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Autore: Lily777    22/07/2014    2 recensioni
Quanto un solo pensiero può ferirci? Quanto potere di condizionarci ha un sogno?
< Andrà tutto bene...>. Davvero le cose prima o poi si aggiusteranno e miglioreranno?
Chester fa alcune riflessioni su quello che gli è recentemente accaduto, su ciò che è stato detto e fatto e arriva ad una sola conclusione: Mike non lo ama davvero.
Vediamo quanto questa sua convinzione sia vera o no, accompagnandolo negli eventi che gli capiteranno. Daranno conferma alla sua ipotesi o la smentiranno?
Sperando che vi piaccia almeno un po', vi auguro buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non dovresti chiedermelo.
Tu sei il meno adatto a farmi questa domanda, e lo sai.
Cosa ti aspetti che risponda?
Mi fisso sulle sue iridi scure. Vedo qualcosa. Non so.
Lui nota la mia confusione di fronte alla sua richiesta e il suo sguardo muta, mostra tristezza e senso di colpa.
L’unica cosa che fa è sorridermi. Non il sorriso Shinoda. Uno un po’ obbligato, meno sentito, ma che dona comunque un po’ di forza e riporta al presente.
Mi devo accontentare di questo.
Almeno fino alla prossima visione…
Entriamo nella stanza dove c’è già la speaker che sta annunciando i nostri nomi. Ci sono altri deejays nella sede che ci stringono le mani energicamente, sono tutto sorrisi e inchini.
Mi fa strano essere così bramato da gente che neppure mi conosce.
Ci infilano delle cuffie, ci danno i microfoni e ci invitano a sederci su un sofà color verde mela un po’ consumato.
Ma la cosa più brutta è che è molto piccolo! Staremo incollati!
Fulmino tutti con un’occhiata, poi guardo allarmato Mike , che si è già seduto e attende che lo faccia anche io.
Sospiro.
Solo io provo questo stupido batticuore per una cosa tanto banale come il sistemarci molto vicini?!
Mi accomodo ma come da me osservato prima, devo stargli attaccato. Praticamente la mia coscia sinistra e la sua destra sono appiccicate.
Fantastico.
Cioè, a me non dispiace anzi… Solo che torna il problema del trattenersi.
Vorrei afferrargli la mano ma non posso. Insomma sono messo peggio di prima.
Voglio scappare via in questo momento. E per l’intervista che si arrangino!
Ma la fortuna vuole che appena faccio per alzarmi la ragazza esclama esultante e un po’ agitata .- Bene cominciamo!- Evvai…
Inizia ponendoci i soliti quesiti: perché abbiamo cambiato totalmente i testi delle canzoni e il modo di comunicare dal disco Meteora a Minutes To Midnight, da che gruppi prendiamo l’ispirazione, cosa vogliamo trasmettere con le nostre canzoni e con il nostro genere che varia di continuo – e a questa domanda Mike non la smetteva più di parlare... È assolutamente meraviglioso vedere quanto sia fiero della band e del lavoro che facciamo ogni anno per maturare sempre di più e non porci mai limiti, creare ciò che desideriamo e non seguire le etichette… Io non riuscirei a trovare persona più orgogliosa di sé e dei suoi compagni ed esperta in fatto di stile musicale e composizione- come è andato il mio progetto con gli Stone Temple Pilots, se penso di continuare il mio progetto in parallelo con i Dead By Sunrise…
Insomma, dopo un’ora e mezza passata a parlare di musica, quando il colloquio sembra finito, la speaker fa:- Dai, ho i due vocalist di una delle band più famose degli ultimi vent’anni, quindi voglio trattenervi ancora un po’, ponendovi  un’ ultimo importante quesito…-.
Alzo gli occhi al cielo.
Che domanderà ora? Magari chiederà come stanno le nostre consorti. Oddio sarebbe la cosa peggiore.
Manca solo che gli dica di che colore ho le mutande… Sono blu, contenta?
Ora posso andarmene?
- Riflettete attentamente ragazzi…- comincia.
Speriamo bene…
- Qual è per voi la cosa più bella? La cosa migliore che vi è capitata ? Non nell’ultimo periodo della vostra vita, in generale intendo.-
No.
Preferivo che chiedesse di Talinda.
Che cazzo rispondo ora…?
Con la coda dell’occhio guardo Mike di sfuggita, non sembra molto teso o nervoso, almeno non quanto me.
Beh, è ovvio.
Lui non mi ama.
Non sta pensando a quello che sto pensando io. Risponderà ‘ Anna e il mio figlioletto Otis ’, come è giusto che sia.
Perché è quello che prova, quello che sente.
Quello che dovrei provare anche io. Perché ho subito pensato a lui invece che a mia moglie e ai miei amati bambini?
Perché sono così sbagliato?
Ha ragione Mike.
I miei sentimenti sono errati. Sono scorretti e insensati.
Mento un’altra volta? Ricreo di nuovo la maschera che avevo finalmente distrutto? Quella formata da sofferenze e inganni?
“Credi sempre in quello che senti, devi perseguirlo, vivilo…”. Queste sono state le parole di Mike nel sogno.
Si, mi ha anche detto che sarebbe andato tutto bene… Invece guarda in che situazione sono: sto peggio di prima e il secondo vocalist del mio gruppo non sa più cosa fare con me!
Tutto solo per aver seguito il mio istinto e ciò che provavo.
Rimani saldo” mi ha sussurrato. Rimanere saldo, tenendo e curando i miei sentimenti? Anche se essi sembrano non essere corrisposti come vorrei?
A quale scopo…
“E ricordati quello che ti ho detto… io ti amo davvero.”  
Io ti amo davvero. Sincero. Spontaneo. Puro.
Mike, nella visione tu l’hai affermato. Avevi quella luce negli occhi… Ma nel mondo concreto?
Qui non stiamo vivendo una bella favoletta.
Qui siamo nella cruda realtà, dove ti spalano merda addosso, ti sputano in faccia, non ti regalano nulla se non hanno in cambio qualcosa.
È sempre andato tutto per il verso sbagliato, nella mia esistenza.
Poi sei arrivato tu.
Non mi hai mai chiesto niente in cambio.
Ora che ci penso mi hai dato la vita che desideravo senza chiedermi nessun favore. Mi pareva troppo strana, troppo anomala tutta questa tua bontà.
E invece sono io che non ho saputo goderne.
Che idiota.
Sono arrivato troppo tardi.
All’inizio pensavo ti comportassi così perché eri uguale a tutti gli altri, ti conveniva, ero il cantante perfetto, non volevi rischiare di perdermi. Per questo ti trattavo male.
Poi invece…
Sono diventato ingordo,  insaziabile del tuo affetto.
Più me ne davi, più mi mostravi il tuo animo e la tua dolcezza e più ne volevo.
Forse sono proprio io che ho preteso troppo.
Sospiro. Mi sembra di essere morto dentro.
Il tempo ricomincia a fluire come prima. Ritorno sulla Terra, davanti a questa ragazza sfacciata e seduto affianco a Lui, su questo scomodo e sformato divanetto verde.
Apre la bocca per rispondere al quesito, di cui so già la risposta.
E io? La sputo fuori o no?
Prima di sentire quello che dice.
Maschera? Ballo di nuovo con Menzogna ed Inganno?
O rimango nudo?
“Io ti amo davvero.”
- La cosa migliore per me è che ho Mike in questa band.- Ecco.
L’ho detto.
Complimenti.
Tutta colpa di quel sogno.
Appena ci torno mi devo ricordare di picchiare Mike prima di farci l’amore.
Anzi, prima me lo bacio tutto per memorizzare ogni suo singolo tratto del viso, che poi glielo devo rovinare.
Cazzo l’ho detto!
Oddio ho detto quello che sentivo! Mi sono snudato! Alla radio, per giunta!
Non ho il coraggio di guardare la speaker, mi volto verso Mike attendendo la sua risposta.
Non so come l’abbia presa. Beh, è sorpreso, questo è certo.
Ma il suo animo com’è?
Penso che vorrebbe guardarmi, per vedere se scherzo o meno, ma non ne ha la forza. Forse, l’ha semplicemente presa come una GIGANTESCA manifestazione di amicizia.
Non vedo reazioni evidenti nel suo sguardo che tiene fisso dall’altra parte della stanza mentre risponde con un – grazie Chester! Anche tu sei molto importante per me,  infatti le cose migliori che mi sono capitate nella vita siete tu, i ragazzi della band, Anna e il piccolo Otis…- ecco.
Come avevo previsto. Indifferente. La donna riprende a parlare.
Succede una cosa.
Piccola.
Ma mi fa bloccare la circolazione del sangue.
Dall’inizio dell’intervista, per stare comodo mi sono sistemato a gambe leggermente divaricate, ho messo la mia mano destra sotto la coscia sinistra, vicino al ginocchio.
Ecco, sento che le mie dita vengono sfiorate.
Un tocco leggero, quasi impercettibile.
Mi accorgo che Mike, mentre dava l’ ultima risposta, ha cambiato posizione. Ha divaricato le gambe come me e ha messo la mano sinistra sotto la sua gamba destra, sulla stessa traiettoria della mia.
Mi giro all’istante verso di lui, completamente perso.
Non mi guarda.
Però sfiora di nuovo le mie dita con le sue.
E io muoio.
Cosa vuole dirmi con questo gesto?
 
 
L’incontro finisce, sono tutti contenti e ci chiedono l’autografo. Poi ci accompagnano all’uscita. Sono teso.
Non so che dire a Mike, l’ho messo in difficoltà è vero.
Ora mi sgriderà per essere stato troppo diretto.
Ma non può decidere per me cosa devo dire ai colloqui.
Ho fatto la cosa giusta, non me ne pento.
Appena siamo fuori dalla stanza lo sento sussultare.
O mamma ora mi picchia!
- Chez porca miseria sto morendo di mal di pancia! Accompagnami in bagno subito!-. Eh? accompagnarlo in bagno?!
- Cos’ hai, cinque anni?- domando perplesso. Lui nemmeno mi calcola. Chiede a una tipa dove siano i servizi igienici, agguanta il mio polso e corre per i corridoi di questa sede radiofonica, con me dietro che lo seguo esitante.
Cos’ è, devo entrare con lui nel cesso e reggergli la carta igienica?
Dopo pochi minuti troviamo ciò che cercava. Si infila con così tanto impeto che penso che stia veramente poco bene.
 – Mike, ma hai davvero tanto male…?- sussurro alle sue spalle mentre mi trascina in uno dei tanti piccoli e claustrofobici bagni.
- Oh si…- si lamenta lui.
 – Vuoi che chieda se ti preparano un thè? Sicuramente te ne fanno anche cento sapendo che è per Mike Shinoda, l’amico del famoso Chester Bennington!- non ribatte, ancora non si gira.
Improvvisamente mi molla il polso e chiude a chiave la porta del cesso.
Si.
Con violenza.
A chiave.
La porta.
Oddio.
Allora non è arrabbiato.
È INCAZZATO NERO!
Ora mi uccide.
Mi taglia in piccoli pezzettini. Li butta nel water. Ci piscia sopra e tira l’acqua.
Comincio a rivedere tutta la mia vita, mentre lui finalmente si decide a guardarmi negli occhi. Dai tira fuori il coltello…
Mi prende per le spalle e mi appoggia poco delicatamente sul muro a lato del WC.
Mi tiene fermo.
Ne ha di forza questo…
“Andrà tutto bene… “?!Sai dove te la ficco quella maledetta frase, filosofo dei miei stivali?!
Chiudo gli occhi aspettando che mi schiaffeggi. Non che sia un uomo violento, anzi, non l’ha mai fatto. Ma c’è una prima volta per tutto no…?
- Ma si può sapere perché hai detto una cosa del genere…?- mormora invece con voce strozzata.
Che?
Ma è scemo forte!
Altro che genio e genio.
Questo qua non è fornito neanche di un cricetino nel cervello, ha solo fumo.
- Per quale motivo?! – rispondo, sorpreso e indispettito. -Perché ti amo. Tu sei libero di indossare il tuo costume, ma io ho smesso ormai, mi dispiace.- e con questo faccio per lasciare il bagno. Mi ha trascinato fino a qui per dirmi questo?!
Come può chiedermi ‘perché’?!
Io posso dire tutto quello che mi pare e piace.
Odio che la gente mi controlli.
Io sono Chester Bennington, sarò pure sfrontato, egocentrico ed impulsivo, ma almeno non racconto cazzate e non mi faccio manipolare.
Continua a tenermi bloccato.
Fai un bel respiro Chester.
Un altro.
Inspiro. - Lasciami andare.- . Espiro.
Non cede.
Perché vuole sempre controllarmi?!
Detesto quando fa così!
Fa sembrare un errore tutto quello che penso e dico!
- Lasciami Mike! Voglio uscire da questo fottuto bagno, lasciami!- comincio a scaldarmi.
Non molla.
– Smettila, lo so cosa pensi! Non puoi sempre decidere per me quello che devo raccontare nelle interviste, sui giornali, in tv, sul Red Carpet! Finiscila! Tu potrai enunciare il falso quanto vuoi, ma non puoi pretendere che lo faccia anche io!- comincio a dimenarmi. Porca merda ora sono io a volerlo uccidere!
Perché deve sempre andare a finire così?!
Io volevo solo poterlo stringere a me e invece continuo a scuoterlo per farlo spostare.
- Chester. Cazzo, facevi prima a dire che mi ami!- esclama.
- Se vuoi la prossima volta posso essere più esplicito!- sibilo. Sono davvero spento.
Non gli importa neanche quello che ho detto. Ho praticamente ammesso in diretta che lui è tutto per me!
E invece non ha valore, perché è sempre e solo quello che conta per lui:il non esporsi, il non sbagliare, il non sbilanciarsi.
Sempre e solo quello.
- Non capisci nulla! Se tu sarai sempre così diretto…- mi guarda negli occhi, i miei sono due fessure di rabbia e indignazione – non potremo mai vivere nulla insieme.-
Smetto all’istante di muovere tutti i muscoli.
Cosa sta dicendo?
- Tutti si insospettiranno perché tu fai dichiarazioni troppo… Dolci. Troppo profonde. Una volta hai persino confessato che mi amerai fino alla morte!- ghigno ripensandoci – Ecco perché io cerco di controllare sia te che me.-
E anche se fosse? Se dichiarassi all’universo che siamo fidanzati? A lui che frega? Può dire che è tutto una stupidata, una balla e finisce lì!
- Non vivremo comunque mai niente assieme Mike. – e sa che non mi riferisco alla band. Mi continua a guardare, impenetrabile.
- L’hai voluto tu o sbaglio? Tu non mi ami sul serio. Sennò affronteresti di tutto pur di starmi accanto.- sorrido amaro -È qualcosa di leggero e passeggero che si spegnerà con il tempo. Non hai bisogno di gridarlo al mondo intero. Il tuo animo non è tormentato quanto il mio. Perciò non venire a dettar legge e a dirmi ‘ste stronzate! Mi hai portato in un cesso solo per ribadirmi questi concetti?- Basta sono stufo. Mi rifiuto di stare qui un secondo di più.
Ma lui ancora.
Non.
Molla.
- Che ne sai tu…- sussurra impercettibile – che ne sai di quello che provo!- alza la voce e arriva quasi ad urlare. Sgrano gli occhi.
Staremo spaventando tutti quelli che sono venuti in bagno per fare i loro bisogni.
Arrivano, sentono due che si stanno sbranando. Escono.
- Ma che cazzo vuoi da me ancora?!- tuono.
- Non permetterti mai più di insinuare che quello che provo è superficiale!- grida ancora.
 Rimango frastornato.
- Merda, stai zitto, smettila di sputare sentenze! Io ti ho allontanato solo perché non volevo fare soffrire altre persone. Di quello che vuoi, sarò un codardo, ma non posso farci niente. È quello che ho ritenuto giusto fare in quel momento! Mi dispiace, non puoi immaginare quanto mi dispiaccia per come ho agito. Ma lo sai, sono Mike Shinoda e se non rifletto sulle cose fino alla morte non ne combino una giusta! Mi avevi detto che mi amavi e io ho agito d’istinto, non me l’aspettavo! Poi mi sono tirato indietro perché non avevo idea di come gestire la situazione. Non mi sono accorto di aver fatto peggio comportandomi così. Ho di nuovo ferito la persona a cui tenevo di più. E poi in questi giorni di lontananza da te mi sono reso conto che mi mancavi come non è mai successo! E mi sono domandato come potessi continuare a passare anche un solo minuto senza di te Chester. Stavo morendo. Come posso farti capire che quello che sento mi sta facendo esplodere l’anima da 16 anni?! – Lo guardo. Mi guarda. Comunica troppe cose con una sola espressione.
Deglutisco. Non riesce a stare senza di me?
Gli mancavo?
-Come posso crederti davvero? Avevi detto che ero la cosa più importante e poi mi ha mollato…- Ma che sto dicendo?
Non dovrei saltare di gioia in questo istante? Cioè ha appena affermato con rabbia – che di solito non gli appartiene- che davvero mi ama.
Si, come aveva detto in quella visione che mi ossessiona.
Però non mi basta… Vero?
Non mi basta perché ho paura.
Ho il terrore, il panico che mi lasci di nuovo solo, che mi abbandoni portandosi via la sua Luce. E questa volta non resisterei.
Allora per una volta la percorro io la strada più semplice, scappando via da tutto questo.
Davvero deve finire così?
Che schifo. Voglio sotterrarmi.
Mike mi rivolge uno sguardo sconfitto.
Mi lascia le spalle.
Stringo forte gli occhi.
Sblocco la porta del bagno.
La apro.
Corro via.
 
 
Sono in macchina.
Sono fermo in macchina.
E mi tengo la testa fra le mani.
E tremo.
Come un bambino.
Vorrei tornare in quel maledetto cesso e baciarlo.
Invece sono qua, per colpa delle mie fottute angosce, con l’auto ancora parcheggiata davanti alla sede radiofonica e tremo.
Che faccio quindi?
Veramente le cose prima o poi andranno meglio?
Ora che mi sono allontanato, che ho seguito quello che la mente mi diceva di fare?
Davvero tutto migliorerà?
Mi sto sgretolando lentamente.
Qualcuno bussa sul mio finestrino oscurato.
Non sblocco la sicura nelle portiere dell’auto.
Non la smette di battere.
Allora mi decido a farlo.
Mike spalanca lo sportello.
Non voglio che mi veda nello stato in cui sono adesso.
- Ti prego… Vattene.- mormoro con ancora il viso premuto contro i palmi. Basta, lasciami in pace una volta per tutte.
C’è un secondo in cui tutto sembra sospendersi. In cui sembra che se ne sia davvero andato.
Poi diventa tutto veloce.
Entra di scatto. Abbassa lo schienale del mio sedile al massimo, fino a che non mi ritrovo quasi disteso, richiude la portiera e si stende su di me.
Lui si stende su di me.
Oddio…
Sento il suo corpo premermi addosso.
Il suo calore.
Il suo profumo si espande nell’abitacolo.
Ora siamo io e lui.
Vetri oscurati. Mondo reale svanito.
Non esiste altro se non noi due.
Sono ancora nella stessa posizione, solo che il cuore ora sta scoppiando.
Cosa ha intenzione di fare?
Mi prende i polsi, li sposta a lato del mio viso.
Sono così debole che non oppongo neanche la minima resistenza.
Tenendoli ben saldi spinge le sue labbra sulle mie.
E rimane così.
Mi molla i polsi. Apro gli occhi gonfi e arrossati. E vedo che li ha nelle mie stesse condizioni.
Ha pianto…? Perché?
Mi osserva, cerca dentro di me.
Poi si stacca.
Rimango agganciato alle sue iridi nere.
- Non voglio andare avanti un minuto di più senza poterti abbracciare e stringere a me.- bisbiglia turbato. – Non voglio essere il tuo veleno. Voglio darti forza, diventare il tuo sostegno.-
Vedi com’è?
Mi costruisce, mi demolisce e poi mi forgia di nuovo. Mi modella.
- Mi dispiace per come ti ho fatto sentire. Sono un idiota. Sono stato troppo impegnato a nascondermi, come al solito, invece di capire quello che veramente conta.
Io non resisto senza di te. Rinuncio a tutto se è necessario. Basta solo che tu mi stia affianco Chester.- continua da questa vicinanza assolutamente proibita.
Non ci credo…
Abbandonerebbe tutto per me? Realmente?
Mi osserva. Mi guarda intensamente, sembra un adolescente davanti al suo primo grande amore.
Esattamente quello a cui somiglio sempre io quando si tratta di lui.
Eccola.
La Luce nei suoi occhi… La vedo! Quella che comunica verità e sentimento profondo. Quella che pensavo di non trovare mai… Eccola lì.
Questo momento è così intenso…
Non resisto più.
Mi ama davvero.
È un’affermazione la mia. Inghiotto a vuoto.
Gli prendo il viso fra le mani. È sorpreso.
Abbiamo entrambi il batticuore. Proprio come due ragazzini.
Gli bacio lentamente la guancia. Come nel sogno. Solo che sono nella realtà ed è anche meglio.
Lo accarezzo con le labbra, mi imprimo tutti i suoi lineamenti.
Chiude gli occhi.
Continuo, gli sfioro le palpebre, entrambe le guance e arrivo all’angolo destro della sua bocca carnosa.
Ho paura che possa svanire di nuovo. Mi stacco un attimo. Ha ancora gli occhi serrati.
Aspetta.                                                                                       
Aspetta solo me.
Allora mi prendo quello che nella visione mi era sfuggito, la cosa che desideravo e desidero di più.
Sono nel mondo reale ora?
Gli avvolgo le labbra  con le mie.
Le lecco, le sagomo, le curo.
Mi perdo.
Muoio.
Potrò averlo adesso? Quando mi manca potrò cercarlo, prenderlo, stringerlo?
Continuo il mio gesto finché lui non apre la bocca e mi porge la lingua, che intreccio volentieri con la mia con improvvisa passione. Mi cerca, mescoliamo i nostri rispettivi sapori, assorbo il suo, lo incido nella mente.
Le mie mani finiscono fra i suoi capelli neri, le sue sotto la mia maglia. Si infila nel poco spazio disponibile fra me e il sedile e le passa sulla mia schiena, che lambisce e massaggia dolcemente.
Mi dona se stesso, mi accarezza. Mi trasmette quello che sente. Mi arriva all’anima.
Diventa tutto più veloce, più viscerale. Dannatamente meraviglioso…
Mi ha scelto.
 
 
- Mi ami…- sussurro separandomi appena per riprendere fiato, dopo un bel po’ di minuti.
- Si.- risponde, avvolgendomi la guancia con la mano - non immagini quanto.-
- Allora… Andrà tutto bene.- lo dico io.
Lo sento, ne sono certo. Per la prima volta.
Mi stringe protettivo a sé e sorride.
Il sorriso Shinoda.
– Ora che ti ho non ti lascerò più andare.- mormora.
Sono Sole ora.
- Oh, non te lo permetterei in ogni caso- lo avvolgo con braccia e gambe e gli mordo il labbro inferiore per farglielo capire. Ridacchia e torna a baciarmi, questa volta con dolcezza.
Era lui che doveva fare il primo passo, aggiustare le cose.
Ma solo io potevo crederci,accettarlo, immergermi in questa certezza.
Fidarmi di lui e del mio amore di nuovo, pienamente.
Si.
Da ora andrà tutto bene.
 
  
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