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Autore: MissHarvelle    21/07/2014    2 recensioni
Dopo cinque anni dalla fine dell' esperienza allo studio ON Beat,molto é cambiato nelle vita dei nostri adorati protagonisti. Violetta, per esempio, é riuscita a coronare il suo sogno di diventare una famosa cantante, ma tutto ciò sembra non bastarle più. In cerca di se stessa e della sua passione che sembra aver perso,la bella argentina si rifugia a Buenos Aires, dove ad attenderla ci saranno grosse sorprese, molte emozioni, ferite che si riaprono piano piano e uno stalker insistente che sembrà determinato a tutto pur di farsi notare da Violetta. PAIRING #leonetta come se non ci fosse un domani!
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Federico, Francesca, Leon, Violetta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SWEET DREAMS

 

Il tempo é relativo. Leon sapeva di non essere il primo ad averlo scoperto né tantomeno il più famoso e la sua constatazione non aveva nulla a che fare con l' energia, la massa o la velocità della luce, né con qualsiasi altra teoria formulata da Einstein. Piuttosto, era legata alla consapevolezza che l' aver rivisto Violetta dopo tutti quegli anni sembrava avere annullato la lentezza con cui erano passati quei cinque anni di occasionale solitudine. Aveva come l' impressione che fossero trascorsi solo pochi giorni dal giorno in cui la ragazza che considerava l' amore della sua vita l' aveva abbandonato e il fatto che lei non fosse cambiata per niente non lo aiutava a ricredersi del contrario.

”é sempre bellissima” pensò con una fitta il cuore, visualizzandola davanti a sé con l' abbigliamento con cui l' aveva vista poche ore prima: un vestito semplice color fucsia con le maniche a sbuffo avvolgeva il suo esile corpo, ai piedi indossava un paio di sandali scuri, i capelli erano raccolti elegantemente in una elegante treccia laterale e poi, per finire in bellezza,aveva ancora quell' anello al dito. L' aveva riconosciuto subito perché,essendo un gioiello di bigiotteria, stonava un po' addosso a una popstar del suo calibro. Lui ne aveva uno uguale,ma il suo giaceva nei meandri di un cassetto nascosto da qualche parte in soffitta, in compagnia di cianfrusaglie e cose vecchie. Era stato un simbolo importante del loro amore, ma ormai non c' era più nulla tra di loro,quindi perché tenerlo ancora? Cosa spingeva Violetta a indossare un oggetto che per lei non aveva più nessun valore? Leon si rese conto che si stava facendo troppe domande alle quali non avrebbe mai voluto ricevere risposta,perciò cercò di cancellare dalla sua mente l' immagine della ragazza, chiaramente infastidito. Erano passati così tanti anni, lui avrebbe dovuto fare il superiore e dimenticare quello che era successo, eppure non ci riusciva. Pensava di averlo fatto, ma chiaramente non era così. Il fatto di non averla più rivista sembrava aver facilitato le cose, ma poi erano bastati pochi secondi a casa di Ludmilla per far riaffiorare in superficie tutto il dolore, lo smarrimento e la solitudine. Lei d' altronde se ne era andata nel momento in cui lui aveva più bisogno del suo amore, quindi adesso non meritava tutta questa attenzione da parte sua. Un velo di tristezza gli inumidì gli occhi, ma il giovane non si fece sopraffarre dalle emozioni e ricacciò indietro le lacrime. Suo padre gli diceva sempre che mostrare i propri sentimenti é per persone deboli e senza carattere, e i Vargas erano tutto fuorché persone anonime e deboli.

Sentendosi improvvisamente fiacco, andò a dare il bacio della buonanotte alla madre e si buttò sul letto, sperando di addormentarsi di un sonno senza sogni.

 

La festa, nonostante le premesse iniziali, si era rivelata un vero e proprio successo. Violetta si era estremamente divertita a cantare insieme a tutti i suoi amici, poi però Francesca aveva discusso con il padre di Marco e quindi, prima che le cose prendessero una brutta piega, decise di ringraziare tutti i presenti per la festa a sorpresa e dopo aver salutato con calore i suoi amici, si diresse insieme a Francesca verso la macchina.

Un silenzio irreale regnava tra le due amiche, perché entrambe avevano degli argomenti di cui avrebbero preferito non parlare.

Alla fine però Francesca decise di rompere il ghiaccio, se non altro per evitare di pensare alla discussione appena avuto con il suo ex.

“Allora Vilu, ti é piaciuta la festa?”

Il tono non era molto entusiasta, ma Violetta apprezzò in egual modo lo sforzo dell' amica.

“Si, é stato tutto molto carino. Sono molto contenta per Camilla e Broduei, a quanto pare il loro lavoro all' ON BEAT sta dando loro molte soddisfazioni!”

“Già, hai ragione. Almeno loro sono felici- Francesca fece un lungo sospiro e poi guardò dritta negli occhi l' amica – tu pensi che noi lo saremo mai invece?”.

Quella domanda colpì dritta al cuore la popstar. Era un' ottima domanda quella che le aveva posto Francesca. Una volta avrebbe risposto la musica le sarebbe bastata per essere felice, perché cantare era parte di lei e senza non sarebbe mai stata se stessa. Ora però non era più sicura di nulla, quelle parole suonavano come false, perché si trovava a fare il mestiere dei suoi sogni, ma ciò non la rendeva più felice come un tempo. “ Mancava sicuramente qualcosa.. – e nel pensare questo non potè fare a meno di pensare a quei due bellissimi occhi color smeraldo che aveva incrociato poche ore prima.

“Vilu, non fraintendermi. Io ho Marco e non potrei essere più felice di avere un figlio così meraviglioso- continuò la ragazza con gli occhi lucidi, interrompendo i pensieri della Castillo – ma il problema é suo papà. Da quando é ritornato dal suo tour non fa altro che telefonarmi per chiedermi se può vedere Marco e io semplicemente non voglio. In questi due anni e mezzo non c' è mai stato per lui, e ora, tutto ad un tratto, si ricorda di avere un figlio?”.

L' amarezza nel tono di voce dell' amica commosse Violetta, la quale abbracciò l' amica in segno di solidarietà. Poi replicò in questo modo: “ Fran, Diego é un vero coglione. E credimi lo so perché ci ho avuto a che fare in passato ancora prima di te... però prova a dargli una possibilità...magari é veramente cambiato! E il fatto che ne parli con te é un buon segno, non credi?”

Francesca guardò l' amica, esitante. In effetti, non aveva tutti i torti, però... per lei era difficile parlare di Diego. Erano stati molto innamorati un tempo, ma le cose erano molto cambiate adesso. Decise di cambiare argomento, perché non aveva le forze per affrontare ancora una volta il passato.

“ti prometto che penserò a quello che mi hai detto, ma solo se tu avrai voglia di parlare con me di Leon!”

Al solo sentire nominare il suo nome, Violetta ebbe l' impressione che le gambe le cedessero per l' emozione. Non era pronta a quella domanda. Non era pronta a qualsiasi cosa riguardasse il bel Vargas, ma non poteva evitare di rispondere alla sua migliore amica, perciò prese coraggio, ma l' unica cosa che ottennè fu dare una risposta evasiva e del tutto falsa.

“B.. bene, perché?”

Fran la guardò con una espressione buffissima tra il divertito e lo scocciato. “Come perché? Guarda che ero presente anche io poche ore fa al vostro siparietto... e mi sembra proprio che non sia andato tutto bene... mi vuoi dire che cavolo é successo tra voi due? Eravate così felici e innamorati, anche quando...”

Violetta la interruppe. “ Okay,okay. Hai ragione. Le cose tra noi vanno tutto fuorché bene, ma credo che sia anche normale dato che é da cinque anni che non ci sentiamo né vediamo... io ho provato più volte a cercarlo in questi anni, ma non sono mai riuscita a parlarci insieme. Gli ho scritto un sacco di lettere, anche se sembra una cosa antica, senza mai ricevere risposta. Una volta ho persino saputo che era a Parigi nel periodo in cui ero in tourneé, così sono riuscita a sapere l' indirizzo del suo hotel e il numero di camera... non ho fatto in tempo ad arrivare che l' ho visto, davanti alla hall, in compagnia di una ragazza...così me ne sono andata...”

Francesca la fissò incuriosita, colpita dalla piega che stava prendendo il discorso.

“Sei sicura che non fosse solo una amica?”

“Perfettamente sicura – replicò tristemente Violetta – lo so perché li ho visti chiaramente scambiarsi un vomitevole bacio alla francese... “- detto questo stortò il naso, disgustata, poi continuò – pensavo che mi avesse dimenticata, o perlomeno perdonata... invece oggi mi ha aggredito in un modo che non mi aspettavo...”

“A parte che é impossibile dimenticare una come te, Vilu- la interruppe Francesca, donandole un sorriso sincero – poi lo sai che per lui sei stata una persona importante e vederti ripiombare nella sua vita dopo questi anni non deve essere stato facile...”.

“Su questo hai ragione... ma so cosa l' ha fatto infuriare..- disse Violetta, poi frugò tra le tasche e porse all' amica quello che sembrava un semplice anello di bigiotteria.

“Come può un anello così innocente mandare su tutte le furie una persona come Leon?” chiese incuriosità la Caviglia.

“Lo può fare eccome, se dietro ad esso é nascosta una promessa che ci facemmo tempo fa e che purtroppo non possiamo più mantenere” rispose enigmaticamente Violetta con gli occhi velati di rugiada.

Francesca decise che era meglio non indagare oltre, perciò salì in macchina e si avviò con l' amica a casa della madre per prendere Marco.

Poi finalmente, la notte avrebbe preso il sopravvento su entrambe e avrebbe fatto vivere loro attraverso i sogni l' illusione di una felicità che purtroppo per ora sembrava ben lontana.

 

 

Non sapeva bene dove si trovasse. Sembrava di stare ancora allo studio On Beat perché guardandosi intorno riconobbe le familiari pareti colorate dello studio. Era in compagnia delle amiche di sempre, Francesca e Camilla, che stavano discutendo animatamente sulle ultime tendenze in fatto di moda, ma Violetta faticava ad ascoltare quello che dicevano, perché sentiva in sottofondo una musica che proveniva da quella che sembrava l' aula di Beto. Incuriosita,chiese alle sue amiche se anche loro la sentissero,ma entrambe negarono per poi riprendere tranquillamente a parlare di ragazzi e moda. Violetta non potè fare a meno di seguire le due amiche nella conversazione, ma più cercava di concentrarsi sui loro discorsi, più la musica le entrava nelle orecchie e sembrava attirarla verso la sua fonte. Senza dire nulla, la ragazza si avviò lentamente verso l' aula e quando aprì la porta si trovò davanti Leon e la sua indimenticabile pianola. Guardò il ragazzo ammaliata dalla bellezza di quella musica che ora aveva riconosciuto. Era PODEMOS, la loro prima canzone. Leon, sorpreso dalla sua inattesa presenza, esitò un attimo, guardandola incerto, poi le sorrise dolcemente e riprese a suonare. La guardò negli occhi intensamente e poi iniziò a cantare. Violetta non potè fare altro che accompagnarlo con la sua voce.

 

Pero hay cosas que si se,

ven a qui te mostare

en tus ojos puedo ver

lo puedes lograr prueba imaginar

PODEMOS pintar colores al alma

PODEMOS gritar y ehh

PODEMOS volar sin tener alas

Ser la letra en mi cancion y tallarme en tu voz

 

L' armonia con cui le loro voci si fondevano l' una con l' altra, il calore e la dolcezza dei loro sguardi che si incatenevano l' uno con l' altro le diede una energia e forza incredibile. In quel momento sentiva che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa,insieme a lui. Niente le sembrava impossibile.
Poi, d' un tratto la melodia finì. Violetta provò a dire qualcosa, voleva spiegargli le emozioni che aveva provato cantando insieme a lui, ma si accorse che le parole non le uscivano. Era come se improvvisamente fosse diventata muta. L' Aula cominciò a deformarsi e piano piano anche la figura di Leon sembrò dissolversi nel nulla. Alla fine non restò altro che un grande vuoto. A quel punto la ragazza, madida di sudore, si svegliò di soprassalto, gli occhi sbarrati dall' angoscia. Si guardò intorno, cercando dei punti di riferimento nella stanza per capire dove si trovasse. Quando si rese conto di essere nella camera degli ospiti di casa Caviglia, emise un sospiro di sollievo. Guardò la sveglia: erano le 4.45.  Non avrebbe mai potuto immaginare che in quello stesso istante, a pochi km, una altra persona si era svegliata di soprassalto, dopo avere fatto lo stesso incubo.


Il giorno dopo Violetta si svegliò alle 8 di mattina. Dopo l' incubo, era riuscita lo stesso a riaddormentarsi e in quel momento quello che più desiderava era bere un bel caffè bollente per cominciare al meglio la giornata. Dopo essersi alzata, raggiunse pigramente la cucina e trovò una Francesca piuttosto indaffarata nel far mangiare la colazione al figlio, il quale faceva un po' di capricci buttando le fette biscottate da una parte all' altra della stanza. Violetta diede il buongiorno ad entrambi e poi si affrettò a raccogliere dal pavimento quel che restava del cibo gettato da Marco. L' amica la ringraziò e la avvertì che il caffé era già pronto sul tavolo. La popstar, grata per le attenzioni dell' amica,le mandò un bacio a distanza e sorseggiò tranquillamente la sua colazione,abbinandoci anche qualche biscotto al burro che si trovava sul tavolo. La Caviglia aspettò che finisse prima di chiederle un piccolo favore. La richiesta consisteva semplicemente nell' andare a ritirare la posta del giorno prima, perché Francesca si era dimenticata di farlo il giorno prima e voleva vedere se era arrivata la bolletta del telefono.
“sai, quando chiamo Cami al cellulare mi tiene sempre tre ore e non vorrei avere una bolletta astronomica come due mesi fa! Puoi guardare solo se é arrivata?”.
Violetta assentì con il capo, sempre felice di potere aiutare la sua amica. Perciò uscì dalla porta di casa e si avviò verso la casetta delle lettera. La aprì senza alcun problema e si accorse che al suo interno vi erano molte lettere. Da quanto tempo Francesca non la ritirava? Anche se un po' perplessa, Violetta si apprestò a controllare se tra le varie buste vi fosse quella che interessava l' amica. Non la trovò, ma nonostante questo la sua attenzione venne catturata da una busta di colore viola. La prese tra le sue mani, posando le altre nella buca delle lettere, e impallidì nel realizzare che il destinatario era proprio lei. Sulla busta era scritto: Per Violetta. I caratteri assomigliavano tanto a quelli usati con le vecchie macchine da scrivere. Questo dettaglio non le piacque per niente, ma decise di ignorare il suo istinto e aprì la busta, anche se mani le tremavano leggermente. Tutto si sarebbe aspettata, ma mai un contenuto simile. Si guardò intorno impaurita e poi chiamò Francesca a gran voce.


Note dell' autrice: eccomi qua con questo nuovo capitolo! Spero tanto che vi sia piaciuto, in caso contrario fatemelo sapere! per me é molto importante la vostra opinione! Finalmente sappiamo qualcosa di più sull' identità del padre di Marco.. vi aspettavate fosse Diego oppure siete rimaste completamente spiazzate? cosa ne pensate di questa coppia? E della storia dell' anello? E del contenuto della busta misteriosa? Vi é piaciuto il momento leonetta del sogno/incubo? Per quello mi sono ispirata alla scena dell' episodio 72 della prima stagione, che potete trovare qui 
https://www.youtube.com/watch?v=mSyguj-lFE0 :)
Spero di essere riuscita ad appassionarvi e incuriosirvi! A presto :) fabi

 

  
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