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Autore: Tay66    22/07/2014    4 recensioni
Il malvagio re pretendeva che i giovani fossero condotti al castello nudi e incatenati. Quando essi giungevano al cospetto del re, egli prosciugava le loro anime e la loro energia, e con i corpi ormai privi di anima ne abusava a suo piacimento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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13 Dicembre

Terra dei maghi

Casa Kirkland





La Luna piena illuminava la casa, rendendola quasi fiabesca, i chiari raggi accarezzavano quasi con dolcezza le tegole scure e i petali chiusi dei fiori, che si trovavano ai rispettivi lati del portone scuro, solo la maniglia dell'entrata sembrava scintillare nell'ombra.

L'aria fredda di dicembre soffiava con forza verso il frangivento che girava con una certa velocità, provocando un rumore sinistro.

Il vento sembrava ululare, mentre con violenza sbatteva contro gli alberi che circondavano la casa, i rami si piegavano verso il basso, oscillando come mani nel buio.

Dal camino usciva del fumo a causa del caminetto accesso, infatti dalla finestra sbucava una fioca luce, che sembrava un raggio di vita in mezzo alla morte.

"Certo che questo posto ha un aria spettrale" dichiarò il vampiro grattandosi una guancia, guardando con curiosità lo scenario.

"Stai per caso criticando la mia casa?!" rispose il maghetto con gli occhi verdi, infastidito dal commento dell'altro.

"Certo che no, volevo solo dire che fa un po' paura" disse, cercando di non fare arrabbiare il biondo.

"Se ti fa paura una semplice casa non immagino cosa farai quando arriveremo nella terra dei vulcani" disse con aria compiaciuto di fronte alla faccia irritata del vampiro.

Non avevano fatto altro che lanciarsi frecciatine. Matthew era rimasto zitto per quasi tutto il viaggio verso la casa di Arthur, aveva fatto solo qualche intervento, cercando di calmare le furie degli altri due.

"Non ti preoccupare non scapperò via come te"

Francis guardò con aria di sfida il ragazzo dagli occhi verdi, aspettandosi un'altra frecciatina

"Vedremo" rispose seccato l'altro

"Non ricominciate ragazzi" implorò Matthew, mettendosi davanti a Francis.

"Mi spieghi perchè siamo venuti qui?" chiese il vampiro, gurdandosi intorno

"Devo prendere alcune cose per il viaggio" disse secco Arthur, avvcinandosi alla casa.

Bussò, ma nessuno venne ad aprire, allora decise di prendere il mazzo di chiavi che tenevano sotto il vaso di rose.

Presa la chiave la inserì nella fessura, la fece girare e la porta si aprì

"Entrate pure" invitò il maghetto agli altri due che erano rimasti a pochi passi di distanza dall'abitazione.

"Non vedo niente" disse Matthew rischiando di inciampare nel tappetto blu con la scritta "Benvenuti" all'ingresso, caduta che fu fermata dalle braccia del vampiro che gli cinsero il busto per evitare che l'altro si facesse male.

Il maghetto dagli occhi viola a quel contatto improvviso arrossì leggermente

"G-grazie" balbettò

"Devi stare attento se on rischi di rovinare questo grazioso visetto e noi non vogliamo questo...no?" chiese seducente, facendo arrossire ancora di più 'altro che annuì imbarazzato.

Arthur, che era rimasto a fissare la scena, trattenne a fatica un verso di disgusto, limitandosi a guardare gli altri due con aria scettica.

"Geloso bruchetto?" chiese il vampiro

Era da quando si erano conosciuti che non faceva altro che chiamarlo bruchetto o bruco, mentre lui si era limitato a chiamarlo rana, cercando di calcare con più fastidio quella parola.

Arthur inarcò un sopracciglio "Geloso? Di te? Mi prendi in giro? E poi non chiamarmi Bruchetto!" finì arrossendo senza capirne il motivo.

"Che sfortuna! Ed io che pensavo di aver fatto breccia nel tuo cuore" disse ironico l'altro, allontanandosi dal maghetto che aveva appena aiutato per dirigersi verso l'altro "Mi sa che dovrò impegnarmi" disse prendendo, delicatamente con l'indice e il pollice, il mento dell'altro per potersi specchiare negli occhi verdi.

L'altro a quel contatto così improvviso e vicino arrossì di più, gurdandando gli occhi profondi del vampiro,l asciò vagare lo sguardo sul volto dell'uomo trovandolo...fastidioso.

Schiaffeggiò la mano dell'altro, corruggò le sopracciglia per dare un aria da dura alla sua figura minuta, riuscendo però a provocare l'effetto contrario, ovvero quello di un bambino offeso.

"SENTI RANA MANIACA DEVI TENERE LE TUE MANI..." aveva preso ad urlare in una maniera stridula. Francis sentendolo decise di tappargli la bocca con la sua mano.

"Stai zitto!" disse divertito, guardando l'altro arrossire per il nuovo contatto ravvicinato tra i due.

"Mnnmmm" disse l'altro cercando di liberarsi dalla mano dell'altro.

"Cosa succede li?" chiese un uomo alto e robusto con i capelli rossi

"Mmmmm" cercò di dire il maghetto e visto che l'altro non lo lasciava decise di morderlo.

"AHIA! Ma sei impazzito??" chiese mentre si massaggiava la parte dolente

"Sei tu che non mi lasciavi rana"

"Arthur sei tu?" chiese l'uomo in alto alle scale

"Si papà sono io" disse, girandosi verso il padre

"Leon cosa succede?" a parlare era stata una donna bionda con gli occhi verdi, quando Francis la vide si voltò subito verso il maghetto notando la somiglianza incredibile con quella, che doveva essere la madre.

"Non ti preoccupare tesoro è Arthur"

"Arthur bambino mio" disse la donna andando ad accendere la luce.

"NO!Non accendere la luce" gridò il diciassettenne arrossendo.

"Perchè?" domadò confusa e spaventata la madre.

"Prendi delle candele e ti spiego"

La donna ed il marito scesero le scale, notando in quel momento i due ospiti, il padre lanciò uno sguardo interrogativo al figlio.

La madre di Arthur prese delle candele e le mise sul tavolo, che si trovava nella stanza da pranzo, che era illuminata anche dal camino. Nell'accenderle andò a sbattere contro una sedia provocando un rumore stridulo, che sveglio i tre figli al piano di sopra.

"Chi c'è lì?" urlò un uomo dai capelli rossi e gli occhi azzurri, sbucando dalla porta con in mano qualcosa, che assomigliava ad una scopa, seguito da un ragazzo più basso, con i capelli di un rosso più chiaro e gli occhi grigi, che teneva in mano una padella.

"Jonathan!Charles! Posate immediatamente quegli oggetti!" disse la madre, accendendo finalmente le candele e rivelando agli occhi dei due figli la presenza degli ospiti.

"Noi credevamo ci fosse un ladro" cercò di giustificarsi il più grande, appoggiando la scopa alla parete.

"Cos'è questo trambusto?" tuonò una voce cavernosa.

Arthur si immobilizzò, riconoscendo quella voce.

Dalla porta entrò un uomo alto e muscoloso a torso nudo, si passò una mano nei capelli rossi e con gli occhi verde scuro lanciò occhiate irritate a tutti i presenti, specialmente al più piccolo dei Kirkland.

"Ian, non volevamo svegliarti" disse la madre percependo la tensione

"Chi sono?" disse il figlio maggiore indicando con un movimento della testa i due ospiti

"Beh!loro sono...Scusate ma non conosco i vostri nomi" la donna si girò verso i due ragazzi guardandoli.

"Scusi il disturbo signora, io sono Matthew e sono il compagno d'avventure di vostro figlio" disse il maghetto arrossendo.

"Piacere signora io sono Francis, anch'io compagno del bru.." una gomitata in pieno stomaco del bruchetto gli fece interrompere la frase "di vostro figlio" finì, tenendosi una mano sullo stomaco, guadagnandosi un'occhiataccia dall'altro.

"Compagno d'avventure?" chiese il padre confuso

"Si, ti posso spiegare tutto"

"E meglio che ci sediamo, cara porta del tè per i nostri ospiti"

Nella stanza si sentiva solo la voce ferma di Arthur che raccontava tutto quello che il re gli aveva detto, dell'incarico, della destinazione. Parlò dei suoi compagni d'avvenuta, spiegando perchè la luce non potesse essere accesa. La madre si allarmò un attimo quando seppe che Francis era un vampiro, invece i suoi due fratelli maggiori guardavano adoranti il vampiro, come se si trattasse di un alieno, mentre Ian lanciava occhiatacce a tutti.

"Non lascerò che mio figlio parta per un viaggio così pericoloso" dichiarò la donna portandosi una mano al petto, cercando di rallentare i battiti furiosi del suo cuore

"Mamma te l'ho già detto non sono un bambino, in più il re ha chiesto personalmete di me, non posso deluderlo così"

"Non mi importa di quello che ha detto il nostro sovrano, tu non partirai"

"Mamma non fare così perf.."

"Ho detto di no, non lascerò che mio figlio muoia" disse con le lacrime agli occhi

"Tesoro calmati" cercò di calmarla il marito

"Tu sei d'accordo che lui parta per questo viaggio?" chiese

Il marito girò la testa dall'altra parte

"Come immaginavo...mi dispiace per il re e per tutti gli altri ma tu non partirai"

"INVECE IO PARTIRO' CHE LA COSA TI PIACCIO O NO!" urlò il più giovane dei Kirkland, alzandosi e dirigendosi a grandi passi verso la sua stanza, che fu chiusa con un violento colpo di porta.

Nella stanza cadde il silenzio, interrotto solo dai singhiozzi della madre.





Arthur sbuffò sonoramente, mentre prendeva una borsa a tracolla e la riempiva di alcuni vestiti e di alcuni libri di magia, che gli sarebbero serviti.

All'improvviso vide la porta aprirsi.

Gli cadde il libro dalle mani quando vide Ian nella sua stanza.

"Che cosa c'è?" sussurrò

"Non sono venuto qui a dirti di non partire, se è questo che pensi" arrossì leggermente e questo lasciò stupito il fratello, Ian non arrossiva mai.

"Allora che cosa volevi dirmi?" quasi si commosse, quella era forse la prima volta dopo anni, che si parlavano civilmente

Ian si avvicinò a lui ed Arthur rimase immobile, perchè il gesto che seguì lo spiazzò. Suo fratello lo stava abbracciando.

Sentì chiaramente il braccio di Ian, che gli cingeva le spalle e l'obbligava a scontarsi con il suo petto. Il rosso appoggiò la testa sopra ai capelli biondi del fratello.

"Cerca di tornare vivo" gli disse abbassandosi al suo orecchio.

Senza sapere perchè Arthur cominciò a piangere stringendosi al fratello,c he per anni aveva sentito distante.

Pianse lacrime di felicità, tristezza, solitudine, sorpresa e tante altre emozioni, che travolsero con potenza l'altro che lo strinse maggiormente a se.

Ian, per la prima volta, si sentì veramente felice, sapendo di aver fatto la cosa giusta.





Quando Arthur scese le scale sorrideva timidamente, aveva gli occhi lucidi dovuti al pianto di prima.

Si sentiva più leggero, mentre si appoggiava sulla spalla la borsa a tracolla.

"Stai attento Arty" disse dolcemente Jonathan, accarezzandolo.

"Cerca di non morire subito" scherzò Charles, anche se stava per piangere

"Sono fiero di te" gli disse il padre, abbracciandolo

Guardò la madre negli occhi, la donna non aspettò oltre e si lanciò verso di lui, abbracciandolo e piangendo.

"Torna presto bimbo mio" gli disse, mentre gli baciava le guance e la fronte.

Arthur si trattene, il dolore di sua madre lo stava ferendo.

Guardò Ian che lo salutò con un cenno di testa.

Si girò, pronto ad andare via.

"Non vi preoccupate tornerò presto" disse sorridendo sinceramente.





Francis era rimasto affascinato dal sorriso sincero dell'altro, non lo avrebbe mai ammesso al bruco in questione, ma per un attimo aveva sentito quel cuore che non batteva da decenni risvegliarsi.

Si schiaffeggiò il viso con forza, per non ricadere di nuovo in quel pensiero sciocco, che non aveva fatto altro che torturarlo da quando erano andati via.

"Rana come mai sei così silenzioso?"

Francis si voltò verso il maghetto.

"Pensavo"

"Quindi sai fare anche quello?"

Altra frecciatina.

"Certo" decise di stare al gioco

"Sai rischi di stupirmi rana" disse sarcastico l'altro.

"Se mi dici tutte queste cose carine mi farai sentire in imbarazzo" disse ironico

Matthew rise debolmente, mentre l'altro ghignò.

"E a cosa stavi pensando di così complicato, da rimanere in silenzio per una decina di minuti?"

"Come mai vuoi saperlo?" chiese maliziosamente, facendo arrossire l'altro.

"Se non vuoi dirmelo non fa niente"

"Non ho detto questo, io detto perchè?"

Come faceva quel deficiente a dire una cosa così intelligente?

"Tanto per sapere" disse girando la testa dall'altra parte, per non avere la ranocchia nel suo campo visivo.

"Pensavo ad una cosa bella" sorrise, portandosi la mano tra i morbidi capelli biondi.

L'altro non pensò minimamente che si stesse riferendo a lui.

"Ho capito" disse

"Dove stiamo andando?" chiese Matthew

"Terra delle fate" gli rispose il mago

"Fate, sono veramente carine, forse un pò timide ma su quello si può lavorare" disse il vampiro leccandosi le labbra.

"Fai schifo rana maniaca!"

"Non dire così, dovresti saperlo, una volta che scopri il piacere del sesso non riesci a fermarti"

Arthur a quelle parole si irrigidì in maniera evidente.

"Cos'è ho detto qualcosa di poco opportuno?" disse sinceramente curioso dello strano comportamento dell'altro.

"No rana"

Decise di rimanere in silenzio, conscio dell'imbarazzante segreto che custodiva.

"Allora muoviamoci" disse il vampiro ritrovandosi davanti ad un bivio e imboccando la sinistra.

"In verità rana, dobbiamo andare a destra"

"Si, lo sapevo"

"Come no"

"Dubiti delle mie capacità?"

"Tu hai delle capacità?"

"Ehy io ho molte capacità nascoste"

"Molto nascoste"

"E tu che cosa ne sai?"

"Non sembri un tipo..sveglio"

"Beh aspetta di vedermi all'opera prima di parlare bruco"

"Non mi chiamare bruco! Rana!"

"Bruco"

"Rana

"Bruco"

"Rana"

"BRUCO"

"RANA"

"Ragazzi non sarebbe meglio fare pace?" chiese Matthew, ma nessuno dei due lo ascoltò

L'avventura era appena iniziata.

Prima tappa:la terra delle fate















 

Angolo dell'autrice:

Ciao eccomi qui a pubblicare il nuovo capitolo.

La storia però proseguirà solo se riceverò dalle  2 recensioni in su.

Ringrazio coloro che hanno letto la storia, coloro che l'hanno inserita tra i preferiti e le seguite.

Baci

Tay66 ^_^

  
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