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Autore: Princess Kurenai    04/09/2008    2 recensioni
Non importava quanto quella società parlasse di uguaglianza di diritti e di doveri per tutti gli 'Animali' - quelle persone dal normale aspetto umano che possedevano la singolare peculiarità di poter modificare il proprio corpo in quello di un animale affino. [...] Perché sempre e ovunque ci sarebbe stato qualcuno di privilegiato che avrebbe guardato con superiorità chi, secondo il proprio metro di giudizio, era nato per essere uno schiavo e Kiba Inuzuka, con la capacità di mutare il proprio corpo un quello di un cane, era uno di quelli che venivano considerati feccia. {Partecipante al Contest a Tema Floreale indetto da Sweet Audy}
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Non mi dilungherò troppo dirò solo due cose:
1. Questa fic è stata scritta in base al fiore chiamato Aquilegia che, a partire dalla sua figura - simile agli artigli di un aquila - fino ad arrivare al suo significato - capriccio, esibizionismo ed egoismo, era perfetto per i due personaggi protagonisti, Neji e Kiba.
2. Non sono soddisfatta del risultato, lo ammetto, perché comprendo alcune cose ma la questione OOC mi è rimasta sul cosiddetto 'groppo'. Ciò nonostante adoro questa fic e sono soddisfatta della sua uscita.
Detto questo auguro a tutti una buona lettura e spero di rivedervi nei successivi due capitoli!



1. Life in Aquilegia



Non importava che venissero prelevati dalle 'normali' civiltà dove erano nati per essere protetti.
Non importava quanto quella società parlasse di uguaglianza di diritti e di doveri per tutti gli 'Animali' - quelle persone dal normale aspetto umano che possedevano la singolare peculiarità di poter modificare il proprio corpo in quello di un animale affino.
Non importava.
Perché sempre e ovunque ci sarebbe stato qualcuno di privilegiato che avrebbe guardato con superiorità chi, secondo il proprio metro di giudizio, era nato per essere uno schiavo e Kiba Inuzuka, con la capacità di mutare il proprio corpo un quello di un cane, era uno di quelli che venivano considerati feccia.
Il ragazzo viveva in quella comunità da ormai un anno e avrebbe decisamente preferito la 'schiavitù', che gli avrebbero imposto sua vecchia città, piuttosto che continuare a vivere nel 'Covo degli Hyuuga' - nome da lui coniato per chiamare la 'città-rifugio' degli Animali - a stretto contatto con Neji, l'algido erede maschio dei padroni incontrastati di quel rifugio.
Questo possedeva la capacità, come tutta la sua famiglia, di trasformarsi in una maestosa aquila reale, elegante e bella.
Per tutti uno spettacolo per gli occhi, per l'Inuzuka una massa di esibizionisti, a dimostrarlo anche il fatto che avessero chiamato quella sorta di città 'Aquilegia' che non era solo il 'fiore simbolo' degli Hyuuga ma che rievocava anche la loro trasformazione.
In ogni caso, Kiba in confronto a Neji non era niente.
Era il classico 'ultimo arrivato', che non aveva né un nome importante né conoscenze di spessore: era uno dei tanti.
Eppure, era stato impossibile per Neji non notarlo così come era stato impossibile per Kiba non finire nel suo letto alla prima occasione.
Erano diversi come la terra - un carattere irremovibile e serio - e il cielo - la spensieratezza e la libertà - ma attratti immancabilmente l'uno dall'altro - nell'orizzonte dove finisce la terra inizia sempre il cielo che sia stellato, nuvoloso, sereno o tempestoso.
E una sera lo Hyuuga si era fatto trovare sotto la casa del più giovane e tutto quello che era successo dopo riguardava soltanto gemiti e urla di dolore e piacere.
Da quel loro primo incontro fino a giungere ai numerosi successivi, niente sembrava però cambiato.
Fin dall'inizio per Neji era stato solo sesso.
Un piacevole e divertente capriccio.
Sembrava quasi amare quel piegarsi di Kiba alla sua volontà, accettando ogni suo ordine e ogni sua scelta.
Era esattamente come il cane che rappresentava nella sua trasformazione. Fedele, sempre pronto ad abbassare la testa di fronte al suo padrone e a restargli accanto nonostante i maltrattamenti.
E l'Inuzuka lo odiava e lo amava al tempo stesso - era un sentimento contraddittorio e autolesionista, ma non poteva farne a meno.
Nonostante già sapesse che, presto o tardi, Neji si sarebbe stancato di lui e che, con i suoi volubili desideri da bambino viziato, le sue attenzioni si sarebbero spostate verso un altro giocattolo, più attraente e appetibile, non riusciva a esserne felice.
Sapeva che sarebbe finalmente stato libero - odiava la 'reclusione' che implicava quel rapporto con il moro.
Sapeva che non si sarebbe più dovuto piegare al volere dello Hyuuga - odiava il dover accettare tutto a testa bassa.
Odiava tutto di Neji e sapeva che non avrebbe più avuto a che fare con lui una volta che tutto sarebbe finito però a Kiba piacevano quelle sensazioni che provava con lui, tanto da non poterne fare a meno.
Adorava le mani che lo spogliavano, le labbra che lo baciavano, il corpo che lo possedeva e anche il profumo fresco e dolce che lo circondava e che gli restava addosso per ore dopo il rapporto e la successiva fuga dello Hyuuga.
Gli piaceva da impazzire: una pura follia che l'aveva portato all'amore.
Voleva Neji solo per lui ed egoisticamente non voleva dividerlo con nessun'altro.
Prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui lo Hyuuga l'avrebbe lasciato e in quel preciso istante l'avrebbe fermato, legandolo indissolubilmente a lui.
Come ancora non lo sapeva ma l'avrebbe fatto, perché anche il più fedele dei cani ha sempre un momento di puro squilibrio assassino.

   
 
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