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Autore: Giangie    07/09/2008    1 recensioni
Un guerriero dal potere sconosciuto rinnegato dalla propria famiglia perchè ritenuto un abominio, costretto a nascondersi da tutto e da tutti. Un giorno incontra una fanciulla che cambierà per sempre la sua vita, ma prima dovrà affrontare una serie di prove, una più pericolosa dell'altra e tutto solo per poter sopravvivere, la sua maledizione è la profezia che parla della nascita della sua stirpe. Non si daranno pace nel dargli la caccia, non si fermeranno di fronte a nulla. L'unica sua speranza di salvezza e di combattere contro il suo stesso destino...
Inserito il quinto capitolo modificato.
[...]
“ Chiuse gli occhi
cercando di calmare il proprio cuore che batteva all'impazzata ed il
respiro mozzato, intanto rifletteva sul da farsi. Passò meno di un
minuto ed il viso del ragazzo parve rasserenarsi, non sembrava per
nulla turbato, osservò bene la ferita che gli ricopriva la parte
finale del fianco dove le ultime costole proteggevano la gabbia
toracica, attraverso i cinque tagli provocati dagli artigli del
fratello vide la propria carne pulsare mentre gli estremi
cominciavano a cicatrizzarsi anche se molto più lentamente rispetto
alle precedenti ferite.
[...]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Battaglia



Alexander rimase immobile all’ordine dei suoi fratelli, non indietreggiò nemmeno di un centimetro, rimanendo in posizione; ora il rumore del metallo gli rimbombava nelle orecchie e non riusciva a pensare ad altro se non ai suoi nemici che avanzavano inesorabili verso di lui. I soldati infatti cominciarono ad avvicinarsi circondandolo, si capiva benissimo che erano stati addestrati molto duramente ed erano pronti a tutto, persino alla morte. Stava leggermente piegato in avanti, il braccio sinistro davanti al corpo con il palmo della mano che guardava il terreno, il braccio destro posto nello stesso modo solo all’indietro, era una posizione molto strana, sembrava rievocasse un animale pronto ad attaccare la sua preda.

I suoi avversari avevano quasi completato lo schieramento ed erano a 6 metri da lui, un cerchio perfetto dove il ragazzo era al centro, li stava osservando: i loro volti erano segnati da solchi e rughe profondi, i loro occhi stanchi e in essi si potevano leggere le innumerevoli fatiche che avevano dovuto sopportare fino a quel momento. Nonostante questo, Alexander non capiva cosa li avesse spinti a combattere: se la gloria, l’onore o chissà cos'altro.



Cosa diavolo hanno in mente?! Perché continuano a volermi combattere?! Maledizione, perché? Non gli basta tutto quello che mi hanno fatto passare? Tutte le difficoltà che ho incontrato sono state solo per causa loro, per la precisione di colui che un tempo era mio padre... Non permetterò che vada a finire come vuole lui, ne ora ne mai! L'ultima cosa che farò sarà proprio farmi ammazzare! “



Finirono di sistemarsi e ognuno impugnò saldamente un arma, preparandosi al peggio. A quel punto Brian prese un ultima volta la parola prima di impartire un qualsiasi ordine.

- Ascoltami attentamente Alexander, potremmo decidere di risparmiarti se decidessi di venire con noi, nostro padre potrebbe essere clemente, guardarti con occhi diversi se ti mostrerai pentito e ritorni sotto il nostro comando... Infondo anche tu sei un Ancestral, avanti riflettici: potrebbe essere vantaggioso per entrambe le parti! -



Il ragazzo era sveglio, non aveva avuto problemi a notare la lieve noto di scherno e sarcasmo nella voce dell'uomo, senza farsi nemmeno sfuggire il lieve incresparsi delle sue labbra nel pronunciare la parola “ clemente “. Rispose senza scomporsi, tranquillamente ma con celato odio.

- Addirittura la sua magnanimità arriverebbe a tanto?! Stento a crederci, visto soprattutto cos'è successo l'ultima volta... Comunque sia non sono più un Ancestral, ricordatevi che ho rinnegato quel nome molti anni fa... -



Non lasciò nemmeno il tempo di rispondere, con uno scatto simile a quello di un lupo si porto di fronte ai primi tre uomini che impreparati cominciarono a subire inerti i primi colpi: calci e pugni mirati ai punti vitali. Li aveva messi fuori gioco, mentre i soldati restanti si riprendevano dall'attacco a sorpresa ed iniziarono a concentrarsi sul ragazzo, senza però apparente successo. Riusciva a schivare tutti i loro attacchi con estrema facilità ma dopo il raid iniziale non rispondeva più, si limitava ad aspettare una loro possibile mossa falsa così da poterli sconfiggere con le loro stesse mani.

Un uomo che combatteva con una katana cercò di colpirlo con un fendente così forte che se non l'avesse evitato l'avrebbe tagliato in due, Alexander saltò al di sopra della spada e il suo avversario si sbilanciò perdendo l'equilibrio scoprendo così il fianco destro. Una volta a terra ne approfittò per sferrare una gomitata alle costole che si incrinarono sotto forza del colpo appena subito.

Gli uomini si bloccarono come spaventati poi con rabbia ricominciarono il loro assalto e vista la quantità dei nemici, il ragazzo decise di contrattaccare immediatamente. Un salto mortale in avanti per arrivare direttamente alle spalle di un soldato e spezzargli la schiena con un calcio, intanto dalle retrovie si sentivano delle urla e in meno di un secondo delle lance vennero scagliate contro il ragazzo, riusci a schivarle tutte senza ricevere danno alcuno se non qualche strappo sul suo vestiario.



Maledizione! Quei bastardi stavano mirando al cuore! Altro che clemenza, mi vogliono morto... “



Si voltò in tempo per schivare un colpo di alabarda, estrasse il suo coltello da caccia, schivò un altro colpo e glielo piantò prima nella spalla destra, quella che reggeva l'arma, poi nel costato forandogli un polmone; nei suoi occhi grigi, come il cielo che preannunciava la pioggia imminente su quel campo di battaglia improvvisato, si poteva leggere la determinazione di chi non si sarebbe mai arreso, nemmeno di fronte alla morte stessa.

Per quanti ne sconfiggesse o uccidesse c'era sempre qualcuno pronto a rimpiazzare i posti vacanti continuando ad attaccarlo incurante del destino che poteva attenderlo, tutto questo faceva apparire quel cerchio di combattenti una sorta di giostra infernale . Alexander si ritrovò di fronte l'ennesimo avversario, parò i suoi attacchi con una spada rubata da uno dei feriti che gli si trovavano accanto, nel tempo di un respiro gli era già spalle e lo finì sgozzandolo.

Non voleva perdere tempo, doveva eliminare i suoi fratelli e non tutte quelle marionette che erano ai loro comandi. Mark e Brian erano restati per tutto il tempo dietro ai loro soldati a godersi lo spettacolo, nell’attesa che il fratello mostrasse anche solo il minimo segno di cedimento; non si erano limitati a guardarlo per tutto il tempo: avevano cercato di memorizzare le sue mosse, il modo in cui combatteva ma soprattutto cercavano il suo punto debole. Eppure sembrava non averlo, qualsiasi avversario gli si parasse di fronte Alexander lo eliminava o lo lasciava privo di sensi, sembrava quasi che quei soldati non fossero abbastanza per lui e non stesse facendo sul serio. Questo mandò in bestia i suoi fratelli maggiori che decisero di passare all’azione.

- Fermatevi -

Un solo ordine, pronunciato con freddezza e distacco, bastò a placare i guerrieri rimasti.

Il giovane rimase scioccato, fermandosi anche lui fissava il più grande senza però abbassare la guardia.

Perché li avrà fatti fermare? Vorranno ritirarsi?! A giudicare dall'espressione di Brian dev'esserci sotto qualcosa... “



Con questo pensiero in testa saltò all’indietro con una capriola portandosi di fronte a tutti gli avversari in modo da poterli tenere sotto controllo senza alcuna difficoltà. I due capi si misero davanti al loro piccolo esercito e ora guardavano il fratello con odio e disprezzo, richiamarono tutti gli Ancestral  combattenti presenti tra le loro fila e ordinarono al resto del gruppo di tornare alla loro base.

- Sai fratellino, non credevamo di dover arrivare a questo punto ma cerca di capire, ci hai costretti… -

- Alexander, Brian ha ragione, non ti permetteremo di vivere anche solo un secondo di più. Tu non saresti nemmeno dovuto esistere, sei solo un mostro, un abominio! -

Così dicendo si misero in posizione d’attacco e un grido squarciò l’aria carica di tensione

- ISTINTO ANCESTRALE!!! -

Mark, Brian e tutti il loro uomini cominciarono ad emettere strani versi poi a ringhiare, si misero a quattro zampe, come se non riuscissero a stare in piedi, la loro massa muscolare stava aumentando abbastanza visibilmente, al posto dei denti c’erano zanne molto pronunciate, le mani si allungarono così come le unghie andando a formare dei veri e propri artigli, le colonne vertebrali si prolungarono creando code dalle tonalità variopinte mentre i capelli si allungarono lievemente ed assunsero lo stesso colore della coda.

Questo è il vero potere della casata dei combattenti... Diventare dei veri e propri lupi, possedere la loro forza, il loro senso del gruppo, la loro resistenza e velocità, ma a quale prezzo?! Non vorrei mai perdere la ragione, preferirei morire piuttosto che non essere più in grado di intendere e di volere! Cedere all’istinto che accomuna i predatori delle foreste, quello della sopravvivenza, uccidi per non essere ucciso; Un conto è farlo se si è costretti e non per volontà propria! “

Diventavano esseri senza controllo, in grado di uccidere chiunque non avesse un odore a loro gradito senza contare che in gruppo potevano diventare delle feroci macchine da guerra.

- Tsk! E dopo dicono che io sono un mostro, ma si sono visti?! Che schifo, sbavano pure! -

 

 




   
 
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