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Autore: Melany Potter    24/07/2014    1 recensioni
Questa è la mia seconda storia a capitoli su una nuova coppia: James e Lily. Sono la coppia che apprezzo di più e J.K.Rowling non ne parla molto, quindi ho provato a immaginare la loro storia ai tempi del settimo anno. Perché la Rowling ha detto semplicemente che James è cambiato, ma non credo che lui sia cambiato, lui è sempre stato un ragazzo dolce, solo che non voleva dimostrarlo. Quindi in vari capitoli vorrei raccontare la loro storia e vorrei anche dire grazie alle persone che scrivono le Fan Fiction su questa coppia perché sono stata ispirata da loro. Leggete e commentate!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Mary MacDonald, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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3) Una delle parti più belle di me.
La festa è finita alle tre di notte, tutti sono stanchi e stanno andando a dormire, al contrario io resto in Sala Comune su una delle poltrone. Mi dispiace tanto per Frank e Alice. Sento di essere il solo colpevole di questa situazione. Ero così ostinato a voler saper cosa aveva la Evans r adesso per colpa mia due dei miei cari amici hanno litigato. Sono una coppia bellissima. Mi dispiace perché Frank mi ha raccontato dell'estate meravigliosa che hanno passato. Quelle tre settimane a Porto Cesareo in Puglia. Mi ha detto con un tono di gioia che si sono divertiti da matti, hanno nuotato in quell'acqua limpida e forse sono invidioso. Vorrei anche io avere una ragazza, rincorrerla per la spiaggia e tirarle la sabbia come Frank fa con Alice. Anche la mia estate è stata fantastica. Io e Sirius abbiamo giocato a Quidditch, eravamo sempre fuori, nel campo fuori casa mia, io vincevo, Sirius imprecava a bassa voce. Sento un'aria fresca e vedo che c'è una finestra aperta, all'improvviso un gufo entra da quella finestra, emettendo strani versi. Ha con sé una lettera e si posa accanto a me. Afferro la lettera e lo caccio. Era una lettera di mamma. 
"Caro James,
Sei mio figlio. Sei sempre stato un ragazzo sveglio e odio mentirti, come odio mentire a Sirius. Oggi ero a casa, preparavo la cena per Charlus, hanno bussato alla porta, mi chiedo perché papà dovesse bussare, sono andata ad aprire. Era Jody Potter, tua zia. Piangeva. Mi ha detto una cosa a cui non volevo credere. Vorrei dirtelo di persona ma non posso, tu sei ad Hogwarts. Papà non c'è più. Se n'è andato per sempre e credimi mentre scrivo questa lettera, sto cercando di non piangere. Scusa amore mio.Vorrei mandare una lettera anche a Sirius ma è brutto sapere che ha perso un altro genitore. Se voleste entrambi tornare per un po' a casa non esitate a chiederlo, prima del funerale.
La Mamma."
Non può essere.
È una bugia.
Non è vero.
Non è morto.
"Devi accettare la verità." Mi dice una voce nella testa.
No, non posso accettarlo.
"Devi." Dice quella voce.
Era morto. L'avevo perso. Per sempre. Il mio punto di riferimento. Lui era un auror, io volevo diventare come lui, lo voglio ancora. Ora ho paura, significa che potrei perdere in qualsiasi momento anche la mamma. Non riesco a pensarci. Sento le lacrime scorrere sul mio viso, ho bisogno di urlare, di sfogarmi. Respiro a fatica.



Entro nel dormitorio, sento di avere gli occhi rossi e gonfi. Mi arriva una boccata di aria fresca. Non so cosa fare. Parlare con Sirius? Devo farlo, ma adesso non ci riesco, non posso svegliarlo e dirgli: "Papà e morto!". Sarei crudele. Troppo crudele. Non posso dirgli una cosa del genere.
Vado in bagno, mi spoglio e mi faccio una doccia. Do pugni al muro e strillo sotto voce. Mio padre non può essere morto, doveva vedere me e Lily insieme, Sirius e Mary insieme. Doveva.
L'acqua mi scorre sul viso e su tutto il corpo. Le mie lacrime si mescolano con l'acqua della doccia. Credo di non sapere più come si respira, perché sento un peso nel petto. Esco dalla doccia e mi vesto. Cerco di non fare rumore. Ritorno nel dormitorio, accendo una candela (credo sia profumata perché emana un odore di fiori). Il dolore al petto diminuisce un poco. Mi siedo sul letto e apro il cassetto in cui tengo tutti i miei ricordi, il primo boccino sgraffignato, lo specchio che uso per comunicare con Felpato quando siamo in punizioni diverse e le foto sia con i Malandrini e Frank e sia con la mia famiglia. Le prendo. C'è una foto di me, da piccolino, avrò avuto quattro o cinque anni, con gli occhiali, i capelli spettinati e un sorriso pazzo sul volto, papà mi stava spettinando i capelli e rideva, la mamma, invece, aveva il viso rosso di rabbia e ci intimava di smetterla. Quella foto mi faceva avere un sorriso scemo sul volto. Un'altra foto raffigurava me, che sistemavo la cucina, perché avevo buttato tutta la farina per terra per aiutare mamma a fare un dolce (l'avevo detto che non doveva farmi cucinare). Poi c'è una foto dove ci siamo io e Sirius, l'aveva scattata papà quella foto, la prima volta che Felpato era venuto a casa per l'estate. Mi ricordo che mamma e papà si erano innamorati di lui, avevano sempre voluto un altro figlio, ma quando sono nato io, hanno capito che sarebbero impazziti. La quarta foto era una foto scattata al mio compleanno, avevo invitato tutti i Grifondoro, quella era l'unica foto dove c'era anche Lily. Era la festa del sesto anno, il 27 Marzo, l'avevo organizzata in Sala Comune. Ecco la foto di noi Malandrini e di Frank. Era poco prima delle vacanze di Natale, eravamo tutti sporchi di neve, sorrido a quel ricordo. L'ultima foto raffigura la mia famiglia: papà, mamma, Sirius e me. Sorridiamo tutti, era la foto scattata il giorno in cui Sirius era venuto a vivere da noi. Avevo troppe poche foto, le fotografie mi aiutano, mi fanno rivivere momenti che non vivrò mai più. Quando andrò a casa a Natale chiederò a mamma tutte le foto, di quando sono nato, di quando ho preso la spilla di Prefetto, di ogni momento della mia vita che ho condiviso con le persone che amo. Immagino mamma che piange mentre cucina, mentre cerca di dormire, mentre fa il bucato, mentre guarda le fotografie con suo marito. Poi penso al funerale, non vorrei andare ma devo onorare la morte di papà, ha sacrificato la sua vita per cercare di proteggere i maghi e i babbani da Voldemort e i Mangiamorte. Devo dirlo a Sirius. Lui deve saperlo.
Deve.
È inutile pensare a queste cose adesso, soffio sulla fiamma della candela e mi accascio sul mio letto, dopo aver rimesso le foto al proprio posto. Non posso pensarci adesso. Voglio dormire. Dormire e non svegliarmi più ma un guerriero si sveglia e si rialza sempre.
Sempre.
Papà avrebbe voluto che io fossi una persona coraggiosa e forte, lo sarò. Tra questi pensieri mi addormento.



"Ramoso!"
"Mmm..."
"Svegliati, Ramoso!"
"Lunastorta, giuro che quando mi riprendo da questo sonno, ti uccido!"
"Mi dispiace ma devi alzarti. È tardi."
"Ho sonno e non mi sento bene."
"Sarà l'effetto di quello che hai bevuto ieri." Esclama Peter.
Finalmente mi decido ad aprire gli occhi. Sbuffo un po' come un gatto che fa le fusa. Peter si sta vestendo, guardandosi allo specchio con aria vispa.
Sirius si sta specchiando, sorridendo come uno scemo, ammiccando verso sé stesso (sì, un po' narcisista.)
Remus, invece, è già pronto, come suo solito.
Io non riesco nemmeno ad alzarmi, sono ancora sconvolto da quello che è successo ieri sera (o questa mattina, non so esattamente che ore fossero).
"Ramoso, ti vedo veramente strano, stai bene?" Chiede preoccupato Remus.
La voce mi esce più debole di quello che speravo, è difficile parlare se penso a papà. Credo che alla domanda "stai bene?" io sia sbiancato perché Sirius dice "Sei veramente pallido!" Constata.
Ecco di nuovo il peso sul petto.
"Non mi sento bene."
"Come vuoi, dormi." Sussurra il minuscolo Peter e se ne vanno, salutandomi e dandomi pacche sulle spalle.
Mi rigiro più volte nel letto. Non ho ancora detto niente a Sirius. Quando lo saprà si sentirà perso, come mi sento io ora.
Mi addormento un po' e mi sveglio alle undici, le lezioni finiscono alle dodici e mezzo, quindi ho tempo di scrivere alla mamma. Prendo una pergamena, una piuma e l'inchiostro.
"Cara mamma,
So come ti stai sentendo, perché mi sento anche io così, come se avessi perso un organo o un arto. Come se mi avessero preso una delle parti più belle di me. Non l'ho ancora detto a Sirius. È già afflitto perché non sa come conquistare Mary, non posso dargli una tale delusione, ma so cosa dirai. Dirai <>. E lo so che devo ma è difficile accettare una perdita che non potrà mai essere sostituita. Mi manca già papà, verrò al funerale e ci verrà anche Sirius, ne sono certo. Dimmi quando sarà e dove. So che soffri e farei di tutto per toglierti (e togliermi) il dolore. Ciao mamma, ti voglio bene...non lasciarmi anche tu.
Tuo figlio James."
Mi vesto, mettendo l'uniforme e vado alla Guferia per spedire la lettera alla mamma. Mi guardo allo specchio, ho i capelli spettinati, le occhiaie, gli occhi rossi, il viso pallido. Mi sciacquo la faccia e cerco di fare un sorriso.



"Quindi ti piace lei?" Sta chiedendo Sirius a Remus mentre io entro nel dormitorio.
"Bhè..." Dice Remus un po' in imbarazzo "Sì. È carina, simpatica. Ha degli occhi celesti bellissimi e i capelli mori fino alle spalle! È la mia ragazza ideale!!" Strilla lui, entusiasta.
"E non vuoi chiederle di uscire?" Chiede Peter.
"Ehm...l'ultima ragazza che ho avuto è stata quella di Tassorosso e ci siamo lasciati perché credeva che se sparivo ogni luna piena era perché la tradivo!" Esclama un po' nervoso lui.
"Ciao Ramoso!" Dice Peter.
Respiro profondamente e mi preparo "Sir, ho bisogno di parlarti."
Lui mi guarda in modo strano e credo si interroghi mentalmente cosa abbia fatto perché il suo migliore amico gli dica <>
"Okay." Dice. Remus e Peter si alzano e se ne vanno.
"Cosa succede?" Domanda curioso ma un po' preoccupato.
"Ehm...so che con tuo padre hai avuto un rapporto...bizzarro. Insomma, lui era un Serpeverde, è un Mangiamorte. So che odi tutto quello che lui fa e quando i miei ti hanno accolto a casa nostra tu sei stato felicissimo, hai legato subito con mamma e papà. E..."
"Merlino, James! Che succede?!" Mi interrompe lui.
"Mamma non voleva dirtelo, perché ha pensato che non potessi perdere un altro genitore, dopo che hai perso i tuoi genitori che non ti hanno mai voluto veramente bene" forse sono troppo brutale ma lui non sembra prendersela "Papà è morto."
Mi studia e mi guarda negli occhi, sa che non sto mentendo. Vedo il buio nei suoi occhi e poi le lacrime, i singhiozzi. Prende dei vestiti (non riconosco di chi siano, anche io ho l' "acqua" negli occhi) e li lancia, urlando. Cerco di abbracciarlo ma mi respinge e se ne va dalla stanza. Capisco come sta, quando si perde chi si ama (e chi ti ama) ti senti diverso, strano, perso, triste.
È morto. È morto. È morto.
Queste parole mi rimbombano nella testa. Dirlo ad alta voce è come confermare ciò che è vero ma non voglio accettare. È come se io accettassi l'idea di lasciare andare mio padre.
Lui sarà sempre una parte di me, mi ricorderà di non fare stupidaggini.



"Ahahah".
È la sua risata, così musicale, così dolce.
"Potter, che vuoi?"
Ecco che si accorge della mia presenza in Sala Comune mentre io sono davanti a dove sono sedute Lily e Alice.
"Evans, non cercavo te."
Lei sembra stupita, forse deve esserlo.
"Cercavo Alice."
"Potter, non voglio assolutamente parlare con te!" Dice Alice con occhi di rabbia ma anche tristezza, lei e Frank non hanno fatto pace. Mi sento un po' in imbarazzo, un po' tanto in imbarazzo.
"Non è per quello che pensi. Per favore." Le parlo in un tono dolce per questo lei acconsente, quasi sorridendo. Lily saluta Alice con un bacio sulla guancia e se ne va. Rimango un po' deluso, volevo anche io un bacio dalla Evans, ma intuisco che lo ha fatto di proposito.
"Dopo che è morto tuo padre, pensi ancora alla Evans in quel modo?"
La vocina nella mia testa ha ragione. Sono un egoista.
Io mi siedo sul divano accanto ad Alice.
Mi fissa con uno sguardo interrogativo.
"Volevo dirti...mi dispiace. Non dovevo intromettermi. Mi dispiace. Per favore Ali, perdona Frank." Dico tutto d'un fiato.
Lei è un po' stupita.
"Mi hai chiamato <>?"
"Sì. La fidanzata di un mio caro amico, deve essere mia amica."
"Senti. Ho sempre pensato che condizionassi un po' Frank..."
"...non è così! È mio amico!" La interrompo io.
"Ora l'ho capito, Potter. Certo che perdonerò Frank e mi dispiace se ho pensato male di te...in...questi sette." Dice lei, ridendo, poi continua più seriamente "Pott...James, Lily è da quest'estate che esce con un ragazzo e quando l'hai consolata nel treno, lei si è sentita in colpa per il ragazzo che sta frequentando."
Sta cercando di non dire il nome del ragazzo.
"Ti ha raccontato del treno?"
"Sì."
"Perché allora si è lasciata consolare?"
"Perché si è lasciata andare alla tristezza. È una cosa normale." Dice lei in tono saggio.
"A me lei piace, dal primo anno." Confesso io.
"Ti piace veramente o è solo una cotta?"
"Io non credo esista una semplice cotta che dura quasi sette anni. Mi piace, all'inizio non ero convinto, poi i miei amici hanno iniziato a lamentarsi perché parlo troppo di Lily e allora, ho capito anche io che ne ero innamorato."
Forse mi sono aperto troppo. 
"Come puoi pensare ad una cosa del genere?! Ora!"
Mi sto iniziando a stufare di quella voce.
Mi vergogno un po' di me.
"Io tifo per te." Sbotta lei e invece di mettersi una mano davanti alla bocca, come per voler ritirare ciò che aveva detto, lei mi fa l'occhiolino e se ne va sorridendo.



"Dove diavolo è Sirius?!" Chiede impaziente Remus.
Questa notte ci sarà la luna piena e tutti noi Malandrini moriamo dalla voglia di trasformare (tutti tranne Lunastorta).
"Ragazzi io non vengo." Annuncio dopo qualche minuto avvolto nei miei pensieri.
"Come mai?" Chiede Peter.
"Non mi sento ancora bene."
"E immagino che non venga neanche Sirius. Noi, allora, andiamo. Dovresti andare in infermeria, Jamie." Consiglia Remus e se ne ne vanno, lasciandomi solo.
Jamie.
Così mi ci chiamano i miei genitori. E al pensiero che papà non mi ci potrà chiamare più, mi vengono i brividi.
Ma dov'è Sirius?
È tutto il pomeriggio che non lo vedo e anche a cena non c'era. Pensavo che lo dovevo lasciare in pace ma se non rientra in camera è un problema.
Mi stendo sul letto cercando di dormire, ma so che non ci riuscirò quindi penso.
Penso alla mamma.
Cosa starà facendo ora?
Si starà stendendo sul letto e osserverà lo spazio vuoto lasciato da papà?
Oppure starà bevendo un bicchiere di latte (come faceva sempre con papà) e guarderà la sedia dove era solito sedere?
Penso a papà.
Chissà dov'è ora?
Ecco, il dolore al petto.
Starà guardando me, la mamma, Sirius e tutti i suoi amici piangere per lui con aria colpevole?
Penso a Sirius.
Lo rivedo al secondo anno quando il padre lo era venuto a prendere per portarlo a casa. Il padre aveva un'aria severa e aveva dei baffi (che spero si sia tolto perché gli stavano davvero male), lo aveva strattonato e mi ricordo di averlo difeso.
"Gli fa male! La finisca!" Avevo urlato. Il padre mi aveva fatto paura come faceva (e fa) paura a Sirius. Lo rivedo nell'estate dopo aver finito il quarto anno, con uno zaino grosso e con l'aria di aver pianto, mi ricordo che ci ha supplicato di accoglierlo, i miei genitori non hanno protestato, né preteso che gli fosse raccontato quello che era successo, lo hanno accolto come un secondo figlio e io come un fratello. Perché Sirius è un fratello, ci proteggiamo a vicenda, ci consoliamo a vicenda. Lo devo trovare.



"Hai visto Sirius Black?" Chiedo ad ogni ragazza Grifondoro, che mi rispondono di "no" e ammiccano verso di me (anche le ragazze del primo).
Ed eccola lì. La ragazza che mi impedirà di cercare Sirius (e che mi impedirà di pensare).
"Lily?" Chiedo con un tono supplichevole.
"Potter. Vattene!" Dice esausta lei, cercando di non urlare.
Non mi vuole.
Se solo sapesse come sto soffrendo. Ma non voglio farle pena. Voglio solo compagnia, perché sono consapevole che quando Sirius non vuole farsi trovare, non si fa trovare.
"Potter?" Chiede lei preoccupata.
È seduta su una poltrona a leggere. Sospiro, mi siedo su una poltrona accanto e chiedo "Che leggi?"
Lei aggrotta la fronte "Un libro babbano."
"È bello?"
"Bello ma triste."
"Se è triste perché lo leggi?"
"Perché è quel dolore dolce, che ti fa bene, che ti fa commuovere, che ti rende felice."
"Come sei saggia!"
Mi guarda cercando di capire se c'è un velo di ironia nella frase appena detto.
La guardo anche io, mi specchio in quegli occhi verdi.
"Tutto bene, Potter? Sembri...spento." Pronuncia quell'ultima parola con un po' di tristezza.
"Hai mai perso qualcuno che amavi?" Chiedo io e lei con una faccia interrogativa dice "Ehm...vediamo...mia sorella, che tra parentesi mi odia, e il mio migliore amico che pensa di essere superiore a me, anche se è esattamente come me!" Sospira.
Vedo la tristezza nei suoi occhi, il dolore.
"Io dico...perdere per non rivedere mai più."
"Oh." È sorpresa, i suoi occhi trasmettono preoccupazione e un po' di terrore. "Allora no."
"James, posso parlarti?"
Una voce da dietro.
"Grazie a Merlino. Sirius, ero preoccupato!"
Salutiamo Lily e saliamo nel dormitorio.
"Dimmi, Sir."
"Fa tanto male il petto." Mi dice con un aspetto disperato.
"Succede anche a me." Il respiro mi si affannoso.
"Vorrei...solo...che non facesse così male." Si sta mordendo le labbra.
"Se fa male, significa che gli volevi bene." Dico io convinto.
"Lo so ma...non lo sopporto. Non ce la faccio."
"Devi. Ci faremo forza. Siamo o no amici?"
Sto cercando di non piangere, tutto quello che sta succedendo è davvero pesante.
Lui annuisce energicamente e poi dice "È la prima volta che ti vedo parlare civilmente con la Evans."
Sorrido.
"È vero. Però mi sento in colpa. Non posso permettermi di essere felice quando mio padre è morto."
"La felicità spetta a tutti, secondo quanto dice Dorea, Charlus era felice e vorrebbe che lo fossimo anche noi. E lo saremo. Tu con Lily, io con Mary!" Dice lui allegro, le tracce di dolore sono scomparse, è così Sirius si tiene tutto dentro.
"Domani prima di lezione..." Inizia Sirius.
"Aspetta, Sir. Non so quando sono i funerali ma ci andremo, vero?"
"Certo." Dice lui, ma è chiaro che vuole schivare l'argomento.
Dopo qualche oretta di chiacchiera io chiedo curioso a Felpato "Chi è la ragazza che piace a Remus?"
"Marlene McKinnon."
"Non ci credo!"
Sono stupito. Marlene è sempre stata innamorata del suo ragazzo fin dal secondo anno, Arthur Abbot. Remus che era sempre così leale si era innamorato di una ragazza fidanzata?
"Sì. Abbot , che è Tassorosso, ha detto che si sono lasciati e quindi Rem ci vuole provare."
"Ma alla McKinnon piace Remus?"
"Bè...chi non si innamorerebbe di Remus? Il bravo, gentile, dolce, altruista Malandrino." Dice lui in tono scherzoso però ci crede veramente. A chi non piacerebbe Lunastorta?
"Sir, è meglio se andiamo a dormire. Domani vorrei andare a lezione."
"Ma tu hai mangiato?" Chiede con un sorriso malandrino.
"In effetti no." Ammetto io.
Non avevo sentito il bisogno di mangiare. Ero stato tutto il giorno o a letto, o in giro per Hogwarts o ad aspettare un'altra lettera della mamma. Certo, avevo anche parlato con Alice (con la quale sono diventato amico) e con Lily (la nostra prima conversazione in cui non ci insultiamo!).
"Perfetto. Questo significa solo: cucine!" Esclama lui e si dirige fuori dal dormitorio, io lo seguo.



Angolo autrice: Ciao a tutti. Mi piace questo capitolo. E forse non è molto "Jamyloso" ma ho provato ad inserire un momento con Lily. Recensite, per favore.
E ringrazio: FrancescaPotter, Felix_Felicis00 e mikymusic per aver recensito.
Ringrazio anche Anonimadelirante, Delta_Mi, Felix_Felicis00, GiadaHP, Lily_Ginny, Marty Evans e roselibonscarpotley per aver messo le storie tra le seguite.
Ringrazio mikymusic per aver inserito la storia nelle preferite.
Spero di pubblicare il secondo capitolo presto!
  
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