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Autore: Jade Tisdale    30/07/2014    3 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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28. Non spezzarle il cuore.

 

 

Quando ci si metteva, Marron sapeva essere davvero testarda, certe volte anche più di me. Voleva a tutti i costi conoscere C17, ma anche se lui, nel corso degli anni, aveva smesso di azzerare la sua aura, ero certa Marron non sarebbe riuscita a localizzarla. Era da tanti anni che non si allenava.
Magari avrebbe chiesto a Trunks o a qualcun altro di farlo per lei, ma dubitavo fortemente che lo avrebbero fatto.

 

Il primo giorno in cui io e Masaru andammo a vivere nell'orfanotrofio fu davvero devastante. Io continuavo a piangere per la perdita dei nostri genitori e lui cercava di essere forte per me. Alcuni ragazzi e ragazze della nostra età cercarono di fare amicizia, ma noi non li considerammo più di tanto.
Ci riservarono una stanza con due letti singoli, ma la prima notte ci coricammo entrambi nel mio.
«Adesso basta Harumi.» sussurrò dolcemente, asciugandomi le guance con il palmo della sua mano.
«Non voglio... Non voglio vivere qui...» dissi, singhiozzando. «Mamma e papà... Mi mancano già tanto...»
Il mio gemello mi spostò una ciocca di capelli dal viso.
«L'importante è che noi due restiamo uniti. Andremo avanti insieme, sorellina.»

 

Pochi giorni dopo che Marron aveva scoperto di avere uno zio, riuscii a localizzare la sua aura: proveniva da una collinetta situata a nord. 
Giunta a destinazione, atterrai vicino ad una casetta di legno con un piccolo portico.
«Cosa ti porta qui?»
Mi voltai di scatto e sorrisi al mio gemello che, al contrario, aveva un'espressione stupita in volto. Di certo non si aspettava che sarei andata a cercarlo.
«Non sei cambiato di una virgola!» esclamai, non rispondendo così alla sua domanda.
«Neanche tu, se non forse per... I capelli. Ogni volta che ti vedo sono sempre più corti.»
Si avvicinò e mi abbracciò di slancio, baciandomi sulla chioma.
«Allora, vuoi dirmi che cosa ci fai qui?» chiese ancora.
Si alzò un leggero venticello, che fece volare alcuni petali di fiore di ciliegio vicino a noi.
«Mia figlia ti vuole conoscere.» dissi tutto d'un fiato.
Mio fratello mi guardò a lungo negli occhi prima di parlare.
«Non è possibile esaudire il suo desiderio.»
«Lo so, C17, ma quando vuole Marron è davvero una testa calda.»
«Come sua madre, no?» ironizzò.
Sospirai.
«A volte è peggio di me. Non appena è stata messa al corrente della tua esistenza, si è messa d'impegno per cercarti. Le ho spiegato che non vorrai mai far parte di questa famiglia, ma lei non mi ha creduto...»
Mio fratello incrociò la braccia. Quel pomeriggio faceva davvero caldo, per cui mi chiesi come facesse a resistere coi jeans e una maglietta a maniche lunghe.
«Posso anche conoscere la ragazzina...» esordì, tirandosi su le maniche della maglia. «Sappi però che non cambierò idea. Ti farò solo questo favore, parleremo giusto un quarto d'ora e poi non sarà più un mio problema quello che accadrà dopo. Chiaro?»
Annuii.
«Ti ringrazio.» sussurrai, alzandomi in volo. «Cerca solo di non spezzarle il cuore, ti prego. Lei ci tiene davvero ad incontrarti.»

 

«Harumi, nemmeno oggi hai appetito?» chiese la cuoca dell'orfanotrofio, notando che, mentre i piatti di tutti gli altri erano vuoti, il mio non era nemmeno stato toccato.
Risposi semplicemente facendo cenno di negazione con la testa.
«Dovresti cominciare a mangiare. Se continui così...» cominciò a dire Masaru, ma io lo bloccai.
«Non ho fame.»
Dopo di che mi alzai ed uscii in cortile per prendere un po' d'aria. In un angolo, sotto ad un albero, c'erano due bambini che giocavano con la palla e dal lato opposto, sedute su una panchina, delle ragazze più grandi di me che chiacchieravano.
«Sei qui da sola?»
Mi voltai e seduta vicino a me trovai una bambina dai capelli neri.
«Perché non mangi mai nulla?» continuò, guardandomi negli occhi.
Distolsi lo sguardo e mi persi nei miei pensieri.
«Tuo fratello ci ha spiegato come mai siete qui. Volevo dirti che mi dispiace per i tuoi genitori...»
Alzai la testa.
«Non preoccuparti.» dissi, con fare triste.
«Anche io ho perso i miei genitori e mia sorella maggiore un anno fa, a causa di un incidente stradale. Mi sono salvata perché ero a casa di un'amica...» Sospirò. «La cosa più distruttiva è stata perdere anche Tomoko... Tu le somigli molto e avevate la stessa età!»
Cercai di sorridere, ma non ci riuscii.
«Comunque scusa se non mi sono presentata... Mi chiamo Kiku, piacere di conoscerti!» esclamò, allungando la mano.
Allungai a mia volta la mia.
«Il piacere è tutto mio, Kiku.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve! ^^
Questa volta sono riuscita ad aggiornare più in fretta del solito!
Volevo solo puntualizzare (anche se ormai penso si sia capito) che i sogni di C18 non seguono esattamente un ordine cronologico. Cioè, nello scorso capitolo erano bambini, in questo adolescenti, ma nel prossimo potrebbero essere di nuovo bambini e così via.
Beh, spero come sempre di non aver fatto errori, anche se ho ricontrollato ;) 

   
 
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