Ringrazio anche solo chi legge.
Tre fratelli
Un regalo per Ace
Sabo
guardò Rufy alzarsi e abbassarsi sulla punta dei talloni
delle
infradito di legno. Lo vide appoggiare le mani sul vetro.
“Qualcosa
non va? Sei silenzioso” domandò. Il minore si
leccò il labbro
inferiore sporco di frammenti di carne, le guance e il mento erano
oleosi. Si
sollevò il cappello di paglia con la mano, facendolo
ricadere dietro la schiena
e il laccetto strisciò sul suo collo.
“Mnh”
rispose. Sabo gli si avvicinò, il cilindro gli ricadeva di
lato sul
capo. Appoggiò la mano sulla fronte del minore e socchiuse
gli occhi.
“Non
stai covando la febbre” sussurrò. Socchiuse gli
occhi azzurri, il
vento gli faceva oscillare i ricciolini dorati tagliati corti sul suo
capo.
“Quindi
hai qualche balzana idea in mente. A che tempesta devo prepararmi
fratellino?” chiese. Rufy gonfiò le guance e
sbuffò, mettendo le braccia dietro
la schiena e unendo le dita.
“Non
ci sono tempeste, se pioveva Makino ce lo diceva” si
lamentò.
Ticchettò con il piede sul pavimento di legno della baracca
su cui si trovavano,
il vento faceva frusciare le fronde dell’albero che la
sosteneva.
“Non
diventerai un pirata migliore di me o di Ace se non affini il
cervello”
borbottò Sabo. Gli passò la mano tra i corti
capelli neri scompigliandoli.
“Ace
tra un po’ fa il compleanno, ma lo odia ed io non posso
fargli il
regalo” brontolò Rufy. Sporse il labbro inferiore
che gli tremò e le iridi nere
gli divennero liquide. Sabo gli diede un bacio sulla guancia sotto la
cicatrice.
“Un
tuo sorriso è l’unico regalo che Ace vuole
ricevere” spiegò. Rufy
chiuse gli occhi e sorrise, mostrando tutti i denti.
“Un
giorno sarò il re dei pirati e lo obbligherò ad
accettare dei regali
anche se odia il suo compleanno!” trillò.