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Autore: Ayumi Yoshida    31/07/2014    0 recensioni
31 one shot inspirate ai temi di Dicembre 2008 della comunità 31 Days su LJ.
Decima shot:
Petali (Sasuke, Karin e...)
“Finalmente… Finalmente domani sarà il giorno!” (…) L’aveva detto già almeno cinque volte, ed ogni volta la sfumatura nella sua voce non era cambiata. Karin sentiva uno strano fremito in quelle parole, una sensazione di attesa impossibile che non aveva mai udito nella voce di Sasuke, che pianificava sempre tutto, talmente tanto da non avere la possibilità di conoscere l'ansia dell'attesa.
- Terza classificata al contest "Che cosa vi assegnerà la sorte?" indetto da Mokochan e vincitrice di premi trama ed originalità! *O* -
Nona shot:
In case (Neji, Neji/Hinata)
Hinata non pensava mai alla sua vita, sempre pronta a mettersi al servizio degli altri. Non aveva esitato un attimo a mettersi davanti a Naruto per proteggerlo con il suo corpo da quegli aculei di legno appuntiti.
Fic partecipante al contest "I miei gusti, le vostre storie!" di Fefy07
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Juugo, Karin, Sasuke Uchiha, Suigetsu | Coppie: Sasuke/Karin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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In case

 

Quando Hinata si era inchinata davanti a lui, la testa così bassa da sfiorare il pavimento per chiedergli di aiutarla ad affinare il Juken del clan, si era sentito stupito, incredulo. Nonostante tutto quello che le aveva fatto, lei non aveva pensato due volte a rivolgersi a lui, umilmente come al solito, senza tutte quelle pretese che avrebbe potuto avanzare come membro del clan più importante.
Quando era con Hinata, nonostante fosse inferiore, si sentiva un suo pari: lei aveva quella capacità, gli faceva dimenticare tutto quello che era accaduto in passato soltanto standogli vicino, senza parlare.
Quando aveva deciso di cambiare, si era imposto di cominciare da lei, per farsi perdonare di tutto quello che le aveva fatto, di tutto l’odio che le aveva riversato addosso soltanto perché era la figlia dell’uomo che aveva creduto per dodici anni l’assassino di suo padre. Essere buoni con Hinata era davvero semplice, veniva spontaneo, e spesso si era ritrovato a chiedersi perché non se ne fosse accorto prima. Il suo modo di fare gentile, così poco adatto alla loro vita, la sua volontà incrollabile, la sua forza nascosta gli suscitavano ogni volta una scossa al petto che lo privava di ogni sentimento malvagio, facendolo sentire in pace.
In quel modo aveva capito di amarla. Se n’era accorto all’improvviso, come una rivelazione piovuta per caso dal cielo che chiariva ogni cosa, ma non ne era rimasto sconvolto più di tanto: il suo cuore aveva smesso di cercare vendetta e finalmente si era fermato a riposare, rendendolo più sereno. Persino sopportare la sua condizione era diventato più facile, e dover obbedire a suo zio non gli sembrava più tanto umiliante.
Era felice. Anche se sapeva che Hinata non l’avrebbe mai compreso fino in fondo, perché il suo cuore era già occupato da quando aveva visto Naruto per la prima volta.
 
“Neji-niisan! Mi cercavi?”
Hinata gli sorrise timidamente e si sedette accanto a lui, lasciando penzolare i piedi fuori dal tatami della verandina. Aveva i capelli scompigliati e i vestiti zuppi, probabilmente aveva passato l’intera mattinata ad allenarsi.
“Scusami se ti ho disturbata, Hinata-sama. Vorrei parlarti.”
La kunoichi scosse la testa.
“Non preoccuparti.”
“Il maestro Gai mi ha comunicato questa mattina che il consiglio ha proposto di promuovermi a jonin.”
“Oh, congratulazioni!”
Hinata lo disse realmente contenta per lui, con gli occhi che le brillavano, ma Neji non lo sembrava affatto, come se qualcosa non lo convincesse fino in fondo.
“C’è… C’è qualcosa che non va?” gli chiese allora sommessamente. Neji incontrò i suoi occhi per un attimo, poi scosse la testa con un sospiro.
“No, è che…” Soppesò per un momento quello che desiderava dirle, temendo che sarebbe stato eccessivo aprirsi in quel modo con lei, ma l’occhiata davvero preoccupata che la kunoichi gli rivolse lo convinse a parlare. “Temo di non essere all’altezza dell’incarico.” confessò alzando gli occhi al cielo, quel giorno luminoso e libero dalle nuvole “Potrei dover avere degli allievi, un giorno…”
“Secondo me saresti un ottimo maestro.” replicò Hinata con un filo di voce. Neji abbassò gli occhi e la guardò sorpreso, facendola arrossire e balbettare: “Ecco… Tu… Tu mi hai insegnato bene! Se ora sono più forte… È grazie a te…”
Con un sorriso quasi invisibile, Neji spostò lo sguardo davanti a sé.
“Sono certa che saresti un ottimo jonin, non rinunciare!” ripeté Hinata stringendosi le mani all’altezza del petto. La sua voce era bassa, ma talmente sicura che lo stupì profondamente. Avrebbe voluto dirle che riponeva troppa fiducia in lui, che non la meritava, però non se la sentì di deluderla in quel modo.
“Posso provarci.” si disse allora, e annuì all’indirizzo di sua cugina con la stessa fiducia che lei riponeva in lui.
“Grazie, Hinata-sama.”
Lei gli sorrise, visibilmente più tranquilla, e il suo cuore spiccò il volo, certo, per la prima volta, che Hinata credeva fino in fondo in lui.
 
Hinata non pensava mai alla sua vita, sempre pronta a mettersi al servizio degli altri. Non aveva esitato un attimo a mettersi davanti a Naruto per proteggerlo con il suo corpo da quegli aculei di legno appuntiti. Non sapeva se sarebbe stata veloce abbastanza da respingerli tutti, ma si era lanciata comunque in quell’impresa. L’amore fa fare cose impensabili.
Non sarebbe riuscita ad evitare quell’aculeo, lo sentiva dentro. Vide Hinata già trapassata, cadere per terra grondante di sangue senza neppure una lacrima di Naruto, perché lui non era mai riuscito a capire, e si lanciò verso di lei con le ultime forze che gli restavano. Il legno lo trapassò in più punti del corpo, sentì la schiena andare a fuoco e non riuscì più a tenersi in piedi. Naruto lo afferrò; lesse il terrore nei suoi occhi. Guardò Hinata, immobile in ginocchio davanti a lui, e sorrise amaramente alle sue lacrime. Allora lo amava un po’ anche lei.
Si sentì felice, felice di averla salvata, di essersi sentito libero di disporre della propria vita per lei. C’era ancora una cosa che voleva fare prima di chiudere gli occhi per sempre.
“Naruto, Hinata-sama è pronta a morire per te.”
Lo disse senza staccare gli occhi dalla ragazza, cercando disperatamente di aprire quelli di Naruto a quell’amore senza fine che sua cugina provava per lui. La kunoichi continuò a piangere in silenzio, con gli occhi pieni di una preghiera che Neji osò credere fosse soltanto per lui. Qualunque cose lei stesse chiedendo, pregò a sua volta che fosse esaudita: desiderava con tutto se stesso che Hinata potesse essere finalmente felice, anche se lui non avrebbe mai potuto vederla. Anche se non con lui.
 
 
But I keep it just in case
Yeah, I keep it just in case
In case
You don't find what you're looking for
In case
You're missing what you had before
In case
You change your mind, I'll be waiting here
In case
You just want to come home
 
(Demi Lovato – In case)
 
 
 
 
 
Note:
 
Questa fic mi è stata ispirata da un commento di un utente del forum ItaSasu riguardante il capitolo 414. Il commento era più o meno questo: “Neji doveva amare Hinata davvero tanto per sacrificarsi in quel modo.” Beh, queste parole mi hanno stuzzicato per giorni e finalmente sono riuscita a mettere per iscritto quello che avevo in mente. Scrivere di un Neji innamorato, felice anche se non ricambiato è stato molto interessante e istruttivo. Ho amato l’evoluzione di questo personaggio e scrivere di lui, e mi dispiace di come Kishimoto l’abbia messo da parte per poi farlo uscire di scena in modo così frettoloso. Ma ormai quel che è fatto è fatto.
 
Note (31/07/2014):
Eccomi a pubblicare la fic, aggiungendo a ciò che ho già scritto che essa è ispirata al tema 11, dying is what, to live, each has to do; un tema che mi ha aveva dato molte idee e che all’inizio doveva essere una scena familiare con Minato, Kushina e Naruto, ma che dedico più che volentieri a Neji, il cui sacrificio non ha nulla da invidiare a quello dei genitori di Naruto.
Essendo ancora in attesa dei risultati, presto aggiungerò qualche altra nota, nel contempo sarei contentissima di ricevere pareri di ogni tipo.
Grazie anticipatamente! ^^
Pian piano questa raccolta continua… Ho scritto altri capitoli, ma non ne sono convinta e li lascerò a “maturare” ancora un po’, ma non escludo che nel contempo potrebbero nascere capitoli del tutto nuovi!
Mai disperare! Puoi farcela, Ayumi! ;)



EDIT del 19/08/2014: ieri sera la giudiciA Fefy, che ringrazio di cuore (<3) ha pubblicato le valutazioni del contest, che ho molto apprezzato e con cui concordo in tutto. La copio-incollo qui sotto e speriamo di fare meglio al prossimo contest! ;)



Ayumi Yoshida

La grammatica della tua storia è ben curata, non ho trovato errori di distrazione o di battitura, né di forma. In un paio di punti avrei utilizzato la punteggiatura in modo differente, aggiungendo delle virgole ed eliminandone altre, ma nel complesso è tutta una questione di gusto personale e non c’è niente che possa essere definito un errore. Complimenti.

Lo stile è semplice ma curato, però devo ammettere di non averlo trovato molto coinvolgente. Forse perché si tratta perlopiù di un flusso di pensieri in tutta la prima porzione della storia, che – secondo la mia opinione – ha appesantito un po’ il ritmo, rendendo l’inizio lento. La storia diventa più piacevole nello spezzone del ricordo e raggiunge il massimo nel finale, che è stato la mia parte preferita, in cui sei stata capace di mettere insieme sia i pensieri e sentimenti di Neji che l’azione, senza annoiare. Un’annotazione puramente formale che ti farei riguarda il passaggio in cui Neji pensa: hai utilizzato ancora le virgolette alte, che fino ad allora erano state usate nei dialoghi. Per una questione di coerenza nell’utilizzo della punteggiatura, penso che dovresti rimuoverle e utilizzare un altro stile di scrittura, magari il corsivo.

Il lessico mi sembra molto adeguato alla situazione descritta e non ho trovato niente fuori luogo da segnalare.

La caratterizzazione dei personaggi si è bilanciata, per così dire, su due poli opposti. Trovo interessante, ma non proprio credibile, l’amore di Neji per Hinata, anche se penso che fosse un amore più “fraterno” che quel sentimento profondo con cui li hai legati. Comunque, Neji in generale è ben caratterizzato, mi sono piaciuti in particolare i riferimenti al cuore in pace perché liberato dal desiderio di vendetta, dall’odio che provava nei confronti della cugina. Ho trovato un po’ meno IC i passaggi in cui descriveva quant’era facile essere gentile con lei e come si è aperto riguardo alle sue insicurezze. Anche se di Neji, dopo aver saputo la sua storia, ci è stato dato molto poco da conoscere, mi è sempre sembrato un po’ burbero nelle sue manifestazioni d’affetto e riservato al riguardo dei suoi sentimenti. Diciamo che un Neji che si prende cura di Hinata in maniera implicita l’avrei trovato molto più IC.

Hinata invece mi è piaciuta moltissimo e ho ritrovato negli atteggiamenti che le hai fatto assumere l’Hinata del manga che io tanto amo: determinata a migliorarsi, con una volontà ferma, altruista e un po’ timida. L’immagine di Hinata che arrossisce e balbetta dopo essersi complimentata con Neji la trovo centrata in pieno e assolutamente IC.

Come ti ho già spiegato, senza considerare l’inizio lento, la storia nel complesso mi è piaciuta, quindi il gradimento personale è medio. Non è una storia che salverei, ecco, però è stata una lettura piacevole e sicuramente originale, visto che un amore così di Neji per Hinata non l’avevo mai letto e mi ha lasciato sorpresa e intrigata.


Grazie alla giudicia per questo magnifico banner! *______*

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