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Autore: Cecia chan    03/09/2008    4 recensioni
Tenten è profondamente innamorata del Neji Hyuuga, non vede altri ragazzi se non lui. Un giorno l'Hokage, Tsunade, le affida una missione delicatissima e della massima importanza: portare un rotolo al Kazekage; dentro ci sono i dettagli per un'alleanza contro l'Akastuki. Un incarico difficile, un villaggio sconosciuto...e se nel cuore di Tenten ci fosse spazio anche per qualcun altro? E se questo qualcun altro fosse il temibile Gaara Del Deserto? (scommessa con Wiwo per paring più assurdi! ^.^)
AGGIORNATA! L'ATTESISSIMO (?) 5° CAPITOLO DOPO MESI DI ASSENZA
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verwirrung: Was ist dieses Gefühl?

(Confusione: Che cos’è questo sentimento?)

 

 

Tenten osservò pensosa le nuvolette di vapore che fuoriuscivano dall’acqua nella quale era immersa.

Sin da piccola aveva l’abitudine di fare il bagno in acqua molto calda, dicendo che l’aiutava a rilassarsi: dopo ogni allenamento, mentre Lee e Gai optavano per una tonificante doccia fredda, lei si metteva a mollo in una vasca traboccante di liquido bollente arricchito con sali fino a far appannare il vetro dello specchio e qualsiasi altro oggetto si trovasse nel bagno. Lee aveva sempre odiato questa sua abitudine; “Sembri una patata messa a lessare” le diceva. Gai aveva cercato in tutti i modi di convincerla che l’acqua fredda tonifica la pelle, mentre Neji...beh, fuori dall’allenamento Neji non le diceva mai nulla.

Ma niente e nessuno avevano mai vinto la cocciutaggine della kunoichi: da quindici anni aveva continuato imperterrita a bollire nella sua vasca.

E anche a Suna non aveva intenzione di cambiare abitudini.

Il bagno della camera che le era stata assegnata era molto grande, piastrellato con le sfumature del blu e del verde. Sul bordo della vasca spiccava una grande varietà di flaconi di lozioni per pelle e capelli: un acquisto così spropositato non poteva che essere opera di Temari...del resto era anche l’unica donna della famiglia, pur non essendo particolarmente femminile.

Al pensiero dell’amica, Tenten sorrise teneramente. Era la prima volta che le capitava di stringere un’amicizia tanto profonda e sincera in così poco tempo. Forse le circostanze, la situazione tragica, la perdita di due compagni...

La ragazza scosse la testa e fermò il flusso di pensieri che sarebbe altrimenti naufragato inesorabilmente sul suo atroce desiderio di vendetta.

Meglio pensare ad altro, quindi.

Tenten arrossì terribilmente quando si rese conto che, appena provava a pensare ad altro, le veniva in mente solo Gaara.

Gaara.

Il Kazekage.

L’assassino, il mostro.

Forse si era fatta un’idea sbagliata?

Beh, dalla conversazione che abbiamo avuto ieri pomeriggio non sembrava proprio l’insensibile mostro che mi ricordavo. Anzi, mi ha fatto tanta tristezza...chissà che solitudine deve aver provato per tutti questi anni! In effetti deve essere ridotto parecchio male se il suo migliore amico è Naruto Uzumaki! Kamisama, quello un pazzo esagitato ancora peggiore di Lee...già, Rock Lee..chissà che starà facendo ora. Credo sia preoccupato a morte per me, lui che è sempre così caro...se non mi avesse declamato almeno cento volte il suo amore per Sakura, direi quasi che sia innamorato di me! E Neji? Il mio Nejino? Mio...ho una bella faccia tosta a dire mio...quando mai si è preoccupato di me? Non mi ha mai rivolto la parola, a meno che non si trattasse di qualcosa riferito agli allenamenti. Non che sia maleducato, è solo che per lui non sono altro che Tenten-SAN, la compagna di squadra: al di fuori del team Gai io non sono nulla per lui...Snif! Che amarezza...

 

“Ah - ehm, Tenten-chan, sei lì dentro?”

Tenten trasalì.

 Cosa? Oh, cavolo....

“GAARA?”

Ancora una volta la sua voce  calma aveva interrotto i suoi pensieri. Ma questa volta non erano esattamente sulla torre: lei era in bagno e era...beh, nuda.

“Sì, sono io, non occorre urlare...”

“NON ENTRARE!”

“Mi hai forse preso per un maniaco? Ti aspetto qui in camera...”

Tenten uscì precipitosamente dalla vasca, scivolando sulle nuvole di vapore condensato e cercando  febbrilmente la maglietta azzurra presa in prestito a Temari –la biancheria- e un paio di pantaloni aderenti che si era portata da casa. Ma si ricordò che aveva lasciato i vestiti nella camera, certa che nessuno l’avrebbe disturbata. Non perse tempo ad angosciarsi e agguantò un accappatoio blu che le Temari le aveva dato, annodando la cintura più stretta possibile; neanche a farlo apposta le andava un po’ grande e la spalla tendeva a scoprirsi. Non ebbe il tempo di rifarsi le codine e nemmeno di asciugarsi i capelli, che le scendevano grondanti fino in fondo alla schiena.

“E-eccomi”

Mormorò imbarazzatissima, riemergendo dal bagno, seguita da una nuvola di vapore.

Gaara era in piedi davanti alla finestra. Le dava le spalle apposta, perché non vedesse che le sue guance si erano leggermente arrossate; era oltremodo imbarazzato. Era la prima volta che aveva un incontro ravvicinato con una ragazza e...gli capitava questo! Non era affatto abituato a fronteggiare simili situazioni: l’unica ragazza con cui avesse mai avuto a che fare era Temari, che certo non si era mai fatta scrupoli a mostrarsi ai fratellini senza vestiti e anzi aveva fatto il bagno insieme a loro tante volte...ma era sua sorella!

“Gaara...”

Il ragazzo si girò lentamente, cercando di mostrarsi più freddo e distaccato del solito, riuscendo grandiosamente nell’intento. Almeno, sperava. Vedendo l’esile figura della kunoichi, avvolta solo in un accappatoio, fra l’altro troppo grande, la sua determinazione vacillò un poco e, osservando con più attenzione la pelle candida e i capelli che ricadevano morbidi sulle spalle, rischiò di svanire del tutto. Sospirò e volse lo sguardo verso la finestra, verso le molto meno sensuali casupole bianche e senza tetto.

“Ero venuto ad avvertirti dell’allenamento.”

“Oh.”

“Oggi alle tre va bene?”

“Beh, sì, ma non riesco ancora a camminare bene...”

“Non occorrerà camminare. Faremo esercizi col chakra.”

“Allora è ok, Gaara-kun.”

“Lascia perdere le formalità, oltretutto sono più piccolo di te. Chiamami semplicemente Gaara”

Detto questo si voltò nuovamente verso la ragazza, dandosi dello stupido per lasciarsi prendere così dai sentimenti. Era Kazekage, il ninja più forte del villaggio e si faceva problemi per una ragazza? Era un uomo o no? Ma forse era proprio perché era effettivamente un uomo che la vista della kunoichi gli annebbiò di nuovo la mente.

Le labbra rosa di Tenten si schiusero in un sorriso e batté le mani, dicendo qualcosa circa il fatto che lui era Kazekage e doveva portargli rispetto, ma Gaara non riusciva a seguire una parola del suo discorso. Il collo sottile di Tenten (era davvero così sottile?) l’attirava in maniera spaventosa e i lunghi capelli (erano davvero così lunghi?) lo incantavano con i loro lenti movimenti. Per anni Gaara aveva vissuto nella più completa solitudine, ignorando l’amicizia e l’amore: per questo si era sentito rinascere quando Naruto lo aveva definito suo amico e aveva abbandonato la maschera dell’insensibilità, cercando di essere un po’ più aperto e socievole.

Ma mai si sarebbe aspettato che una ragazza potesse fargli un tale effetto.

Il modo in cui parlava, così fresco e gentile.

Il modo in cui si muoveva, fiera e sensuale come un felino.

La sua pelle bianca, il suo profumo dolce e il suo sorriso spensierato.

Cos’era quella sensazione di farfalle nello stomaco?

Cosa significa?

Perché di colpo Tenten gli sembra così diversa?

Eppure guardandola sembrava non fosse cambiato niente. Era sempre la solita ragazza ancora un po’ acerba, che aveva conservato lo sguardo e gli atteggiamenti infantili, pur avendo cambiato ormai la fisionomia del corpo. Un corpo da adulta su un viso da bambina.

E di colpo Gaara capì che non era lei a sembrare diversa, ma lui che era cambiato. O meglio, erano cambiati gli occhi con cui la vedeva.

 

Tenten continuava a parlare, parlare, parlare.

Non sapeva più nemmeno quello che diceva. Le parole le uscivano dalla bocca senza che nemmeno le avesse pensate.

Sentiva lo sguardo di Gaara su di sé e le sembrava che la sua faccia stesse prendendo fuoco.

E continuava a parlare, parlare, parlare.

Fissava gli occhi di ghiaccio che stavano fissando lei. Non riusciva a staccare lo sguardo da quei pozzi gelati che la stavano esplorando.

Voleva che non smettessero mai, che continuassero a osservarla al ritmo di quella lenta litania senza senso che stava pronunciando. E allo stesso tempo voleva che smettessero, che la lasciassero in pace.

Perché mi guardi, Gaara? Nessuno mi ha mai guardato così... 

Non staccare gli occhi, Gaara.

Vattene via, Gaara.

E continuava a parlare, parlare, parlare.

Ma a un tratto si fermò improvvisamente.

Gaara si stava avvicinando sempre di più.

Sempre più vicino...

Sempre più vicino...

 

I loro volti quasi si toccavano.

Tenten vide quegli occhi di ghiaccio osservarla ancora una volta e poi chiudersi lentamente, mentre una mano di Gaara le cingeva i fianchi, stringendola più vicina a sé e le sue labbra cercavano con dolcezza le sue. Il suo profumo dolciastro circondò come una nuvola di vapore Tenten che cercava di rimanere razionale e si sforzava di trovare la forza di respingere il ragazzo.

No

Gaara, smettila

Ti prego

Non...

 

...Ma al diavolo!

Tenten avvolse le sue braccia attorno al collo del rosso, ricambiando al bacio con passione. Gaara la strinse ancora di più a sé, accarezzando i lunghi capelli della ragazza.

Poi le sue mani, come se avessero una propria volontà, cominciarono ad esplorare il suo corpo. Tenten lo lasciò fare e a sentire il tocco fresco di Gaara sulla sua pelle perse quel poco di coscienza che le rimaneva e si abbandonò completamente al volere del ragazzo. Affondò le mani nei suoi capelli rossi, inspirando quel profumo inebriante e decise di dimenticarsi completamente del mondo e dei suoi problemi.

Voleva solamente che quel momento durasse per sempre.

 

 

Gaara stava cominciando a slacciare lentamente l’accappatoio di Tenten quando qualcuno bussò alla porta. Tutti e due sussultarono e si svegliarono improvvisamente da quella trance in cui erano caduti.

Tenten fece un salto all’indietro e si risistemò, cercando di calmare il fiatone e di far sparire il rossore che le colorava le guance .

Gaara non rimase fermo come uno stoccafisso per molto, ma capì che era meglio non farsi trovare in quelle condizioni e si nascose nel bagno.

Tenten aprì lentamente la porta. Era un domestico che le aveva riportato i vestiti puliti.

“Grazie mille”

“Si figuri Tenten-sama. Ma...va tutto bene?”

“Sì, certo. Perché?”

“Ha la faccia di chi ha visto un fantasma..”

“No, sono solo un po’ stanca. Arrivederci”

Detto questo gli sbatté letteralmente la porta in faccia con ben poca grazia.

Gaara uscì dal suo nascondiglio e mormorò qualcosa che suonava come “Mi dispiace”. Non la guardava in faccia, non voleva ricadere in quell’incantesimo, aveva paura, una tremenda paura di perdere di nuovo il controllo.

Tenten, dal canto suo, non  riusciva a dire nulla. Aveva la testa completamente vuota.

Scosse leggermente la testa e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Abbassò la testa: non voleva che Gaara la vedesse piangere.

“Vattene.”

“Ma...”

“Per favore.”

“D’accordo, scusami.”

 

 

Mentre la porta si richiudeva, Tenten si buttò sul letto. Sentiva ancora quell’odore dolciastro e la pelle, nei punti dove Gaara l’aveva toccata, bruciava.

Il suo cuore continuava a battere a ritmo accelerato.

Non aveva mai provato simili sensazioni, mai!

Eppure a me piace Neji.  Neji Hyuga, il genio di Konoha. Il mio compagno di squadra...lui, lui, lui! SOLO LUI! Io non amo Gaara, non lo amo! È solo un ragazzo un po’ carino, dolce e simpatico! È solo...solo il mio ragazzo ideale...

Ma no! Non ci devo pensare! Non dopo quello che stava cercando di fare! Ma...se mi dava così fastidio, perché non l’ho fermato? Perché ho lasciato che mi baciasse? Cosa sarebbe successo se quel tizio non avesse bussato? Forse ci sarei anche andata a lett...OH, NO!! Ma cosa stavo facendo??? Kamisama, cosa stavo facendo??

Anzi, Gaara cosa MI stai facendo? Perché tutta la mia determinazione fa a farsi fottere quando sto con te? Perché mi brucia tanto il viso quando mi guardi? Perché mi stai facendo dimenticare Neji??

LASCIAMI IN PACE!!

La ragazza, confusa e spaventata, rimase distesa sul letto mentre le lacrime le rigavano le guance arrossate e i singhiozzi scuotevano il suo corpo esile.

Gaara era sempre lì, appoggiato alla porta della camera di Tenten, incapace di alzarsi e andare in camera, incapace di pensare, incapace di rendersi conto di ciò che accadeva intorno a lui. Un sottile velo lo divideva dal mondo reale e lui osservava il vuoto con gli occhi spalancati e una mano sulla bocca.

E  un unico pensiero in testa.

Ma cosa cazzo ho fatto?

 

 

 

 

 

Lo so che volevate chiamare “Chi l’ha visto”, lo so che credevate che fossi morta e so anche che mi avete mandato i peggiori accidenti del mondo (è un miracolo che sia ancora viva)...ma avevo un buon motivo per non aggiornare: sono stata cinque mesi in Cambogia a fare volontariato per Emergency e lì non c’erano –ovviamente- computer.

...Non l’avete bevuta, eh?

Allora sentite questa: MI HANNO RAPITO I MARZIANI!

...No, eh?

Sono morta e poi successivamente risorta!

...

Ok, avevo perso l’ispirazione.

...

Ok, non avevo voglia di ritrovare l’ispirazione! Soddisfatti adesso??

Non ho parole per scusarmi, le ho usate tutte per scrivere questo capitolo...dedicato a chi voleva che tra i due succedesse qualcosa! Ho in mente altre belle ideuzze sadiche...ihih! ^^

E no. Non farò passare altri cinque mesi prima di aggiornare di nuovo. Lo giuro (seee)

 

Un bacio dalla vostra umile Checchan

  
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