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Autore: TheFallenAngel    06/09/2008    4 recensioni
Le quattro terre la vogliono, quattro eroi la cercano. Ma che cos'è Akasha?
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 2.

 

Terra e Prigione

 

 

Era una triste mattina autunnale, la pioggia scendeva come un’ondata di frecce acuminate, portando con sé tutto ciò che incontrava sulla sua strada.

Palpabile è la malinconia di quel triste paesaggio, le foglie ingiallite cadendo formano un tappeto morbido e soffice, dai colori del fuoco, pronto ad essere malamente calpestato dall’irruenta violenza del freddo inverno ormai alle porte.

 

Una piccola costruzione si ergeva al centro di una radura del Bosco Sacro; un portone sprangato e una piccola finestrina ne erano le uniche decorazioni.

Spoglia e austera, era utilizzata dagli abitanti del villaggio come prigione e data l’assoluta impossibilità di scappare da essa una volta dentro, non v’erano guardie intorno, come del resto non v’erano intorno al pacifico villaggio.

 

Un timido raggio di sole sbucò dalle nere nuvole, e, attraverso la piccola finestrina, si posò impertinente sul suo viso. La sua pelle chiarissima, candida come la neve, sembrava risplendere illuminata dal sole; i lunghi capelli castani raccolti in una treccia ormai scomposta scintillavano di riflessi ambrati sotto la luce, lunghe ciglia nere si muovevano tremolanti assecondando un travagliato sogno mattutino.

Labbra carnose e rosee s’incurvarono in una smorfia: lentamente si stava svegliando.

Aveva smesso di piovere ormai, ma l’aria era satura di quell’odore di bosco dopo un temporale, odore di terra bagnata misto a quello delle foglie bagnate, che marciscono piano piano.

 

Un pettirosso, dall’alto del suo nido sui rami di una vecchia quercia, cominciò a cinguettare, rompendo il silenzio che aleggiava per il bosco.

 

Due grandi occhi si spalancarono all’improvviso, e, con gesti lenti e assonnati, la ragazza li stropicciò; i suoi numerosi bracciali tintinnarono, facendo così da sottofondo all’allegro cantare mattutino degli uccelli del bosco.

Si alzò dal letto lentamente ma con movenze feline, attenta a non far rumore più del dovuto; prese il secchio d’acqua gelida in un angolo della sua cella e si avviò con passo solenne verso la parte della stessa che fungeva da bagno. Le sue mani calde si immersero nel liquido, e i tatuaggi tribali a forma di piccole foglie e fiori sul dorso e sui palmi delle stesse risultarono ingranditi dall’acqua; si sciacquò il viso e si guardò in quello che doveva essere un primitivo specchio. Fece una smorfia alla vista dei suoi capelli così conciati, poi si mise a ridere, decidendo di riempire d’acqua quel buco che fungeva da vasca. Versò il contenuto del secchio nel piccolo buco e si accucciò al suo interno, dato che quella era la sola posizione in cui potesse entrarci; si lavò velocemente e, infreddolita, uscì e si coprì con il panno di stoffa ruvida che le era stato messo a disposizione.

 

 

Certo, per essere una prigioniera, era trattata alquanto bene. D’altra parte quel piccolo paesino non aveva mai subito attacchi né da parte dei ribelli né da parte degli eserciti nemici, quindi era alquanto impreparato in caso di prigionieri, e le “prigioni”, se così si potevano definire, erano state create per incarcerazioni a breve termine legate a crimini minori, quindi potevano anche essere definite accoglienti. Sempre nei limiti, ovviamente.

 

Asciugatasi, si vestì: indossò una leggera veste verde con un cordoncino ambrato legato in vita, ornato con filamenti d’oro e campanellini e due semplici scarpette color oro; ogni suo movimento era musica, a causa dei campanellini e dei numerosi bracciali, che circondavano anche le sottili caviglie.

Pettinò i lunghi capelli castani, che le ricadevano in morbidi boccoli lungo la schiena, e si sedette sul suo giaciglio di paglia.

 

Un altro giorno sarebbe passato così, nella noia più assoluta.

 

L’unica cosa che le rimaneva da fare, era riflettere su dove il suo astuto piano aveva fallito.

 

 

 

*Inizio Flashback*

 

Era arrivata pochi giorni prima nella terra dell’Ovest, e certo non si sarebbe aspettata di trovare quello scompiglio in città.

 

Non era quella la terra dove regnavano amore e serenità?

 

Camminando tra le macerie del paese e ascoltando i discorsi dei feriti che venivano portati via dai guaritori e delle guardie di pattuglia, era venuta a conoscenza del fatto che nessun esercito nemico né l’esercito improvvisato dai ribelli era la causa di quelle morti e di tutta quella distruzione.

Camminava nell’ombra, il volto abilmente celato dal mantello. Non doveva assolutamente farsi riconoscere, non ora che era appena riuscita ad infiltrarsi nel territorio nemico.

 

Si diresse silenziosamente e velocemente tra le macerie di quello che doveva essere un negozio di una sarta; entrata nell’edificio (o meglio, di ciò che ne restava), si mise a frugare tra gli abiti sporchi di polvere bianca qualche indumento che potesse andarle bene.

Trovò una lunga tunica sacerdotale, l’ideale per nascondere bene le sue fattezze.

Si spogliò velocemente e altrettanto velocemente indossò la lunga veste azzurra con i bordi e rifiniture blu, agganciò il leggero mantello blu notte ai gancetti in oro sulle spalline della veste e, coprendosi il volto con il cappuccio, uscì dall’edificio.

 

Nessuno poteva riconoscerla finché copriva le braccia e i capelli scuri.

 

Continuava a camminare agilmente tra le macerie, forse un po’ troppo agilmente, visto che delle guardie, insospettite dal veloce avanzare di quella strana sacerdotessa che non si fermava a controllare la situazione dei feriti che giacevano in terra gemendo per richiamare la sua intenzione, si mossero a gruppo verso di lei.

 

Non si aspettava un così veloce interessamento da parte delle guardie e, presa dal panico, cominciò a correre verso la foresta.

Il piccolo drappello di guardie pensando di trovarsi di fronte un infiltrato, o peggio, uno degli organizzatori dell’attacco al villaggio, la seguirono fin dentro la piccola radura nel bosco.

Lei, perso il famoso sangue freddo tanto decantato, non trovò altra soluzione che fermarsi e affrontare le guardie.

 

Poteva farcela…in fondo loro erano solo una dozzina.

 

La ragazza si fermò di colpo, e con uno scatto si girò verso le guardie, che, colte alla sprovvista, si fermarono e la guardarono straniti.

 

Lei, sorrise impercettibilmente da sotto il mantello e, bisbigliò parole arcane di una lingua a loro sconosciuta.

 

Metà di loro, prima di crollare a terra, ebbero una chiara visione di ciò che li aspettava.

 

Buio…l’Oscurità eterna.

 

I sopravvissuti non si persero d’animo e, contando sull’affaticamento momentaneo del loro avversario, le si avventarono contro.

 

Con pochi balzi felini riuscì a scansare alcune lance lanciategli contro, che si incastrarono nella nuda terra, ma perso l’equilibrio, un’ultima lancia scagliata con forza le trapassò il costato.

 

Crollò a terra, il cappuccio del mantello si spostò e scoprì lunghi boccoli castani e grandi occhi spalancati.

 

Occhi del color dell’ematite.

 

Le guardie, vedendola, rabbrividirono e portarono via il suo corpo dal bosco.

 

*Fine flashback*

 

 

* * *

 

 

 

 

Guardava l’acqua cristallina all’interno della coppa d’oro; questa era poggiata sul rudimentale tavolo della sua modesta casetta ai confini del bosco, appena fuori della città.

 

Un attimo, e l’acqua che prima era immobile cominciò a muoversi prima in centri concentrici, poi a vorticare velocemente, il suo sguardo si fissò sul centro del vortice, poi diventò vacuo.

 

Una luce accecante eruppe dalla casa, illuminando per qualche istante il buio bosco circostante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’Autrice

 

(Ehm..ok, forse ‘autrice’ con la ‘a’ maiuscola è una cosa un po’ esagerata, oltre che poco calzante. Ma fa nulla, non fateci caso, in fondo sognare fa bene a tutti XD)

 

Ringrazio moltissimo BLU REI, che ha avuto non solo il coraggio di dire che questa ‘storiella’ le piace, ma anche di metterla tra i preferiti!

*me commossa*

Spero di non averti deluso con questo nuovo capitolo, che poi non spiega nulla, ma in fondo è mia intenzione cercare di mantenere più ‘mistero’ possibile intorno ai personaggi e a cosa li spingere le azioni che poi compiono.

 

Ringrazio moltissimo anche tutte le persone che hanno letto e che non hanno commentato, o anche tutte le persone che hanno aperto la pagina e poi l’hanno subito richiusa!

In fondo, non mi sarei mai aspettata di leggere tutti quei numerini accanto al numero di volte che la mia, ribadisco, ‘storiella’, è stata letta.

 

Grazie!

 

Se poi mi lasciaste un commentino anche solo per dirmi che non vi piace me sarebbe estremamente felice!

[Anche perché me molto masochista e sadica]

 

Eccoci, lo sapevo, il mio ‘angolino’ è quasi più lungo dell’intero capitolo…ok ok me ne vado!

 

 

Bacioni a tutti!
  
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