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Autore: KayZ667    31/07/2014    1 recensioni
"Tutto era incominciato da quello sguardo,da quel sorriso,dovevo e volevo conoscerla!"
La storia d'amore tra Callie Torres e Arizona Robbins:interpretato dal punto di vista di entrambe:
paure,incertezze,insicurezze,passione,desiderio,amore è quello che vi aspetta!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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CALLIE:
 
 
 
 
Non mi ero mai sentita così prima d'ora,per una donna, avevo e provavo tutte queste emozioni dentro di me che mi facevano stare sia male, che bene allo stesso momento.
Che mi stava succedendo?
Ero Innamorata?...NO...impossibile, Callie Torres non può innamorarsi...o forse SI?...
In realtà,si che potevo,...ma in verità... non volevo soffrire...non di nuovo.!
Erica era stato per me,un brutto capitolo della mia vita, ma da una parte mi aveva fatto bene,mi aveva fatto maturare come persona... ed ora guardavo l'amore con occhi diversi.
Infatti fino ad oggi,non avrei mai creduto nell'amore a prima vista, ma con Arizona era tutto diverso e... imprevedibile.
Lo sentivo!.
 
 
...
 
 
 
Era arrivata sera...stava ormai piovendo a di rotto da diverse ore ormai...
Seattle era famosa per i suoi temporali, a me non piacevano più di tanto, -sono una da 'sole,spiaggia...sangria'-... però, c'era qualcosa di affascinante vedere la pioggia cadere;
il tintinnio della pioggia battente, è un rumore rilassante per me e l'odore del bagnato che ti invade nel cervello non è poi così sgradevole.
Erano tutti elementi che mi facevano riflettere; trovavo romantico anche, vedere le gocce d'acqua sul vetro della finestra che scivolando giù: incontravano la propria metà, unendosi...
 
Sorseggiavo la mia tazza di caffè caldo: io adoravo tutto del caffè,quel liquido che io chiamavo 'oro nero' mi faceva stare bene;
Adoravo il suo odore e sapore, che inebriavano i miei sensi e facevano sprizzare le mie papille gustative.
Non avrei mai potuto immaginare avere una bella vita senza caffè al mondo!..Orribile!...il solo pensiero mi faceva accapponare la pelle...
 
Invece i grandi grattacieli di Seattle illuminati nell'oscurità della notte, ogni volta che li guardavo,mi facevano sentire piccola,quasi spaesata,diversamente l'opposto quando mi trovavo con Arizona.
Arizona...,ultimamente pensavo solo che a lei;
Sorseggiavo il mio caffè,guardavo il panorama dalla finestra del mio salotto e... pensavo a...lei, in silenzio!
 
 
Mi è bastato 'un solo incontro' per stravolgermi la vita.
 
 
Quella sera aspettavo Mark, il mio migliore amico, compagno fedele e in passato anche compagno di vita. 
Siamo stati insieme per qualche periodo, prima che mi mettessi con Erica.
Lui mi aveva avvertito riguardo Erica.
In un certo modo, lui sapeva che non era la persona giusta per me, lui sapeva che prima o poi mi avrebbe ferito...ma nonostante ciò non li diedi retta, perché ero innamorata...
Se solo lo avessi ascoltato... non so che fine avrei fatto ora, forse non sarei più tanto così insicura sull'amore...
Con Mark avevo un rapporto speciale, qualsiasi cosa li dicevo,sapevo che non mi avrebbe mai giudicato...era un amico fantastico! 
Beh...quella sera li avrei voluto parlare di Arizona, magari sapeva qualcosa del suo conto e io lo speravo tanto.
 
 Ero assorta dai miei pensieri, quando sentii bussare alla porta di casa...Era Mark di sicuro: "Avanti" urlai, ero troppo stanca per alzarmi dal divano ed aprire la porta educatamente. Avevo avuto una giornata pesante, due interventi complicati, ma andati a buon fine. 
"Ciao Bellissima! " mi salutò "Ho portato la cena, pizza,sai ho immaginato che non avevi ancora cenato!" aggiunse. 
" Invece Si! " risposi convinta
"Bere una tazza di caffè, non è cenare! Tesoro" mi disse altrettanto convinto.  
Non potevo darli torto!...
"Grazie!...menomale che ci sei...non so proprio come farei senza di te" dissi mentre lo raggiunsi in cucina e presi una fetta di pizza che era ancora calda, dandole un morso.
"Um...che buona!" esclamai.
"Già...lo presa qui sotto!, dietro l'angolo, nel nuovo ristorante-pizzeria che ha appena aperto".
"Allora...che mi racconti?" aggiunse
"Aspettavo questa domanda!" ammisi, aspettai qualche secondo.
"Conosci una certa persona?...Arizona Robbins, pediatria: lavora al terzo piano del Seattle Grace" chiesi speranzosa in attesa di ricevere una risposta soddisfacente. 
Lui pensandoci, mi fissò con quella sua solita faccia, che conoscevo benissimo. 
"Forse!" rispose "Perché?" aggiunse subito dopo. 
"Perché l'ho incontrata questa mattina,mi ha colpito subito come persona...e poi è bellissima, credo di essermi innamorata e vorrei tanto conoscerla!"dissi in tono spensierato."e dai!...ti prego, aiutami, so che la conosci, altrimenti non avresti fatto quella faccia che tu fai sempre!"dissi in tono supplichevole.
"Quale faccia!?"mi disse con aria perplessa "Comunque si, credo di conoscerla:
bionda, occhi azzurri e un sedere da urlo!?"replicò.
"Si! esatto è proprio lei!" dissi. 
"Ci ho lavorato insieme la settimana scorsa, un intervento di chirurgia estetica al naso, ad una bambina di undici anni, pensa, se l'è fratturato a causa del suo cavallo, durante un allenamento di equitazione".
"Parlami un pó di lei, mi piace da morire e tu sai che non provavo più queste 'sensazioni' da tanto tempo ormai... 
e quel suo sorriso...poi..."dissi spensierata, sorseggiando la birra che avevo preso dal mio frigorifero. 
"Beh! So poco in realtà, so che è arrivata da un paio di giorni qui a Seattle! ,prima lavorarava al Maley Hospital Center di Los Angeles, mi ha detto che ha vinto un Carter Madison...per...non so cosa... che centra con l'Africa!. Tutto qui!" disse guardandomi negli occhi. 
"Visto!? oltre che bella è pure intelligente, una così sarà sicuramente già impegnata" dissi tristemente. 
"Insomma, non so nemmeno se le piaccio, se è della mia sponda e poi figurati se mi trova interessante,non mi conosce nemmeno " dissi convincendo a me stessa che probabilmente tutto quello che mi ero immaginata potesse nascere con lei, non sarebbe mai accaduto. 
Ero amareggiata. 
"Beh, se devo dire la verità, Callie, credo proprio che tu possa avere qualche speranza" mi disse cercando di consolarmi.
"Ah! Si!?...e tu come fai a saperlo?" chiesi incuriosita. 
"Ci ho provato spudoratamente, ma lei...niente, impassibile!.
Andiamo...Callie, lo sai anche tu, uno 'stallone' come me non viene mai rifiutato...almeno che..."
"Non sia dell'altra sponda " dissi completando la sua frase. 
"In realtà stavo per dire fuori di testa, ma si, hai una probabilità del 50 % che sia come te" disse sorridendomi. 
"Capisci Mark? Questo cambia tutto!..
sai che ti dico? domani le chiederò se vorra bersi una birra da Joe!" dissi felice.
"Oh!...allora fai sul serio 'Callie Torres', missà che dovrò combinarmi un appuntamento anch'io, sai per non diventare il terzo in comodo! " disse ridendo. 
"Ahaha, beh se vuoi c'è una matricola del primo anno molto carina, che si chiama Lexie, posso chiedere a Cristina di combinarvi un appuntamento. 
Secondo me sareste perfetti insieme" dissi a Mark.
"Ma si!...perché no?..ora però devo andare, fammi sapere come andrà tra te e 'sedere da urlo'!" disse prendendo la giacca e avvicinandosi verso la porta d'uscita. risi alla battuta,accompagnandolo alla porta "Va bene" risposi poi "Ci vediamo domani a lavoro, ciao!".
Ero felicissima, come non mai. 
Così tanto che vidi il mio i-pod appoggiato sul divano, lo presi, mi misi le cuffie, mi tolsi i pantaloni, lessi il titolo della canzone che scorreva sul led dello schermo: "Bright Lights-Thirty Second To Mars" schiacciai il tasto play, mettendomi a ballare sul ritmo di quella musica, era da tempo che non ballavo, era una delle mie tante passioni, adoravo ballare, specialmente in mutande! 
 
 
...
 
 
 
L'indomani, mi alzai presto, di buon umore. Mi svegliai per pura concidenza, un minuto prima della mia sveglia, impostata alle 7:00 a.m. decisi di farmi una rilassante doccia prima di andare a lavorare e il mio immancabile caffè, lo avrei preso al bar dell'ospedale. 
"Oggi, è un giorno speciale!" ripetei più volte davanti allo specchio del mio bagno.
Era un giorno speciale perché avevo deciso di invitare la Robbins per un 'appuntamento'
Mi vestii con un tailleur rossa, jeans eleganti e attilati nei punti giusti,più le mie indimenticabili ballerine, e un pó di trucco che non guasta mai, esagerando con un rossetto acceso, molto 'caliente'.
Volevo sembrare sexy, in modo che tutti cadessero ai miei piedi, in particolare, volevo che Arizona cadesse ai miei piedi. 
 
Arrivai in ospedale puntuale.
"Hei, ciao Callie come stai?" 
"Cristina!, ciao...tutto bene te?, hai una brutta cera"
"Il solito...ho bisogno di caffeina"
"ouch!...turno di notte?!....massacrante, ti capisco!, vieni te l'ho offro io".
Dissi, mentre ci avviavamo per il bar.
"Come mai siamo così 'sexy' oggi?!" mi chiese un incuriosita Cristina.
"Pff...ma che dici!...Sexy io?!..." dissi sorridendo nervosamente. 
"Si 'Sexy'...hai capito bene, ho visto quel rossetto rosso che ti porti tra le labbra ha km di distanza, nonostante sia super assonata oggi...e poi lo riconoscerei ovunque quel rossetto, te l'ho regalato io il natale scorso..."
"Chi è la fortunata?!" mi chese in tono incuriosito.
Cristina centrava in pieno qualsiasi cosa, era una delle sue abilità riuscire a vedere al di sotto delle righe...questa volta aveva centrato in pieno!
"Naa...nessuno!"risposi cercando di negare.
"Si...si...ci credo poco, ma dato che offrì tu il caffè non ti farò altre domande...per ora!"ammise con tono soddisfatto. 
"Un caffè macchiato con poco zucchero e per te?!" "Ah...io un caffè marinato con la panna" ammisi al barista.
"Allora...em...Lexie...come sta?, è brava come cardiochirurgo?!".
sapevo che al suono di quelle parole Cristina avrebbe frainteso tutto, ma dovevo farlo, per Mark.
"Ah...Ah!, lo sapevo...quindi è per Lexie che hai un debole?!" ammise convinta.-ed infatti...-
"No...no...certo che NO!è per Mark, te lo sto chiedendo per Mark, che tu sai...è disponibile per un appuntamento?!"
"Ah...scusa...certo! Non so,posso chiederle se vuoi!...ti faccio sapere" mi disse sfoggiando una delle sue facce 'ho capito tutto dalla vita'.
"Grazie!...e per l'ultima volta Cristina non c'è nessuno che mi piace..." ammisi cercando di negare l'evidenza ma era difficile farlo credere a Cristina.era troppo furba per queste cose. 
"Ora vado...grazie del caffè 'Torres' e... 'buona fortuna'!". disse allontanandosi.
"aha aha...'buonanotte" ammisi sarcasticamente, sapevo che era giorno, come Cristina sapeva che c'era 'qualcuno' che mi piaceva, l'aveva capito...ma non sapeva ancora 'chi' mi piaceva.
Incoraggiata dal 'buona fortuna' della Yang, andai in cerca di Arizona, decisa sul mio obbiettivo. 
Volevo chiederglielo, niente mi avrebbe fermato.
Diretta verso il terzo piano mi incamminai... Le porte dell'ascensore si aprirono, rivolte dal receptionist, e...lei era lì.!
Era bellissima, più di ogni altro giorno. 
mi schiarii la voce, "Salve dottoressa Robbins" inarcai leggermente le sopracciglia, per farle capire che approvavo il suo look.
Ma poco importava...perché era bellissima...anche al naturale era la più bella donna che avessi mai visto: è questo che mi faceva impazzire di lei.
La sua semplicità...e i suoi occhi blu come il mare, che mi facevano venire voglia di tuffarmici dentro. 
Penso che se indosasse un sacchetto della spazzatura, sarebbe lo stesso stupenda, anzi renderebbe 'sexy' anche quello...perché lei era 'Arizona'.
"Oh...salve dottoressa Torres, è...molto bella oggi" mi disse annuendomi e sorridendomi con quel suo bel sorriso.
Ogni volta che lo vedevo, mi faceva sciogliere dentro, e questo credo che lei lo sapeva ,perché subito dopo ogni cosa e ogni gesto che facevo, mi sembravano stupidi: mi sentivo nervosa e impacciata.
Era la sua forza, davanti a lei mi sentivo vulnerabile, debole e mi piaceva quella sensazione, perché sapevo inoltre che tra le sue braccia, tutte quelle sensazioni sarebbero sparite, mi sarei sentita protetta, al sicuro. 
"Adoro... quel tailleur!" aggiunse, smettendo di compilare una cartella clinica e avvicinandosi a me.
"Oh..grazie...è una cosetta che mi sono messa, così...per provare...emm l'ho trovata ad un outlet ai grandi magazzini! se...le interessa...dove lo presa eh..eh!"
Subito mi resi conto che quello che era uscito dalla mia bocca, non aveva senso. Presi un sorso del mio caffè, mi ci volevo nascondere dentro...mi sentivo imbarazzata...insomma...perché li sarebbe mai importato di dove avessi preso la mia maglietta?.
Subito dopo risi nervosamente, fece lo stesso anche lei...per educazione credo. 
Era più una risata naturale la sua...ci guardammo intensamente negli occhi per qualche istante...-sarei rimasta lì per ore...anche guardarla senza fare nulla per ore...semplice ma romantico-
 
Avrei voluto baciarla.
 
"Beh...ora devo andare, ci si vede nei paraggi..."disse mentre se ne stava andando via.
Con lei era così, le poche volte che ci siamo incontrate è sempre stata lei ad andarsene e io ero sempre stata la stupida a lasciarla andare via, perché non avevo fatto niente o detto niente per farla rimanere.
Non volevo andasse via anche questa volta. ..volevo che rimanesse lì con me, ancora per un pó...anche solo 'guardarci' a me sarebbe bastato, perché anche la più inutile cosa fatta con lei, mi sarebbe bastato. 
 
Lei era il mio angolo paradiso.
 
Così...senza neanche rendermene conto, avevo preso il suo braccio. 
Per trattenerla.
"Aspetta!" dissi; 
"Ehm...ti...andrebbe di...bere qualcosa...uno di questi giorni?!...con me!?.
Wow...avevo avuto il coraggio di chiederglielo, lo avevo fatto per davvero, stavo ancora concretizzando il tutto in attesa di una sua risposta. 
Ora Niente mi avrebbe fermato neanche un suo 'NO'.
Rimase in silenzio per qualche secondo, anche se mi sembró una vita...ora la paura che mi dicesse 'no' era più concreta, prima ero euforica perché li avevo chiesto di uscire,ma in me prese in sopravvento la paura. 
 
Non l'ho avrei sopportato.
 
Nel mentre di tutto ciò, improvvisamente il suo cerca-persone suonò:
lei lesse nel piccolo led di quel oggetto "911".
"Devo andare" mi disse, senza aggiungere altro.
E lei se ne andò via...lasciandomi lì. 
Da sola.
 
 
 
ARIZONA:
 
 
 
L'indomani andai a lavoro che mi sentivo stanchissima.
Era stato difficile addormentarsi la sera prima dopo quello che mi era successo in ascensore.
Due minuti di paradiso, e che...paradiso! .
Callie era proprio la mia luce, in fondo al buio, e avevo capito questo, in soli due minuti di conversazione. 
Per voi saranno pochi, ma mi hanno fatto capire tante cose:
Ero innamorata di Callie Torres, è stato amore a prima vista per me;
Per lei avrei scalato l'Everest, mi sarei impegnata fino in fondo in una relazione possibile. 
In tutte le mie storie precedenti, quando qualcosa iniziava a diventare seria io prendevo e scappavo, il motivo principale è perché avevo paura di una relazione seria, mi sentivo non pronta o non era la persona giusta. 
Con Callie era diverso, lei è la mia anima gemella e di anima gemella ne esiste solo una! 
L'avrei fatta ridere nei momenti in cui avrebbe pianto...l'avrei protetta...avrei fatto questo e tanto altro ancora...proprio perché l'amavo.
 
Ero sicura di amarla!
 
Mi piaceva Seattle! non solo per Callie, era una città abbastanza tranquilla, apparte che ogni due su sette giorni a settimana pioveva...ma non mi dispiaceva un pó di pioggia, in fondo io arrivo da Los Angeles, la città del sole 'perenne' lì era difficile valutare i cambi di stagione, qui a Seattle invece la vita è normale, non ti capita di trovare star del cinema che passeggiano per le strade o addirittura a lavoro.
Quando ero al Maley Hospital Center di Los Angeles non so quanti personaggi famosi ho incontrato che venivano al pronto soccorso, perché si erano fatti male, cercando di scappare dai paparazzi. 
Ma tanto era inutile perché i paparazzi li ribeccavano lo stesso in ospedale...oppure l'odioso traffico di 'Los Angeles'...una volta sono rimasta imbottigliata nel traffico per due luuunghissime ore.
Che Caos...
Qui invece c'è proprio un aria diversa...e poi sono tutti amichevoli a lavoro. 
Ho conosciuto Karev, uno specializzando all'ultimo anno, ha grande talento nel suo lavoro, è anche uno che li piace stare sulle sue, tiene sempre il broncio...ma quando si trova in pediatria con i bambini, cambia completamente...scherza, ride, si diverte... se lo si guarda negli occhi si vede che è felice, quasi come se fosse ritornato bambino...farà grandi cose Alex Karev in futuro. 
E poi ho conosciuto Teddy, una bellissima e talentuosa donna dagli occhi da cerbiatto, 
abbiamo legato subito quando l'ho conosciuta.
Seattle Grace è un bel posto e poi qui vicino c'è anche un bar che fa ottimi drink, perfetti dopo una giornata pesante di lavoro.
 
Credevo che mi sarei aspettata un altra noiosissima,lunga, giornata di lavoro lì al Seattle!
Ma invece...
"Salve dottoressa Robbins"...era Callie, era la sua voce; 
Era la sua voce che mi chiamava.
Adoravo la sua voce...aveva qualcosa di sensuale...è per quello che mi piaceva tanto,mi attirava, oltre che alle sue labbra. 
Smisi di fare ció che stavo facendo...ero ancora di spalle così mi voltai e beh...WOW! Era...era Bellissima, con la 'B' maiuscola, era perfetta...e anche molto 'sexy'...quel rossetto, poi...per nulla volgare, preferirei dire...sensuale.
E poi quella maglietta, che le scivolava adosso esaltando il suo décolleté;
Quel tailleur rossa...rossa, come il colore del 'passione'.
Sentii un fuoco dentro, il mio cuore si stava sciogliendo e i miei occhi anche, alla vista di quella maestosità. 
"Oh...salve dottoressa Torres, è... molto bella oggi "dissi. 
Non mi sarei mai più tolta l'immagine di lei così!...infatti, sicuramente conoscendomi, avevo avuto per tutto il tempo, un sorriso da ebete stampato in faccia, ma non potevo farci niente... perché questo è uno dei miei 'effetti collaterali' quando sono nei paraggi insieme a lei.
La sentivo parlare, ma io ero davvero distratta, la sua bellezza mi aveva incantato. 
Se si era vestita così per me, aveva fatto colpo, ma non c'è n'era davvero bisogno, già dal primo sguardo mi aveva 'affascinato'.
"Adoro...quel Tailleur!" le dissi avvicinandomi a lei.
Continuava a blaterare riguardo il suo outfit credo, diceva cose senza senso, percepivo un certo nervosismo, ma tutto ciò mi faceva sorridere ancora di più..,perché la trovavo adorabile. 
Ci guardammo intensamente, per qualche istante..,il mio istinto nel baciarla prese il sopravvento nel mio cervello, dentro di me...ogni angolo del mio corpo voleva Istintivamente muoversi per baciarla, ma non volevo essere, troppo avventata...non ancora...
Così, la mia coscienza mi fece dire:
"Beh...ora devo andare, ci si vede nei paraggi..."era la seconda volta che me ne andavo via da lei senza che lo volessi veramente, ma la paura in me prendeva sempre il sopravvento, non volevo rischiara di perderla, non volevo rischiare di perdere ciò che stava nascendo tra di noi, con gesti avventati come il 'baciarla', non volevo spaventarla.
Non volevo andarmene via veramente, ma sapevo che era la cosa giusta da fare...in fondo. 
Baciarla, sarebbe stato davvero troppo avventato, come giocare a poker con carte in mano scadenti...
Avrei voluto che mi blocasse in qualche modo, che fosse stata lei a fare la prima mossa, per farmi capire che era interessata a me, avrei avuto bisogno di un segno, la concretezza che quello che c'era stato tra noi... non era solo amicizia platonica, ma qualcosa di più... e non frutto della mia immaginazione.
 
Pensai a mille cose, in quel momento mentre mi giravo per andarmene via.
 
Poi...
 
Tutto d'un tratto, lei mi prese il braccio, non permettendomi di andare via...un gesto inaspettato...ero sbalordita!
Ancora non ci credevo...non avevo ancora realizzato a pieno quello che mi stava succedendo, ma soprattutto dopo successe per me: l'inaspettabile.
"Ehm...ti...andrebbe di...bere qualcosa...uno di questi giorni?!...con me!?."
Io non potevo credere alle mie orecchie, Callie Torres, ...mi aveva chiesto di uscire, era davvero troppo per il mio cuore...il mio istinto nel baciarla prese di nuovo il sopravvento, dentro di me.
Stavo ancora elaborando il tutto...quando...il mio cerca-persone suonò, era un emergenza...lessi '911' nel led.
"Devo andare..." dissi lasciando la sua presa...e così feci, La lasciai lì da sola, senza aver aggiunto altre parole...allontanandomi,
Me ne andaii di nuovo, ma questa volta non era, voluto da me, o per colpa della mia paura...era per un emergenza!.
Sapevo che non li avevo dato la risposta che voleva sentirsi dire...in realtà non li avevo detto niente, nessuna risposta;
Come una pagina bianca di un libro ancora da riempire o una canzone con la melodia, ma senza ancora un testo, era così che mi immaginavo Callie si sentisse.
Incompleta.
In qualche modo, percepivo la sua delusione sulla mia pelle...
Mi sentivo in colpa...averla abbandonata lì, senza dirle una parola.
Dovevo rimediare alla situazione! 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Ecco a voi il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto, ringrazio tutti coloro che hanno letto,che mi hanno messo tra i seguiti e preferiti e ringrazio anche i recensori!
Grazie di cuore, se volete recensire per farmi sapere se vi è piaciuto o non il capitolo fate pure, mi piacerebbe leggere cosa ne pensate.
Nel frattempo, sarò buona e vi sveleró che nel prossimo capitolo vi aspetta una scena "hot"
Ciao alla prossima:"Xo Xo Grey's Anatomy"
 
   
 
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