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Autore: emily12_    24/07/2014    1 recensioni
Flashback sulla vita di Bellatrix raccontato dal suo punto di vista.
Dal capitolo 5
Le nuvole si rincorrevano senza sosta: avrei voluto essere là in alto con loro.
“Allora sei arrivata.”
Sobbalzai.
“Avevi dubbi in proposito?” domandai sprezzante.
“No.” confessò Tom e dalla sua voce capii che era rimasto piacevolmente sorpreso da me.
Del resto mi ero addentrata nella foresta seguendo le strane indicazioni di un ragazzo che conoscevo appena.
Le fronde degli alberi lasciavano filtrare poca luce che creava riflessi e chiazze sul terreno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Sirius Black, Tom O. Riddle | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 7

 

Ci riparammo ormai fradici sotto un cornicione.

L'aria fredda gelava il naso, inoltre i piedi erano ghiacciati perché avevamo ancora le scarpe di tela: quel temporale era il primo della stagione e sapevamo che avrebbe segnato irreparabilmente l'inizio dell'inverno.

“Entriamo?” mi chiese Rodolphus.

A parte per quel nome sfortunato mi piaceva tutto di lui.

Spingemmo la porta con i vetri appannati ed entrammo.

Mi irrigidii vedendo Tom seduto ad un tavolino all'angolo con alcuni amici, anche se ormai mi chiedevo come facesse ad averne di amici.

Guidai Rodolphus ad un tavolo il più lontano possibile dal suo evitando di guardarlo, tattica che utilizzò subito anche Tom, ignorandomi per tutto il tempo.

Prendemmo due burrobirre, parlammo, ridemmo...eppure mi sentivo così fuori posto...

Rodolphus mi prese una mano appoggiata sul tavolino e io arrossii.

Ero un disastro ovunque.

Cominciai a pensare dove ero mai stata me stessa e strinsi le labbra quando l'unica risposta che trovai fu Tom.

Con lui ero stata me stessa e basta, semplicemente io.

Mentre cercavo di elaborare un piano per fare pace ,continuai a sorridere e rispondere allegramente a Rodolphus.

Guardai di sottecchi il suo tavolo e vidi che ora era arrivata un'altra ragazza.

Era bella, niente da ridire in proposito, ed era simpatica: tutti ridevano delle sue battute.

Dopo poco si alzò, ma prima di andarsene si chinò a baciare Tom e gli sorrise complice.

Scomparve accompagnata dallo scampanellio del ninnolo appeso alla porta.

“Tutto bene?” mi chiese preoccupato Rodolphus “sembra che tu abbia la febbre.”

Mi sentivo le guance in fiamme e le orecchie mi ronzavano per la rabbia: “Sì, sì, scusa.”

“Posso?” un amico di Rodolphus si sedette al nostro tavolo “Allora caro Rodolphus Lestrange, come mai sei qua con questa bella ragazza? Immagino che si sia dovuta ubriacare per uscire con te.” fece l'occhiolino all'amico e io risi.

Il gruppo di Tom si era alzato e se ne stava andando, lui era l'ultimo.

Tom aprì la porta, ma, prima di seguire i suoi amici, si voltò verso di me e incrociò il mio sguardo.

Continuammo a guardarci finché le statuette vicino alla porta gracchiarono: “Ehi!! Qui si gela ragazzo!”

Allora Tom staccò i suoi occhi dai miei ed uscì.

Era triste il suo sguardo.

Capii che non avrebbe mai potuto amarmi davvero e pensai di averlo perso per sempre.

 

* * *

Non possiamo costringere nessuno ad amarci e qualche volta è meglio arrendersi e aspettare che il tempo passi fregandosene di quelli che dicono che ogni istante della propria vita è importante e che bisogna vivere il presente per non invecchiare pentendosi del proprio passato.

Passò l'ultimo anno di scuola e io e Rodolphus ci mettemmo insieme: gli volevo bene ed eravamo felici.

Sentii dire che ora Tom si faceva chiamare Voldemort, e che aveva dei  seguaci chiamati Mangiamorte.

Ma non lo incontrai più per diverso tempo, finché non bussò egli stesso alla nostra porta cambiando di nuovo la mia esistenza e proponendoci di unirci a lui.

Lo seguimmo.

Io e Rodolphus ci sposammo con quella fretta di chi ha paura di non vivere ancora per molto.

Cominciò la guerra e tutti noi ne subimmo le conseguenze.

 

* * *

Ed ora sono qui, dopo tutto questo tempo ancora seduta su una panchina all'aria gelida di Novembre a chiedermi se sono diventata davvero quello che volevo.

Ma ormai so che i nostri desideri spesso non si realizzano e dovrei smetterla di essere triste.

Ridacchio cercando di trattenere le lacrime e stringo le mani sul bordo della panchina facendo diventare le nocche bianche.

Il sole rosso del tramonto fa capolino da dietro una nuvola.

Improvvisamente sento un gran desiderio di correre come quando ero bambina e avevo appena scoperto qualcosa di nuovo.

Ogni tanto i miei cambi di umore spaventano anche me.

Sento piano piano sciogliersi il nodo allo stomaco e non capisco più la disperazione di poco prima, perché ora sono di nuovo invincibile.

Sono Bellatrix Lestrange e niente può ferirmi.

Io che ho paura? Ma volete scherzare?

 

Ecco a voi il settimo e ultimo capitolo! Magari vi succedono un po’ troppe cose e un po’ troppo riassunte una dopo l’altra, ma ci tenevo che i capitoli fossero sette, numero che si incontra di continuo nei libri di Harry  Potter.

Questa storia è stata un po’ un esperimento per me, e non so se mi è riuscita tanto bene. Ci terrei molto a sapere se vi è piaciuta o se avete qualche critica per migliorare qualcosa.

Baci, emily

 

  
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