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Autore: IrishPower    21/07/2014    1 recensioni
|| Lei, Jessie J, una delle cantanti londinesi più conosciute.
Lui, Daniel O'Donoghue, frontman della band irlandese "The Script".
Giudici dello stesso talent show, "The Voice UK", sono legati da una bella amicizia.
Ma che succedebbe se il rispetto e la fiducia reciproca non bastassero più a nessuno dei due?
Non vi resta che scoprirlo leggendo questa nuova fanfiction. ||
"Tre, due, uno.. Siamo in onda!" Mugugnò alle mie spalle un produttore e, fu in quel momento che partì la base ed i presentatori avanzarono sul palco.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Parlami, scambiamoci parole,
ma non ignoriamoci. Siamo
come l'acqua e l'oceano:
un mare di differenza ma
sempre affini.

Chapter III
Is the moment?

POV JESSIE

Stavo per incamminarmi verso casa, dopo essermi abbottonata la giacca, che sentii la voce di Danny dietro di me.
Alzai le sopracciglia a quella domanda, non aspettandomela. Il suo volto era così dolce che non potevo di certo offrirgli una risposta negativa, ma nemmeno positiva; se Adam mi avesse vista insieme a lui non si sarebbe di certo risparmiato una scenata.
L'unica cosa che riuscii a fare, fu sorridere; sorridere per quel suo viso così innocente, sorridere per quanto ci mettesse dell'impegno nel dimostrare il proprio affetto. Quell'attimo di pausa, rivolto a pensieri su pensieri, si ruppe con un cenno lieve del capo, che annuì, dandogli quindi una risposta affermativa.
"Accetto volentieri.", dissi.
Non mi preoccupai per Adam, infondo avrebbe fatto ugualmente la stessa cosa che mi sarei immaginata, una volta arrivata a casa. Salii in auto e quel tragitto fu così silenzioso da mettermi i brividi: io e Danny avevamo moltissimo da dirci, o almeno, io avevo tanto da raccontargli, ma avevo una paura tremenda di annoiarlo. Era un ragazzo pronto ad ascoltare qualsiasi cosa, noiosa o meno, ma purtroppo quel limite non mi fece aprire bocca per tutta la strada che facemmo.
Di tanto in tanto mi fermai a guardarlo e sulle mie labbra si dipinse un lieve sorriso dolce; pensai a quanto fosse fragile in questo momento, dato che Irma l'aveva lasciato da veramente poco. Come si può lasciare un ragazzo così sensibile e buono? Non riuscivo a spiegarmelo. Quelle domande erano grandi quanto il punto interrogativo che mi portavo nella mente. Che ci fosse stata un'altra relazione dietro? Che volesse cambiare invece di stare sempre con lo stesso? Scossi la testa tra me e me; non volevo credere ad un'opzione del genere, sarebbe stata troppo meschina anche da parte di un uomo.
Solamente dopo mi accorsi che da qualche secondo eravamo arrivati davanti a casa mia e il mio cuore prese a martellare, forse per l'agitazione, forse per il nervoso. Se fino ad ora non avevo detto niente, ora che avrei dovuto dirgli se non "grazie"?
Come potevo essere così in imbarazzo, e soprattutto, come potevo provare vergogna dinanzi a lui?
"Grazie", mormorai, abbozzando un sorriso nervoso. Aprì lo sportello dell'auto, ma prima di uscire mi fermai qualche secondo a ragionare. Ma ragionare non fu abbastanza, dato che mi voltai e gli diedi un lieve bacio sulle labbra.
"Non fare domande...", ridacchiai, per smorzare la tensione che provavo. 
Probabilmente il mio viso divenne rosso, me lo sentii caldo, imbarazzato e impacciato. Scesi dall'auto, prendendo un respiro profondo come per tranquillizzarmi e chiusi la portiera, salutandolo.
Non appena arrivai davanti alla porta, mi vidi comparire improvvisamente Adam, che teneva lo stipite stretto tra le mani, quasi non mi volesse fare entrare.
"Devo chiedertelo o mi spieghi senza che io ti interrompa?", mi domandò.
Il suo viso era cupo, le sopracciglia corrucciate in una smorfia non troppo contenta, anzi, severo. Ed io, avevo paura di quello sguardo; Adam, da molto tempo non era più lo stesso. Non era lo stesso che avevo conosciuto per la prima volta.
"Non pensare male, Adam...", dissi, cercando di non farlo alterare troppo.
Abbassai il capo, come pentita. Odiavo fare sempre quello che diceva e ad ogni cosa rimproverarmi. Non ero una bambina e la sua gelosia l'avrebbe dovuta domare, in un modo o nell'altro.
"Fidati di me, io... Ti amo."
Fui talmente sincera che il mio cuore perse un battito e un sorriso triste comparve sulle mie labbra. Il respiro quasi mi mancava e lo stomaco era in subbuglio.
Lo guardai negli occhi e ancora gli sorrisi.
"Per favore..."
 

POV DANNY

Strinsi le labbra non appena le posi quella domanda, sospirando rassegnato, pensando di ottenere una risposta negativa.
Tirai però un sospiro di sollievo non appena la vidi girarsi verso di me ed annuire  dopo qualche attimo di titubanza.
Le aprii la portiera dell'auto e sorrisi con nervosismo non appena entrò. Tirai un forte sospiro, salendo poco dopo e mettendomi alla guida. Restammo in silenzio per tutto il tragitto e non potei far altro che maledirmi mentalmente per tutto ciò che stava accadendo.
Schiusi le labbra per dir qualcosa ma finii con il mordermi l'interno della guancia, volendo evitare altri guai dettati dall'impulsività.
Parcheggiai infine dinanzi casa sua, sentendola agitata più del solito. Mi ringraziò e l'unica cosa che seppi fare fu sorridere goffamente come a voler ricambiare.
"Hai così paura di me?", stavo per domandarle, ma non ve ne fu l'occasione che mi ritrovai le sue labbra sulle mie, schiuse quanto bastava a pregustare il sapore della sua bocca.
Sorrisi in quel punto, stringendole la mano, ma la presa fu tanto debole che poté sfuggirmi. Mi ringraziò e si dileguò, salutandomi con un cenno della mano.
Stavo per mettere in moto quando vidi Adam comparire sulla porta, cosciente di quel che era successo. Lessi il labiale, cercando di decifrare cosa si stessero dicendo e decisi di scendere non appena lo vidi perdere la pazienza per la situazione.
"Lasciala stare... È... È colpa mia. Lei ha accettato un passaggio per gentilezza..." Strinsi le labbra, deglutendo a fatica ed avanzando contro di loro, sentendo il cuore battere sempre più forte.
"Daniel...", ridacchiò in uno sbuffo, pronunciando il mio nome come fosse spazzatura.
"...la mia ragazza... Jessica. La conosci per caso?", domandò facendo dell'ironia sulla situazione.
Adam le sorrise, lei ricambiò e quasi mi sentii svenire, perdendo un colpo non appena la udì sussurrargli che l'amava. Chinai il capo e lo scossi tra me, sentendomi uno stupido per quel che involontariamente avevo provato.
Era stato solo uno stupido bacio e mi ritrovai, stupito di me stesso, seduto in auto un attimo più tardi, premendo con decisione il piede sull'acceleratore.
"Coglione... Ecco cosa sono!", mugolai tra me e me, battendo un colpo contro lo stereo dell'auto, facendo saltare la copertura sul sedile accanto al mio.
"Dannazione!", sbottai, aumentando la velocità, deciso a guidare verso casa, con la speranza di dimenticare al più presto quel che un semplice bacio mi aveva trasmesso: dolcezza, passione, amore.
 


Angolo delle autrici: Ciao ragazzi! Abbiamo provato ad allungare la storia come ci avete chiesto e speriamo di aver esaudito la vostra richiesta (anche se molto di più non si può fare). Vi ringraziamo per ogni commento, li appreziamo tantissimo! Ci potete trovare su Facebook se volete!
Vi vogliamo consigliare un paio di storie, una è di Patrice Walsh, ossia Request Accepted e le altre die di Irishpoweryeya, ossia Wild girl, wild worldIn the Mind, nobody.
Irishpoweryeya e Patrice Walsh!

   
 
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