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Autore: Kelly_Moira    01/08/2014    0 recensioni
Questa non è una di quelle solite storielle d’amore adolescenziali in cui i due fidanzatini vivono poi per sempre insieme felici e contenti. Qui la protagonista è una ragazza di 16 anni, Chantal, che con il fratello Christian vive a New York fin da quando era piccola. Come tutte le altre adolescenti spera di trovare l’uomo ideale. Appena uscita dalla sua ennesima delusione d’amore e ormai senza più voglia di lottare ancora incontra un altro ragazzo che si trova nella sua stessa situazione, James. Cosa succederà? Questo loro strano incontro li porterà ad aver trovato l’amore ideale?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Chantal smettila di comportarti così, è solo colpa tua..- non gli lasciai finire la frase che gli urlai in faccia – Si, certo, è colpa mia se tu dici di amare me ma stai con un altra, è colpa mia – mi morsi il labbro con violenza tanto da farmi uscire il sangue per la rabbia - e chissà cosa ci fai! – strinsi i pugni e mi si piombò addosso spingendomi contro il muro e baciandomi, inizialmente cercai di opporre resistenza ma era impossibile con quelle labbra, nel giro di mezzo secondo mi ritrovai la sua lingua contro la mia, mi sfilò la maglietta e a quel punto mi prese in braccio portandomi in camera.
Mi svegliai abbracciata a Jake completamente nudi, erano ormai le otto di sera e sarei dovuta ritornare a casa, ma mio fratello Christian non aveva ancora chiamato quindi probabilmente era dalla sua fidanzata, la mia attenzione però ritornò subito sul ragazzo addormentato che avevo a fianco a me.. sapeva perfettamente come farsi perdonare ma non si poteva andare per sempre avanti così, però in quel momento non avevo voglia di discutere ancora con lui, mi fidavo quando mi diceva che con la sua “ragazza” non faceva niente..però si sa, concedere la propria verginità ad un ragazzo che si ama ma che non ci appartiene del tutto, beh, è difficile non pensare certe cose. Quei pensieri però svanirono subito, quando si mosse per stringermi di più a se, aprì gli occhi e mi guardò per poi baciarmi dolcemente sulle labbra, amavo sentire il suo calore sulla mia pelle, amavo il modo in cui si muoveva delicatamente e senza togliermi gli occhi di dosso, amavo tutte le parole dolci che mi diceva, amavo i suoi “ti amo” sussurrati all’orecchio, amavo lui. E lui amava me, ne ero convinta, il semplice motivo per cui non lasciava la sua ragazza è che aveva paura della sua reazione, aveva paura a spezzare tutte quelle promesse che le aveva fatto, ma lo sapeva molte bene che questa storia non poteva durare ancora per molto. Mi mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi sorrise – Questa sera, gliene parlo. Te lo prometto piccola. – annuii sorridendo e appoggiai poi la fronte contro il suo petto, tenendomi una mano sulla schiena con l’altra raggiunse il telefono che aveva sul comodino, lo mise all’altezza del mio sguardo in modo che potessi vederlo, non m’interessava leggere i suoi messaggi sinceramente ma amavo quando lo faceva era come se volesse dirmi ‘amo solo te e non ho nulla da nasconderti’, rispose ad un po’ di messaggi e solo uno era della sua ‘ragazza’ in cui gli diceva che sarebbe andata da lui un po’ più tardi per via di una ricerca che stava svolgendo all’università. Mi venne un groppo alla gola, mi sentivo uno schifo, era anche un po’ colpa mia tutta quella situazione e non volevo che nessuno soffrisse a causa mia, volevo dirglielo a Jake in quel momento ma mi trattenni, non volevo peggiorare tutto quando eravamo ormai vicini a stare insieme senza nasconderci. Proprio in quel momento squillò il mio cellulare, indossai gli slip e mi alzai di colpo mentre Jake mi seguiva con lo sguardo, presi il telefono, era  Christian, feci un profondo respiro e schiacciai la cornetta verde, neanche il tempo di portarmelo all’orecchio che Christian iniziò subito ad urlare, Jake sentiva tutto e mi guardava con un’aria divertita, gli feci la linguaccia e ascoltai mio fratello – Dove cazzo sei Chantal? Sono quasi le nove, e non sei ancora a casa! Ti rendi conto? Domani.. – Lo interruppi – Si Chris, arrivo – Lo sentii continuare ad urlare ma gli attaccai il telefono in faccia. Mi girai verso Jake che mi guardava con un’aria afflitta – Devi proprio ritornare? – annuii e mi avvicinai a lui per stampargli un bacio sulle labbra – Ci rivediamo domani – Gli feci l’occhiolino e finii di vestirmi – Vorrei poterti portare a casa io ma.. – annuii, sapevo già cosa volesse dire. – Ci vediamo domani tranquillo – sorrise – Vengo a prenderti dopo scuola – fece l’occhiolino ed io uscii poi di casa sorridendo e m’incamminai. Ci misi circa 10 minuti ad arrivare a casa, erano ormai le nove e mezza e Christian, ci avrei scommesso la vita, era maledettamente incazzato. Cercai di entra in casa senza far rumore, ma quando mi rigirai dopo aver chiuso la porta era davanti a me. – Ciao fratellone, come stai? – sorrisi anche se ero consapevole di aver peggiorato la situazione – Fratellone un corno Chantal, rientro una volta tardi dal lavoro e tu – scoppiai a ridere – si dal lavoro Chris – continuai a ridere e andai in cucina per farmi un panino – com’è andata? Ci hai dato dentro? – era furioso a quel punto e iniziò ad urlare – CHANTAL! Smettila di fare la spiritosa, ti rendi conto di che ore sono? – Rimasi impassibile e continuai a farmi il panino, mi tirò uno schiaffo sulle mani e mi cadde così a terra il mio capolavoro – Ahia, cazzo Chris! – mi massaggiai la mano, penso si stesse trattenendo più a lungo possibile ma dovevo far finta di niente, non doveva sapere con chi fossi. – Allora Chantal, con chi eri? Dimmelo. Non esci da questa cucina finchè non me lo dici. – alzai un sopracciglio – Senti, carissimo. Domani ho scuola e ho bisogno di dormire – non sembrò smuoversi di un solo millimetro – Allora, non te lo ripeto più. Con chi cazzo eri Chantal? – sospirai alzando gli occhi al cielo e raccolsi il panino, ormai diventato una specie di frittata, da terra. A quel punto mi alzò il mento con il dito in modo che lo guardassi dritto negli occhi, girai gli occhi – Ero con un amico. Contento ora? – Mi liberai dalla presa e andai su spedita in camera dopo aver buttato via il panino. Non lo sopportavo quando faceva così. Poco prima che chiusi la porta me lo ritrovai ancora davanti. – Cosa vuoi adesso? – strinse la mascella e mi guardò in cagnesco – Hai 16 anni e fai già la troia Chantal? – spalancai gli occhi – Come mi hai chiamata? Come cazzo ti permetti. – Gli tirai uno schiaffo, e chiusi poi la porta. Per lui ero una troia adesso. Mi addormentai di sasso sul letto.
   
 
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