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Autore: scrivodiricordi    24/07/2014    5 recensioni
Julie, brillante e perspicace studentessa, ha come unica preoccupazione l’ultimo esame di matematica, che decreterà il suo futuro.
Sotto le vesti di Isabel, una madre quarantacinquenne , si nasconde un adolescente che ama godersi i piaceri della vita e tra questi Cameron, il suo nuovo fidanzato.
Cameron, oltre ad avere solo ventuno anni, è il solito prototipo del ragazzo stronzo e pieno di sé.
Julie si accorgerà di come la matematica abbia anche a che fare con il mondo “reale”; Cameron sarà per lei una grande incognita e dovrà risolverla.
Estratto dal primo capitolo : “Non riesco a concepire come tu possa essere attratto sessualmente da una donna che potrebbe essere tua madre”
“Non credo di doverti dare spiegazioni ragazzina”
Sbuffai pesantemente.
“Ragazzina? Ma se abbiamo tre anni di differenza”
Alzò gli occhi al cielo, come se stesse supplicando qualcuno di farmi sparire non solo da quella casa, ma anche dalla faccia della Terra, poi mi guardò e disse “Per te è solo una questione di numeri vero?”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Questione di numeri



***


Capitolo due



 

 
Vedendomi arrivare quella mattina, Jeremiah quasi sputò l'acqua che stava bevendo.
"Oh mio Dio Julie, cosa ti è successo?"
Alzai lo sguardo truce, assumendo un'espressione profondamente tediata e gettai lo zaino sul banco, facendo voltare tutti verso la mia direzione a causa del tonfo che avevo provocato.
Più che una candida e gentile fanciulla quella mattina ero un nervoso e irato tirannosauro.
"Mia madre e il suo fidanzato..." lasciai la frase in sospeso, cercando le parole adatte.
"Ci hai pensato tutta la notte?"
"Se solo avessi potuto... quei due si sono divertiti stanotte, forse dimenticandosi che fossi in casa" borbottai.
Jeremiah scoppiò a ridere, tenendosi persino la pancia.
"Non pensavo che Isabel fosse quel tipo di donna..." farfugliò tra le risate.
"Neanche io" sospirai in tono irato "e stamattina dovevi vedere le occhiate maliziose che si lanciavano davanti a me, come se fossi cieca"
Jeremiah rise ancora più forte.
"Non li sopporto. Mia madre ha gli ormoni impazziti più dei pavoni nel giorno degli amori e Cameron sta rischiando la castrazione, soprattutto dopo la scenata di ieri."
"A proposito di quello, Julie io ho cercato di intervenire.."
"A me sembra che ti avesse spaventato invece" commentai un pò risentita.
Che poi non erano così diversi fisicamente, entrambi avevano un fisico atetico ed asciuto anche se Jeremiah era alcuni centimetri più alto di Cameron, ed entrambi incarnavano i due tipi di ragazzo a cui le donne andavano dietro: il bello e dannato Cameron e il  carino, dolce e premuroso Jeremiah.
"Non ero spaventato"  borbottò "Stavo solo pensando come agire, ma quel tipo è stato davvero veloce"
Alzai le sopracciglia, sapendo che era una scusa, ma decisi di chiudere comunque il discorso, per non sminuire troppo la sua virilità.
"Stasera mi hanno invitato alla festa di Greg Martin, se vuoi puoi venire con me" lui arrosì, distogliendo lo sguardo dal mio.
"Certo, qualsiasi cosa pur di non sentire quei due anche stasera" mi sorrise felice.
Il professor Evans, entrò con un sorriso beffardo in classe. Teneva la sua amata agenda sotto il braccio, e la penna rosso sangue, nel taschino della camicia.
Tutto il grande putiferio che era iniziato in classe poco prima, si fermò non appena il demone dalla barba bianca entrò in classe.
Jeremiah mi scoccò un'occhiata d'intesa, io ricambiai.
Non fece neanche l'appello, che si avvicinò alla lavagna e scrisse
(∂ + m) ψ = 0.
"Questa volta credo che sia diventato davvero matto" sussurrai al mio compagno di banco, notando la sua faccia spaesata.
I miei compagni di classe cominciarono a bisbigliare tra di loro, e le loro smorfie variavano dallo scetticismo alla confusione.
"L’equazione sopra è quella di Dirac ed è la più bella equazione conosciuta della fisica." esordì il vecchio, scrutando il volto di ognuno di noi.
Ma non facevamo matematica una volta? Credo che Evans questa volta abbia sbattuto violentemente la testa da qualche parte.
"Grazie a questa si descrive il fenomeno dell’entanglement quantistico, che in pratica afferma che: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.”

"Hai ragione. E'completamente matto" sospirò Jeremiah.
"Fisher tu che ne pensi?"
"Dell'equazione di  Dirac o della matematica in generale?" il professore rise per la prima volta, ma non falsamente, era una risata vera.
"Della matematica"
"Beh professore io odio la matematica e lei odia me. Il nostro è un rapporto direttamente proporzionale e costante" nascosi il riso dietro una mano.
Era proprio per questo che adoravo Jeremiah, era spontaneo in tutto ciò che diceva.



 
***




 
Da quasi dieci minuti, il povero Jeremiah aspettava davanti casa mia, ed io da solita ritardataria dovevo ancora vestirmi.
La mia camera sembrava un campo da guerra, tutti i vestiti dell'armadio erano sparsi sul letto e sul pavimento, come se fosse passato un tornado.Dopo una lunga ricerca, decisi di indossare una gonna nera, una camicetta bianca, e di legare i capelli in una coda alta.
Scesi le scale silenziosamente.
"Dove vai?" Cameron era in cima alle scale, con le mani sui fianchi e solamente in boxer.
"Non credo ti interessi" mi voltai per raggiungere la porta.
"Aspetta" sbuffò scendendo qualche gradino "E' vero non mi interessa, ma tua madre non c'è e devo occuparmi di te"
"Ieri giocavi al fidanzatino perfetto e ora giochi al papino premuroso?" il mio tono canzonatorio lo innervosì.
"No. Dimmi solo dove vai" sbuffò rumorosamente.
"Ad una festa" dissi a fior di labbra, poggiando la mano sulla maniglia.
"Di chi?" mi voltai a fissarlo.
"Un certo Martin. Ora hai finito?"
"Credo di sì" un sorriso malefico gli si disegnò sulle labbra carnose "A dopo"
Chiusi la porta, sbraitando insulti abbastanza fantasiosi.
Un momento. A dopo? forse intendeva "a dopo" ti aspetto a casa, non "a dopo" ti seguo come uno stalker. O almeno spero nella prima.
Non appena mi vide, Jeremiah aveva l'espressione di chi volesse strozzarmi da un momento all'altro, ma da buon amico mi disse "Stasera stammi vicino tesoro, potrebbero rapirti"
Io risi, e dopo aver messo in moto, percoremmo il tragitto per giungere al locale della festa di Greg.
Arrivammo davnti al King's club. Si trovava in una zona abbastanza conosciuta, e le persone si muovevano come piccole formiche, entrando ed uscendo dal locale.
"Ma sei sicuro che il locale sia quello giusto?" gli sussurrai stringendomi al suo braccio.
"Certo" si fece spazio tra la folla, tenendomi sotto un braccio e stringendomi più a lui.
Quando entrammo l'aria odorava di tabacco e alcol, e la gente non era quella che frequentava la nostra scuola ma bensì di qualche anno più grande.
"Jeremiah dove mi hai portato?" quasi gli urlai per poter sovrastare il rumore della musica.
"Greg mi aveva detto...." si interruppe perchè l'interpellato ci accolse con un abbraccio.
"Vi sta piacendo la festa di Aaron?" ci chiese scostandosi una ciocca corvina che gli ricadeva sull'occhio. Era un tipo strano, portava i capelli scompigliati, che gli nascondevano gli occhi azzurri, e con il papilion rosso e la giacca azzurrina, assomigliava ad una specie di clown modernizzato.
"Chi è Aaron?"
"Mio fretello sciocchina. Questa è una festa universitaria" rise.
Finiti i convenevoli ci porse delle birre e ci salutò.
"Scusa Julie, credo di aver capito male"
"Credi?" mi agitai, sentendo il sangue salirmi alle guancie.
Jeremiah si passò una mano tra i capelli color grano, sbuffando "Non sarà certo la fine del mondo"
In effetti non aveva tutti i torti, era solo una festa universitaria ed io mi preoccupavo troppo. Bevvi un sorso di birra, e gli sorrisi.
"Hai ragione"
Mi ero quasi convinta, quando una voce familiare, risuonò al karaoke. Trascinai Jeremiah con me, per controllare che ciò che stavo sentendo non fosse un'allucinazione dovuta a qualche sostanza che quel deficiente di Greg Martin avesse messo nella birra.
"Merda" bisbigliò il ragazzo.
"Non può essere" mi mancò il fiato.
Cameron si dilettava sulle note di Billie Jean, con tanto di mosse alla Michael Jackson. Aspettai come una botte pronta ad esplodere che finisse la sua esibizione, per poi fargli una delle mie fantastiche ramanzine.

Jeremiah aveva detto "Mi metto laggiù a guardarvi, se le cose si mettono male intervengo" io avevo annuito poco fiduciosa.
"Ti stai divertendo Cameron?" gli sussurrai freddamente all'orecchio cogliendolo alla sprovvista poichè era di spalle.
Si girò e mi sorrise sornione "Oh molto, tu Julie?"
La camicia blu notte che portava sembrava fatta su misura per il suo corpo atletico, gli fasciava perfettamente il petto e si raccoglieva sui gomiti in modo armonioso, mentre i capelli bruni gli ricadevano ai lati del viso e sulla fronte.
"Sei qui per spiarmi?" sentenziai in tono accusatorio.
"Non capisco di cosa tu stia parlando."
"Sei un lurido...schifoso..... falso."
Ero così arrabbiata da non riuscire nemmeno a mettere insieme un insulto decente, era davvero frustante quando mi trattava come un'inetta.
"Pensi che ti abbia seguita? Mi dispiace ma non sei al centro del mondo Julie, hai troppe manie di protagonismo" decretò freddamente.
"Vaffanculo"sibilai tra i denti, pronta ad andarmene.
"Mi hanno invitato" aggiunse calmo " Vado all'università con Aaron"
"E tu decidi di venire all'improvviso vero?"
Ignorò la mia domanda con un gesto della mano, come se ci fosse un fastidioso moscerino da scacciare e dopo una piccola pausa mi disse "Se mi farai rimanere a controllare che tua incolumità rimanga intatta io ti darò ripetizioni di matematica fino all'esame finale"
Mi stava ricattando forse? Che domanda retorica. Ovviamente c'era da aspettarselo da un tipo così.
"Vaffanculo" incrocia le braccia sul petto.
"Sei ripetitiva Julie. Allora accetti?"
Annuì, anche se avrei preferito accettare lui.







Spazio autrice:
Ciao tesori, sono tornata dopo mille incombenze. Ho dovuto riscrivere il capitolo due volte perchè una prima volta mi si era cancellato, ma siccome ho una buona volontà l'ho riscritto per voi.
Ringrazio quelle tre bellezze che hanno recensito il capitolo precedente, spero che anche questo sia di vosto gradimento; ringrazio anche chi ha messo la storia tra le seguite o ricordate.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del capitolo con una piccola recensione.
Al prossimo capitolo, marti.




 
  
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