanee e genuine, senza peli sulla lingua.
Lo aveva spiazzato e affascinato in un certo senso contemporaneamente.
E lui, a modo suo, cercava sempre di proteggerla, mentre senza accorgersene iniziava a provare qualcosa di più.

Ma in famiglia non si covava solo l’invidia, bensì anche la rabbia e il disprezzo.
Molly jr non parlava più con la madre dalla bellezza di un anno.
I genitori di quest’ultima erano separati da tre anni, la madre si era risposata da uno.
Il reale motivo per cui la ragazza non parlasse più alla madre, ai più, era ignoto, poche persone ne sapevano le motivazioni, e se le tenevano per loro, cercando di non parlarne mai.
Di non parlare mai di quello che, secondo Molly, era stato il tradimento della madre, di quando quella notte di Capodanno li avesse visti insieme, e di come avesse detto non importa.
Ovviamente il fatto che il padre durante le feste apparecchiasse per quattro invece che per tre non rendeva il tutto più semplice.

Infine c’era lei.

La persona meno raccomandabile in tutto il castello.
Troppe volte paragonata alla sorella Victoire, soprattutto dalla nonna Apolline, era finita per diventarne l’esatto opposto, cercando di ribellarsi. 
Lei non era perfetta come Victoire, lei non aveva il portamento di Vicotire, lei non era gentile come Victorie, lei non era Victorie, e non voleva nemmeno esserlo.
Da piccola non poteva far altro che subire, subire le critiche della nonna senza poter fare o dire nulla, subire le critiche della madre, che non faceva altro che ripeterle cosa doveva o non doveva fare.
Così una volta arrivata ad Hogwarts non aveva potuto far a meno di tirare un sospiro di sollievo, ed era diventata un’altra, se stessa, quella che per troppo tempo aveva dovuto nascondere agli occhi della famiglia, quella che per troppo tempo non era potuta essere finalmente era venuta fuori.
Si era fatta degli amici, e tutto andava a gonfie vele per lei.
Aveva cercato di recuperare il tempo perso e soltanto una cosa glielo aveva restituito, il brivido del rischio.
Così con i suoi amici aveva trasgredito tutte le regole scritte e non scritte, si perché c’erano anche regole non scritte.
Non era scritto da nessuna parte che le sostanze stupefacenti erano bandite dal castello, ma era ovvio, così lei aveva prima provato il brivido di ingerirle, o fumarle, poi a venderle, soprattutto alle feste, ovviamente illegali anche quelle.
Strano a dirsi ma la loro famiglia era come un vaso,un vaso con crepe in più punti, un vaso rotto, alcuni di loro proprio non si sopportavano e lo gridavano a i quattro venti quasi, l’esempio perfetto era sempre Albus.

Lei, al contrario del resto dei cugini, non lo trovava poi così diverso da lei, lo ammirava in certo senso, anche se non lo avrebbe mai ammesso, poiché il ragazzo riusciva ad essere più forte e coraggioso di tutta la tavolata di Grifondoro messa insieme.
In ogni caso adesso erano riuniti, uniti come non mai, in un piano che avrebbe portato indietro qualcuno caro ad ognuno di loro.

Per Roxanne equivaleva a Rose, come per lei e per Jessamine.

Per Fred jr era James, come anche per i gemelli Scamander e Frank.

Per Molly era Alex, come anche per lei.

E infine per Albus era Scorpius, come anche per Jessamine.

Lei invece? Beh, era odiata da mezzo castello, l’altra metà desiderava essere come lei, e si ritrovava a dover combattere con la consapevolezza di avere una cotta stratosferica, tenuta ben nascosta, per Frank Paciock, uno dei migliori amici dei suoi due cugino.
Erano riusciti a metter da parte i rancori per il bene comune, forse quel vaso poteva essere ricomposto, con tanto lavoro.
Ma si sa, quando qualcosa si rompe, non importa quanto provi ad aggiustarla, non sarà mai più com’era prima.

E a quanto pareva Fred non era l’unico che osservava le cose.



 

Hogwarts, 993. 

Il castello di Hogwarts era stato costruito in meno di un mese, si, meno di un mese per creare la più importante scuola di magia e stregoneria di tutta l’Inghilterra.
Il tutto grazie, anzi soprattutto, alle centinaia di persone che avevano contribuito alla costruzione.
Avevano reclutato gli insegnati e diviso le aule, inoltre ognuno di loro aveva creato, in un cero senso, il loro oggetto magico.
James, non sapeva nemmeno lui come, la spada di Godric Grifondoro.
Scorpius il medaglione di Salazar Serpeverde.
Rose la coppa di Tosca Tassorosso.
Alex, seppur riluttante, il diadema di Priscilla Corvonero.

Ultimamente sia Alex che James avevano notato che tra Rose e Scorpius accadeva qualcosa di poco piacevole.
Ogni scusa era buona per punzecchiarsi, per fare battute poco simpatiche e per sfidarsi con lo sguardo.
Scorpius aveva finalmente capito che cambiare se stesso in quel modo non sarebbe servito a nulla, se non a rinnegare il suo essere, cosa che non avrebbe fatto per nessuno, così era tornato quello di sempre, leggermente modificato.
Adesso aveva acquisito maggiore sicurezza, ma non per questo faceva il gradasso, semplicemente era diventato più coraggioso e meno timido.
Rose invece non era cambiata per nulla.
Lei non doveva innamorarsi di nessuno, non poteva e non voleva.

Hermione Granger era stata con un solo ragazzo in tutta la vita, ma lei non era Hermione Granger.

Hermione Granger era la strega più brillante del secolo, ma lei non era Hermione Granger.

Hermione Granger era perfetta, ma lei, ovviamente, non era Hermione Granger.


Continuava a ripeterlo a tutti coloro che la paragonavano alla madre, lei non era Hermione Granger e dovevano farsene una ragione.
Lei aveva voglia di divertirsi, fare cose contro le regole, vivere a pieno la vita senza aver intralci, non rimpiangere nulla, essere forte.

Ecco perché non voleva innamorarsi, perché avrebbe significato non poter più fare quello che voleva e quando lo voleva.
Non voleva che qualcuno la privasse delle sue ali, non fare questo, non fare quello eccetera eccetera, lei voleva essere libera, come il vento.
Questo era il motivo per cui cercava a tutti i costi di stare lontana da Scorpius Malfoy, lui la mandava in confusione.
E quando aveva capito che lui aveva una cotta per lei non aveva esitato ad allontanarlo.

Era quello il motivo per cui adesso si trovava in quello sgabuzzino a limonare allegramente con Tom, quando sapeva che era il turno di ronda di Scorpius, che li avrebbe visti.
Non voleva farlo soffrire, ma non riusciva a far altro con tutti, perché prima di tutto cercava di non far soffrire se stessa.
E mentre Tom le teneva le mani sui fianchi non poteva far a meno di pensare a quando era stato Scorpius a stringerla, quando le aveva chiesto aiuto.
E mentre lei gli stringeva i capelli tra le mani l’unica cosa a cui riusciva a pensare era che avrebbe voluto stringere i capelli biondi di Scorpius, non quelli Tom.

E mentre sentiva un rumore di passi riecheggiare per il corridoio non potè far a meno di pensare che era tutto sbagliato, che non avrebbe dovuto fare nulla di tutto ciò.
Quando vide lo sguardo di Scorpius aprire la porta le si bloccò il fiato in gola.
Non sapeva perché ma improvvisamente voleva tornare indietro nel tempo e sistemare tutto, voleva cancellare quell’espressione dagli occhi di Scorpius, voleva sparire.
Si staccò leggermente da Tom e uscì dallo sgabuzzino, cercando un modo per rimediare il tutto, ma riuscì soltanto a camminare lentamente per il corridoio della scuola mentre lo sguardo di Scorpius le bucava la schiena, e mentre si rendeva conto di che pessima persona fosse diventata.

E camminava in quel corridoio buio che sembrava non finire mai, mentre le lacrime premevano per uscire e si passava le braccia intorno al corpo come per abbracciarsi.
Pianse con la consapevolezza che di lì a qualche giorno sarebbe partita per gli stati uniti, per costruire la Huffle Accademy, e che non avrebbe più visto Scorpius perché dopo, ne era sicura dati i racconti di Tom, Sid e Lara, sarebbero tornati nel loro tempo, quindi alla solita vita.
Scorpius sarebbe tornato il solito Serpeverde e lei la solita Grifondoro, con un'unica differenza, sarebbe cambiata.

***


Cara mamma, 
Come stai lassù? Io qui non tanto bene.
Trovo ingiusto il fatto che il nostro umore debba dipendere da un altro essere umano, non credi?
Sai, oggi ho trovato Rose e quel Tom insieme, non è stato molto bello.
Io ci ho provato, ho provato ad essere me stesso, ma non ha funzionato.
Ho provato ad essere qualcun altro e non ha funzionato, ma allora cosa devo fare? 
Vorrei tanto avere un tuo consiglio.
Mi sento proprio come quando mi dissero della tua morte.
A quanto pare non ero abbastanza nemmeno come figlio.
Forse è per questo che nessuno mi ama, perchè non sono mai abbastanza.
Vorrei essere forte come papà.
Gli manchi, ma non lo da a vedere, eppure lo vedo quando sale in camera vostra e odora i tuoi vestiti, anche se ormai non profumano più di niente.
A quanto pare gli uomini Malfoy sono destinati a morire soli e pieni di dolore.
E' successo al nonno, sta succedendo a papà, succederà anche a me.
Scorpius




Angolo autrice:
Salve gente :D
Povero Scorpius :( Purtroppo il tutto era necessario, in seguito ne capirete le motivazioni.
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite, i lettori silenziosi, Alhiot che ha recensito  e soprattutto IpseDixit, la mia fantastica beta :D
X GinnyW.
  
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