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Autore: Aelle Amazon    23/07/2014    2 recensioni
Certo, c’erano giorni in cui lo Spirito di Delfi prendeva il sopravvento e la costringeva a rinchiudersi nel bagno con un registratore a portata di mano per poter poi memorizzare le profezie del dio a cui aveva votato la propria esistenza. Ma per il resto le cose procedevano alla grande.
Aveva anche sviluppato un nuovo hobby.
La cartomanzia.
***
Rachel Elizabeth Dare vuole mettersi alla prova.
Vuole mettere alla prova il suo dono.
Vuole conoscere il futuro e ricordarselo, non registrare le profezie di Apollo e passarle al Campo.
Ed è per questo che sceglie di usare i Tarocchi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Cinque di Coppe - Nico di Angelo

    
 



Rachel si destò in una pozza di sudore, le gambe aggrovigliate tra le lenzuola colorate e il respiro pesante. Gli occhi spalancati, i capelli un nido di nodi e le membra intorpidite, si guardò intorno, riconoscendo la propria stanza nel dormitorio della scuola. Quasi senza accorgersene tirò un sospiro di sollievo. Era solo un incubo. Non se lo ricordava per nulla, ma sentiva ancora un peso sullo stomaco, quella strana sensazione a carpirle le spalle e un brivido di freddo sul collo.
Si sollevò lentamente, una mano sul petto per cercare di calmare il respiro. Scostò le coperte e accolse con piacere l’aria fredda sulla pelle nuda. Aveva così tanto caldo che i capelli le si erano appiccicati al collo e la maglietta le si era incollata alla schiena. Rimase così per qualche attimo, poi si decise ad accendere la luce. Tirò la piccola corda della sua lampada retrò (le piacevano le cose un po’ antiche, quell’oggetto era stato frutto di una lunga ricerca e suo padre non aveva potuto rifiutarglielo) e gettò un’occhiata alla sveglia sul comodino.
Le tre e ventisette.
Si era addormentata con fatica alle undici e mezza, più o meno quattro ore prima. Cosa ci faceva già sveglia? Di solito, quando faceva degli incubi, riusciva praticamente subito a tornare a dormire. Sì, magari con un po’ di timore, perché si ricordava gli orrori che aveva appena sognato, ma ce la faceva comunque. Ora, invece, era sveglia come un grillo. Non sentiva il richiamo del sonno, nemmeno un artiglio che la trascinava di nuovo verso il materasso e il morbido cuscino.
Si alzò, mentre improvvisamente la sete le prendeva la gola, e afferrò velocemente la bottiglietta d’acqua sul tavolo, bevendone avidamente un sorso. E inevitabilmente le cadde l’occhio sul mazzo di carte.
Giaceva in modo disordinato sullo stesso tavolo, alcune carte sparse in modo casuale, esattamente come lo aveva lasciato l’ultima volta che lo aveva usato. Non lo sistemava mai dopo una previsione, preferiva che il destino agisse da sé, senza che ci volesse il suo intervento per voltare una carta dritta o rovesciata, positiva o negativa. Faceva parte del suo credo, e l’aveva sempre rispettato.
Sospirando ancora, riappoggiò la bottiglia sul tavolo e afferrò una carta a caso. La girò verso di sé e si mise a ridere piano. La Regina di Coppe. Come era possibile che tra tutte avesse scelto proprio quella? Era un Arcano che simboleggiava l’energia di catturare segni da altri dimensioni, la capacità di comprendere. Era la carta della veggente, della medium. Era la sua carta.
Con quell’arcano stretto in una mano, Rachel capì perché si era svegliata nel bel mezzo della notte. Erano stati i Tarocchi a chiamarla, a destarla, non un incubo come aveva creduto inizialmente. O forse aveva veramente fatto un incubo e la sensazione di paura che ancora avvertiva non era altro che un indizio che l’avrebbe portata a scoprire a chi avrebbe dovuto predire il futuro quella volta.
E poi finalmente comprese. La paura, l’oscurità, il terrore che la attanagliava … c’era solo una persona che conosceva che corrispondeva a tutte quelle caratteristiche.
Nico di Angelo.
Rachel esitò solo un attimo prima di sedersi e afferrare il mazzo di carte, iniziando a mescolarle. Le aveva sempre fatto un po’ paura, Nico. Era un ragazzino che teneva alta la sua reputazione di figlio di Ade, schivo e misterioso. Perciò, per quanto lo conoscesse e ci avesse già parlato, non poteva dire di aver instaurato con lui un rapporto di amicizia come con Percy o qualunque altro semidio al Campo.
Pose le tre carte una di fianco all’altra, i loro contorni spettrali e quasi sfuocati nella debole luce emessa dalla lampada. Era l’atmosfera perfetta per leggere il destino di quel semidio.
Girò la prima.
La riconobbe subito. Il Dieci di Coppe.
Quattro persone, due adulti e due bambini, danzavano felici sotto un cielo azzurro, mentre di fronte a loro si stagliava un’abitazione circondata da una fitta vegetazione. Anche se pareva essere una quadretto felice, e lo era (Rachel lo sapeva!), quella casetta sperduta poteva solo significare isolamento. Perciò, dedusse, nel passato Nico era stato felice perché vicino ai suoi famigliari, ma allo stesso tempo aveva sofferto la solitudine perché confinato in una casa dalla quale non riusciva a trovare una via d’uscita.
Ed effettivamente, se Rachel non si ricordava male, Percy una volta le aveva detto che Nico era rimasto rinchiuso per decenni nel Casinò Lotus insieme alla sorella Bianca, sua unica famigliare ancora viva, se non si contava il padre Ade, dio degli Inferi. Quindi la lettura era corretta.
Prima ancora di voltare la seconda carta R.E.D. sapeva cosa c’era nel presente di Nico di Angelo. Anche perché era impossibile non saperlo, il semidio non faceva nulla per nasconderlo. Il suo sconforto, la sua malinconia e la sua rabbia erano chiaramente stampati sul viso. Erano il suo marchio e tenevano tutti alla larga.
Osservò la carta. Come volevasi dimostrare, l’arcano minore era uno tra i più infelici che potesse pescare dal mazzo. Scuro, disperato e al contempo speranzoso. Possibile? Rachel non scartava mai nessuna opzione, le carte erano ingannatrici se non le si leggeva nel modo giusto.
Sotto un cielo grigio scuro, temporalesco, un uomo avvolto in un mantello nero e lungo fino ai piedi si teneva la testa tra le mani, singhiozzando disperato nel vedere tre coppe rovesciate di fronte a lui. Ciò che però non scorgeva, la vera speranza, era dietro di lui, altri due calici, questa volta in piedi, ancora pieni di quello che pareva essere vino.
Il Cinque di Coppe.
Dispiacere. Rimpianto. Tristezza. Amarezza.
Quattro parole che insieme potevano demolire anche la più serena delle persone, non che da sole non suscitassero lo stesso effetto, eh. E rispecchiavano al meglio la situazione attuale di Nico, che vedeva solo ciò che si trovava davanti a lui, senza accorgersi del buono che c’era, ovvero egli amici che lo circondavano ma di cui si rifiutava di accettare le attenzioni e la premura.
Sospirò. «Quando imparerà a fidarsi delle persone?» chiese al buio, scuotendo la testa.
Le mancava solo l’ultima carta.
La girò senza alcuna esitazione.
Un ragazzo giovane, vestito di stracci, camminava sull’orlo di un precipizio, la testa rivolta verso l’alto e le braccia allargate. In una mano teneva un lungo bastone alla cui estremità era attaccato un fagotto, mentre nell’altra stringeva un delicato fiore bianco che Rachel non riuscì ad identificare. Il sole splendeva sopra di lui e un cagnolino lo seguiva.
L’Arcano Maggiore Zero.
Il Matto.
Rachel sgranò gli occhi. Questa carta proprio non se l’aspettava. Era pronta ad affrontare ancora dell’estrema tristezza o del malcontento nel futuro di Nico, ma alla fine vi aveva trovato tutto tranne quello. Il Matto era un incoraggiamento ad abbandonare il passato, a lasciarsi alle spalle tutto per poi esprimere la propria originalità, il proprio segreto più nascosto, senza curarsi di ciò che gli altri potevano pensarne.
Rachel rimase lì per qualche minuto, poi si alzò e ritornò a letto. Mentre si stringeva le coperte addosso non poté fare a meno di sorridere.
Era proprio vero.
La speranza era l’ultima a morire, anche per un figlio di Ade.





Note dell'autrice.
Aloha! E' passato un po' di tempo, eh?
Ma io sono ancora qua. Eh già. LOL.
Scusate il ritardo, sono stata a casa da sola per una settimana e sono uscita una volta, poi un'altra ... e poi mi sono dimenticata di aggiornare. *risata imbarazzata*
Beh, comunque. Questo è il capitolo di Nico di Angelo, spero che vi piaccia. Chi ha letto la Casa di Ade sa a cosa mi riferisco nell'ultimo pezzo, chi non l'ha ancora letta ... beh, vedrete cosa succederà al nostro Ghost King preferito!
Io mi dileguo perché devo annaffiare i fiori, mia madre mi sta guardando male.
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione, okay? Mi motivano sempre ad andare avanti, lo sapete! :)
Al prossimo aggiornamento!
Baci,
Aelle
  
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