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Autore: Kade    21/07/2014    7 recensioni
Rin è una giovane avvocato di Tokyo che adora il suo lavoro. Ha un ragazzo che la ama, una casa tutta sua e tanti amici. Ha tutto quello di cui ha bisogno e ha intenzione di vivere la sua vita in tranquillità. La sua esistenza, però, viene sconvolta dalla comparsa di Sesshomaru, uomo d'affari arrogante e freddo come il ghiaccio, che ha bisogno di lei per risolvere alcune controversie giudiziarie e per mettere a tacere per sempre il suo più acerrimo nemico: Naraku. Fra aule di tribunale, incertezze, amori e incomprensioni, ecco a voi la mia storia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
Capitolo Quattro
"Quando il gioco si fa duro..."




Era ormai ora di cena e Rin Ogawa era stremata. E pensare che non aveva fatto chissà cosa per sentirsi così stanca, se non trovarsi a pochi centimetri dal viso etereo, affascinante e orgasmico di Sesshomaru Taisho, suo attuale cliente dall'alto potenziale erotico. 
'Basta, Rin. Devi riprenderti. E' uno stronzo, non può piacerti uno stronzo. Insomma... se stai con Kohaku, un motivo ci sarà...'
Erano questi i pensieri della giovane avvocato, che, dopo esser scesa dalla macchina debitamente parcheggiata nel vialetto della casetta che divideva con Kohaku in una zona residenziale di Tokyo, si apprestava ad avvicinarsi alla porta d'ingresso in legno di noce levigato. Girò la chiave di metallo dorato nella toppa e spinse la porta, la mano sulla maniglia, totalmente impreparata allo spettacolo che le si palesò subito davanti.
Decine e decine di piccole candele inondavano la stanza con la loro luce soffusa e nell'aria c'era un profumo di cioccolato misto a qualcos'altro che la ragazza, su due piedi, non seppe identificare; il pavimento in linoleum bianco del salotto era cosparso di petali di rose rosse e, al centro della stanza, erano stati posti un mucchio di soffici cuscini rossi e bianchi; e, per finire in bellezza (più o meno), sdraiato sui cuscini, a petto nudo e con i jeans a vita bassa neri e un paio di calzini che potevano essere definiti "antisesso", c'era Kohaku. I suoi occhi languidi incontrarono quelli allucinati di Rin.

"Eih, tesoro... Buonasera!"

Il tono voleva essere seducente, ma richiamava piuttosto la voce "virile" che lo zio di Rin aveva dopo un calcio propinatogli dal piccolo Akira nei testicoli alla festa di Natale di due anni fa. La ragazza, dal canto suo, sembrava sconvolta. Gli occhi roteavano qua e là tra Kohaku, i petali e le candele come se non fossero capaci di identificare ciò che avevano davanti.

"Non essere timida..." aggiunse il ragazzo, dando un colpetto sui cuscini accanto a sé. "Vieni qui."

Rin posò la valigietta sul pavimento accanto alla porta, un mezzo sorriso stralunato quanto i suoi occhi che ora compariva sul suo viso.

"Kohaku... Oddio, ma questo..."

"Non dovresti essere così stupita, tesoro." esordì il fidanzato, mentre Rin prendeva posto accanto a lui. "Vedi, dal momento che ho rovinato la sorpresa della torta che ti piace tanto, ho pensato di rimediare... con un po' di dolcezza." Afferrò il vassoio accanto a sé che Rin non aveva avuto modo di notare. Vi erano posati sopra un cestino di fragole e due ciotole, una ripiena di salsa al cioccolato fondente e l'altra di panna montata, soffice e vellutata.

"Oh, Kohaku... Non dovevi, lo sai. Chissà quanta fatica hai fatto per preparare tutto questo..."
'Come se ti importasse', commentò la vocina nella sua testa. In realtà si sentiva piuttosto in colpa per altro. Sì, proprio in quel momento, un momento in cui la sua attenzione sarebbe dovuta convergere totalmente su Kohaku, spuntò nella sua testa il volto seducente di Sesshomaru. L'adone, la bellezza classica personificata in un uomo dall'atteggiamento arrogante, freddo, rigido. E mentre gli occhi dorati del suo cliente sexy si facevano strada nella sua psiche, divorandola dall'interno, ecco che il senso di colpa fece la sua comparsa, riportandola alla realtà con fatica. Come poteva guardare negli occhi Kohaku dopo oggi?
'Codarda! Diglielo!', urlò la vocina. 'Abbi il coraggio di dirgli che non vuoi sposarlo!'
Sembrava più facile a dirsi che a farsi, in realtà. E sì, Rin si sentiva una perfetta, stupida codarda. Perché sapeva di non volere tutto questo, ma non riusciva a raccogliere il coraggio per confessare al suo fidanzato la dura e cruda verità. Perciò, ancora una volta, accantonò i pensieri, la vocina e il bellissimo volto di Sesshomaru in un cantuccio della sua coscienza e sorrise al ragazzo.
"... ma sono contenta che tu l'abbia fatto."

"Sono contento anche io di averlo fatto. E' il minimo che potessi fare per festeggiare il fatto che tu abbia accettato la mia proposta."

Kohaku afferrò una fragola e la intinse nella salsa al cioccolato. Assicurandosi di far colare tutto il cioccolato fuso per non sporcare i cuscini che aveva preso in prestito da una delle amiche del circolo di briscola della mamma, imboccò Rin, la quale mangiò senza fiatare. E dopo aver dato un morso alla fragola, realizzò quanto il suo fidanzato fosse vicino. La vicinanza del volto di Kohaku non le suscitava neanche lontanamente tutta quella marea di sensazioni (fisiche ed emotive) che aveva provato poco più di un'ora fa con Sesshomaru, ma proprio mentre il pensiero stava per formarsi pienamente nel suo cervello, lo spinse via. Si lasciò baciare, la mano di lui che accarezzava il collo morbido della giovane. Scostò il colletto della camicia nera e cominciò a lasciarle una scia di baci umidi e tutt'altro che passionali partendo dalla clavicola fino alla giugulare. La spogliò dei suoi abiti e Rin lo lasciò fare, pronta per un rapporto sessuale che, sapeva già, non l'avrebbe resa totalmente partecipe come, internamente, avrebbe voluto.

Il sesso era uno dei punti più critici della relazione con Kohaku. Dopo essersi appena messi insieme, la loro intesa sessuale era abbastanza vivida, anche perché prima di lui Rin aveva fatto sesso solo altre due volte con un ragazzo della sua scuola e, quindi, non aveva tanta esperienza in materia. Ma dopo un anno di relazione le cose avevano cominciato a farsi più difficili man mano che si andava avanti e la ragazza si era resa conto di non provare più piacere nel rapportarsi sessualmente con Kohaku. Da qui l'idea che fosse proprio il sesso una delle cause scatenanti della crisi che, secondo lei, si era insediata come una serpe nell'idillio di coppia. Dal canto suo Kohaku, che sembrava trovarsi sulla nuvoletta rosa della fantasia e dell'amore, non sembrava essere consapevole del tormento che affliggeva Rin da anni e, anzi, godeva della sua compagnia ogni giorno di più e sentiva di aver toccato il cielo con un dito ogni volta che stava con lei. 
Mentre la mano di Kohaku si appropinquava vogliosa alle sue parti intime, Rin si preparò mentalmente all'idea di dover fingere ancora una volta il proprio piacere. Durante ogni rapporto sessuale ringraziava di essere donna, condizione genetica che l'asteneva dal dover veramente provare piacere, visto che poteva più o meno fingere che le piacesse sul serio. Le dita di Kohaku esplorarono vogliose la sua intimità e Rin cominciò a emettere dei mugugnii imbarazzanti, atti a simulare un piacere inesistente. Si sentiva piuttosto stupida, ma era necessario. Non aveva la minima voglia di litigare con Kohaku e, anche se sapeva quanto fosse incommensurabilmente stronza, non riusciva a cavare fuori il coraggio per dirgli come stavano le cose veramente. Chiuse gli occhi.

"Ti piace, tesoro, eh?"

'Sì, certo! Come un calcio nella vagina.', commentò la vocina della sua coscienza.
"Mh mh..." assentì Rin, appoggiando la schiena ai soffici cuscini e cercando di lasciarsi andare. Chissà come e perché, risollevò le palpebre che aveva precedentemente chiuso e, per uno scherzo dell'immaginazione, vide il volto di Sesshomaru al posto di quello di Kohaku. E anche il suo corpo o, almeno, quello che sperava ardentemente fosse il suo corpo. Richiuse nuovamente gli occhi color cioccolato e scosse la testa, cercando di scacciare via quella graditissima visione. No, la sua immaginazione non poteva propinargli certi scherzi in momenti come questi. Non era possibile! Riaprì gli occhi e vide di nuovo Kohaku. Emise un sospiro impercettibile di sollievo, ma, quando si voltò verso il cestino di fragole (decisamente più orgasmiche dell'apparato genitale del suo fidanzato!) e di nuovo verso il suo ragazzo, rivide Sesshomaru.

'Cazzo! Non ne posso più!'

Afferrò l'avambraccio di Kohaku, la cui mano stava ravanando nel torbido con la delicatezza e la bravura di un opossum, e gli sorrise.

"Tesoro, devo andare in bagno! Mi scappa!"
Che scusa idiota. Sì, davvero. Complimenti, Rin, sei sempre stata la più furba! Si alzò facendo leva sulle braccia, si risistemò la gonna nera che il suo fidanzato aveva sollevato per raggiungere il fuoco dei suoi lombi e si diresse verso il bagno, senza rivolgere un'occhiata a Kohaku, il quale, inconsapevole, ricominciò a mangiare fragole con la panna.
Giunta nei pressi del bagno, Rin si chiuse dentro la stanza e si appoggiò alla porta, la testa bruna tra le mani.

Era sconvolta, stanca e stupita. Sconvolta dall'imminenza del matrimonio, stanca di essere la ragazza di un uomo che probabilmente non amava più e stupida dalla forza con cui il volto di Sesshomaru ottenebrava in parte la sua mente. Come poteva essere possibile? Era attraente (per non essere volgari) e affascinante (per non dire altro), ma niente di più. Non lo conosceva nemmeno o, almeno, conosceva quella parte di lui che appariva sui quotidiani e sui telegiornali. Appariva (o era?) come uno sbruffone arrogante e stronzo. E Rin odiava gli stronzi. Eppure non riusciva a fare a meno di pensare a lui, a quanto pare, soprattutto dopo l'incontro di oggi. Doveva decisamente darsi una calmata e rimettere a posto i suoi pensieri o la questione sarebbe finita nel peggiore dei modi. Inoltre si trattava pur sempre di un suo cliente e non aveva intenzione di mettere a rischio il possibile lieto fine di un caso come questo, la sua carriera o la sua nomea per un'attrazione fisica (senza precedenti, sì, ma pur sempre tale). Si rese conto con stupore che aveva gli occhi umidi, ma non riusciva a capire per quale motivo. Per le bugie nei confronti di Kohaku? Per aver immaginato un rapporto sessuale con Sesshomaru? Per il matrimonio "che non s'aveva da fare"?
Aveva decisamente bisogno di un'amica con cui confidarsi. E chi meglio di...?










"Riiiin! Sono quiiii!"
La mano di Jakotsu attirò l'attenzione della giovane avvocato, che sorrise alla sua vista e si avvicinò per abbracciare la sua "amica".
"Oh, tesoro mio, mi sei mancata così tanto! Forse mi sei mancata anche più di quel bel fustacchione di Shinji. Ti ricordi di lui, vero? Aaaah, bei tempi quelli in cui giocavo con la sua mercanzia..."

Rin rise senza riuscire a trattenersi. Jakotsu le era mancato davvero. Nonostante fosse molto raro riuscire ad avere una conversazione seria con lui, era un ragazzo capace di dispensare sempre saggi consigli, che più volte avevano dato i loro frutti nel corso degli anni. Erano amici dai tempi del liceo e, anche se non si vedevano così spesso come avrebbero voluto, erano sempre in contatto.
Jakotsu scostò dagli occhi castani un ciuffo di capelli neri sfuggito dal codino e accompagnò Rin a uno dei tavolini del piccolo bar francese dove avevano deciso di incontrarsi. Il luogo era abbastanza tranquillo, situato in un quartiere abbastanza distante dal centro di Tokyo, e si respirava davvero l'aria dei cafè europei.

"Questo posto mi fa venire sempre voglia di baguette..." Il ragazzo colse al volo l'occhiata di Rin e il doppiosenso che aveva appena espresso.  "No, non la baguette maschile. La baguette baguette!"
Risero entrambi e approfittarono della presenza di un cameriere sulla cinquantina dai grossi baffi castani per ordinare due caffè lunghi caldi, una mezza baguette con burro e marmellata per Jakotsu e un croissant alla crema per Rin. Dopodiché aspettarono che arrivasse ciò che avevano rischiesto e, nell'attesa, parlarono di tutto e di più.

"E tu poi che gli hai detto?" chiese Rin, soffocando una risata.

"Ah, gli ho fatto capire che con Jakotsu non si scherza. L'ho lasciato legato al letto e gli ho detto che sarei andato a farmi trastullare da un altro, possibilmente più bello e possibilmente più dotato di lui." rispose il ragazzo ed entrambi risero sonoramente.
Arrivarono le ordinazioni e i due amici di vecchia data cominciarono a mangiare, lasciando per un attimo che il silenzio s'interponesse tra di loro. Rin si rese a malapena conto di avere lo sguardo perso per aria e che la crema del cornetto che stava stringendo con forza era ormai in procinto di lanciarsi nel vuoto verso il marciapiede.

"Quello sguardo non promette nulla di buono..." sospirò Jakotsu, osservando Rin e scuotendo la testa.

"Quale sguardo?"

"Quello che hai sul tuo bel visino, tesoro mio. Ti conosco..." aggiunse, notando che la ragazza stava per negare. "... so bene quando sei preoccupata per qualcosa. Ormai ti conosco bene, quasi come la mercanzia di Shinji."

Lei sorrise e osservò il tacito invito negli occhi dell'amico a dirgli che cosa non andava.
"Io e Kohaku ci sposeremo a breve."
La reazione di Jakotsu fu proprio quella che aveva immaginato. Quasi si strozzò con il caffè lungo e strabuzzò gli occhi verso Rin.

"Cosaaaa?!" esclamò, incurante del fatto di aver provocato la rotazione di molte teste verso di loro. "Tu stai per sposare quell'ameba sessualmente apatica?"
Rin gli intimò di abbassare la voce e poi chinò il capo, consapevole della verità che Jakotsu, per anni, gli aveva sempre ripetuto. Ovviamente lui sapeva tutto della crisi ormai insita nel rapporto di coppia tra i due soon-to-be-married, ma, nonostante le avesse sempre dato molti consigli, tra i quali quello di scappare prima che fosse troppo tardi, lei non gli aveva mai dato retta.
"Oddio, Rin... Mi spiace..." il caro amico abbassò la testa a sua volta, seriamente dispiaciuto per la sorte della sua migliore amica. "So bene che non avrai mai il coraggio di lasciarlo, perciò dobbiamo solo aspettare che, casualmente, incontri qualcun altro che ti faccia perdere la testa. Come nei migliori film trash romantici! Ah ah ah!" rise della propria battuta, ma smise subito quando vide che Rin lo guardava con quegli occhioni intrisi di colpevolezza. E lui capì al volo.
"Ma... ma... tu... hai già... incontrato qualcuno..."

Rin annuì. Sì, poteva dirlo almeno a Jakotsu. Sesshomaru Taisho era ormai un chiodo fisso. Anche questa mattina si era svegliata pensando a quel bellissimo volto di fine porcellana, ai suoi occhi dorati profondi e freddi come il ghiaccio, ai muscoli del torace che aveva avuto modo di intravedere dalla sua camicia semi-sbottonata.
"Sì, ma non devi dirlo a nessuno, Jako. Anche perché è solo attrazione fisica, niente di che."

"Basta anche solo quella, tesoro mio. Anzi, sai che c'è? E' la peggiore. Perché si insinua come un tarlo nel cervello e non lascia più la sua tana finchè non viene soddisfatto. E non parlo a livello intellettivo e culturale..." Sul volto del ragazzo comparve un ghigno smisurato.

"Ma smettila! Guarda, dopo ieri non voglio più pensare a lui in quel senso."
Fatto. L'aveva detto. Aveva semi-confessato la sua défaillance. Jakotsu, le cui orecchie erano capaci di captare pure gli ultrasuoni, costrinse l'amica a farsi raccontare tutto quanto e la povera sciagurata, suo malgrado, confessò tutto quanto. Al termine del racconto gli occhi di Jakotsu sembravano quelli dell'elfo domestico Dobby di Harry Potter e Rin era più depressa di Kohaku dopo una delle tante sconfitte dei Tokyo Yakult Swallows, la sua squadra di baseball preferita.
"Jako... non so più cosa fare..."

Jakotsu osservò l'amica, ora serio come lo era stato poche volte.
"Sai benissimo che la cosa migliore sarebbe quella di confessare a Kohaku che non provi più niente per lui. Nonostante io detesti profondamente quella specie di putto animato saltellante e gioioso, non merita di essere preso ancora in giro. Sì, Rin, lo hai preso in giro." aggiunse, cogliendo lo sguardo ora leggermente infastidito della ragazza.

"All'inizio non era così. All'inizio lo amavo."

"Hai detto bene: all'inizio. Ma dopo un anno non provavi più nulla di profondo per lui e ora sono passati ben cinque anni dall'inizio della vostra storia. È ora di darci un taglio. Un taglio netto." Il ragazzo sospirò e finì in un sorso il suo caffè. "Anche perché non penso che tu voglia sposarti e passare il resto della tua vita con un ragazzo per cui non provi più nulla."

Rin cominciò a riflettere seriamente, sapendo che Jakotsu aveva ragione su tutto. Gli rivolse un piccolo sorriso di gratitudine e gli strinse la mano curata e delicata come quella di una donna.
"Ci penserò... meno male che ci sei tu, Jako."

"Assolutamente, tesoro. Sennò chi penserebbe a rinnovare il tuo cassetto della biancheria intima? Se fosse per te useresti solo quei patetici mutandoni da nonna antistupro."










"... attraverso alcune operazioni informatiche, siamo giunti alla conclusione che il signor Sesshomaru Taisho è stato incastrato da qualcuno che ha l'intenzione di fargli perdere la totale credibilità economica e finanziaria che egli ha avuto per tutti questi anni. È tutto per oggi, grazie a tutti e arrivederci."

Rin scese dal piccolo podio dove aveva parlato ai giornalisti per circa dieci minuti. Aveva risposto ad alcune domande e aveva fornito informazioni criptiche alla stampa, di modo da avere un po' di respiro per i giorni a venire. I giornalisti la seguirono, armati di microfoni e telecamere, ma la ragazza, attorniata dai bestioni tatuati della sicurezza, si sentiva protetta e indenne dalla furia nozionistica di quei cani assetati di sapere.
Venne condotta verso l'uscita e fin dentro la limousine nera dai vetri oscurati di proprietà di Sesshomaru. Si sedette sul sedile di morbida pelle nera e quasi le venne un colpo quando si trovò davanti niente meno che il proprietario della vettura.

"Signor Taisho!" esclamò, una mano sul petto coperto dalla giacca nera e dalla camicia bianca. La gonna nera a tubino sembrava averle bloccato la circolazione da quanto era stretta. Si sistemò meglio sul sedile. "Non dovrebbe essere qui. Le avevo raccomandato di stare dentro casa. Se i giornalisti la vedessero o riconoscessero a chi appartiene questa macchina-"

"Non ho alcun interesse verso ciò che potrebbero dire i giornalisti. Avevo urgenza di parlare con lei."

Rin si zittì immediatamente, attendendo che l'uomo andasse avanti. Il suo sogno erotico era a un metro e mezzo da lei e quasi poteva sentire le guance andare a fuoco. Lo osservò, ora seria.
"Mi dica."

"Stamattina ho ricevuto sulla casella di posta elettronica una mail anonima. Il messaggio è un aforisma di Pavlov. 'Non essere un mero registratore dei fatti, ma cerca di penetrare il mistero della loro origine'."
Lo sguardo di Sesshomaru era più gelido del solito. Un lucicchio nelle sue iridi fece intuire a Rin che era discretamente stupito e infuriato per questa mail anonima. La giovane non seppe per un momento cosa dire, anche se era segretamente contenta del fatto che l'uomo, prima di rivolgersi alla polizia, avesse pensato a lei.

"Suppongo sia una sorta di indizio..." si espresse Rin, dopo essersi schiarita la voce. "C'è qualcosa nel suo passato o qualcuno che possa essere riconducibile a questo messaggio?"

Sesshomaru non si fermò neanche a pensare per un momento. No, non c'era nessuno, almeno che lui ricordasse. E lui aveva un'ottima memoria.
"No, nessuno. Ma, come le ho detto qualche giorno fa, è compito suo capire chi c'è dietro a tutto questo." aggiunse freddamente, facendo ora cenno all'autista di muoversi. "Vai verso la casa della signorina Ogawa."

"Non c'è bisogno, ho la macchina parcheggiata qui vicino."

"Ho già provveduto a farla riportare a casa sua." La fissò dritto negli occhi. "La pagherò il doppio di quanto già pattuito se riuscirà a risolvere il caso entro due mesi da oggi. Ho bisogno di liberarmi di questo... peso... il prima possibile."

Rin annuì, ma dentro di sé il suo cuore aveva dato accesso a una piccola crepa. La poteva sentire e faceva male. Possibile che lui avesse piuttosto intenzione di liberarsi di lei? Eppure non era successo nulla che potesse far pensare alla nascita di un sentimento negativo di Sesshomaru nei suoi confronti. Si erano visti tre volte e già lui non la sopportava più?
"Farò del mio meglio per riuscire a chiudere il caso il prima possibile."
La macchina correva nel traffico e i due passeggeri stettero in silenzio per il resto del tragitto. Eppure non era un silenzio così imbarazzante, anzi... Arrivati di fronte alla villetta in cui abitava, Rin pose fine al silenzio e guardò Sesshomaru.
"La ringrazio per il passaggio. E' stato gentile da parte sua."

"Mh." assentì l'uomo d'affari, perfetto nel suo completo blu scuro, i capelli lisci legati in una coda alta.

Rin gli sorrise un'ultima volta e si fece aprire lo sportello dall'autista, che era nel frattempo sceso e aveva fatto il giro della limousine. La ragazza stava per posare il tacco sull'asfalto del marciapiede antistante il vialetto, quando un movimento alle sue spalle le arrivò alle orecchie. Sentì il suo calore ancora prima che la sua mano le stringesse il polso. Era morbida e calda e la sua presa era al contempo ferma e delicata. Rin si voltò, gli occhi leggermente sgranati, e vide che Sesshomaru aveva la schiena protesa verso di lei e un piccolo, quasi impercettibile sorrisetto che gli arcuava le labbra sottili.

"A domani, signorina Ogawa."
Disse semplicemente, la voce ora quasi priva del suo solito tono freddo e scostante. La lasciò andare e Rin rimase in piedi mentre l'autista si riposizionava al posto di guida e andava via, portando con sé il momentaneo calore dell'uomo che la stava facendo impazzire.



'Sesshomaru...'









Angolo dell'autrice


Eccomiiii! :)
Stavolta i miei tempi di aggiornamento sono stati decisamente più brevi. Domani mi libererò dell'esame più terribile del mio corso di laurea, Letteratura Spagnola, e devo ammettere che non vedo l'ora. Avrò molto più tempo per scrivere e aggiornare questa storia che mi sta appassionando ogni giorno di più. Ho scritto questo capitolo tutto d'un fiato e sono davvero orgogliosa di ciò che la mia mente ha prodotto. E fidatevi, è una sensazione che non mi capita spesso di provare.

Passiamo ai ringraziamenti, adesso :)


rafxsulfusxsempre »  Ciao, cara! :D
È sempre una gioia sapere di scrivere qualcosa che piaccia davvero ai lettori e che magari li catturi. La cella di detenzione spero sarà un po' meno buia e triste con questa storia ahahahah :D Sì, spesso Kohaku e Rin vengono messi insieme, ma è proprio questo il punto che ho deciso di usare per il tipo di coppia che rappresentano. Rin è una ragazza vitale, passionale e Kohaku, invece, è più calmo e l'ho sempre visto come un romanticone sensibile. Nah, non sono proprio fatti per stare assieme. Ed ecco qui che entra in gioco Sesshomaru, bel tenebroso dal cuore apparentemente gelido come un iceberg che sembra stia facendo impazzire Rin.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere che ne pensi! Un bacio :)


the queen of darkness
»   O. Mio. Dio.
La tua recensione mi ha lasciata più che basita. Mentre la leggevo sembravo un pesce in astinenza d'aria. Sei davvero tanto, tanto dolce! Per un'autrice come me, alle prime armi e dalle mille insicurezza, è davvero un balsamo sapere che la propria storia è capace di far emozionare, di divertire i propri lettori. E anche venire a sapere che forse "Amori in tribunale" è una delle poche storie decenti sulla coppia RinxSesshomaru è davvero magico. In veste di lettrice spesso mi tuffo nella ricerca di alcune storie che possano saziare la mia sete di romanticherie per questa coppia, ma non trovo altro che fanfiction caratterizzate da una pessima grammatica e da un'originalità infima. Anche io, come te, adoro le Au, che trovo davvero molto più appassionanti e anche più difficili da scrivere. Sì, perché i personaggi di un manga/anime come InuYasha sono, a mio parere, particolarmente difficili da collocare in un mondo parallelo, in un'età storica diversa da quella del Giappone feudale. In passato ho scritto un'altra storia, sempre Au, ed è in quel momento, subito dopo il primo capitolo, che mi sono resa conto di quanto sia arduo riuscire a far ambientare personaggi di un certo tipo (come lo stesso Sesshomaru) in un'era più moderna, fuori dal solito contesto temporale.
Detto questo, ti ringazio ancora una volta per i complimenti sulla grammatica e sulla prosa. Ogni tanto, mentre rileggo i capitoli, mi pongo mille domande tipo "E questo si dice così?" o "Ma esiste questa parola in italiano?", ma diciamo che, negli anni, ho imparato a comportarmi come una "beta di me stessa".
Ahahahah Sesshomaru col mitra! Sarebbe davvero affascinante vederlo in un contesto bellico, molto più realistico e coinvolgente. Immagina il nostro bel demoone di ghiaccio con la divisa da militare... (sbava come Rin nel primo capitolo). Aaaaah, a volte mi rendo conto di essere più maniaca di Jakotsu!
E stai tranquilla per quanto riguarda la recensione. So benissimo che cosa significa magari non avere tempo per lasciare un commento a una storia, perciò sappi che, quando ti sentirai in vena di scriverne una, io sarò qui a leggerla con tanto piacere (magari la commenterò anche con Rosita, la gallina ispanica).
Un bacione e grazie ancora, sei stata gentilissima e molto dolce! <3


serin88
»    Ehilà, carissima! :)
Ahahah sì, Rin sembra felice come se avesse appena ricevuto un pacco bomba a casa sua. Kohaku sarà capace di risvegliare i suoi istinti animaleschi o continuerà a farla sprofondare nel limbo della depressione sessuale? Chissà! Tutto è possibile in questa storia.
Ti ringrazio ancora una volta per la recensione! Un bacione e a presto! :D


stivecoppolaXD
»   Ciao! :D
Un nuovo recensore all'attivo. Ti ringrazio per i complimenti e spero che anche questo capitolo ti faccia sorridere. Se così non fosse, sono pronta per la pubblica umiliazione. Un bacio!


heart
»   Hello! :)
Ti ringrazio davvero e sapere che questa fanfiction ti faccia sorridere mi riempie di gioia. Un bacione e fammi sapere che ne pensi di questo nuovo capitolo, se ti va! :D





KaDe




   
 
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