Anime & Manga > Le situazioni di lui e lei/Karekano
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Autore: Yume_no_Namida    25/07/2014    0 recensioni
Momenti fuggevoli che tuttavia lasciano un segno indelebile: l’estate è una metafora della felicità - ma solo se la si trascorre in compagnia. Forse il fulcro di tutto è proprio la compagnia, però i mesi estivi la favoriscono per cui meglio non privarli della loro fetta di responsabilità.
Il passato si mescola al presente e apre la strada al futuro, Soichiro e Yukino lo sanno bene e i loro amici con loro.
Una rapida escursione tra paure che si rinnovano, sentimenti che le scacciano e attimi di pura spensieratezza, di delirio nonsense - per riportare la bilancia a un punto di equilibrio.
Un tentativo di restituire all'autrice del manga un pizzico della vasta gamma di emozioni regalatemi: a lei e a chiunque vorrà leggere.
1) YukinoXArima, Yukino centric!
2) YukinoXArima, Arima centric!
3) Un po' tutti, YukinoxArima, accenni vari
4) Maho Izawa, Yukino Miyazawa, Maho centric!
5) Hideaki Asaba, famiglia Arima-Miyazawa, Asaba centric!
[Prima classificata al contest "L'estate e i suoi attimi fugaci" indetto da Mokochan sul forum di EFP, Premio Spiaggia e Miglior Raccolta][SPOILER! gigantissimi per chi non ha seguito il manga]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideaki Asaba, Maho Izawa, Soichiro Arima, Yukino Miyazawa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“L’uomo è una prosecuzione del bambino.”




La notte terrorizza, irrigidisce le membra.
La notte forse fa sempre caldo dal momento che, se ci si sveglia nel cuore di essa, ci si sveglia tutti sudati.
Da qualche parte un bambino piange.
Dove sei?
Ma il bambino è troppo spaventato, prosegue coi suoi singhiozzi laceranti.
“Mamma, mamma!”
Dov’è la tua mamma?
Dal nulla si materializza una percossa, “Smettila!”, una serie di schiaffi in pieno viso, “Sei disgustoso!”. Il bambino respira a fatica, la voce deve essergli morta in gola; il pensiero, invece, quello non muore mai.
“Vorrei qualcuno che accetti il mio amore, desidero poter amare” preghiera interiore, proferita da un uomo e accompagnata da un’eco infantile, la straziante richiesta di ciò che è gratuito e che agli altri non costa nulla, nemmeno il fiato necessario a formulare la domanda: posso amare?
“Soichi”  un delicato bacio sulla fronte, nell’oscurità più totale, le palpebre che repentine scattano verso l’alto “tutto bene? Hai gli occhi inondati di pianto.”
Arima piange insieme al bambino che è stato, lo scricciolo tremante e malnutrito che di tanto in tanto torna a fargli visita. Il corpo di Yukino emana un tale tepore... adesso è illuminato, nella stanza.
“Ti amo, Soichiro” lei lo preme con più decisione contro di sé, canticchia una nenia rassicurante, gli circonvalla la schiena con le proprie braccia.
“Anch’io, Yukino” l’uomo abbozza un sorriso, con qualche residuo di lacrime giù per le guance, il bambino oltrepassa l’uscio di un appartamento che odora di prigione e corre all’aria aperta, tuttora malconcio ma senza più pianto. Afferra la manica del pigiama del suo doppio, almeno quattro volte più grande, a furia di stringere quasi la strappa... si immobilizzano entrambi davanti a una tata dai delicati capelli corti e castani, l’aspetto dolce, un vestito bianco a svolazzarle intorno alle gambe; ha le braccia protese.
“Hai visto, Soichiro? Possiamo amare.”
E il bambino scoppia a piangere, ma stavolta di felicità.








Prompt da rispettare: Bacio al buio/Desiderio esaudito.


Le situazioni dell'autrice:
Prima delle vibranti proteste alla "Di già? Ma guarda che non dovevi, non ti scomodare..." - la protesta è sottesa alla formula di cortesia XD -, chiarisco che ho pubblicato il secondo capitolo della raccolta in tempi tanto brevi perché il progetto è quello di terminarla poco prima del mese che spetta di diritto alla giudicia per la valutazione delle storie, aggiornando una volta alla settimana. Progetto che dovrebbe conciliarsi molto bene con i miei impegni di studio - "ahi, in versi, ahi!" *lacrima in maniera disperata*
Eee... mi rendo conto che la premessa non ha utilità, a parte il placare le mie paranoie, perciò passiamo alla storia: 315 parole, breve momento di vita coniugale ambientato in un'indefinita posteriorità rispetto alla conclusione delle superiori. Certe ferite lasciano delle cicatrici che talvolta riprendono a bruciare, per fortuna c'è chi ci soffia sopra... ringrazia Arima, ringrazio io. Come si può fare una cosa simile a un bambino?
Il solo pensiero mi annienta.
Il titolo è una citazione da Pennac, credo (non ricordo bene ma lo stile è il suo), ed è proprio perché ritengo che sia così: in ogni uomo è sempre presente il bambino e questa presenza non si può trascurare, non se si vuole correre incontro alla propria felicità.
Grazie di nuovo a tutti, di cuore.
Mata ne!
  
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