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Autore: mymultifandomfics    30/07/2014    1 recensioni
**SPOILERS**
Dopo la caduta degli angeli tutto è cambiato.
Il piano dei Winchester sarebbe quello di aspettare che Sam si riprenda del tutto dopo le prove e trovare un modo per rispedire gli angeli in Paradiso.
Castiel ora vive nel bunker con i Winchester e lotta contro i sensi di colpa: l’unica cosa che lo spinge ad andare avanti è l’amore per Meg. Pensa a lei in continuazione e l’importante per lui è riuscire a tirarla fuori dagli inferi per poterla riavere con sè.
Intanto, Crowley è stato cacciato dall’inferno e costretto alla macchia: ora la regina è Abaddon e non sarà facile detronizzarla.
Ma i piani di tutti quanti verranno presto sconvolti…
Cosa succede se due fratelli cacciatori, un ex-angelo e un demone degli incroci fanno squadra contro uno dei cavalieri dell’inferno?
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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“Cas… Cas, mi senti? Castiel…”
Una voce famigliare, come un sussurro, si stava insinuando nelle orecchie dell’ex-angelo.
“Cas… Sam, sta aprendo gli occhi. Cas, riesci a sentirmi?”
I suoi sensi si stavano ridestando piano piano, come se si stesse risvegliando da un sonno lunghissimo e profondo. La luce colpì i suoi occhi blu e per qualche istante tutto ciò che riuscì a vedere furono contorni sfocati in mezzo ad un’immensità bianca.
“Cas, ora va tutto bene. Tutto bene.”
Riconobbe il volto di Dean che gli sorrideva e Sam alle sue spalle: “Sapevamo che ce l’avresti fatta!”
“M-ma… ma dove sono?”, balbettò confuso, guardandosi intorno e cercando di ricordare ciò che era accaduto. Una lacrima gli rigò la guancia, “M-meg…”.


Due mesi prima, chiesa di campagna

“Ciao Castiel”
Abaddon era lì, davanti a lui, con la sua solita aria spavalda e il suo sorrisetto stampato sulle labbra.
“È un po’ che non ci si incontra, eh? Avrei tanto voluto farvi gli auguri di Natale…”, la regina degli Inferi si avvicinava sempre di più a Cas, che era rimasto immobile al centro della stanza.
“Pensate che io ci caschi con questi stupidi trucchetti?”, lanciò uno sguardo accigliato all’ex-angelo, poi si chinò sulla trappola per demoni disegnata sul pavimento e con un’unghia graffiò il legno, spezzando il cerchio che avrebbe dovuto imprigionarla.
“Sinceramente, sono molto delusa – disse, girando intorno a Castiel senza mai togliergli gli occhi di dosso – devo avervi sopravvalutati dopotutto.”
Cas era come pietrificato. Strinse i denti e i pugni perché sentiva la rabbia montargli dentro. Non poteva perdere il controllo.
“Come mai sei così silenzioso, bell’angioletto? Hai paura della zia Abaddon? - cantilenò afferrandogli il mento e avvicinandolo al suo viso - tesoro, non dovresti. Nessuno dovrebbe avere paura di me. Dovresti essere terrorizzato - ringhiò, i suoi occhi folli fissi su quelli blu di lui – tu soprattutto. Perché, sai, tu mi hai tolto una cosa a cui tenevo molto e nessuno, nessuno, può permettersi anche solo pensare di fare una cosa del genere a me. Ma ogni bambino cattivo avrà la sua punizione, e per te ho in serbo qualcosa di davvero speciale, particolarmente doloroso e speciale.” Sorrise, allontanandosi un poco da Castiel, che tremava ancora, ma di rabbia.
“Non pensiate che io non sappia che siete qui anche voi”. Il demone dai capelli rossi lanciò uno sguardo alle travi sul soffitto, dove i Winchester si stavano nascondendo.
“Non fate i timidi, avanti!” e con un gesto veloce della mano due delle pesanti travi scure sul soffitto si spezzarono, facendo cadere i due fratelli fra le macerie sul pavimento.
I Winchester tossirono per la polvere causata dal crollo e si rialzarono a fatica.
“Originale come nascondiglio, devo dire”, disse sarcastica.
“Tu non hai la più pallida idea- “cominciò Dean, ma fu interrotto: Abaddon scagliò i due fratelli contro la parete dell’altare immobilizzandoli a mezz’aria. Castiel stava cercando di non farsi prendere dal panico.
“Bene, dov’eravamo? Ah già, tu che vieni torturato da me mentre i tuoi amichetti osservano la scena impotenti”
L’ex-angelo con una rapida mossa sfilò la spada degli angeli dalla manica e riuscì a cogliere Abaddon di sorpresa. Il pugnale le trafisse lo stomaco, il sangue colava dalla ferita. Il demone si piegò, le mani stringevano la sciabola nella ferita. Fece una smorfia orribile, un rivolo rosso le rigò il mento. Poi sorrise. Confuso e spaventato, Cas guardò la regina degli Inferi scoppiare in una tetra risata mentre si sfilava il pugnale dalla pancia. Abaddon ora aveva la sua arma.
“Cas, scappa!”, urlò Sam, ancora in agonia sospeso sulla parete dell’altare.
“Non lo ascolti? – lo schernì il demone – ora non hai più nessun’arma contro di me. Con cosa vuoi uccidermi? Con la forza dell’amore?” Abaddon scoppiò a ridere per sua battuta, poi si ricompose e si avventò contro Castiel. Lo immobilizzò sul pavimento e cominciò a ferirlo sulle braccia con la sua stessa lama.
“A proposito, ti porto i saluti della tua fidanzatina. Sai, appena dopo Natale sono andata a trovarla. Beh, tu mi hai fatto un così bel regalo che non avrei potuto ricambiarti in altro modo…”
“Cosa hai fatto a Meg? Giuro che se anche solo l’hai toccata…” Cas era furioso, i suoi occhi dolci umidi di rabbia fissavano il demone sopra di lui che lo stava usando come un giocattolo.
“Oh no, non ti preoccupare, non l’ho nemmeno toccata! Non sono così barbara come tutti credono!”, rise. Poi ruotò il polso in direzione dei Winchester: “ Mi è bastato fare così!” e i due fratelli si contorsero urlando di dolore. Era come se Abaddon stesse rivoltando loro le budella. “Io difficilmente do tanta importanza alle mie vittime da sporcarmi le mani per ucciderle, tesoro – continuò – ma nel tuo caso è diverso, Castiel. Tu sei speciale, ciò vuol dire che non solo mi sporcherò, ma farò il bagno nel tuo sangue!”, disse, ferendogli il torace.
“Lei non può essere morta…”
“Temo di sì. E fra poco lo sarai anche tu”
Cas si sentiva impotente e il suo corpo da umano era così debole… I tagli su tutto il suo carpo sanguinavano, stava perdendo davvero troppo sangue… La sua vista era sempre più annebbiata… Avrebbe voluto tanto dormire. Abbandonarsi a quella sensazione, a quel richiamo che sentiva… Il sonno, lasciarsi trasportare in un sonno profondo…
No, non poteva arrendersi in questo modo alla morte. Non poteva lasciare i suoi amici, non poteva credere che Meg fosse morta. Aveva ancora molto per cui lottare.
Raccolse tutte le forze che aveva: era il momento di reagire.
Riuscì a liberasi dalla presa di Abaddon e le sferrò un pugno. Il demone, non aspettandoselo, rimase per un attimo come intontita e questo diede a Cas giusto i pochi secondi che gli servivano per colpirla e metterla a terra. Nel momento in cui Abaddon fu distratta dal pugno di Castiel, i Winchester furono liberi dalla sua stretta. Abaddon fu circondata dal trio.
“ Vi rendete conto che non potete battere un Cavaliere dell’Inferno?” rise e si alzò dal pavimento. “Siete solo dei bambini in fasce di fronte a me e, alla fine, non farete altro che piangere”. Schioccò le dita e un fumo nero li avvolse. I Winchester seguirono Abaddon con lo sguardo mentre si sposava veloce da una parte all’altra della stanza. Non avrebbe potuto uscire: mentre loro e Cas erano con il demone all’interno della chiesa, un altro demone – da fuori – aveva disegnato sulle pareti esterne simboli che avrebbero intrappolato Abaddon e aveva bloccato tutte le uscite dell’edificio. E, diciamocelo, aveva fatto un ottimo lavoro.
Dean lanciò uno sguardo d’intesa a Sam e disse sorridendo: “Allora Crowley serviva davvero a qualcosa!” Abaddon era in trappola: nessuna creatura degli Inferi sarebbe mai potuta uscire da lì. Non viva, almeno. Il fumo nero del demone tentava ogni via di fuga e si agitava confuso in quella che sarebbe stata la sua tomba.
Riprese forma umana dall’altra parte della chiesa, vicino all’altare; “Non so che tipo di trucco sia questo, ma state pur certi che se di qui non posso uscire, allora non uscirete nemmeno voi”
Cas si reggeva in piedi solo grazie all’aiuto di Sam, ormai le forze sembravano abbandonarlo sempre di più ogni minuto che passava.
“Il vostro amico angioletto sembra ci stia per lasciare… Che farete quando sulla spalla avrete solo un demone a proteggervi? Che ironia, eh? - rise compiaciuta – tra l’altro che razza di demone è uno che riesce a disegnare trappole per demoni? Ormai rimane poco della sua vera natura in lui…”
“Che ne dici di chiudere un po’ il becco?”, Dean estrasse una pistola dalla tasca del giubbotto e Sam fece lo stesso.
“Oh Dean, dolce e infantile Dean. Nessuno riuscirà mai a farmi tacere per sempre!”, tuonò, poi uscì dal suo contenitore umano e ricominciò a vagare per la stanza.
Si avventò contro Cas e lo scaraventò contro la parete della facciata. Il tatuaggio anti-possessione dell’ex-angelo sembrò prendere fuoco e il demone entrò in lui.
I Winchester si ritrovarono a puntare la pistola contro il loro amico. Appena se ne resero conto l’abbassarono.
“Beh, sparatemi pure, avanti – Castiel, ormai come una marionetta nelle mani del demone, spalancò le braccia – cosa c’è? Non vi piace il mio nuovo vestito di carne? Io lo trovo sexy”
“Sam, è il momento. Vai.”
Sam lanciò un’occhiata a Dean, poi uscì dalla porta principale e si diresse da Crowley. L’ex-sovrano si trovava sul retro della chiesa in attesa di un segnale, ma i Winchester non avevano previsto che Abaddon avesse potuto possedere uno di loro. Quindi piano B.
“Sam… Che succede lì dentro? Non dovresti essere fuori”
“Cambio di programma. Abaddon si è impossessata di Cas… Tu sai cosa fare”
“Speravo che non saremmo arrivati a questo… Ci proverò, ma non garantisco. Sai che se non ci riuscirò chiamerò lo stesso Atropos, vero?”
“No, Crowley, non se ne parla. Non possiamo uccidere Cas! Guardami! – Sam si avvicinò e guardò dritto negli occhi il demone - aspetterai
Crowley annuì e si allontanò. Quando entrò nella chiesa vide Dean – ferito alla spalla – che teneva sotto tiro Castiel; il vecchio vestito di carne di Abaddon abbandonato ai piedi dell’altare.
Cas si voltò in direzione di Crowley con uno sguardo terrorizzato: “Crowley! Abaddon non è più dentro di me!”.
Dean rivolse all’ex-angelo uno sguardo turbato: “Ma che cosa stai dicendo? Crowley, sta’ attento, sta cercando di ingannarti, è Abaddon… Sta cercando di ingannarti!”
Crowley, con un’espressione esasperata sul volto disse: “Dean, mostrami il tuo tatuaggio”
“Ma che dici? Dobbiamo farla uscire da Cas!”
“Dean, mostramelo!”
“Crowley, non abbiamo tempo, devi agire!”
Dean, non te lo ripeterò, mostrami quel maledetto tatuaggio!
“E va bene, calmati. Ma ti avviso, prima Abaddon mi ha posseduto… Ma ora è in Cas! Dobbiamo fare qualcosa!”, Dean scoprì il simbolo anti-possessione bruciato e sanguinante.
“Crowley, ascolta, non credergli ti prego – Cas si avvicinò al demone. I suoi occhi blu erano tristi, zoppicava e si reggeva in piedi a malapena – vuole confonderci!”
“Ottimo! Giusto quello che ci voleva per movimentare un po’ questa noiosa giornata!”, disse il demone accennando un sorriso e strofinandosi le mani.
Avanzò nella stanza e si posizionò vicino all’altare, in modo da avere sia Cas che Dean abbastanza distanti da poter osservare con attenzione ogni loro minimo movimento.
“Beh, lo devo ammettere Abaddon, sei furba. Ma stai rischiando. Che cosa ti fa pensare che i miei sensi di demone siano così deboli da non poter riconoscere un cavaliere dell’Inferno?”
Il silenzio calò nella stanza. Crowley stava fissando entrambi, sicuro di sé. Si avvicinò al Winchester, poi gli sussurrò, vicinissimo al suo viso: “Non è vero, Dean?”. Poi di colpo lasciò il suo vestito di carne e una nube di fumo rosso si scaraventò su Castiel ed entrò nella sua bocca.
“Tu mi sottovaluti, cara Abaddon”, disse, le mani allacciate dietro alla schiena e la testa alta.
“Sì, tendo a farlo. E tu tendi a sopravvalutarti”, rispose una voce che sembrava avvolgere tutta la stanza in cui si trovavano.
“Certo che la tua mente, Cas, è proprio un casino”, commentò Crowley guardandosi intorno.
“Non puoi nasconderti da me, Abby. Io ho rivoluzionato l’Inferno e tu in poco tempo hai distrutto tutto ciò che avevo creato: questo mi irrita leggermente.”

Nel frattempo, Dean, sollevato dal fatto che Crowley avesse riconosciuto la vera Abaddon, si stava preparando insieme a Sam per intrappolare Abaddon una volta per tutte.
Presero il contenitore vuoto della regina e lo legarono ad una sedia al centro di una trappola per demoni, poi lo ammanettarono. Le pistole erano cariche di proiettili speciali, anti-demone. L’unico problema era che Dean ora era scoperto, senza protezione: se Crowley fosse davvero riuscito a scacciare Abaddon dal corpo di Castiel, non c’era garanzia che non entrasse in quello di Dean al posto del suo vecchio contenitore.
“Dean, appena Abaddon sarà libera, tu dovrai uscire di qui, o saremo daccapo”, Sam rivolse uno sguardo preoccupato al fratello.
“Ma come faccio a lasciarti qui da solo con quella puttana pazza?!”
“Sarà legata, Dean, non potrà fare nulla. E poi ci sarà anche Crowley”
“Ecco appunto… E comunque nessuno mi dà la garanzia che non bruci anche il tuo tatuaggio e s’impossessi di te”
“Non succederà, sarà piuttosto debole dopo aver lottato con Crowley, ricercherà il suo vecchio contenitore, non un corpo nuovo”
“Casa dolce casa”, Dean sorrise.

Intanto, Il corpo di Cas si scuoteva sul pavimento: nella sua testa stava avendo luogo una battaglia terribile. Il suo corpo era già molto debole, ma i colpi dentro alla sua testa lo stavano facendo impazzire.
I Winchester lo sorvegliavano impotenti, gli occhi preoccupati e ansiosi puntati su quel povero corpo in guerra con tre nature: una angelica, una umana e una demoniaca.

Passarono alcuni minuti, poi il corpo di Cas, ormai allo stremo delle forze, sputò prima del fumo nero e subito dopo una nube rossa.
Dean dovette lasciare il fratello, anche se non avrebbe voluto. Uscì dalla chiesa in fretta dopo aver abbracciato Sam e rimase sulla soglia, aspettando che il fracasso all’interno si trasformasse in silenzio. Poi rientrò di corsa: Crowley – un po’ dolorante - si stava rialzando dal pavimento e cercava di scrollarsi di dosso la polvere rimasta sul lungo cappotto nero. Sam aveva la pistola puntata su Abaddon – ritornata al suo vestito di carne originario. Cas era inerte in un angolo della chiesa.
“Crowley, fai la tua chiamata”, disse Dean, mentre raggiungeva il corpo immobile di Castiel.
Crowley diede il segnale. La chiesa si riempì di luce e tutti si voltarono a fissare la parca di fronte all’ormai ex-regina dell’Inferno.
“È giunta l’ora dei conti, Abaddon”


Otto mesi dopo, bunker

“Quindi partite…?”
“Sì, facciamo un piccolo viaggio. Poi troveremo una casa da queste parti, visto che Cas ha trovato lavoro come commesso al market giù in città”. Meg sorrideva, mano nella mano con Castiel e una borsa da viaggio in spalla.
Dean e Sam li fissavano sulla soglia del bunker. Erano felici, per una volta nulla poteva andare storto. Sicuramente la presenza un po’ impacciata dell’amico sarebbe mancata loro nel bunker. E avevano appena iniziato ad abituarsi a quella che all’inizio era stata davvero una strana convivenza: due cacciatori, un ex-angelo e un ex-demone sotto lo stesso tetto. Non era certo una cosa che si vedeva tutti i giorni.

Dopo essere riusciti ad uccidere Abaddon, i Winchester avevano avuto un periodo un po’ incasinato: Cas aveva rischiato la vita, i medici lo avevano dato per morto e rimase in coma per due lunghi mesi. Crowley aveva ripreso il trono degli Inferi con immensa soddisfazione e – da sovrano di parola – rispettò il suo patto e liberò Meg, che, prigioniera, veniva torturata ogni giorno in un angolo remoto del regno degli Inferi. Inizialmente, Meg non era convinta della buona fede dei Winchester, non si fidava di loro. Nonostante questo tornò al bunker con i due fratelli e le venne spiegato che cosa era successo a Castiel. Lo andò a trovare in ospedale ogni giorno e si fece assumere come infermiera. Non lo avrebbe abbandonato. Una volta sveglio, non fu difficile immaginare quanta gioia provasse Castiel quando finalmente, dopo tanto tempo, la vide. I suoi occhi si riempirono di lacrime, non poteva crederci. Dimesso dall’ospedale, Cas avrebbe voluto sposarla, ma non fu possibile. Lei era comunque un demone e – oltre al fatto che non sarebbe mai potuta entrare in una chiesa – non avrebbero potuto vivere una vita serena insieme se lei avesse mantenuto la sua forma. Alla quale alla fine rinunciò per amore. Sam e Dean usarono la cura dei Letterati su di lei, in modo che potesse diventare umana. Dopo la trasformazione, tuttavia, le cose cambiarono. Le atrocità che aveva commesso sottoforma di demone vennero seppellite nel suo subconscio, ma trascinarono con loro tutti i ricordi che Meg aveva della sua vita passata – compreso Castiel.
I Winchester la tennero con loro nel bunke: decisero di non raccontarle mai ciò che era stata, in modo che non ne soffrisse – anche se comunque le dissero quale era la loro vera occupazione e, per un certo periodo, Meg si unì ai due cacciatori e a Castiel nella lotta contro le creature soprannaturali. E, anche se gli incubi dalla sua vita passata a volte tormentavano Meg nel sonno, non le ci volle molto tempo prima che si innamorasse di nuovo di Cas.

Sam e Dean stavano salutando i loro amici sulla porta del bunker. Sapevano che sarebbero tornati – non era certo un addio – ma si sentivano come se stessero lasciando una parte della loro famiglia. Ma erano felici. Finalmente sembravano esserlo tutti.









NOTA D’AUTRICE:

Salve lettori!
Sì, proprio così, sono ancora viva! Lo so che ho lasciato passare un mucchio di tempo – e per questo mi scuso - e che probabilmente questo ultimo capitolo non lo leggerà nessuno, ma ci tenevo a dirvi che sono abbastanza soddisfatta della mia storia – anche se il finale, lo ammetto, mi è uscito un po’ sdolcinato ahaha :)
Anche se in precedenza non ho avuto tempo di scrivere, ho voluto ugualmente concludere la mia fic – odio lasciare le cose a metà.
Spero con tutto il mio cuore che vi sia piaciuta, anche perché è la mia prima fic e ci ho davvero messo l’anima. Fatemi sapere che ne pensate in una recensione, per favore!
Un abbraccio e vi ringrazio di cuore per aver letto la mia storia! <3
  
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