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Autore: Nyarlatothep    26/07/2014    0 recensioni
La storia di un gruppo di ragazzi che, persi nel tempo, cercano una via di fuga, un qualcosa per SBLOCCARE la situazione. Pietro, Raul, Vincenzo, Giambattista e Viola. Tutti bloccati...fino alla loro morte...FORSE.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Roberta,
 
Ormai sono impazzito. Sto mettendo insieme la sanità mentale che mi rimane per scrivere questa lettera. In questo inferno sono riuscito a uccidere i miei più cari amici, e non sono neanche riuscito a salvarli o a difenderli. Questa è stata l’ultima volta che ho raccontato la mia storia. Ma poi che senso ha. La riracconto. A me stesso. Al mio ego interiore. Alla mia parte sana. Alla parte che cerco di far impazzire. Alla parte che sta scrivendo questa lettera al momento. Sta cedendo, piano piano sta cedendo. Non so neanche quanto tempo è che sto girando per questa città. Non ho né le forze né la mente per cercare di avvicinarmi a te…o per cercare di fuggire. Mi suiciderò. Non so come, ma lo farò. Non voglio perdere del tutto la mia umanità. Non voglio diventare un essere vuoto, senza anima.
Questa lettera è per te, ma anche per tutti i miei amici. Viola, Giambattista, Vincenzo…e Raul. Scusami…non sono riuscito a mantenere la promessa. Alla fine non ce l’abbiamo fatta. Sono un fallimento. Voglio morire.
Roberta. Io ti amavo. E credo di amarti ancora, dopo tutto questo. Non potrò mai scordarti. Anche nella tua pazzia, sei la mia anima gemella.
Quindi finisce così.
Scusatemi, tutti voi, se non sono riuscito a fare quello che vi aspettavate.
Ora, se non ti dispiace, fammi concludere la storia.
Addio.
 
 
 
                                                                                                                                       PIETRO.
 
 
Pietro finì di scrivere la lettera e lasciò cadere la penna trovata in un appartamento abbandonato sul tavolo di legno.
Si portò la lettera con se.
Iniziò a camminare, ormai sapeva a memoria ogni stradina, ogni scorciatoia della città. Si stava dirigendo verso la sua scuola…anzi, la sua ex-scuola.
Mentre si avvicinava sentì il cuore battere all’impazzata. Era la follia che cercava di uscire fuori.
Aveva fame. Non voleva che finisse così. Non voleva che il suo amato Pietro morisse facendo finire tutto.
Avrebbe voluto torturarlo un po’ di più, avrebbe voluto mangiarlo più lentamente, facendolo scivolare pino piano nella pozza nera della pazzia.
Arrivò davanti al portone della scuola.
C’era una sporgenza abbastanza in alto.
Si era portato dietro una sedia dall’appartamento. Una di quelle vecchie di secoli che si sarebbe potuta rompere da un momento all’altro, ma non ci fece caso. Voleva solo finirla lì.
Salì sulla sedia, legò una corda alla sporgenza per poi creare un cappio attorno al suo collo.
Prese fiato. Prese la lettera. La fece cadere a terra.
Con un piede spinse la sedia.
Iniziava a perdere il fiato.
Sperava in un arrivo improvviso di Roberta. In  un bacio finale per poi tornare indietro. Un finale da film.
Poi sperò alla fine di un incubo. Sperò di svegliarsi nel suo letto, in una fantastica mattina d’Estate.
Poi perse ancora fiato. Iniziò a lamentarsi.
Era arrivata la fine. Tutta la vita gli passò davanti.
I piedi continuavano a muoversi ma dopo un po’ di tempo vide la sagoma di Roberta sfocata prendere da terra la lettera e strapparla, ridendo.
La sua risata fù l’ultima cosa che sentì.
I piedi smisero di muoversi lasciando il posto a un silenzio spezzato solamente dalla risata della ragazza.
Fine del racconto.
 
 
  
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