Verwirrung:
Was ist dieses Gefühl?
(Confusione:
Che cos’è questo sentimento?)
Tenten
osservò pensosa le nuvolette
di vapore che fuoriuscivano dall’acqua nella quale era
immersa.
Sin da piccola
aveva l’abitudine di
fare il bagno in acqua molto calda, dicendo che l’aiutava a
rilassarsi: dopo
ogni allenamento, mentre Lee e Gai optavano per una tonificante doccia
fredda,
lei si metteva a mollo in una vasca traboccante di liquido bollente
arricchito
con sali fino a far appannare il vetro dello specchio e qualsiasi altro
oggetto
si trovasse nel bagno. Lee aveva sempre odiato questa sua abitudine;
“Sembri
una patata messa a lessare” le diceva. Gai aveva cercato in
tutti i modi di
convincerla che l’acqua fredda tonifica la pelle, mentre
Neji...beh, fuori
dall’allenamento Neji non le diceva mai nulla.
Ma niente e
nessuno avevano mai
vinto la cocciutaggine della kunoichi: da quindici anni aveva
continuato
imperterrita a bollire nella sua vasca.
E anche a Suna
non aveva intenzione
di cambiare abitudini.
Il bagno della
camera che le era
stata assegnata era molto grande, piastrellato con le sfumature del blu
e del
verde. Sul bordo della vasca spiccava una grande varietà di
flaconi di lozioni
per pelle e capelli: un acquisto così spropositato non
poteva che essere opera
di Temari...del resto era anche l’unica donna della famiglia,
pur non essendo
particolarmente femminile.
Al pensiero
dell’amica, Tenten
sorrise teneramente. Era la prima volta che le capitava di stringere
un’amicizia tanto profonda e sincera in così poco
tempo. Forse le circostanze,
la situazione tragica, la perdita di due compagni...
La ragazza
scosse la testa e fermò
il flusso di pensieri che sarebbe altrimenti naufragato inesorabilmente
sul suo
atroce desiderio di vendetta.
Meglio
pensare ad altro, quindi.
Tenten
arrossì terribilmente quando
si rese conto che, appena provava a pensare ad altro, le veniva in
mente solo
Gaara.
Gaara.
Il Kazekage.
L’assassino,
il mostro.
Forse si era
fatta un’idea
sbagliata?
Beh,
dalla conversazione che abbiamo avuto ieri pomeriggio non sembrava
proprio
l’insensibile mostro che mi ricordavo. Anzi, mi ha fatto
tanta
tristezza...chissà che solitudine deve aver provato per
tutti questi anni! In
effetti deve essere ridotto parecchio male se il suo migliore amico
è Naruto
Uzumaki! Kamisama, quello un pazzo esagitato ancora peggiore di
Lee...già, Rock
Lee..chissà che starà facendo ora. Credo sia
preoccupato a morte per me, lui
che è sempre così caro...se non mi avesse
declamato almeno cento volte il suo
amore per Sakura, direi quasi che sia innamorato di me! E Neji? Il mio
Nejino?
Mio...ho una bella faccia tosta a dire mio...quando mai si è
preoccupato di me?
Non mi ha mai rivolto la parola, a meno che non si trattasse di
qualcosa
riferito agli allenamenti. Non che sia maleducato, è solo
che per lui non sono
altro che Tenten-SAN, la compagna di squadra: al di fuori del team Gai
io non
sono nulla per lui...Snif! Che amarezza...
“Ah -
ehm, Tenten-chan, sei lì
dentro?”
Tenten
trasalì.
Cosa? Oh, cavolo....
“GAARA?”
Ancora una
volta la sua voce calma
aveva interrotto i suoi pensieri. Ma
questa volta non erano esattamente sulla torre: lei era in bagno e
era...beh, nuda.
“Sì,
sono io, non occorre urlare...”
“NON
ENTRARE!”
“Mi
hai forse preso per un maniaco?
Ti aspetto qui in camera...”
Tenten
uscì precipitosamente dalla
vasca, scivolando sulle nuvole di vapore condensato e cercando febbrilmente la maglietta
azzurra presa in
prestito a Temari –la biancheria- e un paio di pantaloni
aderenti che si era
portata da casa. Ma si ricordò che aveva lasciato i vestiti
nella camera, certa
che nessuno l’avrebbe disturbata. Non perse tempo ad
angosciarsi e agguantò un
accappatoio blu che le Temari le aveva dato, annodando la cintura
più stretta
possibile; neanche a farlo apposta le andava un po’ grande e
la spalla tendeva
a scoprirsi. Non ebbe il tempo di rifarsi le codine e nemmeno di
asciugarsi i
capelli, che le scendevano grondanti fino in fondo alla schiena.
“E-eccomi”
Mormorò
imbarazzatissima,
riemergendo dal bagno, seguita da una nuvola di vapore.
Gaara era in
piedi davanti alla
finestra. Le dava le spalle apposta, perché non vedesse che
le sue guance si
erano leggermente arrossate; era oltremodo imbarazzato. Era la prima
volta che
aveva un incontro ravvicinato con una ragazza e...gli capitava questo!
Non era
affatto abituato a fronteggiare simili situazioni: l’unica
ragazza con cui
avesse mai avuto a che fare era Temari, che certo non si era mai fatta
scrupoli
a mostrarsi ai fratellini senza vestiti e anzi aveva fatto il bagno
insieme a
loro tante volte...ma era sua sorella!
“Gaara...”
Il ragazzo si
girò lentamente,
cercando di mostrarsi più freddo e distaccato del solito,
riuscendo
grandiosamente nell’intento. Almeno, sperava. Vedendo
l’esile figura della
kunoichi, avvolta solo in un accappatoio, fra l’altro troppo
grande, la sua
determinazione vacillò un poco e, osservando con
più attenzione la pelle
candida e i capelli che ricadevano morbidi sulle spalle,
rischiò di svanire del
tutto. Sospirò e volse lo sguardo verso la finestra, verso
le molto meno
sensuali casupole bianche e senza tetto.
“Ero
venuto ad avvertirti
dell’allenamento.”
“Oh.”
“Oggi
alle tre va bene?”
“Beh,
sì, ma non riesco ancora a
camminare bene...”
“Non
occorrerà camminare. Faremo
esercizi col chakra.”
“Allora
è ok, Gaara-kun.”
“Lascia
perdere le formalità,
oltretutto sono più piccolo di te. Chiamami semplicemente
Gaara”
Detto questo si
voltò nuovamente
verso la ragazza, dandosi dello stupido per lasciarsi prendere
così dai
sentimenti. Era Kazekage, il ninja più forte del villaggio e
si faceva problemi
per una ragazza? Era un uomo o no? Ma forse era proprio
perché era
effettivamente un uomo che la vista della kunoichi gli
annebbiò di nuovo la
mente.
Le labbra rosa
di Tenten si
schiusero in un sorriso e batté le mani, dicendo qualcosa
circa il fatto che
lui era Kazekage e doveva portargli rispetto, ma Gaara non riusciva a
seguire
una parola del suo discorso. Il collo sottile di Tenten (era
davvero così sottile?) l’attirava in
maniera spaventosa e i
lunghi capelli (erano davvero così
lunghi?)
lo incantavano con i loro lenti movimenti. Per anni Gaara aveva vissuto
nella
più completa solitudine, ignorando l’amicizia e
l’amore: per questo si era
sentito rinascere quando Naruto lo aveva definito suo amico e aveva
abbandonato
la maschera dell’insensibilità, cercando di essere
un po’ più aperto e
socievole.
Ma mai si
sarebbe aspettato che una
ragazza potesse fargli un tale effetto.
Il modo in cui
parlava, così fresco
e gentile.
Il modo in cui
si muoveva, fiera e
sensuale come un felino.
La sua pelle
bianca, il suo profumo
dolce e il suo sorriso spensierato.
Cos’era
quella sensazione di
farfalle nello stomaco?
Cosa
significa?
Perché
di colpo Tenten gli sembra così diversa?
Eppure
guardandola sembrava non
fosse cambiato niente. Era sempre la solita ragazza ancora un
po’ acerba, che
aveva conservato lo sguardo e gli atteggiamenti infantili, pur avendo
cambiato ormai
la fisionomia del corpo. Un corpo da adulta su un viso da bambina.
E di colpo
Gaara capì che non era
lei a sembrare diversa, ma lui che era cambiato. O meglio, erano
cambiati gli
occhi con cui la vedeva.
Tenten
continuava a parlare,
parlare, parlare.
Non sapeva
più nemmeno quello che
diceva. Le parole le uscivano dalla bocca senza che nemmeno le avesse
pensate.
Sentiva lo
sguardo di Gaara su di sé
e le sembrava che la sua faccia stesse prendendo fuoco.
E continuava a
parlare, parlare,
parlare.
Fissava gli
occhi di ghiaccio che
stavano fissando lei. Non riusciva a staccare lo sguardo da quei pozzi
gelati
che la stavano esplorando.
Voleva che non
smettessero mai, che
continuassero a osservarla al ritmo di quella lenta litania senza senso
che
stava pronunciando. E allo stesso tempo voleva che smettessero, che la
lasciassero in pace.
Perché
mi guardi, Gaara? Nessuno mi ha mai guardato così...
Non
staccare gli occhi, Gaara.
Vattene
via, Gaara.
E continuava a
parlare, parlare,
parlare.
Ma a un tratto
si fermò
improvvisamente.
Gaara si stava
avvicinando sempre di
più.
Sempre
più vicino...
Sempre
più vicino...
I loro volti
quasi si toccavano.
Tenten vide
quegli occhi di ghiaccio
osservarla ancora una volta e poi chiudersi lentamente, mentre una mano
di
Gaara le cingeva i fianchi, stringendola più vicina a
sé e le sue labbra
cercavano con dolcezza le sue. Il suo profumo dolciastro
circondò come una
nuvola di vapore Tenten che cercava di rimanere razionale e si sforzava
di
trovare la forza di respingere il ragazzo.
No
Gaara,
smettila
Ti
prego
Non...
...Ma
al diavolo!
Tenten avvolse
le sue braccia
attorno al collo del rosso, ricambiando al bacio con passione. Gaara la
strinse
ancora di più a sé, accarezzando i lunghi capelli
della ragazza.
Poi le sue
mani, come se avessero
una propria volontà, cominciarono ad esplorare il suo corpo.
Tenten lo lasciò
fare e a sentire il tocco fresco di Gaara sulla sua pelle perse quel
poco di
coscienza che le rimaneva e si abbandonò completamente al
volere del ragazzo.
Affondò le mani nei suoi capelli rossi, inspirando quel
profumo inebriante e
decise di dimenticarsi completamente del mondo e dei suoi problemi.
Voleva
solamente che quel momento
durasse per sempre.
Gaara stava
cominciando a slacciare
lentamente l’accappatoio di Tenten quando qualcuno
bussò alla porta. Tutti e
due sussultarono e si svegliarono improvvisamente da quella trance in
cui erano
caduti.
Tenten fece un
salto all’indietro e
si risistemò, cercando di calmare il fiatone e di far
sparire il rossore che le
colorava le guance .
Gaara non
rimase fermo come uno
stoccafisso per molto, ma capì che era meglio non farsi
trovare in quelle
condizioni e si nascose nel bagno.
Tenten
aprì lentamente la porta. Era
un domestico che le aveva riportato i vestiti puliti.
“Grazie
mille”
“Si
figuri Tenten-sama. Ma...va
tutto bene?”
“Sì,
certo. Perché?”
“Ha
la faccia di chi ha visto un
fantasma..”
“No,
sono solo un po’ stanca.
Arrivederci”
Detto questo
gli sbatté
letteralmente la porta in faccia con ben poca grazia.
Gaara
uscì dal suo nascondiglio e
mormorò qualcosa che suonava come “Mi
dispiace”. Non la guardava in faccia, non
voleva ricadere in quell’incantesimo, aveva paura, una tremenda paura di perdere di nuovo il
controllo.
Tenten, dal
canto suo, non riusciva
a dire nulla. Aveva la testa
completamente vuota.
Scosse
leggermente la testa e i suoi
occhi si riempirono di lacrime. Abbassò la testa: non voleva
che Gaara la
vedesse piangere.
“Vattene.”
“Ma...”
“Per
favore.”
“D’accordo,
scusami.”
Mentre la porta
si richiudeva,
Tenten si buttò sul letto. Sentiva ancora
quell’odore dolciastro e la pelle,
nei punti dove Gaara l’aveva toccata, bruciava.
Il suo cuore
continuava a battere a
ritmo accelerato.
Non aveva mai
provato simili
sensazioni, mai!
Eppure
a me piace Neji. Neji
Hyuga, il genio di
Konoha. Il mio compagno di squadra...lui, lui, lui! SOLO LUI! Io non
amo Gaara,
non lo amo! È solo un ragazzo un po’ carino, dolce
e simpatico! È solo...solo
il mio ragazzo ideale...
Ma
no! Non ci devo pensare! Non dopo quello che stava cercando di fare!
Ma...se mi
dava così fastidio, perché non l’ho
fermato? Perché ho lasciato che mi
baciasse? Cosa sarebbe successo se quel tizio non avesse bussato? Forse
ci
sarei anche andata a lett...OH, NO!! Ma cosa stavo facendo??? Kamisama,
cosa
stavo facendo??
Anzi,
Gaara cosa MI stai facendo? Perché tutta la mia
determinazione fa a farsi
fottere quando sto con te? Perché mi brucia tanto il viso
quando mi guardi? Perché
mi stai facendo dimenticare Neji??
LASCIAMI
IN PACE!!
La ragazza,
confusa e spaventata,
rimase distesa sul letto mentre le lacrime le rigavano le guance
arrossate e i
singhiozzi scuotevano il suo corpo esile.
Gaara era
sempre lì, appoggiato alla
porta della camera di Tenten, incapace di alzarsi e andare in camera,
incapace
di pensare, incapace di rendersi conto di ciò che accadeva
intorno a lui. Un
sottile velo lo divideva dal mondo reale e lui osservava il vuoto con
gli occhi
spalancati e una mano sulla bocca.
E
un unico pensiero in testa.
Ma
cosa cazzo ho fatto?
Lo
so che volevate chiamare “Chi l’ha
visto”, lo so che credevate che fossi morta
e so anche che mi avete mandato i peggiori accidenti del mondo
(è un miracolo
che sia ancora viva)...ma avevo un buon motivo per non aggiornare: sono
stata
cinque mesi in Cambogia a fare volontariato per Emergency e
lì non c’erano –ovviamente-
computer.
...Non
l’avete bevuta, eh?
Allora
sentite questa: MI HANNO RAPITO I MARZIANI!
...No,
eh?
Sono
morta e poi successivamente risorta!
...
Ok,
avevo perso l’ispirazione.
...
Ok,
non avevo voglia di ritrovare l’ispirazione! Soddisfatti
adesso??
Non
ho parole per scusarmi, le ho usate tutte per scrivere questo
capitolo...dedicato a chi voleva che tra i due succedesse qualcosa! Ho
in mente
altre belle ideuzze sadiche...ihih! ^^
E no. Non
farò passare altri cinque mesi prima di aggiornare di nuovo.
Lo giuro
(seee)
Un
bacio dalla vostra umile Checchan