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Autore: fedefede1995    26/07/2014    2 recensioni
Prima che inizi il quinto anno alla scuola di Hogwart, Harry è confinato nella sua casa di Privet Drive, ma la prigionia non durerà ancora molto.. non nelle stesse condizioni almeno: Sirius sta per arrivare!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Dursley, Harry Potter, I Malandrini
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Harry aprì gli occhi. Ci mise un po’ per rendersi conto che tutto quello che aveva visto nelle ultime ore , da quello che aveva percepito, era solo un incubo, uno dei tanti che ormai lo perseguitavano la notte. Eppure tutto era sembrato così chiaro e reale! Si alzò lentamente dal letto e si diresse verso lo specchio: un ragazzo magro, un po’ sciupato ricambiò i suoi sguardi di sollievo. Dopo la morte di Cedric, dopo aver assistito alla rinascita del Signore Oscuro, dopo aver combattuto per la sua vita ed esserne uscito miracolosamente incolume era tornato nell’odiata, ma unica casa che aveva. Non sapeva dove si trovasse Sirius, anche se ora come non mai aveva bisogno di lui, dell’unico legame affettivo che avesse; non gli bastavano più solo le lettere.
Dopo aver passato alcune ore prima che arrivasse il momento della colazione, scese la rampa di scale e si recò in cucina. I suoi zii e suo cugino sedevano a tavola, non curandosi minimamente di lui. Prese i tre biscotti che gli spettavano e sedette sullo sgabello vicino al lavandino. Si mise a pensare di nuovo al suo padrino, come sarebbe vivere con lui invece che con i suoi parenti infernali, circondato dalla magia, argomento taboo con i Dursley. Se ne tornò camera, era da più di una settimana che non lo sentiva. I suoi zii avevano confinato Edvige in una zona della casa a lui ancora sconosciuta.
Dopo due settimane avvenne ciò che Harry aveva sognato da una vita.
SIRIUS
Silente aveva ordinato a Sirius di nascondersi e non dare nell’occhio, ma era da una dozzina di giorni che non arrivavano notizie da Privet Drive, ma la cosa più preoccupante era il fatto che le sue lettere tornassero tutte indietro. Aveva deciso che era ora di andare a trovare il suo figlioccio, doveva assicurarsi che stesse bene. Ora che ci pensava bene era da un po’ che non si tirava a lucido; si fece una doccia, aggiustò i capelli ribelli con un po’ della brillantina che stava sul lavandino (chissà da quanti anni stava lì!),si mise il completo con meno buchi che trovò e sistemò il fazzoletto nella tasca della giacca, sopra il cuore.
Prima di uscire prese la bacchetta e si diresse alla porta. Guardandosi alle spalle pensò a come sarebbe stato quel posto con un po’ di compagnia. Ma non c’era tempo per fantasticare, doveva andare da Harry! La scopa sarebbe stata di certo il mezzo più comodo per viaggiare e diamine, aveva una voglia pazzesca di libertà. Alla fine decise di smaterializzarsi, sarebbe arrivato più in fretta.
HARRY
Se ne stava seduto sul suo letto, con Dudley che continuava a bussare alla porta, attribuendogli nomignoli poco carini tra cui l’ormai famigliare “spostato”. Anche a suo zio piaceva molto chiamarlo così, soprattutto nelle poche occasioni in cui qualcuno dei loro amici chiedeva di lui. Guardò fuori dalla finestra. Il caldo si quell’anno era infernale tanto che se ci si concentrava sull’asfalto si potevano vedere le onde di calore che la strada emanava. Mano a mano con il buio, i lampioni iniziarono ad accendersi.
“Come per magia!” pensò Harry, ridendo tra sé e sé.
Riportò lo sguardo sul paesaggio, una famiglia del vicinato stava passeggiando e pian piano si allontanò, lasciandogli impressa nella mente l’immagine di dei due adulti che tenevano per mano il loro figlioletto più piccolo. Tutta la frustrazione di quei giorni e il dolore per la mancanza dei suoi fecero sgorgare lacrime amare che non avevano intenzione di smettere di scendere lungo le sue guance.
Un lampione iniziò ad accendersi e spegnersi ad intermittenza. Sapeva che la magia provocava quello strano effetto sulla corrente elettrica e Harry lo sapeva bene. Si asciugò gli occhi e impugnò la bacchetta. Forse Voldemort era venuto a prenderlo; non aveva certo preso bene la sua fuga dal cimitero..
Un sonoro crack confermò i suoi sospetti, ma non era il mago oscuro che lo fissava da lontano con uno sguardo preoccupato. Harry aprì la porta della sua stanza e si precipitò giù dalle scale giusto in tempo per sentire zio Vernon andare ad aprire la porta. 

   
 
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