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Autore: baba_malu    06/08/2003    0 recensioni
I vampiri sono diventati più forti. La Terra non è più un posto sicuro, ma è l'unico posto. L'amore rimane?
Genere: Romantico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3°capitolo

Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

A volte, si perde la concezione del reale e tutto diventa più insicuro.

A volte, ci si scorda del proprio essere e si fluttua leggeri in mezzo alla vita.

A volte, si ha tanta paura da cercare in tutti i modi di annullarsi completamente.

Basta poco.

Basta niente.

E ciò che siamo è dimenticato da ciò che non vogliamo più essere.

Ed ecco che ci annulliamo.

E siamo come racchiusi in qualcosa più piccolo di noi, ma che non ci soffoca.

Diventiamo nulla, per il puro piacere di non essere più.

Dormire è differente da questo sonno incatenato alla nostra anima.

Ecco.

Sono proprio le catene attorno al nostro cuore che, durante il percorso di vita che ci ritroviamo sperduti ad affrontare, crescono e stringono e tentano di soffocarci lentamente.

Annullandoci, crediamo di annullare anche le catene.

Ma non possiamo annullare noi stessi né le catene.

Non più di quanto possiamo annullare il cielo e la terra.

Restiamo racchiusi lontani dal nostro io per poco tempo.

Finché non ritorna la paura.

E il ricordo di tutti i perché che ci hanno portato a racchiuderci.

Così, chi aveva cercato di annullarsi, soffocato ancora dalle catene, capendo di esserci ancora, si era ribellato alla creazione di ogni cosa e aveva cercato la distruzione.

Distruzione.

Distruzione.

Distruzione.

Distruzione. Era questo che l’aveva portato fin là. Cercando la distruzione. Di sé stesso. E ancora non aveva raggiunto il suo scopo.

Debole.

Bastardo.

Così veniva chiamato. Sempre. Anche quando non c’era nessuno, continuava a sentire tante voci che continuavano a ripeterglielo.

Debole.

Bastardo.

Era lui stesso a ripetersi continuamente quegli appellativi. Era giusto così.

Debole.

Lo era diventato.

Bastardo.

Lo era sempre stato.

Idiota. Era solo un idiota. Era debole, bastardo e idiota.

“Ti sei svegliato finalmente…”. Una voce. Un uomo.

Il ragazzo aprì gli occhi, sbattendo le palpebre per abituarsi alla luce.

“Come ti chiami?”

Nessuna risposta.

“Di dove sei?”

Silenzio.

“Come ci sei finito qua?”

Il ragazzo serrò seccamente le labbra.

I suoi occhi si spostavano da un punto all’altro. Nervosamente.

“Vuoi sapere dove sei?” Michael lo guardò, quasi divertito dal suo smarrimento.

Lo sguardo del ragazzo si posò definitivamente su di lui. Attendeva che continuasse.

“Sei in una caverna che amo chiamare casa mia, nelle terre d’Irad, ma penso che tu questo lo sapessi. Hai salvato la vita a mia figlia e lei ti ha portato fin qui per curarti. Sei qui ormai da un’intera giornata.”

Il ragazzo continuava a guardarlo dritto negli occhi.

“Spiacente, non c’è molto altro da dire.” Michael stava cominciando a seccarsi dell’insistenza di quello sguardo.

“Kaleb”

Michael lo guardò sorpreso. Per la prima volta il ragazza aveva parlato.

“Come?”

“Il mio nome è Kaleb, è l’unica domanda alla quale posso rispondere” rispose continuando a guardarlo negli occhi.

“Michael. Il mio nome è Michael Grant.”

“Solo Kaleb. Il mio nome è solo Kaleb.”

Michael lo guardò interrogativamente, ma preferì non chiedere altro.

“Papà! Sono tornata!”

Kira non sentiva niente.

“Papà?”

Si addentò nella caverna e vide suo padre in piedi e lo sconosciuto seduto sul letto che si fissavano.

“Ti sei svegliato finalmente!” esclamò allegramente.

Suo padre sembrò accorgersi solamente in quel momento della sua presenza e le venne incontro.

Il ragazzo sul letto, invece, le aveva appena gettato un’occhiata, impassibile.

“Kira, questo ragazzo si chiama Kaleb.”

“Piacere!” Kira gli tese la mano, ma lui non accennò a muoversi, sebbene i suoi muscoli, sotto la fasciatura che lei e suo padre avevano apportato, fossero tesi, pronti a scattare al minimo segnale di pericolo.

Kira lasciò cadere la mano, scoraggiata. Il suo sorriso, fino a poco prima raggiante, ora andava rimpicciolendo.

“Io mi chiamo Kira Grant.” Continuò imperterrita.

Kaleb sbuffò impercettibilmente.

“Grazie per avermi salvato la vita…”

Kaleb la guardò. Si, era la stessa ragazza che l’aveva portato in spalla fino a là. La stessa che lo aveva allontanato dall’annullamento che tanto desiderava. Debole. Bastardo.

“Idiota…” sussurrò, rivolto alla ragazza.

“Cosa ci facevi in mezzo al nulla da sola? Idiota… mi hai costretto a salvarti. Idiota…” lo sguardo del ragazzo era glaciale, vi guizzava solo una piccola scintilla di rabbia. Fuoco.

“Io…io…ma…” Kira era sorpresa, non sapeva cosa rispondere.

“Come ti permetti! Se non fosse per lei a quest’ora non saresti vivo!” Michael era scattato alle parole di scherno del ragazzo.

Kaleb sogghignò. Nei suoi occhi nulla. Poi una risata che crebbe e crebbe e crebbe, fino a diventare assordante. Rideva per l’assurdità delle parole di quell’uomo. Rideva per l’ingenuità di quella ragazza.

Rideva perché non sapeva piangere.

Kira e Michael erano sconcertati.

Loro non capivano cosa significasse quella risata.

Diabolica. Ecco com’era quella risata. Diabolica.

Kaleb si calmò e continuando a sghignazzare disse “Non sarei vivo…”

“Stupida ragazza… tu non saresti viva se quel vampiro ti avesse trovata da sola… stupido padre, mandi tua figlia a prendere l’acqua quando sai che le tenebre hanno racchiuso la luce. E tu, dovresti saperlo bene. Tu…stupido prete…”

Continua...

Vi è piaciuto? spero di continuare presto....comunque adesso si capisce un pò di più no? ^-^"

  
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